27.1.15

Cgil: «Ulss 18 verso il collasso». Assistenza a rischio

Altri tagli alla sanità: drammatica riduzione del personale, turni di 12 ore


Da Il Resto del Carlino di venerdì 23 gennaio 2015

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Ancora tagli al personale dell'Ulss 18. Tra le corsie entro fine del 2015 medici, infermieri e operatori sanitari diminuiranno ulteriormente. Gli ospedali di Rovigo e di Trecenta dovranno fare
a meno, in totale, di circa 30 teste.
A denunciarlo il segretario della Funzione pubblica della Cgil, Davide Benazzo e il coordinatore del Rsu dell'Ulss 18, Riccardo Mantovan. «L'ultima delibera regionale ha deciso per un taglio di circa un milione di euro della spesa del personale - spiega Benazzo – costo che era calato di un ulteriore milione già nel periodo 2013-2014».
«Questo si traduce in un collasso del sistema di salute veneto - spiega il segretario – con una drammatica riduzione del numero dei dipendenti avvenuta in quattro anni». Se infatti nel 2001 il comparto dell'Ulss 18 era formato da 2042 tra medici, infermieri e personale amministrativo, più
500 dirigenti, nel 2013 sono scesi a 2195 totali. A settembre 2014 il personale corrispondeva a 2184, senza considerare l'ulteriore calo in seguito ai pensionamenti di dicembre.
«Con questo ennesimo taglio del personale, l'assistenza ospedaliera sarà sempre più inefficiente – spiega Benazzo . La Regione si è preoccupata di mettere gli steward per l'accoglienza dei pazienti nelle sale d'aspetto. Figure che, in teoria, dovrebbero essere ricoperte da un infermiere con borsa di studio e da un operatore socio sanitario, ma che in verità, sono affidati a personale in servizio, già ridotto all'osso.
«Sortino in questi giorni parla alla stampa dell'influenza e dell'ospedale di Schiavonia, invece di evidenziare il dramma in cui si trova attualmente lo stesso pronto soccorso di Rovigo – spiega il segretario - Un solo infermiere si deve occupare di 20 pazienti presenti in astanteria, ossia nella cosiddetta 'area rossa', con letti e barelle lungo il corridoio e pazienti lasciati in balia di se stessi.
«Sortino non dice che in questi giorni, a causa del forte virus influenzale, non si sanno dove ricoverare gli anziani colpiti dall'epidemia perché non ci sono posti letto e che dei famosi 'posti intermedi' promessi dalla Regione dopo i tagli, non vi è traccia.
«Personale che manca, arrivato in certi reparti al di sotto del minimo sindacale previsto nei giorni di sciopero e diminuzione della qualità del servizio, oltre che aumento del rischio in tema di sicurezza operativa.
«Gli infermieri in rianimazione sono passati da 7 a 5 - spiega il coordinatore di Rsu dell'Ulss 18, Riccardo Mantovan - ed il personale Suem è costretto a svolgere ore di straordinario per riuscire a coprire una parte del territorio.
«Drammatica anche la situazione del reparto di Emodinamica dove gli infermieri si ritrovano a lavorare 12 ore al giorno per assicurare il servizio e l'assistenza a tutti i pazienti».
Ed il coordinatore sindacale spiega: «I reparti di pneumologia, medicina e geriatria operano costantemente con 6/7 posti letto bis, privi di comodini e ausili minimi e con organici, soprattutto durante il fine settimana, molto al di sotto dei livelli minimi assistenziali che non tengono conto naturalmente dei letti aggiuntivi.
«I servizi di diagnostica (come il laboratorio analisi e l'anatomia patologica) arrivano ad inventarsi una pronta disponibilità (non remunerata) per darsi supporto nei momenti di criticità».
E Benazzo lancia la proposta: «Serve nuovo personale subito (considerando anche che l'età media dei dipendenti dell'Ulss 18 che è di circa 50 anni) . La soluzione è chiedere una deroga alla Regione per permettere nuove assunzioni anche a tempo determinato, come ha proposto l'Ulss di Padova.
Roberta Merlin
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