14.7.18

Punti nascita, già chiuso quello di Piove di Sacco. Adria e Valdagno a breve

Coletto vola a Roma ma è solo fumo negli occhi. In realtà la regione ha attivato i direttori delle Ulss a chiudere.


L'assessore regionale alla sanità Luca Coletto vola a Roma per bloccare la chiusura dei punti nascite di Adria, Piove di Sacco e Valdagno.

Contemporaneamente una nota della "Segreteria regionale della Sanità ha esortato i direttori generali delle Usl Polesana, Antonio Compostella, Euganea, Domenico Scibetta, e Berica, Giovanni Pavesi, ad adempiere alle disposizioni contenute nel decreto ministeriale 70 del 2015, che prevede appunto la dismissione in tutta Italia dei 561 punti nascita sotto i 500 parti l'anno."

Lo rivela il Corriere del Veneto di venerdì 13 luglio 2018 (scarica l'articolo completo).

Il viaggio di Coletto è solo teatro. Trova conferma (vedi post precedente) che l'amministrazione regionale - in realtà - voglia chiudere i punti nascita più piccoli e che il decreto ministeriale sia solo il paravento per nascondere convenientemente le proprie intenzioni. Vuoi per motivi di costi, per carenza di personale, o per la mania di accentrare, concentrare. "Razionalizzare", dicono.

Cittadini del Polesine, quando ci ribelleremo?

10.7.18

Ulss 5 Polesana, sempre peggio: si nasce in un posto solo

La Regione Veneto vuole autonomia ma per che accidenti farne? Niente di niente o, peggio, massacrare ulteriormente la sanità pubblica.

Dopo Trecenta chiude anche il punto nascite di Adria.
L'eterno imbroglio sulla sanità.


Il massacro della sanità pubblica va avanti a passi da gigante in un'accelerazione esponenziale. La Regione Veneto non oppone resistenza, lascia scorrere come acqua fresca un decreto del governo "centralista e statalista" di centro sinistra senza opporre un decimo della resistenza attuata sulle norme riguardanti i vaccini. Perché?
Il motivo è che fa il loro gioco, quello di Zaia, di Coletto, della Lega e di Forza Italia, a rimorchio, o al guinzaglio ormai, della Lega. Ci hanno fracassato i genitali con la loro "autonomia" per mesi, ci hanno imposto un referendum che li ha legittimati a chiedere un'autonomia ai limiti dello statuto autonomo al governo centrale - ovviamente "centralista e statalista" - e ora, prendono atto di un decreto ministeriale vecchio come il cucco per avere il pretesto di chiudere nel giro di dieci giorni - ripeto "dieci giorni" - il punto nascite di Adria.

Ma non basta, ci prendono pure per i fondelli quando fanno dichiarare al direttore generale dell'Ulss più scassata d'Italia che "Non ci saranno altre sorprese". E che ci dobbiamo aspettare direttore Antonio Compostella, cecchini sui tetti per evitarci la sofferenza di una lenta dipartita in avanzata vecchiaia?
Cittadini del Polesine
quando ci ribelleremo?