Riporto l'articolo pubblicato dal Corriere del Veneto, che ringraziamo per l'attenzione, lo scorso 27 febbraio. Preciso soltanto che il "San Luca" non è in concorrenza con Adria e Rovigo, anche loro taglieggiati dagli ultimi piani sociosanitari regionali, ma la sanità privata, convenzionata o meno, che ha beneficiato dei tagli agli ospedali pubblici per le favorevoli politiche adottate dall'amministrazione regionale.
L'articolo riporta la replica dell'Ulss 5 Polesana. Interessante il tentativo di spostare l'attenzione, una vecchia tecnica abitualmente utilizzata in passato e sempre più caratterizzante la comunicazione dell'ente. L'Ulss 5, infatti, accusa il Comitato di lamentare la chiusura del laboratorio analisi mentre il problema reso noto all'opinione pubblica è la riduzione dell'attività dello stesso a sole sei ore giornaliere. E questo, per l'utente, cambia parecchio.
Ma l'apice del travisamento riguarda la riabilitazione fisica. Il dato di soli 16 posti letto attivi - a fronte dei 26 inaugurati e dei 50 previsti nel 2019 dalle schede ospedaliere del Piano sociosanitario regionale - ce lo ha fornito l'Ulss stessa nelle persone del Direttore Generale, del Direttore Sanitario, del Direttore Amministrativo e di quello ai Servizi Socio Sanitari, nell'incontro che il comitato ha avuto lo scorso 24 gennaio.
Ora, magicamente, i posti letto attivi sarebbero 20. Da quando? Dallo scorso 20 febbraio! Sei giorni prima della nostra manifestazione.
Sarebbe bello che qualcuno, avendone il potere, andasse a verificare, reparto per reparto, quanti sono i letti effettivamente attivi. Un lavoro che potrebbero fare i sindaci dell'altopolesine.