Altri tagli alla sanità: drammatica riduzione del personale, turni di 12 ore
Da Il Resto del Carlino di venerdì 23
gennaio 2015
----inizio documento
Ancora tagli al personale dell'Ulss
18. Tra le corsie entro fine del 2015 medici, infermieri e
operatori sanitari diminuiranno ulteriormente. Gli ospedali di Rovigo
e di Trecenta dovranno fare
a meno, in totale, di circa 30 teste.
A denunciarlo il segretario della
Funzione pubblica della Cgil, Davide Benazzo e il
coordinatore del Rsu dell'Ulss 18, Riccardo Mantovan.
«L'ultima delibera regionale ha deciso per un taglio di circa un
milione di euro della spesa del personale - spiega Benazzo – costo
che era calato di un ulteriore milione già nel periodo 2013-2014».
«Questo si traduce in un collasso
del sistema di salute veneto - spiega il segretario – con una drammatica riduzione del numero dei dipendenti avvenuta in
quattro anni». Se infatti nel 2001 il comparto dell'Ulss 18
era formato da 2042 tra medici, infermieri e personale
amministrativo, più
500 dirigenti, nel 2013 sono scesi a
2195 totali. A settembre 2014 il personale corrispondeva a 2184,
senza considerare l'ulteriore calo in seguito ai pensionamenti di
dicembre.
«Con questo ennesimo taglio del
personale, l'assistenza ospedaliera sarà sempre più
inefficiente – spiega Benazzo . La Regione si è preoccupata di
mettere gli steward per l'accoglienza dei pazienti nelle sale
d'aspetto. Figure che, in teoria, dovrebbero essere ricoperte da un
infermiere con borsa di studio e da un operatore socio sanitario, ma
che in verità, sono affidati a personale in servizio, già ridotto
all'osso.
«Sortino in questi giorni parla
alla stampa dell'influenza e dell'ospedale di Schiavonia,
invece di evidenziare il dramma in cui si trova attualmente lo stesso
pronto soccorso di Rovigo – spiega il segretario - Un solo
infermiere si deve occupare di 20 pazienti presenti in astanteria,
ossia nella cosiddetta 'area rossa', con letti e barelle lungo il
corridoio e pazienti lasciati in balia di se stessi.
«Sortino non dice che in questi
giorni, a causa del forte virus influenzale, non si sanno dove
ricoverare gli anziani colpiti dall'epidemia perché non ci sono
posti letto e che dei famosi 'posti intermedi' promessi
dalla Regione dopo i tagli, non vi è traccia.
«Personale che manca, arrivato in
certi reparti al di sotto del minimo sindacale previsto nei
giorni di sciopero e diminuzione della qualità del servizio, oltre
che aumento del rischio in tema di sicurezza operativa.
«Gli infermieri in rianimazione
sono passati da 7 a 5 - spiega il coordinatore di Rsu dell'Ulss 18,
Riccardo Mantovan - ed il personale Suem è costretto a
svolgere ore di straordinario per riuscire a coprire una parte del
territorio.
«Drammatica anche la situazione del
reparto di Emodinamica dove gli infermieri si ritrovano a
lavorare 12 ore al giorno per assicurare il servizio e l'assistenza a
tutti i pazienti».
Ed il coordinatore sindacale spiega: «I
reparti di pneumologia, medicina e geriatria
operano costantemente con 6/7 posti letto bis, privi di comodini e
ausili minimi e con organici, soprattutto durante il fine settimana,
molto al di sotto dei livelli minimi assistenziali che non tengono
conto naturalmente dei letti aggiuntivi.
«I servizi di diagnostica (come
il laboratorio analisi e l'anatomia patologica) arrivano ad
inventarsi una pronta disponibilità (non remunerata) per darsi
supporto nei momenti di criticità».
E Benazzo lancia la proposta: «Serve
nuovo personale subito (considerando anche che l'età media dei
dipendenti dell'Ulss 18 che è di circa 50 anni) . La soluzione è
chiedere una deroga alla Regione per permettere nuove
assunzioni anche a tempo determinato, come ha proposto l'Ulss di
Padova.
Roberta Merlin
----fine documento
Scarica l'articolo originale del Resto del Carlino.
Scarica l'articolo del Gazzettino.
Scarica l'articolo de La Voce.
Nessun commento:
Posta un commento