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28.11.16

Guglielmo Brusco: "Al San Luca vogliono tagliare addirittura 62 posti letto"

Da RovigoOggi.it, 28 novembre 2016

OSPEDALE TRECENTA (ROVIGO)  A lanciare l'allarme è Guglielmo Brusco, esponente di Rifondazione Comunista. "E magari intanto pensano di darne qualcuno in più alle cliniche private"...


Una analisi puntuale, che copre un arco di tempo di poco meno di 15 anni, quella con la quale Guglielmo Brusco, ex vicepresidente della Provincia di Rovigo ed esponente di Rifondazione Comunista, fa il punto sul graduale indebolimento dell'ospedale San Luca di Trecenta.

Leggi l'articolo completo

27.11.16

San Luca, la tribolazione dei posti letto

Posti letto al San Luca. Confronto fra la situazione attuale e la programmazione regionale (Pssr, DGRV 2122/2013)

Una proposta molto attesa quella presentata dalla dirigenza dell'Ulss 18 lo scorso martedì 22 novembre alla conferenza dei sindaci. L'ospedale di Trecenta appare infatti in difficoltà, privato progressivamente di servizi nel corso degli anni, in carenza di personale, senza un ruolo ben definito nella sanità polesana. E, inoltre, con l'incubo dell'applicazione delle schede ospedaliere.

Martedì ero tra il pubblico che assisteva alla riunione assieme ad alcuni amici del Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca", curioso di sapere se c'era una via d'uscita al declino che stavamo osservando.

Una prima sorpresa è stata scoprire che oggi, prima dell'applicazione delle schede ospedaliere, l'ospedale di Trecenta ha meno posti letto di quelli previsti dal piano sociosanitario regionale, Nove in meno, come si può vedere dalla terza pagina della presentazione.

Fermiamoci un attimo perché mi sembra importante. Durante un convegno promosso dalla Cgil e tenutosi a Rovigo l'11 gennaio 2014, l'allora direttore generale dell'Ulss 18, Arturo Orsini, ha dichiarato che i posti letto del "San Luca", attivi alla data del 30 giugno 2013, erano 180. Quando e chi ha fatto sparire dall'ospedale i 16 posti letto che mancano per arrivare agli attuali 164? Riporto qui sotto la pagina mostrata in quell'occasione.

Definire i posti dell'ospedale di Trecenta è sempre stata una tribolazione. Se fate una ricerca su questo blog digitando "posti letto" (senza le virgolette) nel box bianco in alto a sinistra troverete che avrebbero dovuto essere 222, ma che che invece sono stati 208, poi 180 (Orsini), 143+30 nel Pssr. E ora salta fuori il 164. Tombola!


Conclusione. La prima cosa che la conferenza dei sindaci dovrebbe fare, prima di esprimere un giudizio sulla proposta attuale, è verificare direttamente - niente carte, certificati, attestati, dichiarazioni, presentazioni ecc. - costituire (velocemente) una delegazione e andare all'ospedale a contare uno a uno i posti letto attrezzati effettivamente attivi nell'ospedale.


Ma sui posti letto del San Luca c'è molto altro da dire. Alla prossima.

31.12.15

Bilancio in profondo rosso per l'Ulss 18

Dopo 3 anni di tagli alla spesa per 53 milioni di euro, previsto un buco di 43,5 mil per il 2016.
Colpiti i servizi, non gli sprechi.


L'Ulss 18 prevede una perdita di 43,5 milioni per il 2016. La notizia, attestata da un atto del direttore generale, è per me sorprendente. Lo rende noto Guglielmo Brusco in un'intervista a RovigoOggi.it.
Mi chiedo: ma a cosa sono serviti i tagli - il massacro sarebbe giusto dire - di questi anni? In gennaio (Gazzettino del 16 gennaio 2015) il direttore amministrativo dell'Ulss si vantava di aver tagliato una ventina di milioni (23 tra il 2013 e il 2014) e di avere «un piano di rientro di 30 milioni» per il 2015. Affermava anche che «la situazione è abbastanza tranquilla». Una tranquillità contabile evidentemente.
Una tranquillità che però viene ora smentita: l'Ulss 18, nonostante il taglio di 53 milioni di euro in tre anni, si trova ancora in una pesante situazione di bilancio.
E questo nonostante i pesanti disagi che sono stati imposti alla popolazione dell'alto e medio polesine.
Il problema delle liste di attesa si è aggravato. Mancano 300 persone dalla pianta organica, 36 di questi sono primari e medici, mancano 43 tra farmacisti, biologi e tecnici e 80 infermieri.
I servizi territoriali che avrebbero dovuto compensare, almeno nelle intenzioni, la riduzione dei posti letto ospedalieri, semplicemente non esistono: niente di niente. E tra quelli esistenti, l'assistenza infermieristica domiciliare, continua a perseguitare le famiglie dei pazienti con insensate richieste burocratiche, e nessun dirigente dell'Ulss interviene per fermare questo abuso.
E poi le macchine che non vengono riparate o sostitutite, il punto sanità di Badia chiuso per ferie ...

Se osserviamo il decreto del direttore generale che rappresenta la proposta di bilancio dell'Ulss 18 per il 2016, a pagina 3, troviamo che il "Valore della produzione" ammonta a 361 milioni di euro a fronte di un costo di 395 milioni. La differenza di 34 mil circa si somma ad altri oneri per formare una perdita di esercizio, come detto, di 43,5 milioni.
La politica fin qui perseguita dall'Ulss sembra essere stata soltanto quella di non sostituire il personale che si è dimesso o che è andato in pensione. Una scelta che, rapportata alle 300 unità mancanti, ha presumibilmente fatto risparmiare 13/15 mil di euro l'anno.
Ma occorre tener conto che la riduzione del personale ha inevitabilmente portato alla riduzione del numero delle prestazioni erogate, riducendo quel "Valore della produzione" che rappresenta la voce attiva del bilancio. Meno personale, meno prestazioni, meno valore prodotto.
Forse è ora di cambiare politica.

2.10.15

Liste d'attesa. Il ministero chiede spiegazioni alla regione

Nello scorso mese di agosto il Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca ha sollevato il problema dei tempi d'attesa presso le strutture sanitarie pubbliche dell'Ulss 18 (si veda il post Il virus dell’attesa nella sanità altopolesana).
Il documento è stato inviato, tra gli altri, al ministro della salute e il ministero ha risposto.
Con una nota inviata al direttore generale Domenico Mantoan e all'assessore alla sanità della regione Veneto, il ministero ha trasmesso il documento del comitato "con preghiera di riscontro a questo Ufficio e alla portavoce del Comitato Altopolesano, Sig.ra Jenny Azzolini".
La regione dovrà rendere conto dei motivi dei "disservizi nell'erogazione di prestazioni sanitarie prestate dall'Ulss 18, fra cui lunghi tempi di attesa".

Quello che segue è il comunicato stampa del Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca.

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Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340

Data, 18/09/2015

COMUNICATO STAMPA

Autunno al San Luca
In seguito alla nostra segnalazione di disservizi al San Luca e del metodo “offensivo” di fissare i tempi di prenotazione abbiamo ottenuto l’attenzione del Ministero della Salute che chiede all’Assessorato Veneto alla Sanità di dare risposte sul problema al Ministero stesso ed al Comitato Altopolesano Con una puntualizzazione:” dal momento che le funzioni organizzative e gestionali … sono attribuite integralmente alla regione”. (A proposito la Regione non ci ha degnato di una risposta).
Ferme restando le responsabilità della Regione Veneto speriamo in un impegno serio, non vogliamo che il Governo Centrale dirotti sulla regione anche le proprie responsabilità.
Sia il Governo, sia la Regione si aggrappano (ancora) alla necessità di tagli. Poco tempo fa la Regione esaltava la gestione dell’Ulss 18 che, virtuosissima ha ridotto il deficit da 28 a 5 milioni di euro. Ma per ottenere questo brillante risultato non sono state acquistate/rinnovate tecnologie, gli apparecchi rotti restano tali o vengono aggiustati con ritardi disastrosi (per fare un esempio al San Luca c’erano 2 apparecchi radiologici portatili per le radiografie al letto del paziente: sono entrambi fuori uso), non sono stati ricoperti i primariati vacanti, non è stato sostituito personale andato in pensione. Perché i risparmi non vengono fatti in altri settori? Forse nei compensi e premi di produzione (produzione di che? non certo di servizi), o nella sproporzione tra quantità della spesa e qualità dei materiali, o nella disorganizzazione del lavoro e della comunicazione interna (quasi inesistente), oltre alla opportunità di tagliare le ben note spese finalizzate unicamente al restyling dell’immagine( una per tutte l’ingresso dell’ospedale di Rovigo).
Intanto oggi, 16 settembre, per una visita oculistica di controllo viene proposto un giorno di luglio 2016, oppure,in tempi brevi, Porto Viro, località, com’è noto, comodissima per gli altopolesani. Magari anziani e soli.
Noi intanto, temendo che, con l’autunno, insieme alle foglie cada (ancora) la qualità e la quantità dei servizi, già ora ridotti all’osso, continuiamo nel nostro vizio di informarci per informare la gente. E segnalare i problemi “a chi di dovere”.

Alleghiamo

Grazie dello spazio che date e della condivisione di un impegno civile per i diritti comuni.

Per il Comitato – la Portavoce

Jenny Azzolini
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22.8.15

Il virus dell’attesa nella sanità altopolesana

Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
Portavoce Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340

20/08/2015
La miseria della sanità

Il virus dell’attesa nella sanità altopolesana

Dilaga il virus dell’attesa nella sanità Altopolesana. Ormai la malattia è endemica e sembra non ci sia rimedio.
Ma che vuole tutta 'sta gente che si lamenta? L’ospedale sotto casa e la visita il giorno dopo?
No, vorrebbe un risposta dignitosa ed accettabile, non una irridente prenotazione magari per un anno dopo. Però, con i soldi, privatamente, … a volte anche dopo un giorno…
Sembra incredibile, ad ogni momento di crisi, vera o presunta, si colpisce sempre con tagli lineari e nei settori portanti e vitali di ogni buona democrazia a partire dalla sanità e i più colpiti sono sempre i redditi facilmente controllabili. Chi ha (molto) di più si paga invece una sanità rapida ed eccellente.
E i rappresentanti delle istituzioni fingono di non capire l’oltraggio quotidiano alla GIUSTIZIA e l’offesa alla popolazione socialmente più debole.
Nel recente incontro, il Presidente della Conferenza dei Sindaci e il Direttore generale dell’Ulss 18, dopo una disamina attenta delle situazioni critiche,concludono che, in fondo, anche una lunghissima, estenuante attesa al pronto soccorso, non è un vero problema, non rappresenta un rischio grave per il paziente.
E allora, com’è che noi, gente comune, viviamo le attese come un intollerabile sopruso?
La realtà è che le (evitabili?) “disfunzioni sanitarie” (eufemismo) sono diventate troppe e quotidiane ed abbassano la qualità della vita della gente meno “fortunata”.
Qualche esempio recente ed illuminante:
  1. Controllo ad un paziente colpito da trombosi, fine 2016.
  2. Per un esame radiologico al polso, una signora di oltre 90 anni (impegnativa con priorità B) deve aspettare OTTOBRE 2015.
  3. Un’altra signora, proveniente da una casa di riposo dell’altopolesine, sarà vista “comodamente” ad Adria.
  4. Il medico Oculista, prima di un intervento, chiede per una paziente un esame con apparecchiatura presente solo a Rovigo (problema: macchia oculare): appuntamento ottobre 2016.
  5. Visita reumatologica prenotata ad aprile 2015: si farà a fine 2016.
  6. Divario notevole tra tempi (per controllo) segnalati dallo specialista e tempi fissati al CUP.

Visto il dettato del Pssr (piano sociosanitario regionale) “meno ospedale, più territorio” assistiamo invece a queste realtà:
1) Il punto prelievi di Badia offre il servizio, ma la cassa automatica è rotta da mesi, (pare sia un'"abitudine") quindi si va a Trecenta.
2) È difficile ottenere ausili per prevenzione delle piaghe da decubito.
3) Il personale Adi è sotto organico e gli infermieri sono costretti anche a lavoro amministrativo.
4) Ci sono tempi esageratamente lunghi per certi prelievi a domicilio.

Gli altopolesani non hanno certo la sensazione di godere di una sanità d’eccellenza.
Il discorso non coinvolge certamente la professionalità e la disponibilità del personale, ma la visione aziendalistica della sanità che al primo posto mette l’utilità economica, solo dopo viene il benessere del cittadino.
Noi siamo contrari a questa visione regionale, che è però anche la linea del governo centrale.

Per il Comitato
La portavoce – Jenny Azzolini


Il documento viene inviato a:
  • Direttore generale Ulss 18 Arturo Orsini
  • Presidente della conferenza dei sindaci Antonio Bombonato e sindaci
  • Presidente della Provincia Marco Trombini
  • Presidente della Regione Veneto Luca Zaia – assessore Luca Coletto- assessore Cristiano Corazzari; consiglieri Graziano Azzalin e Patrizia Bartelle
  • Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi – ministro Beatrice Lorenzin; senatori Giovanni Endrizzi- Emanuela Munerato; deputato Diego Crivellari
  • Organi d’informazione: Rovigo in Diretta – Rovigo Oggi – Il Gazzettino – Il resto del Carlino – La Voce – La settimana   
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18.3.15

San Luca, paziente ricoverato nel posto bis cade dal letto

fonte: www.rovigoindiretta.it

Il figlio: "Medici e paramedici disponibili, ma manca personale". E mancano, già ora, i posti letto.

L’anziano, trasportato d’urgenza al Pronto soccorso per un aggravamento repentino delle condizioni di salute, è stato “prontamente visitato dal personale medico e paramedico – racconta il figlio – che si è prodigato per stabilizzarne il quadro clinico. Ma, purtroppo, non erano disponibili posti letto per il ricovero. Ci è stato, allora, anche proposto il trasferimento in ambulanza all’ospedale di Rovigo. Ma io e mia madre ci siamo visti costretti a rifiutare l’opzione: mio padre è un paziente allettato ormai da due mesi e ha bisogno di assistenza 24 ore al giorno. La distanza fino al capoluogo per noi è insormontabile, anche alla luce del fatto che mia mamma non ha la patente”.
... Come denunciato tempo fa dal coordinatore Rsu dell’Ulss 18, Riccardo Mantovan, nel corso di una conferenza stampa sullo stato della sanità polesana, “i letti bis sono completamente privi di ausili come il comodino, l’armadietto dei vestiti e, in alcuni casi, anche del campanello per chiamare gli operatori. Senza contare che nei fine settimana, essendoci solo un medico in servizio, i livelli di sicurezza nel reparto subiscono un ulteriore decremento”. E, sempre in quell’occasione, affiancato dal segretario provinciale dellaFunzione Pubblica Cgil Davide Benazzo, aveva quantificato i tagli, snocciolando cifre allarmanti: “Due milioni di euro sforbiciati in quattro anni ai danni della sanità polesana che fa capo all’Ulss 18: Dal 2011 al 2014 è evaporata una somma di un milione 90 mila euro, cui vanno ad aggiungersene altri 900 mila, cancellati per il periodo 2014 – 2015 dalla giunta di Palazzo Balbi”.
Sulla vicenda interviene anche l’ex assessore provinciale Guglielmo Brusco e sul taglio previsto ai posti letto dalle scheda sanitarie afferma: «Spesso non c’è posto già adesso – aggiunge Brusco – e pensano di tagliarne altri 25. Chiedo dunque al direttore generale Arturo Orsini, ai sindacati (anche quelli dei medici) e al sindaco di Trecenta Antonio Laruccia, se sono a conoscenza, o meno, della situazione. Vorrei anche sapere cosa ne pensa la Procura, informata da tempo della situazione dal comitato Altopolesano per la difesa del San Luca”.»
Leggi l'articolo completo.

21.2.15

Il Comitato per il "San Luca" scrive alla Procura: la chiusura di chirurgia d'urgenza è interruzione di pubblico servizio?

Il Comitato scrive anche ai comuni dell'Ulss 18 affinché chiedano alla Regione Veneto di bloccare IMMEDIATAMENTE l'applicazione delle schede ospedaliere.

Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340

20-02-2015
Alla Procura della Repubblica di Rovigo

E per conoscenza: Al Prefetto di Rovigo
Al Presidente della Regione Veneto
All’assessore alla Sanità Regione Veneto
Ai Consiglieri Regionali Polesani
Al segretario regionale alla sanità
Al Presidente della Provincia di Rovigo
Al vescovo di Adria e Rovigo
Al Direttore Generale Ulss 18
Al Presidente della Conferenza dei Sindaci ULSS18
Ai sindaci dell’Ulss 18
Oggetto: Sospensione del Servizio di Chirurgia d’urgenza
dalle 18 del Venerdì alle 8 del lunedì, presso l’Ospedale San Luca di Trecenta.

Visto che:
  1. si sono verificati casi clamorosi di decessi dovuti alla ricerca inutile di assistenza d’urgenza per mancanza di posti letto negli ospedali;
  2. l’urgenza deve essere garantita allo stesso livello in tutti gli ospedali per acuti e a tutta la popolazione, senza discriminazioni;
  3. a partire da oggi, 20 febbraio, per il fine settimana (dalle 18 del venerdì alle 8 del lunedì) è interrotto il servizio di chirurgia d’urgenza al San Luca, servizio che dovrebbe servire un territorio con 85.000 abitanti e con complessa viabilità;
  4. il San Luca, a differenza di altri Ospedali Polesani, dista ben 35 chilometri dall’ospedale di Rovigo e il ricovero per interventi d’urgenza di cittadini altopolesani dovrebbe essere fatto nell’ospedale più vicino (salvo casi particolarmente complessi);
  5. una carenza del genere può incidere negativamente sull’efficienza di altri reparti (già ridimensionati) a causa di possibili emergenze interne (ostetricia - ginecologia – medicina),
allo scopo di evitare gravi rischi per la salute ai nostri concittadini altopolesani,
chiediamo a questa spettabile Procura,
una valutazione dell’ipotesi di “Interruzione di pubblico servizio”

Scusandoci per il disturbo, porgiamo distinti saluti.

Per il Comitato - la portavoce Jenny Azzolini

15.1.15

Ulss 18. L'odissea di alcune famiglie altopolesane

Ospedale di Trecenta: tempi d'attesa che portano utenti nelle strutture private e macchine usate per poche ore la settimana.
Ospedale di Rovigo: esistono ancora camere senza bagno.
In entrambi i casi, lamentele per il cibo.

Con una lettera aperta ai responsabile della sanità polesana e regionale Guglielmo Brusco, ex assessore provinciale, denuncia vari casi di disagio per i cittadini polesani.

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SANITA’ – ODISSEA DI FAMIGLIE ALTOPOLESANE –

Lettera aperta al Direttore Generale dell'Ulss 18, Dr. Arturo Orsini, al Presidente della Conferenza dei Sindaci Dr. Antonio Bombonato e al Presidente della Regione Veneto, Dr. Luca Zaia.

In questi ultimi 3 mesi, vissuti da semplice cittadino altopolesano, mi sono reso conto che, come Assessore Provinciale alla Sanità, nei miei interventi pubblici a difesa dei nostri concittadini, ho un po’ esagerato. Si, sono stato troppo tenero, troppo moderato.
Naturalmente a sostegno di questo mia convinzione porto la testimonianza di due famiglie altopolesane, alle quali in questi ultimi mesi sono successe alcune spiacevoli cose.
  • Per una risonanza magnetica ad una famigliare (schiena-anca), per tempi e modalità più rapidi si è dovuto, nonostante la preferenza per le strutture pubbliche…. ricorrere al privato Centro Medico di Rovigo. Stessa cosa, per far accertare ad un figlio, l’entità di un infortunio al piede.
Insomma, per gli altopolesani la Risonanza Magnetica è un miraggio da rincorrere non nel proprio ospedale, il San Luca, ma emigrando almeno a Rovigo e probabilmente in strutture private.
  • Per un altro esame a famigliare, l’elettromiografia (una volta eseguita per gli esterni anche al San Luca), per avere tempi rapidi c’è stata emigrazione persino in un Centro privato del Padovano!
  • Infine, la più anziana della famiglia, il 22 gennaio 2015, per esame di densitometria, andrà all’Ospedale di Adria. Tale esame sarebbe possibile anche a Trecenta, ma con più lunghi tempi d’attesa (il macchinario del San Luca funziona solo poche ore la settimana).
Per onor del vero, mi si dice che in tutti i casi elencati e già finiti , l’accoglienza e le modalità di erogazione degli esami eseguiti dai soggetti privati, è stata giudicata buona. Io rimango comunque convinto che tali esami, con una più forte organizzazione, potrebbero tranquillamente essere eseguiti in ospedali ed ambulatori pubblici, anche con notevoli vantaggi economici per le casse regionali.
Per completare le testimonianze e passare dallo specialistico-ambulatoriale all’ospedaliero, informo che un’altra famiglia mi ha informato di una parente che dopo un soddisfacente accesso al Pronto Soccorso di Rovigo ( perché quello di Trecenta evidentemente non è all’altezza di quello dell’ospedale del Capoluogo) è stata ricoverata al Blocco M 1 – SOC Oncologica dell’Ospedale di Rovigo, fortunatamente senza gravi problemi. Lì, oltre al cordiale ed efficiente personale, ha trovato, udite udite, una camera senza il bagno e con servizi igienici promiscui (donne e uomini!), situati in corridoio. Una vergogna, pensando a quanto speso per la nuova entrata dell’ospedale di Rovigo ed alle decine di camere con bagno che esistono al San Luca e che non sono utilizzate per pratiche di ricovero ospedaliero!!!
Termino riprendendo un tema già da me sollevato alcuni mesi fa, nelle vesti di assessore provinciale. L’ultima signora citata, mi ha dichiarato che riusciva a mangiare ben poco del cibo fornito dall'Ulss 18. Cibo non gradito, come tanti altri mi hanno testimoniato. Sarebbe il caso di sapere se ciò deriva da un problema di qualità del cibo fornito o è dovuto alle particolari e troppo raffinate esigenze alimentari di tutti quanti mi hanno segnalato questo problema. Situazione conosciuta dal Direttore Generale? E se si, cosa ha fatto per risolverla?
Domanda finale: cosa pensano di fare gli altopolesani e i loro sindaci? Patire ancora e stare zitti? O chiedere con forza ai Dottori Orsini, Bombonato e Zaia, di fare molto di più per loro?

Trecenta, 13 gennaio 2015

Guglielmo Brusco – Cittadino altopolesano.

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8.12.14

L'ospedale perde ancora specialità. Il Pd: «La Regione l'ha declassato». Il direttore generale minimizza

fonte: Corriere del Veneto - Padova Rovigo - domenica 7 dicembre 2014.

Via Emodinamica, Chirurgia maxillo-facciale, Urologia e il Laboratorio d'analisi. Ma il direttore generale invita alla calma.

Il Corriere del Veneto, edizione di Padova e Rovigo, ha parlato ieri dell'interrogazione presentata dai consiglieri regionali del Pd Azzalin e Sinigaglia sul problema delle prescrizioni imposte dalla giunta regionale agli ospedali pubblici polesani.
Di nuovo c'è una dichiarazione del direttore generale dell'Ulss 18 Arturo Orsini. Riporto il brano dell'articolo che la contiene.
....
Riguardo all'interrogazione, il direttore generale dell'Usl 18, Arturo Orsini, invita alla calma: «I cittadini sappiano che non è previsto alcun taglio delle specialità ospedaliere di Rovigo e che non sono in discussione nemmeno i livelli assistenziali di assistenza attualmente erogati. Per i pazienti non cambierà nulla, perché il tema sollevato - conclude il dg - riguarda solo l'inquadramento che avranno i primari».
....
Insomma, stando a quanto riportato, per il direttore generale non c'è da preoccuparsi. Ma allora perché le sue proposte sono state oggetto di tante prescrizioni da parte della giunta regionale? E un'altra domanda: la diversità di inquadramento tra il suo decreto e la delibera della giunta regionale sugli inquadramenti dei primari è così trascurabile? È trascurabile anche alla luce della decisione della giunta Zaia di creare dal nulla analoghi servizi presso il nuovo ospedale di Este-Monselice?

Temo proprio di no. I direttori generali dipendono direttamente dalla discrezione del presidente della giunta regionale e questo può condizionarli pesantemente. Chi difenderà il diritto alla salute dei polesani? Restano i sindaci, che si riuniranno domani alle 17 in cittadella sanitaria (la sede dell'Ulss a Rovigo). Tutto dipende dalla loro capacità di rivendicare un potere decisionale determinante a garanzia del diritto alla salute dei cittadini che rappresentano.

Scarica l'articolo completo del Corriere del Veneto.

15.11.14

Pma di Trecenta. Verso la soluzione e la ripresa del servizio

Un atto concreto. Con un proprio provvedimento, il numero 684 dell'11 novembre scorso, il direttore generale dell'Ulss 18 ha approvato un incarico provvisorio per 24 ore settimanali alla biologa che, negli ultimi tempi, aveva già svolto questo incarico.
Il provvedimento è esecutivo dal 12 novembre per cui la ripresa effettiva del servizio dovrebbe essere veramente imminente.
Interessante la motivazione: "al fine di evitare ipotesi di interruzione di pubblico servizio". Inoltre, si legge, per evitare "grave danno alle circa 300 coppie in lista d’attesa per PMA secondo livello".
L'incarico è provvisorio e potrà durare al massimo sei mesi. Ma anche qui interviene, molto opportunamente, il decreto del direttore generale. Viene infatti deliberato di pubblicare un bando per la copertura stabile del posto di specialista ambulatoriale biologo con particolare capacità e cioè essere in grado di svolgere in prima persona e in autonomia le attività proprie della procreazione medicalmente assistita.

Scarica:
Il decreto del direttore generale n. 684 dell'11 novembre 2014
Il comunicato stampa di Guglielmo Brusco che per primo ha denunciato l'interruzione del servizio.
Leggi su questo argomento anche i post:
Blocco della Pma a Trecenta. Il responsabile minimizza: questione di giorni. Vedremo
Trecenta, bloccato il centro di procreazione medicalmente assistita

10.11.14

La Conferenza dei sindaci ha eletto il suo presidente

Antonio Bombonato confermato alla presidenza
Si è discusso degli Istituti di Ficarolo ma non della Dgr 1630

Numero eccezionale di presenze alla riunione della Conferenza dei sindaci, oggi in Cittadella a Rovigo: 38 sindaci su 41.
Tra il pubblico era presente una delegazione del Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca” che, nei giorni scorsi, aveva invitato i sindaci a discutere della deliberazione della giunta regionale (Dgr) n. 1630/2014, delibera che ha imposto pesanti prescrizioni agli ospedali di Rovigo e Trecenta.

Finalmente è stato eletto il presidente: confermato Antonio Bombonato, sindaco di Costa.
Piuttosto chiaro il suo primo messaggio: ha evidenziato la necessità di una numerosa ed assidua partecipazione alle riunioni perché la Conferenza, pur con una funzione consultiva, deve far sentire la sua voce a proposito delle decisioni regionali su sanità e sociale.

Il Presidente ha poi messo in evidenza la gravità di vari problemi che affliggono l'Ulss 18 (e quindi i cittadini altopolesani) in questo momento. In particolare si presenta difficile e seria la situazione esplosa presso gli Istituti Polesani ed è molto preoccupante la delibera della giunta regionale n. 1630 del 9 settembre scorso che impone dure mutilazioni agli ospedali pubblici dell'Ulss 18.

Per abbreviare i tempi Bombonato ha chiesto ai sindaci presenti di ritardare lo scioglimento dell'assemblea per discutere, al di fuori dell'ordine del giorno, sui problemi, scambiare valutazioni e magari assumere qualche decisione operativa.
La riunione ha quindi coinvolto anche il direttore generale dell'Ulss, dott. Orsini. Si è discusso dei fatti accaduti presso gli Istituti Polesani di Ficarolo.

Tutto il resto è stato rinviato alla settimana prossima in data da definire. Questa non è una buona notizia. Scade, infatti, il prossimo 18 novembre il termine utile per un eventuale ricorso al tribunale amministrativo regionale (Tar) contro i tagli imposti dalla Dgr 1630 ai servizi degli ospedali pubblici dell'Ulss 18.

Su questo argomento vedi i precedenti post:

28.11.13

Schede ospedaliere. Per i direttori generali delle Ulss 18 e 19 va tutto bene

Conferenza stampa dei direttori generali delle Ulss di Rovigo e Adria sulle schede ospedaliere

Dai resoconti del Resto del Carlino e de La Voce di Rovigo risulta chiara la soddisfazione di Arturo Orsini, direttore generale dell'Ulss di Rovigo, e di Pietro Girardi, dg dell'Ulss di Adria.
Il Resto del Carlino titola:
Massimi dirigenti soddisfatti: «Così il Polesine è garantito».
I posti letti non saranno cancellati ma riconvertiti.
Così La Voce di Rovigo:
I direttori generali si dicono soddisfatti del provvedimento approvato dalla Regione
Le schede piacciono alle due Ulss
Orsini: "Specialità confermate". Girardi: "Per Adria non cambia nulla"

Pareri confortanti quindi. Entro novanta giorni i direttori generali delle Ulss del Veneto dovranno presentare un piano aziendale che dia attuazione alle previsioni del piano socio sanitario regionale (Pssr). Si vedrà insomma concretamente come verranno applicate le schede ospedaliere e i servizi territoriali previsti dal piano.
Tuttavia qualcosa non mi convince. Sarà che tutto sembra troppo liscio, pacifico, tranquillo. Sarà che  ricevo segnalazioni di pazienti che, già ora, prima dell'applicazione dei tagli ai posti letto, passano giorni in astanteria per mancanza di posti letto nei reparti. Sarà che i direttori generali sono tenuti, in forza del Pssr stesso, a darne applicazione, pena la rimozione dall'incarico da parte del presidente della giunta regionale. Sarà per gli ulteriori tagli previsti al fondo sanitario nazionale (1,150 miliardi di euro tra il 2015 e 2016). Sarà per il timore di non poter recuperare gli eventuali errori. Sarà che mentre la regione taglia i posti letto negli ospedali esistenti ne programma uno, a Padova, dai costi insostenibili. Sarà che il polesine, alla fine dei conti, avrà i tagli più pesanti. Sarà un po' per tutto questo, io non mi sento tranquillo. Vedremo come andranno effettivamente le cose.

Alle persone che hanno a cuore la sorte di servizi essenziali, come la sanità, spetta il compito di mantenere vigile l'attenzione su quanto accade. Che almeno la realtà non venga edulcorata.

Vedi anche:
Schede ospedaliere e territoriali. La delibera e tutti gli allegati

23.9.13

Castelmassa: la cronaca dell'assemblea del 20 settembre

Promesse molte, certezze poche


Venerdì 20 settembre assemblea pubblica a Castelmassa, organizzata dall’amministrazione comunale. Tema: "Riorganizzazione Socio Sanitaria quali opportunità?" (vedi locandina).
Una delegazione del Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca" ha partecipato all'affollata riunione. Questo il resoconto di Jenny Azzolini, portavoce del comitato.
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Dopo aver sentito più volte sostenere che “ …il Polesine ha già operato significative riduzioni in passato … , è già in linea con i parametri prefissati previsti per i posti letto e gode del significativo riconoscimento legato alla specificità territoriale…la Regione è con noi in debito di attenzione particolare” ci interessavano soprattutto gli interventi dell’Assessore Regionale Luca Coletto, del Direttore Generale dell'Ulss 18 dott. Arturo Orsini e del Presidente dell’Ordine dei Medici dott. Francesco Noce.
Il direttore Orsini ha sottolineato che per il San Luca si deve lamentare una elevata mobilità passiva, soprattutto per Ortopedia, Chirurgia e Riabilitazione, per cui sta lavorando ad una Chirurgia Multidisciplinare “oltre all’ordinaria chirurgia” e ad una riabilitazione che facciano del San Luca punto di attrazione per l’alta qualità.
Ha quindi parlato dell’aspetto socio-sanitario, della sanità territoriale per sostenere le cronicità. Ha concluso: “… per fare questo bisogna trovare i soldi”.
L’assessore Coletto ha lamentato i limiti dei finanziamenti da parte dello Stato, ma ha rinnovato la promessa che la Regione Veneto non taglierà servizi. Ha parlato della riconversione dei posti letto ospedalieri e del compito di Sindaci e Direttori Generali per le schede territoriali.
E qui scatta il problema: per Coletto già nel 2015 le schede territoriali saranno operative.
Ma proprio a proposito delle schede territoriali il dottor Noce ha parlato di ritardi della Regione alla quale i medici di base hanno già avanzato, dice, molte proposte.
E riferisce che una delibera dello stesso Coletto, che prevedeva l’avvio della medicina di gruppo da giugno, è stata bloccata dal Segretario Regionale dott. Mantoan. Il dott. Noce teme che il 2015 non vedrà realizzazioni.
Proprio tenendo conto di queste affermazioni le schede ospedaliere ci lasciano perplessi.
L'ospedale di Trecenta serve un bacino di 84mila abitanti, il 25% dei quali sopra i 65 anni, in un territorio di 581 chilometri quadrati formato da 25 Comuni, dotato di una rete viaria disagiata con trasporti pubblici inefficienti.
Noi non vediamo nessun aumento di servizi sul territorio Altopolesano che giustifichi certi tagli. Infatti le schede territoriali praticamente non esistono. Dobbiamo aspettare il 2015? Di più?
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Quindi invitiamo la Regione a rivedere le schede ospedaliere: non vogliamo che le dichiarazioni di buona volontà restino disponibilità formali.
Chi paga sono soprattutto le persone più deboli. Per queste ragioni chiediamo una sanità solidale ed equa
Il Comitato, come la Conferenza dei Sindaci, esprime la propria soddisfazione per il riconoscimento del ruolo di ospedale di riferimento provinciale (Hub) assegnato all’Ospedale S.M. della Misericordia di Rovigo; riteniamo di estrema importanza l’attivazione al San Luca dei 15 posti letto per la riabilitazione di patologie neurologiche prima non trattate (neuro-riabilitazione e unità spinale) riconoscendo la valenza del servizio per un’area vasta sovra provinciale.
Riteniamo gravemente penalizzante la riduzione dei posti letto di TERAPIA INTENSIVA, soprattutto alla luce del vasto territorio che fa riferimento al presidio. Le schede ospedaliere approvate prevedono il dimezzamento dei posti letto, si vuole dimezzare una terapia intensiva polivalente a tutti gli effetti che accoglie 250-300 pazienti/anno. L'indice di occupazione è sempre stato superiore al 100% (media italiana 84.7), fondamentalmente perché anche il letto di stabilizzazione viene, secondo necessità, utilizzato per ricoverare pazienti. In virtù della centralità clinica riservata ai pazienti più fragili e critici ricoverati negli altri reparti, in terapia intensiva è presente una centrale di monitoraggio cui afferiscono i segnali provenienti dai 4 letti monitorati in medicina (2 in reparto femminile e 2 in reparto maschile) e dai letti monitorizzabili in chirurgia multidisciplinare e in ostetricia-ginecologia
Troviamo poi serio il problema di GINECOLOGIA: non comprendiamo il taglio di ginecologia in un’area di forte presenza di anziani.
Vogliamo per il nostro territorio una sanità che serva, vicina alla gente, che riesca a dare agli altopolesani quei servizi alla salute di cui hanno realmente bisogno.
Lo ripetiamo: la sanità territoriale è un concetto che come cittadini condividiamo, ma non vogliamo una riduzione dei servizi ospedalieri senza adeguate compensazioni territoriali
Vogliamo siano mantenute le promesse, siano rispettati gli impegni, siano evitati sprechi.
L’impegno economico di una Regione non deve prescindere da responsabilità etiche.

14.6.13

Ospedale, il dg rilancia "Dobbiamo ridurre le fughe di assistiti"

Dal Corriere del Veneto, mercoledì 12 giugno 2013.

Orsini, la ricetta anti-declassamento
Manifestazione sindacale Martedì 18 giugno

ROVIGO - Una numerosa delegazione di lavoratori dell'ospedale di Rovigo ha presidiato la seduta del consiglio comunale dove, ieri pomeriggio, è intervenuto il direttore generale dell'Usi 18, Arturo Orsini.
«Gli assi prioritari sono quattro - spiega - ridurre le fughe degli assistiti, riorganizzare l'assistenza territoriale, ripensare rapporto con privati, potenziare collaborazione con Adria. In questo modo, contiamo di aumentare le prestazioni erogate direttamente ai nostri assistiti che oggi scelgono di rivolgersi a strutture fuori dal nostro bacino».
Una migrazione che comporta circa 49 milioni di spesa  l'anno per l'azienda che, al contrario, mira a promuovere eccellenze che possano aumentare l'attrazione di pazienti in Polesine. «Puntiamo al rafforzamento dei servizi riabilitativi - continua Orsini - concentrandola in una struttura di riferimento per il Basso Veneto, soprattutto per l'unità spinale e la neuroriabilitazione».
I sindacati chiedono, però, che la Regione faccia chiarezza. «Il problema è che si giochi a carte scoperte - sostiene Giampietro Gregnanin, segretario generale Uil - girano bozze e ipotesi, ma sarebbe opportuno che l'assessore Luca Coletto metta a disposizione delle forze sociali e istituzionali del territorio i materiali che effettivamente la Giunta regionale sta analizzando.
Parole d'ordine che verranno rilanciate dalle sigle confederali nella manifestazione convocata per martedì 18 proprio sotto l'ospedale, dalle 9 alle 11, e aperta a tutti i cittadini.

Leggi l'articolo completo.

12.6.13

Abbracciamo l'ospedale di Rovigo, difendiamo la sanità pubblica in polesine

Abbracciamo l'ospedale di Rovigo. Martedì 18 giugno 2013, dalle ore 9 alle 11, manifestazione per la sanità.
fonte: http://www.youtube.com/watch?v=uHGJl6qIOJI

Pubblicato in data 11/giu/2013
Le Segreterie provinciali di CGIL CISL e UIL unitamente alle RSU della Azienda Sanitaria ULSS 18 di Rovigo. manifestano davanti al Comune in occasione della relazione al Consiglio Comunale del Direttore Generale Arturo Orsini.
Motivo della manifestazione è richiamare l'attenzione delle forze politiche, della cittadinanza, affinché si definisca in modo chiaro, attraverso le schede ospedaliere di imminente uscita, che l'ospedale di Rovigo rimanga "HUB", ovvero centro di riferimento provinciale.
In caso contrario sono a rischio le alte specialità come RADIOTERAPIA, MEDICINA NUCLEARE, ONCOEMATOLOGIA, CHIRURGIA VASCOLARE, CARDIOLOGIA INTERVENTISTICA, NEUROCHIRURGIA.
Il ridimensionamento di questi servizi strategici per la salute dei cittadini polesani avrebbe ripercussioni pesanti sulla salute di soggetti deboli come gli anziani e i cittadini che risiedono in località periferiche della provincia, costretti a lunghi tragitti per raggiungere Padova, Verona o altre località dove i servizi saranno spostati.
per questo motivo le organizzazioni sindacali chiedono alla Regione il mantenimento di ciò che era contenuto nel Piano Socio Sanitario e che molte volte è stato ribadito anche in incontri pubblici dal presidente della V Commissione Sanità Leonardo Padrin, ossia il mantenimento dell'ospedale di Rovigo e dei suoi servizi, come riferimento provinciale "HUB".
Ciò potrebbe essere possibile con l'unificazione delle 2 Aziende Sanitarie 18 e 19, con una razionalizzazione dei servizi e dei posti letto, che garantirebbe una sanità di eccellente qualità a tutti i polesani.
Martedì 18 giugno è prevista una grande manifestazione organizzata da CGIL, CISL e UIL che porterà i cittadini i dipendenti, e il personale medico a ritrovarsi per abbracciare e circondare tutto l'ospedale, una catena umana lunga più di un chilometro, in un simbolico gesto di cura a favore di chi le cure le deve ricevere.

11.6.13

IL SAN LUCA RESTA UNA FERITA APERTA E NON E’ SOLO

COMUNICATO STAMPA
Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340

Data, 9 giugno 2013 h.12

IL SAN LUCA RESTA UNA FERITA APERTA E NON E’ SOLO

La dichiarazione più recente dell’assessore Coppola è perfettamente coerente con quanto aveva già detto in un incontro promosso tempo fa dalla Cgil (nella Sala Convegni dell’Ospedale di Rovigo) e in un incontro a Trecenta (presso il Teatro Comunale).
Per chiarezza riporto quanto letto: “Il Polesine ha già operato significative riduzioni in passato … , è già in linea con i parametri prefissati previsti per i posti letto e gode del significativo riconoscimento compensativo legato alla specificità territoriale. Nessun declassamento è previsto per Rovigo …”
Ma a queste parole segue la riflessione: “… non è il momento di dare numeri precisi perché occorre ancora definire la partita fino in fondo.”
Queste parole non liberano dall'ansia, dal pessimismo dell’incertezza, dalla “rabbia” che sta sostituendo quello che un tempo si liquidava come qualunquismo, cioè la sfiducia nella politica e l’accusa sono tutti uguali, una volta eletti non pensano più al bene degli elettori, ma solo ai propri interessi” ( non posso credere che in tutti i politici ci sia solo interesse personale).
In questo clima il Comitato Altopolesano per il San Luca si muove senza “pause di riflessioni”, né pause elettorali, senza per questo svilire l'etica dell’impegno civile.
Ma stranamente (?) non troviamo risposte e non troviamo sempre spazio adeguato nei fogli di informazione.
Il Comitato Altopolesano ( composto da rappresentanti di tutti i comuni dell’Altopolesine) si tiene sempre in contatto con la nuova direzione dell’ULSS 18. Il dott. Orsini e il dott. Sortino ci dicono di voler fare della sanità dell’altopolesine (e del medio) un servizio adeguato alle necessità dei cittadini e impegnato ad affrontare il problema in un’ottica di obiettivi sanitari etici ed economici.
Però il dottor Orsini, invitato in consiglio comunale a Trecenta, ha fatto presente che la Regione Veneto ha concesso 20 milioni di € in meno nel suo badget e il 10% va obbligatoriamente alle cliniche private.
Sappiamo poi che la Regione ha “elargito” altri 23 milioni ai privati “per evitare il licenziamenti”, senza però tener conto della dichiarata disponibilità del dottor Orsini ad utilizzare i lavoratori in esubero (nella sanità privata), con addirittura un vantaggio economico per la sanità pubblica.
Nella gravità della situazione il Comitato Altopolesano ha contatto anche il sindaco di Rovigo Piva dichiarando la volontà di collaborazione per difendere l'ULSS 18: temiamo che il progetto che sta per essere approvato in regione (complici tutti Pd-Pdl-Lega) comporterà la trasformazione di Rovigo in ospedale spoke, cioè privo di molte delle più importanti specialità, e la riduzione dell’ospedale di Trecenta ad ospedale di comunità.
Forse tutto questo a favore di Padova e del nuovo monoblocco di Monselice? C’era proprio bisogno di un costosissimo ospedale a Monselice, piuttosto vicino a Padova e a Rovigo?
Abbiamo anche inviato mail al Presidente Zaia per chiedere il rispetto dell’impegno (preso davanti al Prefetto nel gennaio del 2012) di discutere con i comuni le schede ospedaliere; abbiamo informato sindaci e presidente della conferenza dei sindaci , la presidente della provincia, vescovo, sindacati. Abbiamo informato del grave disagio popolare politici provinciali, regionali, nazionali.
Abbiamo ricevuto mail di condivisione e disponibilità dal Vescovo, dalla Presidente della Provincia, dai sindaci di Canda-Bagnolo-Stienta- Ceneselli Occhiobello- Fratta-Fiesso; ha comunicato la propria preoccupazione il presidente della conferenza dei sindaci.
Nient’altro.
Il presidente Zaia, attraverso la sua segretaria, ha detto di non voler strumentalizzare il problema in periodo elettorale(?). Dagli altri interpellati solo avvisi automatici di ricevimento mail.
Vogliamo essere chiari: noi non facciamo solo contestazione, conosciamo bene i problemi, anche quelli economici, ma sappiamo che ci sono soluzioni che si possono adottare e che possono essere anche un rinforzo economico.
Ci sembra interessante la proposta della direzione dell’ULSS 18 che, puntualizzando l’inutile dispendiosità di doppioni propone per il San Luca tre punti di forza che siano insieme freno all’emigrazione sanitaria (che comporta uscite economiche) e offerta aggiuntiva di servizio (che comporta entrate).
Questo significa vedere il San Luca come: polo plurispecialistico chirurgico - polo riabilitativo di alto livello - punto di riferimento per Procreazione Medico Assistita.
Vogliamo sia chiaro che un progetto di sviluppo di questo genere non deve togliere assolutamente al San Luca le caratteristiche di Ospedale per Acuti con Pronto Soccorso, anzi la presenza di particolari professionalità dovrebbe potenziare i servizi ambulatoriali.
Il Comitato Altopolesano dei cittadini per il “San Luca”, nelle sue richieste, rinnova l’urgenza di definire ambulatori polispecialistici che operino con continuità in modo da ridurre i tempi di attesa; la necessità di non interrompere durante i mesi estivi il day hospital oncologico (problema che pare in via di soluzione); un pronto soccorso h.24; una radiologia con un efficiente servizio di teleradiologia; un reparto medico multidisciplinare che garantisca il trattamento di tutte le più comuni patologie internistiche del nostro territorio; l’HRSA tramite tra ospedale e territorio; Ostetricia e Ginecologia; una Chirurgia day surgery con Chirurgia d’Urgenza 7 giorni su 7.
Ripetiamo: non vogliamo essere presi in giro, perché se il concetto di sanità territoriale può avere una sua logica etica ed economica, non può essere strumento di cattura ingannevole di consenso, né significare riduzione dei servizi ospedalieri senza compensazioni territoriali.

Per il Comitato Altopolesano, la portavoce Jenny Azzolini.

24.5.13

Ospedale di Trecenta, si lavora per migliorare oculistica, ortopedia e riabilitazione

Riabilitazione di terzo livello e due specialisti in convenzione per rafforzare Oculistica e Ortopedia al 'San Luca'

Una delegazione del Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca” ha incontrato questa mattina il Dott. Arturo Orsini e il Dott. Ferdinando Sortino, rispettivamente direttore generale e direttore sanitario dell'Ulss 18.
Argomento dell'incontro lo stato dei servizi resi dall'ospedale di Trecenta. Sullo sfondo l'allarme per le nuove bozze delle schede ospedaliere in circolazione in questi giorni.
Alcune contraddizioni all'interno delle schede della nostra provincia (Ulss 18 e 19), tra queste e quelle della provincia di Padova e lo stato preliminare dei documenti non hanno permesso una definizione della materia.
Più interessanti sono state le informazioni ricevute dai dirigenti dell'Ulss sulle iniziative in corso per migliorare l'offerta del “San Luca”.
Allo scopo di aumentare il numero di interventi di Oculistica e Ortopedia, che registrano consistenti emigrazioni di pazienti verso altri ospedali e altre province, l'Ulss sta cercando di attivare apposite convenzioni per portare a Trecenta due specialisti.
Inoltre, l'Ulss ha preso contatti con il Prof. Basaglia del “San Giorgio” di Ferrara per introdurre a Trecenta la riabilitazione di III livello, vale a dire quella idonea a trattare i pazienti più gravi (esiti da ictus, traumi gravi).
Il progetto, che sarà formalizzato in questi giorni all'amministrazione regionale, prevede l'apertura di sei stanze in convenzione con il “San Giorgio” di Ferrara e conta di poter offrire assistenza qualificata a tutti pazienti, del polesine e delle province limitrofe, che necessitano di speciali interventi di riabilitazione.
La delegazione del Comitato ha ringraziato il Dott. Orsini e il Dott. Sortino per il loro impegno e per la grande disponibilità a discutere dell'ospedale dell'altopolesine.

Trecenta, 22 maggio 2013
per il Comitato
la portavoce Jenny Azzolini
Scarica il comunicato.

6.4.13

Volontari vicini alla riconferma in Altopolesine

da Rovigooggi.it

SANITA’ TRECENTA (ROVIGO) Informazioni e accompagnamento all’ospedale San Luca, il servizio coordinato da Jenny Azzolini di Avis resta aperto in attesa del rinnovo della convenzione con l'Ulss 18


Il rinnovo delle convenzioni con le associazioni di volontariato per il servizio informazioni e accompagnamento all’interno dell’ospedale San Luca di Trecenta dovrebbe essere una questione di pochi giorni. Dopo l'intervento di Giuseppe Amato, presidente della San Vincenzo (leggi articolo), Jenny Azzolini (che è anche portavoce del comitato altopolesano per la difesa del San Luca) coordinatrice dello sportello spiega che l’Urp dell’azienda sanitaria ha chiesto all’Avis la documentazione per rinnovare l’affidamento del servizio.
Leggi l'articolo completo.

3.4.13

Nella grande hall i volontari non sono indispensabili

da Rovigooggi.it

SANITA’ ROVIGO Chiuso lo sportello per le informazioni agli utenti gestito dai volontari di Croce rossa, Andos e San Vincenzo De Paoli. L’Ulss 18 ha altre priorità


Non c’è nulla di ufficiale, per il momento, ma lo sportello informazioni all’interno degli ospedali di Rovigo è stato chiuso. Il 31 dicembre 2012 è scaduta la convenzione che regola il servizio tra l’Ulss 18 e le associazioni di volontariato che se ne occupavano (San Vincenzo De Paoli, Croce Rossa e Andos) e non è stato rinnovato (leggi articolo). Il presidente della San Vincenzo Giuseppe Amato (foto a lato) spera che “la situazione sia chiarita e superata al più presto” benché per il momento non siano previsti degli incontri con il direttore generale dell’Ulss 18 Arturo Orsini.
Leggi l'articolo completo.

21.3.13

Ma assessore dove vive? Non si è accorto che il problema è la sopravvivenza della sanità pubblica?

Leonardo Raito, contro ogni logica, propone nuove convenzioni con strutture sanitarie private

La sanità è in crisi per carenza di risorse? I tagli colpiscono anche la sanità privata convenzionata? E allora "aumentiamo il numero delle strutture private convenzionate"!
E' questa la singolare, originalissima proposta dell'assessore provinciale Leonardo Raito. Non solo, secondo Raito, di cui fino a oggi non si conosceva alcun particolare impegno sulla sanità, il punto non è la carenza di risorse e la loro gestione ma la mancanza di ulteriori "strutture private convenzionate".
Idee che però fanno a cazzotti con la dura realtà: i tagli della spending review, il piano socio sanitario regionale, le schede ospedaliere e territoriali che minacciano di ridurre ulteriormente posti letto e risorse. Argomenti che non sfiorano l'assessore tutto proteso a garantire un'amplissima possibilità di scelta tra sanità pubblica e tantissima sanità privata. Come si trattasse di acquistare un'automobile: "a me piace rossa", "a me bianca", "io la voglio metallizzata", "per me decappottabile".
Ma assessore dove vive? su Marte? Non si è accorto che il problema è la sopravvivenza della sanità pubblica?
In questo paese, per la sanità, già ora si spende il 34% in meno degli altri principali paesi europei. In questa regione già si spende una montagna di soldi per mantenere convenzioni con strutture private convenzionate. In questa Ulss il 10% del bilancio è vincolato dalle convenzioni con i privati e i direttori generali devono "garantire", ribadisco "garantire", che queste risorse vengano erogate, altrimenti vanno a casa, parola del presidente Luca Zaia.
E non si è accorto Leonardo Raito che le liste di attesa sono spesso più lunghe per le prestazioni richieste agli ospedali pubblici e assai più brevi per le private? A fronte di questo problema che si deve fare, concedere ulteriori convenzioni o rafforzare la sanità pubblica? Incredibilmente Raito ritiene che siano necessarie altre strutture private.
Alla fine del suo articolo su La Voce di Rovigo di giovedì 21 marzo, l'assessore si chiede perché a Venezia non abbiano già pensato ad allargare la platea delle convenzioni e allude alla possibilità che si intenda salvaguardare interessi consolidati, quelli dei privati che hanno già una convenzione.
A Venezia, dove sanno bene quanto hanno profuso per la sanità privata, non ci hanno pensato perché la proposta non sta in piedi, perché è priva di ogni logica e perché diventerebbe tragicamente ridicola in un momento in cui la giunta regionale sta tagliando il 30% delle prestazioni convenzionate. E poi si potrebbe alludere che la proposta tenda non tanto a una sanità più efficiente ed economica ma alla sponsorizzazione interessata di nuovi operatori privati.

Scarica l'articolo de La Voce.