E' insolito che nasca un comitato popolare per celebrare i risultati di una pubblica istituzione, ma è quello che accaduto nei giorni scorsi. Un'operazione che ha trovato ampio spazio nei quotidiani locali e che, addirittura, è stata distribuita ai consiglieri comunali. Come ha fatto il sindaco di Badia Polesine (scarica). Peccato che lo stesso sindaco non abbia inviato ai consiglieri anche la nota del Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca con cui, lo scorso 12 marzo, si chiedeva che i primi cittadini si attivassero affinché l'ospedale uscisse dalla precarietà in cui lo costringeva la qualifica di ospedale-covid (vedi precedente post).
Ciò che segue è il commento del Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca su questa surreale vicenda.
-----inizio documento
Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Cell. 3473490340sito internet: http://ospedaletrecenta.blogspot.it/
--------------------------------------------------------------------------------------------------------
Data 28/07/2022
In questi ultimi giorni è stato recapitato alle famiglie trecentane (e a quelle di centri limitrofi) un patinato volantino di quattro facciate dall’allettante titolo “Ospedale San Luca ‘Un sogno che si avvera’ Nasce il nuovo servizio di Riabilitazione”.
Il mittente risulta essere il comitato “Cittadini per la Tutela della Salute e del San Luca” che, è bene precisarlo, nulla ha a che vedere con il “Comitato Altopolesano dei cittadini per il San Luca” che da molti anni, e ben prima dell’apparente “gemello”, porta avanti un’azione di difesa della struttura altopolesana, nel tempo sempre più impoverita di servizi e personale e svilita nel suo ruolo di ospedale per acuti.
Il documento, nell’illustrare ai cittadini l’arricchimento che deriverà al San Luca dall’entrata in funzione del “nuovo” servizio di Riabilitazione, non lesina certo complimenti: “un impegno mantenuto dalla Direzione Generale”; “Il comitato, dopo aver espresso il proprio plauso alla Direzione Generale e a tutto il personale medico e paramedico che si avvia a realizzare un così ambizioso progetto”; “Al di là della soddisfazione per i risultati raggiunti”. Non solo: “Il Comitato rivolge apprezzamento all’assessore Corazzari e ai Consiglieri regionali Bisaglia e Cestari, al Presidente della Provincia….a tutti i sindaci…”. “Punto! Due punti! Ma si, fai vedere che abbondiamo” diceva in una celebre scena il grande Totò.
Sorge l’interrogativo del perché non sia la stessa Azienda Ulss 5 Polesana a dare la notizia e l’informazione sia invece veicolata, non si sa a quale titolo, da questo Comitato. Certamente siamo ben lieti di apprendere che il servizio di Riabilitazione del San Luca sarà potenziato e che i pazienti potranno trovare una più adeguata risposta alle loro necessità, ci mancherebbe! Ma non sentiamo di unirci al coro esultante per questa operazione non ancora concretizzatasi. Il motivo? Il San Luca, entrato in funzione nel 1996 come ospedale dell’Altopolesine dopo la chiusura delle quattro preesistenti strutture, è stato oggetto, in questo quarto di secolo, di un continuo tiro al bersaglio da parte della Regione Veneto che l’ha reso una struttura ben diversa da quella che avrebbe dovuto e potuto essere. Suggeriamo al comitato ficarolese, se davvero ha a cuore la salute dei cittadini e la tutela del San Luca, di concentrarsi su aspetti che ci sembrano ben più importanti di quelli che hanno scatenato il suo entusiasmo ed i suoi toni trionfalistici.
Il 20 marzo 2019, mentre ancora si discuteva delle nuove schede ospedaliere 2019-2023, l’ex assessore provinciale alla Sanità Brusco, l’unico politico polesano che ha portato avanti, negli anni, una vera difesa del nostro ospedale, scriveva: “Il San Luca di Trecenta ormai esausto per i tagli leghisti, passerebbe nello stesso periodo (2002-2019 n.d.r.) da 222 a 132 posti letto (- 90, – 40%, addirittura 11 in meno anche delle ultime schede!)”.
Il taglio forsennato dei posti letto (struttura più colpita nel Veneto); la sua trasformazione, dal mese di aprile 2020, in “ospedale covid” senza che si sia mai pensato di distribuire anche ad altre strutture, magari private, l’enorme peso derivante da una tale destinazione; la chiusura del Pronto Soccorso, che ancora si protrae (!), e che costringe le persone bisognose di cure a rivolgersi a quello di Rovigo con le conseguenze negative facilmente immaginabili; il funzionamento “al minimo” dei poliambulatori (quando si prenotano appuntamenti al Cup per visite specialistiche, Trecenta è, molto spesso, cronologicamente, l’ultima opzione, cosicché i pazienti sono costretti a raggiungere mete anche lontanissime (Adria, Porto Viro, centinaia di chilometri…, stress psico-fisico e spese); una medicina di gruppo che non è mai decollata come filtro del Pronto Soccorso, con la presa in carico dei pazienti meno gravi al fine di impedire accessi “impropri” a tale struttura.
Benvenuto alla (nuova) Riabilitazione ma, forse, i problemi del San Luca ci sembrano molti di più (non certo “il posizionamento di raccoglitori di rifiuti nelle zone verdi” e “la manutenzione periodica degli spazi verdi esterni e il rinnovo del parco alberi”, un tocco green non guasta mai di questi tempi)!
Nel volantino il Comitato ammette - bontà sua - di avere consapevolezza “che all’interno del servizio sanitario polesano i problemi non mancano”: ma che sarà mai rispetto agli obbiettivi che si stanno raggiungendo? Non dimentichiamo che lo stesso Gruppo, forse in possesso di informazioni o di facoltà divinatorie precluse ai più, aveva già a suo tempo invaso il comune con manifesti dal gioioso e rassicurante titolo “Il San Luca ha un futuro sicuro”.
Poi venne la pandemia e la trasformazione della struttura in “ospedale covid”…. Futuro, Sogno… (una terminologia da convention motivazionali). Meglio guardare la realtà in faccia per quanto sgradevole possa essere. Il nostro Comitato, ci teniamo a ribadirlo, ha sempre cercato di mettere in luce i problemi del San Luca non per certo per alimentare focolai di sterile polemica, ma perché chi di competenza se ne facesse carico nell’interesse dei cittadini altopolesani (e non solo), che non possono essere considerati e trattati come cittadini di serie b o c.
Abbiamo fatto politica? Certo che l’abbiamo fatta! Fare politica significa cercare di impegnarsi a favore della “polis”, della Comunità dove viviamo.
Non certo per adulare i potenti di turno o per essere di ausilio al raggiungimento dei loro obiettivi.
Comitato Altopolesano dei Cittadini per il San Luca