23.6.23

Statistiche e realtà

fonte: https://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=114938

di Andrea Angelozzi

23 GIU 2023 

Gentile Direttore,
la puntuale uscita del rapporto Crea 2023 sulle Performance Regionali vede ancora una volta una qualche graduatoria delle Regioni. Esaminando quelle del Veneto sono rimasto colpito dal miglioramento che viene segnalato nell’indice di salute mentale, come ampiamente riportato anche dai giornali locali, a testimonianza del lavoro fatto dai servizi socio sanitari in questo ambito.

Approfondendo sul testo originale del rapporto Crea come venga ottenuto questo indice, e indicato quindi questo miglioramento, che contrasta con la percezione che hanno della situazione gli operatori, gli utenti ed i familiari, mi sono reso conto di quanto confusive possano essere talune informazioni statistiche se slegate dal contesto di origine.

....

leggi l'articolo completo

10.6.23

Autonomia differenziata, un progetto da FERMARE.

I rischi del disegno di legge Calderoli

Dalla Sanità alla Scuola, dai Contratti collettivi di lavoro ai Diritti sociali e di cittadinanza da garantire a ogni latitudine, dalle materie strategiche come Energia e Infrastrutture alle prospettive del Tessuto produttivo.

Cgil Veneto, Cgil Lombardia e Cgil Emilia-Romagna hanno organizzato lo scorso 6 giugno a Verona l'iniziativa "Autonomia differenziata, un progetto da FERMARE".
Il link per ascoltare la registrazione:

6.6.23

Ulss 5 Polesana, sindaci come vassalli di Zaia


Le pagelle ai direttori generali delle Ulss sono in realtà atti di vassallaggio nei confronti del presidente della giunta regionale Luca Zaia.

I fatti. Annualmente l'assemblea dei sindaci di ciascuna Ulss esprime un voto sull'operato dei rispettivi direttori generali. Quel voto concorre a formare la valutazione sulla base della quale viene riconosciuta una cospicua indennità ai responsabili delle Ulss. Ogni anno, puntualmente, i sindaci polesani esprimono il voto massimo.

Se ne dovrebbe dedurre che i sindaci della provincia riscontrino un buon funzionamento dei servizi sanitari, che le liste di attesa siano contenute, anzi inesistenti, che i tempi previsti per l'esecuzione delle visite specialistiche siano rispettati, che i posti letto siano sufficienti, che i pronto soccorso siano efficienti, e che i servizi per pazienti psichiatrici siano ottimi. Che tutto funzioni a meraviglia insomma.

Ma poiché così non è, perché i sindaci esprimono sempre il massimo dei voti?

Possibile che non si accorgano dei disagi dei propri cittadini nell'accesso ai servizi sanitari? Possibile che non sappiano che tantissime persone ottengono appuntamenti a un anno e più di distanza dalla richiesta? Possibile che non sappiano che troppo spesso non è nemmeno possibile ottenere una data? Possibile che non sappiano che i loro concittadini vengono sempre più frequentemente dirottati sulle strutture private convenzionate? E che non sappiano che sempre più spesso devono ricorrere alla sanità privata sostenendo il 100% della spesa?

No! Non è possibile! Nemmeno il sindaco più distratto può ignorare questi problemi.

E allora perché, perché, perché, perché quel voto?

La verità è che quel voto non è al lavoro del direttore generale, il quale si applica ad eseguire le direttive ricevute, quel voto è a Luca Zaia, il primo e vero responsabile della disastrosa situazione della sanità pubblica in Veneto.

E chi si metterebbe contro Luca Zaia? Quale sindaco ha il coraggio di prendere atto della situazione reale e rivendicare qualcosa per i propri cittadini? Nessuno, nessuno! Facciamocene una ragione.

Tutti i comuni hanno bisogno di contributi regionali per realizzare qualcosa, dal piccolo impianto sportivo (eh! lo sport!) all'asfaltatura di un breve tratto di strada, per un'iniziativa culturale o per la sagra del paese. E allora non si deve disturbare chi ha i cordoni della borsa, chi può decidere se finanziare questo o quello: Luca Zaia. I sindaci fingono di ignorare i macroscopici problemi della sanità, fingono di non accorgersi del degrado dei servizi sanitari regionali, decidono di ignorare l'aggravio di costi per i loro concittadini e il disagio per gli spostamenti da un capo all'altro della provincia.

E i sindaci dei ventiquattro comuni dell'altopolesine sono quelli che fingono di più, continuano a ignorare che l'ospedale "San Luca" di Trecenta è un pallido ricordo di ciò che era e che è persino senza un vero pronto soccorso.

In questa landa desolata e inerte rende di più lo sport, l'asfaltatura di una buca, la sagra paesana. Gli amministratori comunali otterranno così più voti per le prossime elezioni. Occuparsi di sanità non procura voti: sono pochi quelli che di volta in volta ne hanno bisogno. E sono deboli, incapaci di far sentire la loro voce con sufficiente forza. E poi, cavolo! Bisogna studiarci sopra, è materia complessa! E la gente pensa che tutto sia delegato in alto, all'Ulss, alla Regione, al governo nazionale...

"Approfittiamo dell'ignoranza, laviamocene le mani... ". Ecco il punto: i sindaci dell'Ulss polesana approfittano del fatto che le persone comuni non sanno quanto può essere importante la voce del loro sindaco nei confronti dell'Ulss e che il sindaco è l'autorità sanitaria del loro comune, non solo quando deve occuparsi della lotta alle zanzare.

Badia Polesine, 6 giugno 2023

Pietro Tosarello