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3.4.24

Ospedale "San Luca". Il nuovo direttore generale dell'Ulss 5 tra promesse e propaganda

Il nuovo direttore generale dell'Ulss visita il "San Luca" e l'approccio non è dei migliori:

"No al ripristino del Pronto Soccorso". Ben che vada ci sarà forse un medico in più, la notte, per non lasciare il Punto di Primo intervento completamente sguarnito in caso di chiamate al 118.

E poi l'esaltazione dell'ospedale di comunità, una struttura che fornisce soltanto un'assistenza di tipo infermieristico e che potrebbe essere collocata anche esternamente all'ospedale, in un punto sanità o in una casa di riposo.

Per il nuovo direttore generale dell'Ulss 5 Polesana i problemi del "San Luca" consisterebbero nelle "polemiche alimentate" dal nostro comitato per il "presunto ridimensionamento dell'ospedale" (vedi Rovigo News https://www.rovigo.news/il-dg-dellulss-5-polesana-pietro-girardi-ha-incontrato-la-sindaca-anna-gotti/).

Di seguito si riporta la risposta del Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca".

------INIZIO DOCUMENTO

Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”

Aderente a CoVeSaP, Coordinamento Veneto Sanità Pubblica - sito internet: https://ospedaletrecenta.blogspot.com/

Cominciamo male!

Per il nuovo direttore generale dell'Ulss 5 Polesana i problemi del "San Luca" consisterebbero nelle "polemiche alimentate" dal nostro comitato per il "presunto ridimensionamento dell'ospedale" (vedi https://www.rovigo.news/il-dg-dellulss-5-polesana-pietro-girardi-ha-incontrato-la-sindaca-anna-gotti/).

Come non fosse vero che:

  • dei 132 posti letto programmati dalla regione ne sono attivi solo 80;

  • il Pronto Soccorso non è più stato ripristinato dopo il Covid;

  • gli accessi al Punto di Primo Intervento si sono ridotti di 5.000 unità ;

  • l'orario di funzionamento del Laboratorio Analisi è stato limitato a sole sei ore al giorno;

  • il reparto di Riabilitazione, a fronte dei 50 posti programmati e 26 inaugurati, ne ha attivi soltanto 16 (o 20);

  • l'ospedale ha un solo vero reparto per acuti, quello di Medicina, coadiuvato dalla terapia intensiva;

  • la Chirurgia svolge solo interventi programmati che si risolvono dal lunedì al venerdì: chiude il sabato e la domenica.

L'Ulss 5 vive di propaganda, getta fumo negli occhi, confonde le acque. Come quando spaccia per reparto ospedaliero l'ospedale di comunità che, invece, dispone soltanto di assistenza infermieristica e che potrebbe essere collocato anche esternamente all'ospedale, in un punto sanità o in una casa di riposo.

Ma l'ospedale di Trecenta no, non vive di propaganda. Vive se viene ripristinato il Pronto Soccorso, se accoglie reparti e servizi utili alla popolazione.

Nessun ospedale in Veneto è stato tanto taglieggiato dai Piani Socio Sanitari Regionali. E l'Ulss 5 non da attuazione nemmeno a quelli.

Le soluzioni proposte dal nuovo direttore generale sono lontanissime dal necessario: un medico in più per il Punto di Primo Intervento non lo trasformerà in un Pronto Soccorso. Promettere di valorizzare l'ospedale con "reparti e servizi di eccellenza oltre che con l’ospedale di comunità" suona come una presa in giro. Ci basterebbe la normalità.

All'ospedale di Trecenta SERVE MOLTO, MOLTO DI PIU'

Data, 2 aprile 2024

Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”

-----FINE DOCUMENTO

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3.3.24

«Un ospedale dimenticato» Sit-in e volantini a Trecenta. Articolo del Corriere del Veneto del 27 febbraio 2024

Riporto l'articolo pubblicato dal Corriere del Veneto, che ringraziamo per l'attenzione, lo scorso 27 febbraio. Preciso soltanto che il "San Luca" non è in concorrenza con Adria e Rovigo, anche loro taglieggiati dagli ultimi piani sociosanitari regionali, ma la sanità privata, convenzionata o meno, che ha beneficiato dei tagli agli ospedali pubblici per le favorevoli politiche adottate dall'amministrazione regionale.

L'articolo riporta la replica dell'Ulss 5 Polesana. Interessante il tentativo di spostare l'attenzione, una vecchia tecnica abitualmente utilizzata in passato e sempre più caratterizzante la comunicazione dell'ente. L'Ulss 5, infatti, accusa il Comitato di lamentare la chiusura del laboratorio analisi mentre il problema reso noto all'opinione pubblica è la riduzione dell'attività dello stesso a sole sei ore giornaliere. E questo, per l'utente, cambia parecchio.

Ma l'apice del travisamento riguarda la riabilitazione fisica. Il dato di soli 16 posti letto attivi - a fronte dei 26 inaugurati e dei 50 previsti nel 2019 dalle schede ospedaliere del Piano sociosanitario regionale - ce lo ha fornito l'Ulss stessa nelle persone del Direttore Generale, del Direttore Sanitario, del Direttore Amministrativo e di quello ai Servizi Socio Sanitari, nell'incontro che il comitato ha avuto lo scorso 24 gennaio.

Ora, magicamente, i posti letto attivi sarebbero 20. Da quando? Dallo scorso 20 febbraio! Sei giorni prima della nostra manifestazione.

Sarebbe bello che qualcuno, avendone il potere, andasse a verificare, reparto per reparto, quanti sono i letti effettivamente attivi. Un lavoro che potrebbero fare i sindaci dell'altopolesine.



«Ospedale di Trecenta dimenticato dopo il Covid» Domani sit-in. Articolo pubblicato sul Corriere del Veneto il 25 febbraio 2024


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28.2.24

San Luca: cresce la protesta. Articolo pubblicato sul Gazzettino lo scorso 27 febbraio 2024

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Per il "San Luca" serve MOLTO, MOLTO DI PIÙ. Le foto del sit-in davanti all'ospedale e al mercato di Trecenta

Lo scorso lunedì 26 febbraio 2024 si è svolto il sit-in promosso dal Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca". La maggior parte delle immagini che seguono sono state riprese davanti all'ospedale, le ultime tre durante il mercato settimanale a Trecenta.

Grazie ai numerosi partecipanti provenienti anche dai comuni limitrofi, come Badia Polesine, Lendinara, Castelnovo Bariano, Castelguglielmo.

Rimaniamo in contatto, c'è ancora molto da fare.

p. Il Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca"
il portavoce - Pietro Tosarello





















22.2.24

Il Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca" sarà lunedì 26 febbraio davanti all'ospedale di Trecenta

Lunedì 26 Febbraio 2024, ore 7.30
Manifestazione davanti all'Ospedale di Trecenta
Per il "San Luca" serve MOLTO, MOLTO DI PIÙ

Prevediamo di rimanere un paio d'ore per intercettare le persone che si recheranno al laboratorio analisi e di trasferirci poi in piazza a Trecenta al mercato settimanale.
In questa immagine un riepilogo dei problemi esistenti.

Invitiamo a partecipare quanti hanno a cuore il futuro della sanità pubblica.



5.6.19

Benazzo (Cgil): all'Ulss 5 Polesana, nonostante l'azione dei sindaci e del sindacato, pesanti i tagli negli ospedali pubblici

fonte: RovigoOggi.it

Davide Benazzo, segretario provinciale di FP Cgil Rovigo fa un resoconto dei posti letto e delle apicalità che si sono perse in provincia di Rovigo dopo l’approvazione delle schede ospedaliere


“I comunicati dell’Ulss e molti messaggi nei social mi ricordano molto la sindrome di Stoccolma. La sanità pubblica del Polesine non ha avuto regali da nessuno, si è semplicemente, grazie alle manifestazioni di protesta in primis dei sindaci e della Cgil, ridotto i tagli e ha conservato parti estremamente importanti per i nostri servizi (tra questi la chirurgia e urologia di Adria e la terapia intensiva di Trecenta, oltre alla classificazione “Spoke” di Adria)”. A parlare è il rappresentante della Cgil di Rovigo, Davide Benazzo che commenta le schede ospedaliere da poco approvate dalla giunta regionale.  
“Di fatto - analizza Benazzo - anche con le ultime modifiche, confrontando il tutto con la situazione esistente (diversa dalla programmazione del 2013 mai arrivata a completa applicazione), questo è il risultato: l’ospedale di Trecenta perde l’apicalità di chirurgia e di anestesia e rianimazione, perde 2 posti letto in chirurgia, 10 in ginecologia e, cosa più rilevante, perde 5 posti letto di riabilitazione spinale”
Il rappresentante della Cgil prosegue rilevando che l’ospedale di Rovigo perde l’Usd di ematologia, di dermatologia, di fisica sanitaria e della terapia del dolore, perde 29 posti letto tra lungodegenza e riabilitazione. 
“L’ospedale di Adria perde l’apicalità di Orl, di pediatria, della direzione medica, della farmacia ospedaliera, della radiologia e l’Usd di cardiologia, anatomia patologica e di medicina trasfusionale, perde 9 posti letto di chirurgia, 2 di oculistica, 4 di Orl, 9 di ortopedia (perde i posti letto ordinari e il Centro trauma di riferimento passa a Porto Viro), 12 di ostetricia e ginecologia, 4 di pediatria”. 
Benazzo spiega anche che nell’area materno infantile si sono create le stesse condizioni di 10 anni fa a Trecenta che poi hanno portato alla chiusura del punto nascite. “A questo si aggiunga che tutte le strutture, compresa la classificazione in “Spoke” di Adria, rimangono sotto esame della direzione dell’Area sanità e sociale della Regione con valutazione finale in base al decreto ministeriale 70 e al Piano nazionale esiti dell’Agenas che, alla luce dell’importante sofferenza degli organici che sta mettendo in discussione la stessa erogazione dei servizi, del bacino d’utenza chiaramente troppo basso anche a causa della legge regionale di riforma delle Ulss, della forte competizione del privato, vero vincente di queste schede ospedaliere, rimanda solo di due anni ulteriori tagli con il forte rischio di marginalizzazione della nostra provincia, in barba all’articolo 4 del Piano socio sanitario regionale che prevede la salvaguardia delle specificità tra cui il Polesine. Da sottolineare poi il tentativo di giustificare i tagli con l’evoluzione della sanità che dovrebbe vedere sempre più ridurre l’attività ospedaliera a vantaggio del territorio quando le stesse schede decretano un rafforzamento degli ospedali privati. 
Secondo Benazzo, l’ospedale di Porto Viro quasi raddoppia l’attività chirurgica (più 11 posti letto di chirurgia e 10 di ortopedia) diventando Centro trauma di riferimento del Basso Polesine e aumenta di 4 posti la riabilitazione, a cui si aggiungono 15 posti di extra Regione e 12 di comunità.  
“L’ospedale privato di Rovigo cede 10 posti di chirurgia a fronte dell’aumento di 20 posti di medicina e 20 di riabilitazione, passando da 70 posti letto totali a 100 (incremento posti letto di quasi il 50%). L’ospedale di Santa Maria Maddalena vede fortemente implementare l’attività chirurgica dove i posti letto diventano ordinari e ai quali si sommano altri 31 posti letto per l’extra regione”.
Benazzo ritiene utile anche sottolineare che dal 2010 al 2017 (“dati Ulss”) “il costo della produzione, cioè quanto speso per la nostra sanità, è passato da circa 580 milioni a 547 e il costo del personale da 152 a 147 milioni. In merito poi agli investimenti strutturali utile ricordare che quanto finalmente ora si sta realizzando, compreso il nuovo laboratorio, sono progetti che risalgono a ben prima che arrivasse il dottor Compostella e che risolvono situazioni fortemente in difficoltà soprattutto nella parte vecchia dell’ospedale.
Per vedere anche il bicchiere mezzo pieno, oltre a riconoscere positivo il risultato delle iniziative di protesta con il recupero di parte dei tagli, riteniamo positiva la scelta di invertire la precedente programmazione del 2013 mantenendo con un leggero aumento i posti letto dell’Area medica anche alla luce di una mancata riforma del territorio, da circa 8 anni fiore all’occhiello della Regione come le mai realizzate medicine di gruppo integrate, che purtroppo continua a determinare un intasamento dei pronto soccorsi e dei reparti medici che spesso ricoverano ben oltre alla normale capienza”. 
Articolo di Sabato 18 Maggio 2019

21.9.17

Ospedale di Trecenta. BASTA LA SALUTE?


Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340

data 16 settembre 2017

BASTA LA SALUTE?


Ci sembra purtroppo che continuino nella sanità scelte che non tengono sempre conto di caratteristiche ambientali e umane. Le decisioni regionali ignorano peculiarità che la regione stessa ha voluto apporre al PSSR, quale la specificità territoriale del Polesine, e le decisioni della direzione dell’Asl 5 sempre più appaiono frutto di “creatività fantasiosa” piuttosto che di seria programmazione.
Facciamo esempi pensando a quanto detto dal dott. Compostella a Trecenta in Consiglio Comunale.
La neuroriabilitazione non può considerarsi un fiore all’occhiello se i servizi delle stanze e gli ausili non sono attrezzati per persone con disabilità. E’ ottima la professionalità  del personale, ma non sono utilizzabili adeguatamente i servizi. E non è di poco conto la mancanza della Risonanza Magnetica perché il trasporto di un paziente a Rovigo crea disagio,costa, impegna personale, rende il tutto poco tempestivo e quindi meno efficace. A meno che non si faccia lavorare meglio e di più quelle che ci sono. Dimenticavo: per farle funzionare ci vorrebbero altri radiologi che non ci sono (sono già in carenza) ed è anche per questo che ci sono lunghe liste d’attesa.
L’aumento del numero delle stanze di astanteria, al pronto soccorso, si sta trasformando nell’occupazione della stanza attrezzata anni fa proprio per una risonanza magnetica mai arrivata.
PMA: manca personale infermieristico-medico-sociosanitario e amministrativo. Gli infermieri presenti sono così tenuti a compiere diverse funzioni.
Perché sentiamo parlare di riduzione dell’attività di chirurgia ortopedica e poi vengono concessi 5 posti letto proprio per interventi Ortopedici a Porto Viro?
Attività radiologiche: Liste d’attesa indecenti e deserto nelle sale d’attesa. Poi c’è l’enigma del sabato: la presenza di operatori, ma senza appuntamenti.
Quando si dice l’organizzazione...)
Ambulatorio oncologico: riduzione del personale che, formalmente, si dice trasferito a Rovigo per ADDESTRAMENTO in attesa del servizio terapie in day surgery.
Si sta ignorando il problema di angiologia medica ed ematologia che si presenterà gravissimo con il prossimo pensionamento del primario dott. Ramazzina che, oltre a lasciare un enorme vuoto umano e professionale, lascerà scoperte 850 visite ematologiche l’anno. E poiché la (dichiarata) carenza di ematologi comporta già liste di attesa di 1 anno a Rovigo, è verosimile che questi pazienti si troveranno senza riferimento.
Servizio di medicina di base: un’assemblea tenuta a Baruchella annunciava per l’inizio di luglio l’allargamento della partecipazione di medici per il 1° luglio. Subito dopo è stato bloccata l’operazione.
Ambulatori: se non c’è il deserto il pomeriggio come tempo fa, c’è il deserto la mattina. La richiesta di un calendario dei servizi più volte avanzata non riesce a trovare risposta: non si è assolutamente in grado di contare su un quadro preciso con giorno - ora - scadenze dei servizi. Ma sappiamo che gli ambulatori vuoti sono dovuti per la gran parte alla carenza di personale (medico e infermieristico), aggravata dall'unificazione con Adria. Si parla di personale inferiore per il 13% rispetto alla Pianta Organica = 436 figure in meno.
Sono numeri che ci portano a ringraziare quotidianamente il personale che attualmente lavora spesso in  difficili condizioni.

Innumerevoli sono stati i tentativi del Comitato altopolesano dei Cittadini per il San Luca di sensibilizzare l'Ulss sui problemi del San Luca. Con risultati molto scarsi.
E martedì 12 sett. il Dg dell'Ulss nelle critiche al suo operato vede una sorta di complotto denigratorio (!?). Ovviamente inesistente. Ma la relazione tecnica, letta a sostegno delle sue affermazioni, conferma quanto da noi denunciato.
E ci dispiace sentire, anche in questa occasione, l'irritazione del presidente del Comitato dei Sindaci per quanto «viene riportato» sulla stampa.
Collaborare con l'Ulss per noi non significa accettare passivamente le decisioni spesso illogiche e disorganizzate che vengono dalla dirigenza. Punitive per i cittadini e sfregio al diritto alla salute.
E temiamo per il futuro.
Ricordare le dichiarazioni di Compostella radicalmente diverse nel tempo (3 maggio2016: «Troppi tre ospedali e tre case di cura» Pronto il piano dei tagli
6 maggio: «Nessun taglio agli ospedali» «non esiste alcun piano di tagli per l'Ulss 5 Polesana» non ci aiuta a sperare.
Temiamo ad esempio che il REPARTO VACCINAZIONI possa essere spostato arbitrariamente…
Noi segnaleremo nuovamente alla Corte dei Conti la situazione che ci dicono critica perché non ci sono soldi, ma che noi vediamo critica anche perché si spende male, troppo poco nel pubblico (ne è prova la relazione del dott. Marcolongo). E troppo nel privato.
Vorremmo ottenere una risposta soddisfacente, perché all’ospedale San Luca vediamo situazioni che non riteniamo proprie di una sanità pubblica efficiente che si dichiara virtuosa.
Noi paghiamo le tasse e vorremmo che i beni, le finanze, i servizi pubblici, fossero la destinazione finale dei nostri soldi. Che non devono finire nei profitti di cliniche e centri medici privati. Ma ci pare che l' obiettivo non sia la salute della gente.

Per i “complottisti” del Comitato Altopolesano dei Cittadini per il San Luca
La portavoce - Jenny Azzolini Rossi

2.6.16

Brutto clima per gli anestesisti del “San Luca”


Scarseggiano gli specialisti in tutto il Veneto
In grave pericolo l'attività chirurgica


La carenza critica di organico rischia di affossare l'ospedale che, per una quantità di servizi, ha bisogno di un'adeguata dotazione di questi specialisti.
Degli 11 idonei del concorso espletato il 3 marzo, 10 hanno rinunciato all'incarico. Sono rimasti in servizio 4 anestesisti e mezzo, un numero insufficiente per tenere in piedi tutti i servizi.
L'Ulss ha indetto una gara per appaltare temporaneamente le guardie a professionisti esterni, ma la cooperativa aggiudicataria a tutt'oggi non è in grado di assicurare i turni richiesti.
Difficile anche trovare un aiuto fra il personale dell'ospedale di Rovigo che, per malattie, ferie e pensionamenti, è in difficoltà di suo.
Già ora l'attività chirurgica al “San Luca” è stata dimezzata, ma se non ci sarà supporto nelle prossime settimane si dovrà sospenderla del tutto.
E situazione più o meno simile hanno i ginecologi, che pur ricorrendo all'istituzione di convenzioni libero-professionali esterne, non sono a tutt'oggi in grado di sostenere sia il reparto di Trecenta che di Rovigo.
Purtroppo gli specialisti scarseggiano, troppe le carenze di organico date da pensionamenti e turnistica secondo le norme europee.
E' triste constatare che pur essendo queste evenienze prevedibili, non è stata fatta adeguata programmazione nelle università. E il problema è su scala regionale.

6.4.16

In ginocchio la sanità del Regno Unito. Parliamone, prima che accada anche da noi

Fonte: quotidianosanità.it

Anni di tagli hanno messo in ginocchio la sanità del Regno Unito. Ora arriveranno 10 miliardi sterline per ammodernare il sistema e il parco tecnologico. Ma i conti della spesa corrente non tornano e il rischio è quello di ticket per tutti i servizi: dal medico di famiglia all’ospedale. E in Italia?

Leggi l'articolo completo.

E a Trecenta?

In Italia molti i segnali di malessere, fra tutti il sensibile aumento della mortalità registrato dall'Istat nel 2015. Vedi il precedente post Istat certifica aumento mortalità nel 2015: 54mila decessi in più rispetto al 2014.
E le notizie che vengono dal San Luca non sono confortanti. I problemi sono principalmente dovuti alla carenza di specialisti. I bandi per la copertura di posti a tempo determinato e le mobilità da altre Ulss vanno deserte. Ai concorsi si presentano pochi candidati, molti dei quali del sud, che non appena hanno il ruolo chiedono il trasferimento. Tutto questo comporta inevitabilmente una riduzione dell'attività chirurgica con enorme allungamento dei tempi d'attesa (per le colecisti si arriva a un anno). La Pma (procreazione medicalmente assistita) funziona regolarmente solo una settimana al mese per la mancata assunzione delle due biologhe necessarie. Attualmente il servizio vivacchia con un incarico precario rinnovato ogni quattro mesi. Anche qui liste di attesa lunghissime.
C'è un gran bisogno di rinnovamento tecnologico, molti strumenti risalgono all'anno di apertura dell'ospedale e non sono più riparabili.
Da ultimo, si parla della prossima eliminazione del medico del 118 a Trecenta nelle ore notturne, che dovrebbe essere sostituito dal medico di pronto soccorso che a sua volta dovrebbe essere sostituito dall'internista di guardia, come avveniva negli anni 70. Indietro di quarant'anni.

20.5.15

Chiusura estiva per ginecologia e chirurgia?

Drammatica la carenza di personale negli ospedali dell'Ulss 18
La Regione non autorizza l'assunzione di infermieri


Mentre il governatore Zaia promette cure dentarie gratuite ai poveri, gli ospedali del Veneto sono al collasso per carenza di infermieri. Rovigo sta implodendo, ed era prevedibile avendo centralizzato tutte le patologie importanti.
Pare che la Regione non abbia dato copertura economica per l'assunzione di infermieri. Perciò una delle soluzioni ipotizzate è che vengano chiuse, per il periodo estivo, la chirurgia e la ginecologia di Trecenta spostando il personale su Rovigo.

2.4.15

Le criticità dell'ospedale e le esigenze degli altopolesani alla conferenza dei sindaci dell'Ulss 18

Il documento presentato dal Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca: bloccare l'applicazione delle schede ospedaliere

Ieri si è riunita la Conferenza dei sindaci dell'Ulss 18 per discutere esclusivamente della situazione dell'ospedale di Trecenta. Il Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca è stato invitato a rappresentare i problemi del San Luca e della popolazione altopolesana.
Ciò che segue è la relazione presentata da Jenny Azzolini, portavoce del Comitato.

----- inizio documento

Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340

data 1 aprile 2015

Un conto è leggere una carta che dà disposizioni, tutt’altra cosa è toccare con mano la realtà, particolarmente quando si parla di servizi ospedalieri e sanitari.
A noi pare che, nel progetto della Regione, il San Luca non resti ospedale per acuti.
Passo subito alle situazioni problematiche:

la chirurgia: riduce la sua offerta in quanto tutte le urgenze chirurgiche, anche dei pazienti già ricoverati al San Luca, devono essere trasferite a Rovigo. E, come spesso avviene, soprattutto i pazienti più critici e fragili, non trovando posto a Rovigo (s’intende anche in terapia intensiva) e vengono nuovamente trasferiti negli ospedali e nelle rianimazioni limitrofe o anche più lontane nel Veneto(Schiavonia,Chioggia,Adria etc.)
Questa nuova situazione non è rassicurante e per questo abbiamo inviato interrogazione in Procura.
Noi proponiamo che la chirurgia del San Luca mantenga il servizio di day e wick surgery ma allargato a tutta la settimana, così da mantenere la disponibilità per l’urgenza-emergenza.

2 situazione: I letti intermedi non sono intercambiabili con i letti per acuti, sono dotati unicamente di assistenza infermieristica (che per ora sarà svolta dallo stesso personale di medicina)e i pazienti saranno pure soggetti a pagare ticket e quota alberghiera secondo i tempi di degenza.

Questi letti derivano da un diverso utilizzo di parte dei letti per acuti di medicina e di lungodegenza, ora tale manovra ridurrà di ben
600-700 ricoveri l’anno l’offerta per acuti.
Dove troveranno risposta alle loro necessità questi pazienti? Difficile che trovino posto a Rovigo perché anche quell'ospedale dovrà fare i conti con le schede ospedaliere.
Già ora il San Luca non riesce a far fronte alle necessità e ricorre a letti aggiuntivi. Non è successo solo a gennaio con il picco delle influenze: code al pronto soccorso e mancanza di posti letto sono anche di questi giorni.
Portare a soli 143 i posti letto dell'ospedale di Trecenta significa condannare più di qualcuno.
Proposta: ci sono gli spazi necessari a dare risposte adeguate, quindi perché ridurre i posti letto a medicina?

Una considerazione: ci sfugge il criterio ispiratore delle scelte, la Regione ha deciso che entro il 2015 dal San Luca debba sparire ginecologia. La decisione lascia perplessi, visto che la maggior parte delle donne altopolesane non è proprio giovanissima, comunque ginecologia da luglio resterà solo come day surgery mentre gli interventi più complessi avverranno a Rovigo.
Alla perplessità subentra presto il sospetto: è il primo passo della Regione per arrivare a chiudere anche il servizio di ostetricia? Chiaramente ostetricia resta finché il ministero non decreterà (pare entro l’anno) l’accorpamento dei punti nascita con meno di 500 parti.
Ma una buona parte dei punti nascita nel Veneto sono sotto i 500 parti, anche sotto 400 e 300. Con che criterio si deciderà?

Noi abbiamo contattato più volte la Regione per richiamare a impegni assunti e disattesi.
Ma la Regione non ha mai ritenuto suo dovere dare risposte.
Ora si va ad alterare un equilibrio accettabile per trovare un nuovo equilibrio, ma non si è in grado di definire se e quando ogni obiettivo del progetto sarà raggiungibile.
Perché il cambiamento previsto non è solo organizzativo, è radicale e va a scontrarsi con mille difficoltà sociali, territoriali, economiche.
Il problema (non da poco) è quello di governare l’intero processo senza lasciare spazi a rischi.
Per questo abbiamo chiesto di poterci confrontare con le posizioni dei sindaci e mettere insieme le nostre risorse.

La riabilitazione neurologica e l’unità spinale (partite a metà dicembre) ma ci pare siano partite perché si possa dire che ci sono: più sulla carta che nella realtà, perché è ridotto il personale e non ci sono soldi per fare assunzioni. Intanto la situazione grava sul servizio di riabilitazione fisica e si allungano ulteriormente le liste d’attesa.
L'alternativa a nuove nomine, impossibili per motivi economici, non può essere lo spostamento di personale.
Entro la fine del 2015, medici, infermieri e operatori sanitari diminuiranno ulteriormente e gli ospedali di Rovigo e Trecenta dovranno fare a meno, in totale, di circa 30 persone.
E’ il segretario della Cgil,che denuncia il problema «L'ultima delibera regionale ha deciso il taglio di circa un milione di euro per la spesa del personale, ridotto di un altro milione già nel periodo 2013-2014».
Ci preoccupa inoltre leggere dichiarazioni discordanti a distanza di pochi giorni:
20 gennaio 2015 un’indagine regionale rivela negligenze e tempi morti nell’impiego dei macchinari.
27 gennaio il discorso cambia: nel Veneto virtuoso è stato effettuato un lavoro corrispondente alle costose risorse tecnologiche in dotazione.

A noi risulta che le liste d’attesa (anche per prestazioni senza macchinari) lasciano molto a desiderare continuiamo da tempo a ripetere che ad esempio la densitometria è usata solo qualche ora la settimana, che servizi svolti nel pubblico farebbero risparmiare rispetto al servizio privato (non siamo noi a dirlo, c’è una relazione di Marcolongo al vaglio della Corte dei Conti e sulla stessa linea sono le dichiarazioni di tecnici radiologi del Veneto) restano scadenze di 60 giorni per referti di screening, appuntamenti a volte dopo 10/12 mesi per osteoporosi.

Si dice che la sanità moderna è una sanità territoriale che cura e accompagna l’ammalato a casa. Bene. Ma a che punto è l’efficienza delle strutture territoriali?
Sarebbe interessante se ne parlasse con chiarezza, senza autoflagellazioni ma anche senza ottimismi di facciata.
Ad esempio: si riesce a realizzare nel territorio i servizi non prettamente ospedalieri, necessari ai cittadini altopolesani?
A noi la realtà sembra questa: viene smantellato il San Luca e contemporaneamente è ridotta l’attività di assistenza sul territorio (intendo ADI per cui tra i tanti problemi c’è quello dei tempi da dedicare ai pazienti – forse si riducono per aggiustare l’organico?e intendo punti sanità che a volte si trovano senza personale è successo che utenti fossero dirottati da Lendinara a Badia e poi a Trecenta per i prelievi).

Noi non vogliamo essere creduti sulla carta, ma chiediamo di verificare di persona la realtà che altera il ruolo per acuti del San Luca (e non corrisponde alla domanda del Gruppo Tecnico del 24 maggio 2012). E condividiamo il documento condiviso all’unanimità dall’amministrazione di Trecenta.
----- fine documento
Scarica in formato pdf.
Vedi anche i precedenti post:
Sul San Luca la prossima riunione della Conferenza dei sindaci
Comune di Trecenta: «bloccare immediatamente l'applicazione delle schede ospedaliere»
Il rapporto emendato, integrato e (forse) definitivo del gruppo tecnico

11.3.15

Replica al sindaco di Trecenta

Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340

Data, 11 marzo 2015

Non sempre i quotidiani hanno spazio per interventi che vogliono affrontare il problema della salute ed intendono dare un quadro esatto della realtà del San Luca, per quello che è e per i problemi che pone.
Come Comitato Altopolesano dei Cittadini per il San Luca, siccome questo ospedale ci sta a cuore davvero riportiamo noi queste precisazioni di una dottoressa dell’ospedale dell’Altopolesine.

Mi sento in dovere di fare alcune precisazioni a proposito dell’intervista al sindaco di Trecenta riguardo al San Luca, intervista pubblicata sul Resto del Carlino il 4 marzo.
Non so quali apicalità abbia consultato il ragionier Laruccia, perché presenta inesattezze e dimenticanze.
Innanzitutto nessuno degli addetti ai lavori ha mai parlato di chiusura.
Ma i problemi ci sono: la chirurgia riduce la sua offerta in quanto tutte le urgenze chirurgiche, anche dei pazienti già ricoverati al San Luca, devono essere trasferite a Rovigo. E, come spesso avviene, soprattutto i pazienti più critici e fragili, non trovando posto nel nosocomio rodigino, vengono nuovamente trasferiti nelle rianimazioni limitrofe. Questa nuova situazione non è certamente rassicurante. Piccolo dettaglio non trascurabile, con il regime di week surgery viene mantenuta la reperibilità chirurgica, ma quella dell’anestesista non è una reperibilità bensì una guardia h 24 a tutela di tutte le emergenze intraospedaliere, comprese quelle del punto nascita. In questo caso, a differenza di quanto avviene in alcune aree d’Italia, la guardia di anestesia è a garanzia e tutela dei nuovi nati.
Altro dettaglio non trascurabile, la terapia intensiva è sempre stata dotata di 4 letti che sono stati riconfermati (dopo una prima, pensiamo erronea, riduzione).
Altra inesattezza: è difficile dimostrare che l’inserimento dei letti intermedi sia un ampliamento, dato che i letti intermedi derivano dalla trasformazione di parte dei letti per acuti medici e di lungodegenza. Questa trasformazione ridurrà l'offerta di ben 600-700 ricoveri per acuti/anno. Dove troveranno risposta al loro bisogno di salute questi pazienti?
Queste cose le so bene perché vedo con i miei occhi, quotidianamente, come è organizzato l’ospedale di questo territorio che tanti dicono di avere a cuore.
D.ssa Anna Bocchi.”

Per il Comitato Altopolesano dei Cittadini per il San Luca

La portavoce - Jenny Azzolini

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Vedi anche il post Le capriole del sindaco di Trecenta.

5.3.15

Conteremo i morti

Entro l'anno i direttori generali delle Ulss del Veneto dovranno dare applicazione al piano socio sanitario regionale.
Per il “San Luca”, e per noi tutti, sarà un disastro.


Già ora il reparto di chirurgia chiude nei fine settimana e la sua operatività è limitata agli interventi programmabili che si risolvono in giornata o, al massimo, tra il lunedì e il venerdì.
Ma l'applicazione delle schede ospedaliere approvate dalla giunta regionale, in seguito all'adozione del nuovo piano socio sanitario, farà delle vittime.
Impressionante la riduzione dei posti letto per acuti. Dai 208 che, anche oggi, vengono indicati dall'Ulss 18 nel proprio sito, si è passati a 180 alla data del 30 giugno del 2013. E ora dovranno essere ulteriormente ridotti a 143: un massacro!
Ma che cosa comporterà questa nuova riduzione?
Secondo alcuni esperti ciò ridurrà la possibilità di ricovero per 600 – 700 persone l'anno. Ma potrebbe andare peggio.
Dove andranno questi pazienti?
Difficile che trovino posto a Rovigo perché anche quell'ospedale dovrà fare i conti con le schede ospedaliere e perderà 79 posti letto.
Il presidente della giunta regionale ripete in ogni occasione, fino alla nausea, che non ci sarà una riduzione dei servizi ma non sarà così perché non può essere così. Zaia cerca di essere rieletto a maggio, prima che si vedano gli effetti del suo piano socio sanitario. Poi “passato lo giorno gabbato lo santo”.
Le schede ospedaliere sono inapplicabili, o avremo dei morti sulla coscienza.
Già ora l'ospedale non riesce a far fronte alle necessità. Lo abbiamo visto a gennaio con il picco delle influenze: code al pronto soccorso e mancanza di posti letto.
Portare a soli 143 i posti letto dell'ospedale di Trecenta significa condannare qualcuno. Non c'è scampo. Nessuna via d'uscita.

Spero che molti cittadini ne prendano coscienza, spero che numerosi chiedano ai propri amministratori comunali di intervenire. Le schede ospedaliere del San Luca non devono essere applicate!