Dopo 3 anni di tagli alla spesa per 53 milioni di euro, previsto un buco di 43,5 mil per il 2016.
Colpiti i servizi, non gli sprechi.
L'Ulss 18 prevede una perdita di 43,5 milioni per il 2016. La notizia, attestata da un atto del direttore generale, è per me sorprendente. Lo rende noto Guglielmo Brusco in un'intervista a RovigoOggi.it.
Mi chiedo: ma a cosa sono serviti i tagli - il massacro sarebbe giusto dire - di questi anni? In gennaio (Gazzettino del 16 gennaio 2015) il direttore amministrativo dell'Ulss si vantava di aver tagliato una ventina di milioni (23 tra il 2013 e il 2014) e di avere «un piano di rientro di 30 milioni» per il 2015. Affermava anche che «la situazione è abbastanza tranquilla». Una tranquillità contabile evidentemente.
Una tranquillità che però viene ora smentita: l'Ulss 18, nonostante il taglio di 53 milioni di euro in tre anni, si trova ancora in una pesante situazione di bilancio.
E questo nonostante i pesanti disagi che sono stati imposti alla popolazione dell'alto e medio polesine.
Il problema delle liste di attesa si è aggravato. Mancano 300 persone dalla pianta organica, 36 di questi sono primari e medici, mancano 43 tra farmacisti, biologi e tecnici e 80 infermieri.
I servizi territoriali che avrebbero dovuto compensare, almeno nelle intenzioni, la riduzione dei posti letto ospedalieri, semplicemente non esistono: niente di niente. E tra quelli esistenti, l'assistenza infermieristica domiciliare, continua a perseguitare le famiglie dei pazienti con insensate richieste burocratiche, e nessun dirigente dell'Ulss interviene per fermare questo abuso.
E poi le macchine che non vengono riparate o sostitutite, il punto sanità di Badia chiuso per ferie ...
Se osserviamo il decreto del direttore generale che rappresenta la proposta di bilancio dell'Ulss 18 per il 2016, a pagina 3, troviamo che il "Valore della produzione" ammonta a 361 milioni di euro a fronte di un costo di 395 milioni. La differenza di 34 mil circa si somma ad altri oneri per formare una perdita di esercizio, come detto, di 43,5 milioni.
La politica fin qui perseguita dall'Ulss sembra essere stata soltanto quella di non sostituire il personale che si è dimesso o che è andato in pensione. Una scelta che, rapportata alle 300 unità mancanti, ha presumibilmente fatto risparmiare 13/15 mil di euro l'anno.
Ma occorre tener conto che la riduzione del personale ha inevitabilmente portato alla riduzione del numero delle prestazioni erogate, riducendo quel "Valore della produzione" che rappresenta la voce attiva del bilancio. Meno personale, meno prestazioni, meno valore prodotto.
Forse è ora di cambiare politica.