5.6.19

Benazzo (Cgil): all'Ulss 5 Polesana, nonostante l'azione dei sindaci e del sindacato, pesanti i tagli negli ospedali pubblici

fonte: RovigoOggi.it

Davide Benazzo, segretario provinciale di FP Cgil Rovigo fa un resoconto dei posti letto e delle apicalità che si sono perse in provincia di Rovigo dopo l’approvazione delle schede ospedaliere


“I comunicati dell’Ulss e molti messaggi nei social mi ricordano molto la sindrome di Stoccolma. La sanità pubblica del Polesine non ha avuto regali da nessuno, si è semplicemente, grazie alle manifestazioni di protesta in primis dei sindaci e della Cgil, ridotto i tagli e ha conservato parti estremamente importanti per i nostri servizi (tra questi la chirurgia e urologia di Adria e la terapia intensiva di Trecenta, oltre alla classificazione “Spoke” di Adria)”. A parlare è il rappresentante della Cgil di Rovigo, Davide Benazzo che commenta le schede ospedaliere da poco approvate dalla giunta regionale.  
“Di fatto - analizza Benazzo - anche con le ultime modifiche, confrontando il tutto con la situazione esistente (diversa dalla programmazione del 2013 mai arrivata a completa applicazione), questo è il risultato: l’ospedale di Trecenta perde l’apicalità di chirurgia e di anestesia e rianimazione, perde 2 posti letto in chirurgia, 10 in ginecologia e, cosa più rilevante, perde 5 posti letto di riabilitazione spinale”
Il rappresentante della Cgil prosegue rilevando che l’ospedale di Rovigo perde l’Usd di ematologia, di dermatologia, di fisica sanitaria e della terapia del dolore, perde 29 posti letto tra lungodegenza e riabilitazione. 
“L’ospedale di Adria perde l’apicalità di Orl, di pediatria, della direzione medica, della farmacia ospedaliera, della radiologia e l’Usd di cardiologia, anatomia patologica e di medicina trasfusionale, perde 9 posti letto di chirurgia, 2 di oculistica, 4 di Orl, 9 di ortopedia (perde i posti letto ordinari e il Centro trauma di riferimento passa a Porto Viro), 12 di ostetricia e ginecologia, 4 di pediatria”. 
Benazzo spiega anche che nell’area materno infantile si sono create le stesse condizioni di 10 anni fa a Trecenta che poi hanno portato alla chiusura del punto nascite. “A questo si aggiunga che tutte le strutture, compresa la classificazione in “Spoke” di Adria, rimangono sotto esame della direzione dell’Area sanità e sociale della Regione con valutazione finale in base al decreto ministeriale 70 e al Piano nazionale esiti dell’Agenas che, alla luce dell’importante sofferenza degli organici che sta mettendo in discussione la stessa erogazione dei servizi, del bacino d’utenza chiaramente troppo basso anche a causa della legge regionale di riforma delle Ulss, della forte competizione del privato, vero vincente di queste schede ospedaliere, rimanda solo di due anni ulteriori tagli con il forte rischio di marginalizzazione della nostra provincia, in barba all’articolo 4 del Piano socio sanitario regionale che prevede la salvaguardia delle specificità tra cui il Polesine. Da sottolineare poi il tentativo di giustificare i tagli con l’evoluzione della sanità che dovrebbe vedere sempre più ridurre l’attività ospedaliera a vantaggio del territorio quando le stesse schede decretano un rafforzamento degli ospedali privati. 
Secondo Benazzo, l’ospedale di Porto Viro quasi raddoppia l’attività chirurgica (più 11 posti letto di chirurgia e 10 di ortopedia) diventando Centro trauma di riferimento del Basso Polesine e aumenta di 4 posti la riabilitazione, a cui si aggiungono 15 posti di extra Regione e 12 di comunità.  
“L’ospedale privato di Rovigo cede 10 posti di chirurgia a fronte dell’aumento di 20 posti di medicina e 20 di riabilitazione, passando da 70 posti letto totali a 100 (incremento posti letto di quasi il 50%). L’ospedale di Santa Maria Maddalena vede fortemente implementare l’attività chirurgica dove i posti letto diventano ordinari e ai quali si sommano altri 31 posti letto per l’extra regione”.
Benazzo ritiene utile anche sottolineare che dal 2010 al 2017 (“dati Ulss”) “il costo della produzione, cioè quanto speso per la nostra sanità, è passato da circa 580 milioni a 547 e il costo del personale da 152 a 147 milioni. In merito poi agli investimenti strutturali utile ricordare che quanto finalmente ora si sta realizzando, compreso il nuovo laboratorio, sono progetti che risalgono a ben prima che arrivasse il dottor Compostella e che risolvono situazioni fortemente in difficoltà soprattutto nella parte vecchia dell’ospedale.
Per vedere anche il bicchiere mezzo pieno, oltre a riconoscere positivo il risultato delle iniziative di protesta con il recupero di parte dei tagli, riteniamo positiva la scelta di invertire la precedente programmazione del 2013 mantenendo con un leggero aumento i posti letto dell’Area medica anche alla luce di una mancata riforma del territorio, da circa 8 anni fiore all’occhiello della Regione come le mai realizzate medicine di gruppo integrate, che purtroppo continua a determinare un intasamento dei pronto soccorsi e dei reparti medici che spesso ricoverano ben oltre alla normale capienza”. 
Articolo di Sabato 18 Maggio 2019

Nessun commento: