COMUNICATO STAMPA
Comitato
altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso
Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel.
0425701126 – Cell. 3473490340
Data,
9 giugno 2013 h.12
IL SAN LUCA RESTA UNA
FERITA APERTA E NON E’ SOLO
La dichiarazione più
recente dell’assessore Coppola è perfettamente coerente con quanto
aveva già detto in un incontro promosso tempo fa dalla Cgil (nella
Sala Convegni dell’Ospedale di Rovigo) e in un incontro a Trecenta
(presso il Teatro Comunale).
Per chiarezza riporto
quanto letto: “Il Polesine ha già operato significative
riduzioni in passato … , è già in linea con i parametri
prefissati previsti per i posti letto e gode del significativo
riconoscimento compensativo legato alla specificità territoriale.
Nessun declassamento è previsto per Rovigo …”
Ma a queste parole segue
la riflessione: “… non è il momento di dare numeri precisi
perché occorre ancora definire la partita fino in fondo.”
Queste parole non liberano
dall'ansia, dal pessimismo dell’incertezza, dalla “rabbia”
che sta sostituendo quello che un tempo si liquidava come
qualunquismo, cioè la sfiducia nella politica e l’accusa “sono
tutti uguali, una volta eletti non pensano più al bene degli
elettori, ma solo ai propri interessi” ( non posso credere che in
tutti i politici ci sia solo interesse personale).
In questo clima il
Comitato Altopolesano per il San Luca si muove senza “pause di
riflessioni”, né pause elettorali, senza per questo svilire
l'etica dell’impegno civile.
Ma stranamente (?) non
troviamo risposte e non troviamo sempre spazio adeguato nei fogli di
informazione.
Il Comitato Altopolesano (
composto da rappresentanti di tutti i comuni dell’Altopolesine) si
tiene sempre in contatto con la nuova direzione dell’ULSS 18. Il
dott. Orsini e il dott. Sortino ci dicono di voler fare della sanità
dell’altopolesine (e del medio) un servizio adeguato alle
necessità dei cittadini e impegnato ad affrontare il problema in
un’ottica di obiettivi sanitari etici ed economici.
Però il dottor Orsini,
invitato in consiglio comunale a Trecenta, ha fatto presente che la
Regione Veneto ha concesso 20 milioni di € in meno nel suo badget e
il 10% va obbligatoriamente alle cliniche private.
Sappiamo poi che la
Regione ha “elargito” altri 23 milioni ai privati “per evitare
il licenziamenti”, senza però tener conto della dichiarata
disponibilità del dottor Orsini ad utilizzare i lavoratori in
esubero (nella sanità privata), con addirittura un vantaggio
economico per la sanità pubblica.
Nella
gravità della situazione il Comitato Altopolesano ha contatto anche
il sindaco di Rovigo Piva dichiarando la volontà di collaborazione
per difendere l'ULSS 18: temiamo che il
progetto che sta per essere approvato in regione (complici tutti
Pd-Pdl-Lega) comporterà la trasformazione di Rovigo in ospedale
spoke, cioè privo di molte delle più importanti specialità, e la
riduzione dell’ospedale di Trecenta ad ospedale di comunità.
Forse
tutto questo a favore di Padova e del nuovo monoblocco di Monselice?
C’era proprio bisogno di un costosissimo ospedale a Monselice,
piuttosto vicino a Padova e a Rovigo?
Abbiamo anche inviato mail
al Presidente Zaia per chiedere il rispetto dell’impegno (preso
davanti al Prefetto nel gennaio del 2012) di discutere con i comuni
le schede ospedaliere; abbiamo informato sindaci e presidente della
conferenza dei sindaci , la presidente della provincia, vescovo,
sindacati. Abbiamo informato del grave disagio popolare politici
provinciali, regionali, nazionali.
Abbiamo ricevuto mail di
condivisione e disponibilità dal Vescovo, dalla Presidente della
Provincia, dai sindaci di Canda-Bagnolo-Stienta- Ceneselli
–Occhiobello- Fratta-Fiesso; ha comunicato la propria
preoccupazione il presidente della conferenza dei sindaci.
Nient’altro.
Il presidente Zaia,
attraverso la sua segretaria, ha detto di non voler strumentalizzare
il problema in periodo elettorale(?). Dagli altri interpellati solo
avvisi automatici di ricevimento mail.
Vogliamo essere chiari:
noi non facciamo solo contestazione, conosciamo bene i
problemi, anche quelli economici, ma sappiamo che ci sono soluzioni
che si possono adottare e che possono essere anche un rinforzo
economico.
Ci sembra interessante la
proposta della direzione dell’ULSS 18 che, puntualizzando l’inutile
dispendiosità di doppioni propone per il San Luca tre punti di forza
che siano insieme freno all’emigrazione sanitaria (che comporta
uscite economiche) e offerta aggiuntiva di servizio (che comporta
entrate).
Questo significa vedere il
San Luca come: polo plurispecialistico chirurgico - polo
riabilitativo di alto livello - punto di riferimento per
Procreazione Medico Assistita.
Vogliamo sia chiaro che un
progetto di sviluppo di questo genere non deve togliere assolutamente
al San Luca le caratteristiche di Ospedale per Acuti con Pronto
Soccorso, anzi la presenza di particolari professionalità dovrebbe
potenziare i servizi ambulatoriali.
Il Comitato Altopolesano
dei cittadini per il “San Luca”, nelle sue richieste, rinnova
l’urgenza di definire ambulatori polispecialistici che operino
con continuità in modo da ridurre i tempi di attesa; la necessità
di non interrompere durante i mesi estivi il day hospital
oncologico (problema che pare in via di soluzione); un pronto
soccorso h.24; una radiologia con un efficiente servizio di
teleradiologia; un reparto medico multidisciplinare che
garantisca il trattamento di tutte le più comuni patologie
internistiche del nostro territorio; l’HRSA tramite tra ospedale
e territorio; Ostetricia e Ginecologia; una Chirurgia day surgery con
Chirurgia d’Urgenza 7 giorni su 7.
Ripetiamo: non vogliamo
essere presi in giro, perché se il concetto di sanità territoriale
può avere una sua logica etica ed economica, non può essere
strumento di cattura ingannevole di consenso, né significare
riduzione dei servizi ospedalieri senza compensazioni territoriali.
Per il Comitato
Altopolesano, la portavoce Jenny Azzolini.