Il documento presentato dal Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca: bloccare l'applicazione delle schede ospedaliere
Ieri si è riunita la Conferenza dei sindaci dell'Ulss 18 per discutere esclusivamente della situazione dell'ospedale di Trecenta. Il Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca è stato invitato a rappresentare i problemi del San Luca e della popolazione altopolesana.
Ciò che segue è la relazione presentata da Jenny Azzolini, portavoce del Comitato.
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Comitato
altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso
Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel.
0425701126 – Cell. 3473490340
data
1 aprile 2015
Un
conto è leggere una carta che dà disposizioni, tutt’altra cosa è
toccare con mano la realtà, particolarmente quando si parla di
servizi ospedalieri e sanitari.
A noi
pare che, nel progetto della Regione, il
San Luca non
resti ospedale per acuti.
Passo
subito alle situazioni problematiche:
la
chirurgia: riduce
la sua offerta in quanto tutte le urgenze chirurgiche, anche
dei pazienti già ricoverati al San Luca,
devono essere trasferite a Rovigo. E, come spesso avviene,
soprattutto i pazienti
più critici e fragili, non trovando posto
a Rovigo (s’intende anche in terapia intensiva) e vengono
nuovamente
trasferiti
negli
ospedali e nelle rianimazioni limitrofe o anche più lontane nel
Veneto(Schiavonia,Chioggia,Adria etc.)
Questa
nuova situazione non è rassicurante e per questo abbiamo inviato
interrogazione in Procura.
Noi
proponiamo che la chirurgia del San Luca mantenga il servizio di day
e wick surgery ma allargato a tutta la settimana, così da mantenere
la disponibilità per l’urgenza-emergenza.
2
situazione:
I
letti intermedi
non sono intercambiabili con i letti per acuti, sono dotati
unicamente di assistenza infermieristica
(che per ora sarà svolta dallo stesso personale di medicina)e i
pazienti saranno
pure soggetti a pagare ticket e quota alberghiera secondo i tempi di
degenza.
Questi
letti derivano da un diverso
utilizzo di parte dei letti per acuti
di
medicina e di lungodegenza,
ora tale manovra ridurrà di ben
600-700
ricoveri l’anno l’offerta per acuti.
Dove
troveranno risposta alle loro necessità questi pazienti? Difficile
che trovino posto a Rovigo perché anche quell'ospedale dovrà fare i
conti con le schede ospedaliere.
Già ora
il San Luca non riesce a far fronte alle necessità e ricorre a letti
aggiuntivi. Non è successo solo a gennaio con il picco delle
influenze: code al pronto soccorso e mancanza di posti letto sono
anche di questi giorni.
Portare a soli 143 i
posti letto dell'ospedale di Trecenta significa condannare più di
qualcuno.
Proposta:
ci sono gli spazi necessari a dare risposte adeguate, quindi perché
ridurre i posti letto a medicina?
Una
considerazione: ci sfugge
il criterio ispiratore delle scelte,
la Regione ha deciso che entro il 2015 dal San Luca debba sparire
ginecologia.
La decisione lascia perplessi, visto che la maggior parte delle donne
altopolesane non è proprio giovanissima, comunque
ginecologia da luglio resterà solo come day surgery mentre gli
interventi più complessi avverranno a Rovigo.
Alla
perplessità subentra presto il sospetto:
è
il primo passo della Regione per arrivare a chiudere anche il
servizio di ostetricia?
Chiaramente ostetricia resta finché il ministero non decreterà
(pare entro l’anno) l’accorpamento dei punti nascita con meno di
500 parti.
Ma
una buona parte dei punti nascita nel Veneto sono sotto i 500 parti,
anche sotto 400 e 300. Con che criterio si deciderà?
Noi
abbiamo contattato più volte la Regione per richiamare a impegni
assunti e disattesi.
Ma la
Regione non ha mai ritenuto suo dovere dare risposte.
Ora si
va ad alterare un equilibrio accettabile per trovare un nuovo
equilibrio, ma non si è in grado di definire se e quando ogni
obiettivo del progetto sarà raggiungibile.
Perché
il cambiamento previsto non è solo organizzativo, è radicale e va a
scontrarsi con mille difficoltà sociali, territoriali, economiche.
Il
problema (non da poco) è quello di governare l’intero processo
senza lasciare spazi a rischi.
Per
questo abbiamo chiesto di poterci confrontare con le posizioni dei
sindaci e mettere insieme le nostre risorse.
La
riabilitazione neurologica e l’unità spinale
(partite a metà dicembre) ma ci pare siano partite perché si possa
dire che ci sono: più sulla carta che nella realtà, perché è
ridotto il personale e non ci sono soldi per fare assunzioni.
Intanto la situazione grava sul servizio di riabilitazione fisica e
si allungano ulteriormente le liste d’attesa.
L'alternativa
a nuove nomine, impossibili per motivi economici, non può essere lo
spostamento di personale.
Entro
la fine del 2015, medici, infermieri e operatori sanitari
diminuiranno ulteriormente e gli ospedali di Rovigo e Trecenta
dovranno fare
a
meno, in totale, di circa 30 persone.
E’
il segretario della Cgil,che
denuncia il problema «L'ultima delibera regionale ha deciso il
taglio di circa un milione di euro per la spesa del personale,
ridotto di un altro milione già nel periodo 2013-2014».
Ci
preoccupa inoltre leggere dichiarazioni discordanti a distanza di
pochi giorni:
20
gennaio 2015 un’indagine regionale rivela negligenze e tempi morti
nell’impiego dei macchinari.
27
gennaio il discorso cambia: nel Veneto virtuoso è stato effettuato
un lavoro corrispondente alle costose risorse tecnologiche in
dotazione.
A noi
risulta che le
liste d’attesa
(anche per prestazioni senza macchinari) lasciano
molto a desiderare
continuiamo
da tempo a ripetere che ad esempio la densitometria è usata solo
qualche ora la settimana, che servizi svolti nel pubblico farebbero
risparmiare rispetto al servizio privato (non siamo noi a dirlo, c’è
una relazione di Marcolongo al vaglio della Corte dei Conti e sulla
stessa linea sono le dichiarazioni di tecnici radiologi del Veneto)
restano scadenze di 60 giorni per referti di screening, appuntamenti
a volte dopo 10/12 mesi per osteoporosi.
Si
dice che la sanità moderna è una sanità territoriale che cura e
accompagna l’ammalato a casa. Bene. Ma a che punto è l’efficienza
delle strutture territoriali?
Sarebbe
interessante se ne parlasse con chiarezza, senza autoflagellazioni ma
anche senza ottimismi di facciata.
Ad
esempio: si
riesce a realizzare nel territorio i servizi non prettamente
ospedalieri, necessari ai cittadini altopolesani?
A noi la realtà sembra
questa:
viene
smantellato il San Luca e contemporaneamente è ridotta l’attività
di assistenza sul territorio (intendo
ADI
per
cui tra i tanti problemi c’è quello dei
tempi
da
dedicare
ai pazienti – forse si riducono per aggiustare l’organico?–
e
intendo
punti
sanità
che a volte si trovano senza personale è
successo che
utenti
fossero dirottati da Lendinara a Badia e poi a Trecenta per i
prelievi).
Noi
non vogliamo essere creduti sulla carta, ma
chiediamo di
verificare
di persona la realtà
che altera il ruolo per acuti del San Luca (e non corrisponde alla
domanda del Gruppo Tecnico del 24 maggio 2012).
E condividiamo il documento condiviso all’unanimità
dall’amministrazione di Trecenta.
----- fine documento
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Vedi anche i precedenti post:
Sul San Luca la prossima riunione della Conferenza dei sindaci
Comune di Trecenta: «bloccare immediatamente l'applicazione delle schede ospedaliere»
Il rapporto emendato, integrato e (forse) definitivo del gruppo tecnico