30.9.15

Vogliamo che la "Casa del Sorriso" rimanga pubblica, come ora, anche negli anni a venire, ospitale e aperta

LETTERA

Sono un cittadino, e un famigliare di un'ospite della "Casa del Sorriso" di Badia Polesine.
Ho seguito in questi ultimi mesi la "vicenda" della trasformazione della Casa di Riposo di Badia, da IPAB a Fondazione, proposta dal CdA (Consiglio di Amministrazione) dell'ente.
Questa trasformazione ha come intento principale la "depubblicizzazione", ovvero la privatizzazione della "Casa del Sorriso" che attualmente è un Ente pubblico regolamentato da una Statuto al quale le amministrazioni che si susseguono devono attenersi.
È sta fatta una scelta ben precisa dall'attuale CdA, quella di trasformare questa struttura pubblica in Fondazione e non in APSP (Azienda pubblica di Servizi per la persona).
Perché ci si chiede?
Le motivazioni sono diverse, ma forse le più significative sono essenzialmente tre:
- la prima, si afferma che la fondazione gode di una minore tassazione, vedi IRAP;
- la seconda, si ha una maggiore flessibilità nella gestione delle risorse destinate al miglioramento della struttura, vedi appalti etc.;
- la terza è che con la Fondazione la Regione Veneto non ha la possibilità di inserire un proprio consigliere nel CdA, come prevede la nuova normativa, in via di approvazione nel Consiglio Regionale.
Sono stati fatti vari incontri, con gli operatori prima, con i famigliari poi e con gli operatori e i famigliari dopo che il Consiglio Comunale ha approvato, per fortuna non all'unanimità ma con una relativa maggioranza la delibera (tra l'altro modificata dalla sua prima stesura) del CdA della Casa del Sorriso.
Tutti questi incontri hanno avuto come scopo principale di sostenere la "bontà" della trasformazione dell'Ente in Fondazione, mentre non si è valutata la possibilità di trasformazione in APSP, anzi è stata considerata come una soluzione impraticabile"visto, sembra, le esperienze negative della Regione Emilia Romagna", come affermato dall'attuale Presidente della nostra Casa di Riposo.
A questo punto sorgono alcune domande:
- Perché il CdA ha voluto velocizzare la pratica della trasformazione in Fondazione e non in APSP, prima che la Regione approvi una legge (proposta dal Presidente Zaia) che disciplina questi passaggi?
- Perché il CdA della “Casa del Sorriso” non si è mostrato disponibile a un confronto con i sindacati dopo la prima delibera ?;
- Le APSP sono veramente strutture che non funzionano o si esclude questa possibilità a priori?;
- Perché l'Amministrazione Comunale ha interesse a trasformare la "nostra Casa del Sorriso" in Fondazione, fondamentalmente privata e non in APSP?
- Perché l'Amministrazione Comunale non ha promosso, come si è auspicato in più occasioni, un convegno dove si analizzasse con specialisti del settore quale sarebbe stata la soluzione migliore per il futuro della Casa del Sorriso?
Bene a mio e nostro avviso hanno fatto gli operatori, e i sindacati, a mobilitarsi e i cittadini a sottoscrivere l'appello contro la privatizzazione.
Un grazie di cuore va al Comitato Altopolesano dei cittadini per il San Luca che ha organizzato, il 25 settembre 2015, un incontro aperto a tutta la cittadinanza dove si è fatta conoscenza storica sulla Casa di Riposo di Badia, e chiarezza, perché si sono spiegate le differenze, vantaggi e svantaggi tra le Fondazioni e le APSP.
La partecipazione è stata buona sia per la presenza di cittadini che di operatori, non erano presenti invece membri del CdA della Casa del Sorriso; per l'Amministrazione Comunale erano presenti due Assessori che non sono intervenuti nel dibattito.
Su un argomento così importante come il destino di una delle strutture più importanti del nostro Comune e importante nella nostra Provincia, non si può decidere senza avere valutato attentamente la materia e coinvolto democraticamente la popolazione.
Noi cittadini di Badia, vogliamo che la "Casa del Sorriso" rimanga pubblica, come ora, anche negli anni a venire, ospitale e aperta.

Badia Polesine, 28 settembre 2015
Graziano Berto


Nessun commento: