15.1.15

Ulss 18. L'odissea di alcune famiglie altopolesane

Ospedale di Trecenta: tempi d'attesa che portano utenti nelle strutture private e macchine usate per poche ore la settimana.
Ospedale di Rovigo: esistono ancora camere senza bagno.
In entrambi i casi, lamentele per il cibo.

Con una lettera aperta ai responsabile della sanità polesana e regionale Guglielmo Brusco, ex assessore provinciale, denuncia vari casi di disagio per i cittadini polesani.

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SANITA’ – ODISSEA DI FAMIGLIE ALTOPOLESANE –

Lettera aperta al Direttore Generale dell'Ulss 18, Dr. Arturo Orsini, al Presidente della Conferenza dei Sindaci Dr. Antonio Bombonato e al Presidente della Regione Veneto, Dr. Luca Zaia.

In questi ultimi 3 mesi, vissuti da semplice cittadino altopolesano, mi sono reso conto che, come Assessore Provinciale alla Sanità, nei miei interventi pubblici a difesa dei nostri concittadini, ho un po’ esagerato. Si, sono stato troppo tenero, troppo moderato.
Naturalmente a sostegno di questo mia convinzione porto la testimonianza di due famiglie altopolesane, alle quali in questi ultimi mesi sono successe alcune spiacevoli cose.
  • Per una risonanza magnetica ad una famigliare (schiena-anca), per tempi e modalità più rapidi si è dovuto, nonostante la preferenza per le strutture pubbliche…. ricorrere al privato Centro Medico di Rovigo. Stessa cosa, per far accertare ad un figlio, l’entità di un infortunio al piede.
Insomma, per gli altopolesani la Risonanza Magnetica è un miraggio da rincorrere non nel proprio ospedale, il San Luca, ma emigrando almeno a Rovigo e probabilmente in strutture private.
  • Per un altro esame a famigliare, l’elettromiografia (una volta eseguita per gli esterni anche al San Luca), per avere tempi rapidi c’è stata emigrazione persino in un Centro privato del Padovano!
  • Infine, la più anziana della famiglia, il 22 gennaio 2015, per esame di densitometria, andrà all’Ospedale di Adria. Tale esame sarebbe possibile anche a Trecenta, ma con più lunghi tempi d’attesa (il macchinario del San Luca funziona solo poche ore la settimana).
Per onor del vero, mi si dice che in tutti i casi elencati e già finiti , l’accoglienza e le modalità di erogazione degli esami eseguiti dai soggetti privati, è stata giudicata buona. Io rimango comunque convinto che tali esami, con una più forte organizzazione, potrebbero tranquillamente essere eseguiti in ospedali ed ambulatori pubblici, anche con notevoli vantaggi economici per le casse regionali.
Per completare le testimonianze e passare dallo specialistico-ambulatoriale all’ospedaliero, informo che un’altra famiglia mi ha informato di una parente che dopo un soddisfacente accesso al Pronto Soccorso di Rovigo ( perché quello di Trecenta evidentemente non è all’altezza di quello dell’ospedale del Capoluogo) è stata ricoverata al Blocco M 1 – SOC Oncologica dell’Ospedale di Rovigo, fortunatamente senza gravi problemi. Lì, oltre al cordiale ed efficiente personale, ha trovato, udite udite, una camera senza il bagno e con servizi igienici promiscui (donne e uomini!), situati in corridoio. Una vergogna, pensando a quanto speso per la nuova entrata dell’ospedale di Rovigo ed alle decine di camere con bagno che esistono al San Luca e che non sono utilizzate per pratiche di ricovero ospedaliero!!!
Termino riprendendo un tema già da me sollevato alcuni mesi fa, nelle vesti di assessore provinciale. L’ultima signora citata, mi ha dichiarato che riusciva a mangiare ben poco del cibo fornito dall'Ulss 18. Cibo non gradito, come tanti altri mi hanno testimoniato. Sarebbe il caso di sapere se ciò deriva da un problema di qualità del cibo fornito o è dovuto alle particolari e troppo raffinate esigenze alimentari di tutti quanti mi hanno segnalato questo problema. Situazione conosciuta dal Direttore Generale? E se si, cosa ha fatto per risolverla?
Domanda finale: cosa pensano di fare gli altopolesani e i loro sindaci? Patire ancora e stare zitti? O chiedere con forza ai Dottori Orsini, Bombonato e Zaia, di fare molto di più per loro?

Trecenta, 13 gennaio 2015

Guglielmo Brusco – Cittadino altopolesano.

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