6.6.23

Ulss 5 Polesana, sindaci come vassalli di Zaia


Le pagelle ai direttori generali delle Ulss sono in realtà atti di vassallaggio nei confronti del presidente della giunta regionale Luca Zaia.

I fatti. Annualmente l'assemblea dei sindaci di ciascuna Ulss esprime un voto sull'operato dei rispettivi direttori generali. Quel voto concorre a formare la valutazione sulla base della quale viene riconosciuta una cospicua indennità ai responsabili delle Ulss. Ogni anno, puntualmente, i sindaci polesani esprimono il voto massimo.

Se ne dovrebbe dedurre che i sindaci della provincia riscontrino un buon funzionamento dei servizi sanitari, che le liste di attesa siano contenute, anzi inesistenti, che i tempi previsti per l'esecuzione delle visite specialistiche siano rispettati, che i posti letto siano sufficienti, che i pronto soccorso siano efficienti, e che i servizi per pazienti psichiatrici siano ottimi. Che tutto funzioni a meraviglia insomma.

Ma poiché così non è, perché i sindaci esprimono sempre il massimo dei voti?

Possibile che non si accorgano dei disagi dei propri cittadini nell'accesso ai servizi sanitari? Possibile che non sappiano che tantissime persone ottengono appuntamenti a un anno e più di distanza dalla richiesta? Possibile che non sappiano che troppo spesso non è nemmeno possibile ottenere una data? Possibile che non sappiano che i loro concittadini vengono sempre più frequentemente dirottati sulle strutture private convenzionate? E che non sappiano che sempre più spesso devono ricorrere alla sanità privata sostenendo il 100% della spesa?

No! Non è possibile! Nemmeno il sindaco più distratto può ignorare questi problemi.

E allora perché, perché, perché, perché quel voto?

La verità è che quel voto non è al lavoro del direttore generale, il quale si applica ad eseguire le direttive ricevute, quel voto è a Luca Zaia, il primo e vero responsabile della disastrosa situazione della sanità pubblica in Veneto.

E chi si metterebbe contro Luca Zaia? Quale sindaco ha il coraggio di prendere atto della situazione reale e rivendicare qualcosa per i propri cittadini? Nessuno, nessuno! Facciamocene una ragione.

Tutti i comuni hanno bisogno di contributi regionali per realizzare qualcosa, dal piccolo impianto sportivo (eh! lo sport!) all'asfaltatura di un breve tratto di strada, per un'iniziativa culturale o per la sagra del paese. E allora non si deve disturbare chi ha i cordoni della borsa, chi può decidere se finanziare questo o quello: Luca Zaia. I sindaci fingono di ignorare i macroscopici problemi della sanità, fingono di non accorgersi del degrado dei servizi sanitari regionali, decidono di ignorare l'aggravio di costi per i loro concittadini e il disagio per gli spostamenti da un capo all'altro della provincia.

E i sindaci dei ventiquattro comuni dell'altopolesine sono quelli che fingono di più, continuano a ignorare che l'ospedale "San Luca" di Trecenta è un pallido ricordo di ciò che era e che è persino senza un vero pronto soccorso.

In questa landa desolata e inerte rende di più lo sport, l'asfaltatura di una buca, la sagra paesana. Gli amministratori comunali otterranno così più voti per le prossime elezioni. Occuparsi di sanità non procura voti: sono pochi quelli che di volta in volta ne hanno bisogno. E sono deboli, incapaci di far sentire la loro voce con sufficiente forza. E poi, cavolo! Bisogna studiarci sopra, è materia complessa! E la gente pensa che tutto sia delegato in alto, all'Ulss, alla Regione, al governo nazionale...

"Approfittiamo dell'ignoranza, laviamocene le mani... ". Ecco il punto: i sindaci dell'Ulss polesana approfittano del fatto che le persone comuni non sanno quanto può essere importante la voce del loro sindaco nei confronti dell'Ulss e che il sindaco è l'autorità sanitaria del loro comune, non solo quando deve occuparsi della lotta alle zanzare.

Badia Polesine, 6 giugno 2023

Pietro Tosarello


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