28.6.20

Pronto soccorso di Trecenta, altro rinvio

da La Voce, 27 giugno 2020


Rabbia in Altopolesine: "Ma quando riavremo finalmente il nostro Pronto soccorso?"

“A mio modesto giudizio, in Polesine, mai siamo andati così male nel campo della sanità pubblica”. Questo l’esordio della comunicazione che Guglielmo Brusco, di Trecenta, esponente di Rifondazione Comunista, indirizza al direttore generale dell’Ulss 5 Antonio Compostella.

“Veniamo al Pronto Soccorso di Trecenta - prosegue Brusco - tolto con nota del direttore della Funzione Ospedaliera dell’Ulss 5, a fine marzo 2020, all’uso dei poveri possibili utenti altopolesani. Avete lasciato solo un punto di primo intervento. Insomma, invece di adibire qualche clinica privata a fare da ospedale Covid, il suo partito a Venezia ha incaricato lei di fare l’ospedale Covid a Trecenta, oltretutto con solo un Punto di primo intervento al posto del pronto soccorso. Dopo questo primo trauma, ne è arrivato un altro, il 30 aprile, quando sulla stampa le è stata attribuita la seguente dichiarazione: ‘Capiremo anche il futuro del pronto soccorso di Trecenta, se rimarrà punto di primo intervento, come è in questa fase di ospedale Covid, o se tornerà ad essere pronto soccorso vero e proprio. Poi sempre lei ci ha sorpreso, stavolta positivamente, dichiarando, il 3 giugno, che a fine giugno l’ospedale di Trecenta, sarebbe ritornato alla normalità. Grazie, dottor Compostella abbiamo detto tutti, sindaci compresi. Ancora lei proprio ieri, nella sua ennesima conferenza stampa fa chiaramente saltare la data del suo ripristino. Non credo proprio che a fine giugno il Pronto Soccorso del San Luca, ripartirà. O sbaglio?”.

21.6.20

Badia Polesine. La Casa del Sorriso...non sorride più!

Il Resto del Carlino, 19 giugno 2020

Da alcuni anni, da quando nostra madre, per motivi di salute è dovuta entrare in casa di riposo, stiamo seguendo le sorti di questo Ente.

Un Centro Servizi di indubbio valore, dove le figure professionali sono all’altezza dei compiti delicati ai quali debbono far fronte giorno dopo giorno.

Il loro intervento non è su cose, oggetti, apparecchiature, ma su persone che stanno affrontando, forse, l’ultimo periodo della loro vita.

In questo contesto ruotano diverse, figure, professionali e no.

In tutti questi anni, da quando è sorta, la nostra casa di riposo è riuscita a fornire un servizio prezioso di assistenza sociale e sanitaria, ma anche umana e spirituale alla cittadinanza locale ma anche al Polesine e alle provincie confinanti.

La situazione, dal punto di vista economico, ormai da alcuni anni, si è aggravata e l’Ente in questo ultimo periodo di “lockdown” si trova in grave difficoltà.

Le motivazioni sono molteplici, bisognerebbe tornare indietro di alcuni anni, scelte non sempre oculate fatte da precedenti amministrazioni, ma anche, la concorrenza con il privato accreditato che ha avuto il suo peso.

La Regione Veneto non sta facendo la sua parte; le difficoltà che stanno affrontando tutte le IPAB del Polesine e non solo, sono da reputare ad una riduzione nel complesso delle impegnative sanitarie e della quota sanitaria non aggiornata da almeno una decina di anni, ed inoltre da una riforma delle IPAB ancora da realizzare.

Vani sono stati finora i tentativi, dell’opposizione politica, dei sindacati della funzione pubblica, dei comitati familiari, di convincere la Giunta Regionale Veneta a interessarsi dei problemi delle RSA pubbliche, in maniera concreta ed efficace.

Il nostro Comitato Familiari degli ospiti della Casa del Sorriso di Badia Polesine, di cui anch’io faccio parte, ha più volte attirato l’attenzione dei media, facendo conoscere anche nel dettaglio la difficoltà in cui versa l’Ente.

Abbiamo coinvolto la popolazione locale, che si è mostrata interessata e preoccupata nello stesso tempo.

Siamo riusciti ad ottobre dell’anno scorso a parlare direttamente con l’Assessore ai Servizi Socio Sanitari e Assistenziali della Regione, Dott.ssa Manuela Lanzarin.

La quale ci ha fornito informazioni che ci facevano ben sperare per la soluzione dei problemi che versano le IPAB del Veneto.

Ma, ad oggi, quelle promesse non hanno dato alcun esito, anzi, la situazione si è aggravata maggiormente; I familiari degli ospiti si sono visti aumentare in due anni le rette in maniera considerevole sia a libero mercato sia per chi è in convenzione.

Ad ottobre dell’anno scorso il CDA della Casa del Sorriso ha portato la retta a libero mercato a circa 3000 euro al mese, mettendo in difficoltà molte famiglie e impedendo, di fatto, alle meno abbienti di entrare in struttura.

E’ una situazione che ritengo e riteniamo inaccettabile, occorre che la Regione Veneto intervenga al più presto se non vuole che molte case di riposo, compreso la nostra, abbiano un destino infausto.

La politica a livello locale e non solo, deve fare il possibile per aiutare la nostra Casa di riposo affinché continui a sorridere ancora per molti anni.

Badia Polesine 16- 06- 2020

Il Coordinatore del Comitato Familiari della Casa del Sorriso

15.6.20

"Scuola di Medicina a Treviso... e meno risorse per l’assistenza sanitaria dei cittadini"

fonte: https://www.rovigoindiretta.it/in-posta/2020/06/15/news/scuola-di-medicina-a-treviso-e-meno-risorse-per-lassistenza-sanitaria-dei-cittadini-91623/

Così il Coordinamento Veneto Sanità Pubblica sulla proposta del governatore Zaia


15/06/2020 - 10:46

Come cittadini veneti e membri di comitati di difesa del Servizio Sanitario Pubblico, ci sentiamo in dovere ed in diritto di intervenire in merito alla proposta del governatore Zaia di istituire l’intero corso della Scuola di Medicina nella “sua Treviso”.

Tale richiesta che sembra ad una prima lettura assolutamente condivisibile ha però un grave “difetto” : il denaro per finanziare il Corso universitario e le strutture viene sottratto a quello destinato dallo Stato alla realizzazione dei LEA, cioè all’ Assistenza sanitaria dei cittadini.

Allora ci chiediamo : perché distogliere risorse destinate all’ Assistenza sanitaria per creare nuovi corsi quando è noto universalmente che non sono le Facoltà di medicina a scarseggiare?

Per avere più medici basta aumentare il numero degli ammessi, aumentare le Borse di studio delle Scuole di Specializzazione e soprattutto indire concorsi ed assunzioni nel Sistema Sanitario Pubblico.

Sembra abbastanza fondato il dubbio che queste risorse milionarie vengano tolte alla medicina pubblica per favorire la medicina privata e crediamo che sia obbligatorio e doveroso insorgere contro questa tendenza.

Purtroppo si ha la netta sensazione che la programmazione sanitaria nel Veneto non si basi sulla analisi dei bisogni e sulla valutazione delle risorse disponibili, ma sia indirizzata spesso da interessi di campanile se non vogliamo usare la parola clientelismo politico.
Se la Giunta Regionale vuole migliorare l’assistenza sanitaria in Veneto esistono mezzi più economici ed efficaci che istituire nuovi corsi di laurea:
- Assumere personale sanitario medici, infermieri estremamente carenti in tutti gli ospedali e soprattutto nei servizi territoriali, diminuendo le liste di attesa e il ricorso ai privati
- Aumentare Posti Letto e ospedali di prossimità
- riorganizzare e potenziare i Distretti Sociosanitari e le Cure Domiciliari potenziando la Medicina Generale

per CoVeSaP (Coordinamento Veneto Sanità Pubblica):

Comitati Polesani per la difesa della salute (Rovigo)
Comitato per la difesa dell’Ospedale Fracastoro di San Bonifacio (Verona)
Comitato Sanità Pubblica Alto Vicentino (Vicenza)
Movimento per la difesa della Sanità Pubblica Veneziana (Venezia)
Comitato Alta Padovana (Padova)
Comitato S.O.S S. Antonio (Padova)

5.6.20

Ospedale di Trecenta, la ripresa misteriosa. No a un’ulteriore potatura dei rami del San Luca


Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell.  3473490340

Data, 3 giugno 2020
La ripresa misteriosa
no a un’ulteriore potatura dei rami del San Luca
Cerco di seguire con attenzione gli aggiornamenti(?) del dott. Compostella.
Non vogliamo essere rompiscatole, non vogliamo danneggiare l’immagine dell’Ulss, non vorremmo nemmeno criticare perché coscienti delle difficoltà.
Ma vorremmo chiarezza nelle comunicazioni.
Ci ha lasciati perplessi l’ultima risposta alla domanda: “Non ho sentito precise indicazioni sulla riapertura di servizi al San Luca (tolto il tema prelievi). Vorrei essere informata per aggiornare sul Comitato gli altopolesani che mi interrogano. Non mi piace rispondere "pare... si dice".
Risposta “Gentile, abbiamo già dato informazioni venerdì alla stampa riguardo al futuro dell’area covid di Trecenta. Mercoledì faremo un punto anche legato alla situazione della riapertura. Cordiali saluti”.
Speriamo che mercoledì (3 giugno) si faccia veramente il punto sull’offerta “necessaria” dei servizi nel San Luca.
Ormai si spostano troppo le date:
  • 11 maggio, ”Rovigo in diretta” il dottor Compostella avrebbe dichiarato che il San Luca si avviava alla normalità;
  • 12 maggio: si stava valutando il ritorno del Punto di primo soccorso a PRONTO SOCCORSO;
  • 18 maggio abbiamo sentito un altro vago “gradualmente si sta tornando alla normalità”;
  • il 25 maggio:nei prossimi giorni daremo informazioni puntuali.
Abbiamo aspettato mercoledì 3 giugno. E il 3 giugno leggiamo su Rovigooggi le parole di Compostella ”... potremo pensare di ripristinare l’attività ordinaria dell’ospedale, manca ancora Chirurgia e Pronto Soccorso... tra un mese Trecenta tornerà alla “sua normalità...”.
Dall’intervento di oggi emerge che gran parte dell’attività del San Luca è stata avviata. 
A noi risulta che i medici di base non siano stati aggiornati, e ci risulta che l’attività avviata sia limitata ad urgenze e priorità. Il dubbio sull’efficienza normale dei servizi è tale che il direttore lamenta una ondata di telefonate con richieste di informazioni precise sui reali servizi(ambulatori compresi).
Non sappiamo a cosa attribuire tutte queste vaghezze: ci sono difficoltà che noi non conosciamo perché non ci riguardano o perché è bene che non conosciamo?
Oppure l’incertezza è da attribuire alla mancanza di reale intenzione di programmare il ritorno a una normalità. Portando a termine finalmente quella gradualità da tempo annunciata.
Oppure, come insinua qualcuno, la diluizione appartiene a una strategia di logoramento delle attese della gente.
Noi ci rendiamo conto che la gestione di una situazione eccezionale sia oggettivamente impegnativa ma ci preoccupa molto il dire e non dire.
Non vorremmo che il triste evento Covid offrisse l’occasione/pretesto per un’ulteriore potatura dei rami del San Luca.

Per il Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca
la portavoce - Jenny Azzolini