6.1.23

CoVeSaP (Coordinamento Veneto per la Sanità Pubblica): Basta omertà sulla sanità in Veneto

A seguito della puntata di Report dello scorso 2 gennaio il Coordinamento Veneto per la Sanità Pubblica (CoVeSaP) ha pubblicato un comunicato stampa che riprende le vicende legate alla seconda ondata dell'epidemia da Covid-19, particolarmente pesante in Veneto. L'uso di tamponi rapidi, molto meno sensibili di quanto dichiarato, anche per testare il personale e i degenti delle case di riposo (Rsa) è costato assai caro in termini di decessi. Nel dicembre del 2020 CoVeSaP aveva presentato un esposto al riguardo nelle sette procure del Veneto.

Il Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca aderisce a CoVeSaP.

Quello che segue è il testo del comunicato diffuso da CoVSaP.

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Coordinamento Veneto per la Sanità Pubblica(CoVeSaP)

Basta omertà sulla sanità in Veneto

La Rete dei Comitati di Cittadini Veneti in difesa della Sanità Pubblica intende sostenere e riaffermare con questo comunicato le denunce già espresse nel 2020 sulla gestione della Pandemia Covid nella Regione Veneto, a sostegno di quanto affermato dal Prof. Andrea Crisanti e quanto rivelato dalla trasmissione televisiva Report del 02.01.2023.

A tale proposito ricorda che in data 17.12.2020 CoVeSaP aveva presentato un Esposto presso le 7 Procure della Repubblica delle Province Venete, chiedendo di verificare se fossero state poste in atto dalla Regione Veneto tutte le misure necessarie per contenere la diffusione dell’epidemia, visto che il numero dei contagiati e dei decessi erano da settimane molto più alto della media nazionale. Nell’Esposto si segnalava la elevata percentuale dei positivi al Tampone molecolare circa il 20% dei soggetti testati, di gran lunga superiore alla media italiana, il numero dei ricoverati in Terapia Intensiva 349 e in area non critica 2694 anche questi dati assolutamente sopra la media nazionale, il numero dei deceduti che in quel periodo era di più di 100 al giorno e infine che di tutte le persone mancate dall’inizio dell’Epidemia 4992, 1968, circa 2 su 5, erano degenti delle Case di Riposo. L’Esposto a quanto ci risulta è stato archiviato da tutte e 7 le Procure.

Quello che CoVeSaP contestava era la mancata attivazione della “Zona Rossa” provvedimento richiesto anche da molti altri soggetti tra cui il Presidente della Provincia di Padova Fabio Bui , provvedimento adottato in Lombardia dove aveva drasticamente ridotto il numero dei contagiati e dei decessi.

I motivi per chiedere la Zona Rossa sono stati ampiamente descritti in numerosi documenti, prese di posizione, poiché gli indicatori che permettevano di restare in Zona Gialla erano molto dubbi:

  • I 1.000 posti -letto di Terapia Intensiva, assolutamente virtuali, reali circa 700 come ammesso dallo stesso responsabile Sanità Veneta Dott. Flor in Conferenza stampa del 4.1.21 e denunciato più volte dai rappresentanti dei Medici Anestesisti e Rianimatori

  • L’ uso massivo dei Tamponi Rapidi che abbassava la percentuale dei soggetti positivi, già allora ampiamente criticati, di cui veniva contestata la documentazione scientifica a supporto e la scarsa affidabilità diagnostica, soprattutto per operatori ospedalieri e delle Case di Riposo.

  • Il “malfunzionamento “ del Database Regionale che ha classificato erroneamente, per un periodo imprecisato, i casi positivi come asintomatici.

Critichiamo anche l’uso del denaro pubblico in maniera poco appropriata, ricordiamo “il Sistema di tracciamento Veneto ENG-DE4Bios” mai utilizzato, gli incarichi ad Avvocati Esterni finalizzati a querelare esponenti politici che esprimevano critiche alla gestione regionale, come il Consigliere Comunale Carlo Cunegato o come affermato nella Trasmissione Report anche lo stesso Prof. Crisanti

Ricordiamo che esiste una Commissione Regionale di Inchiesta sulla gestione della seconda ondata della Pandemia in cui sono stati auditi molti soggetti: Comitati dei Parenti dei deceduti in Casa di Riposo, Comitati in Difesa della Sanità Pubblica tra cui CoVeSaP, Sindacati Medici e degli Operatori Sanitari, ed altri, che hanno presentato le loro denunce e documentazione dei fatti..

Auspichiamo che gli Atti della Commissione, come affermato, vengano inviati alla Procura della Repubblica e che questi documenti e denunce vengano attentamente vagliati, al fine di stabilire con chiarezze le Responsabilità e la Evitabilità dell’ecatombe “Seconda Ondata Pandemia Covid” negli ultimi mesi del 2020 in Veneto.

RIVENDICHIAMO LA LIBERTA’ DI CRITICA E DI PROPOSTE DA PARTE DEI CITTADINI E DEGLI OPERATORI DELLA SANITA’.

IL CONFRONTO DEMOCRATICO NON PUO’ ESSERE SOSTITUITO DALLE MINACCE O DALLE QUERELE.

OGGI PIU' CHE MAI OCCORRE UN GRANDE SFORZO PER RILANCIARE LA SANITA’ PUBBLICA CON IL COINVOLGIMENTO DI TUTTI GLI OPERATORI SANITARI E DEI CITTADINI


Data 05.01.2023

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Report. In Veneto durante la seconda ondata della pandemia è accaduto il disastro

https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Fin-troppo-rapidi-727053d7-b6af-4980-b26e-07f61a8c12eb.html?fbclid=IwAR0x2B127cTpep1_UBOkRu8xoL993lxqRU5-1b8wU6akYXgBWFeAAvAWJQs

PUNTATA DEL 02/01/2023

di Danilo Procaccianti 

Collaborazione di Andrea Tornago
Ricerca immagini di Alessia Pelagaggi e Silvia Scognamiglio
Immagini di Cristiano Forti
Montaggio e grafica di Monica Cesarani


(dal sito)
In Veneto durante la seconda ondata della pandemia è accaduto il disastro.
Ci sono stati 1600 morti in più rispetto alla media nazionale. Cosa è successo? Avevano puntato tutto sui tamponi rapidi, era il test di riferimento anche per gli operatori sanitari e per le Rsa, contrariamente alle indicazioni dell’OMS e anche a uno studio del prof. Crisanti.

Dopo la nostra inchiesta dello scorso anno si è mossa la procura di Padova e ha chiesto il rinvio a giudizio di quello che per il governatore Zaia era l’Elon Musk del Veneto, il dottor Roberto Rigoli: sostanzialmente nella gestione della seconda fase della pandemia aveva preso il posto del professor Crisanti come braccio destro di Luca Zaia. I magistrati scoprono che a giustificare appalti milionari per i tamponi rapidi, ci sarebbero attestazioni scientifiche false.

Nel corso delle indagini spuntano anche intercettazioni imbarazzanti.

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