Le pagelle ai direttori generali
delle Ulss sono in realtà atti di vassallaggio nei confronti del
presidente della giunta regionale Luca Zaia.
I fatti. Annualmente l'assemblea
dei sindaci di ciascuna Ulss esprime un voto sull'operato dei
rispettivi direttori generali. Quel voto concorre a formare la
valutazione sulla base della quale viene riconosciuta una cospicua
indennità ai responsabili delle Ulss. Ogni anno, puntualmente, i
sindaci polesani esprimono il voto massimo.
Se ne dovrebbe dedurre che i
sindaci della provincia riscontrino un buon funzionamento dei servizi
sanitari, che le liste di attesa siano contenute, anzi inesistenti,
che i tempi previsti per l'esecuzione delle visite specialistiche
siano rispettati, che i posti letto siano sufficienti, che i pronto
soccorso siano efficienti, e che i servizi per pazienti psichiatrici
siano ottimi. Che tutto funzioni a meraviglia insomma.
Ma poiché così non è, perché
i sindaci esprimono sempre il massimo dei voti?
Possibile che non si accorgano
dei disagi dei propri cittadini nell'accesso ai servizi sanitari?
Possibile che non sappiano che tantissime persone ottengono
appuntamenti a un anno e più di distanza dalla richiesta? Possibile
che non sappiano che troppo spesso non è nemmeno possibile ottenere
una data? Possibile che non sappiano che i loro concittadini
vengono sempre più frequentemente dirottati sulle strutture private
convenzionate? E che non sappiano che sempre più spesso devono
ricorrere alla sanità privata sostenendo il 100% della spesa?
No! Non è possibile! Nemmeno il
sindaco più distratto può ignorare questi problemi.
E allora perché, perché, perché,
perché quel voto?
La verità è che quel voto non
è al lavoro del direttore generale, il quale si applica ad eseguire
le direttive ricevute, quel voto è a Luca Zaia, il primo e
vero responsabile della disastrosa situazione della sanità pubblica
in Veneto.
E chi si metterebbe contro Luca
Zaia? Quale sindaco ha il coraggio di prendere atto della
situazione reale e rivendicare qualcosa per i propri cittadini?
Nessuno, nessuno! Facciamocene una ragione.
Tutti i comuni hanno bisogno di
contributi regionali per realizzare qualcosa, dal piccolo impianto
sportivo (eh! lo sport!) all'asfaltatura di un breve tratto di
strada, per un'iniziativa culturale o per la sagra del paese. E
allora non si deve disturbare chi ha i cordoni della borsa, chi può
decidere se finanziare questo o quello: Luca Zaia. I sindaci
fingono di ignorare i macroscopici problemi della sanità, fingono di
non accorgersi del degrado dei servizi sanitari regionali, decidono
di ignorare l'aggravio di costi per i loro concittadini e il disagio
per gli spostamenti da un capo all'altro della provincia.
E i sindaci dei ventiquattro comuni
dell'altopolesine sono quelli che fingono di più, continuano a
ignorare che l'ospedale "San Luca" di Trecenta è un
pallido ricordo di ciò che era e che è persino senza un vero pronto
soccorso.
In questa landa desolata e inerte rende
di più lo sport, l'asfaltatura di una buca, la sagra paesana. Gli
amministratori comunali otterranno così più voti per le prossime
elezioni. Occuparsi di sanità non procura voti: sono pochi quelli
che di volta in volta ne hanno bisogno. E sono deboli, incapaci di
far sentire la loro voce con sufficiente forza. E poi, cavolo!
Bisogna studiarci sopra, è
materia complessa! E la gente pensa che tutto sia delegato in alto,
all'Ulss, alla Regione, al governo nazionale...
"Approfittiamo dell'ignoranza,
laviamocene le mani... ". Ecco il punto: i sindaci dell'Ulss
polesana approfittano del fatto che le persone comuni non sanno
quanto può essere importante la voce del loro sindaco nei confronti
dell'Ulss e che il sindaco è l'autorità sanitaria del loro comune,
non solo quando deve occuparsi della lotta alle zanzare.
Badia Polesine, 6 giugno 2023
Pietro Tosarello