27.7.23

Siamo senza medici, ma la Regione Veneto blocca le assunzioni

VENETO

Siamo senza medici, ma la Regione blocca le assunzioni

Servizio sanitario nazionale sempre più in emergenza

La VOCE di ROVIGO, 26.07.2023

Il Veneto si trova attualmente in una situazione paradossale: da un lato è alla disperata ricerca di medici per colmare una grave carenza di personale sanitario, ma dall'altro blocca le assunzioni dei professionisti che avevano regolarmente vinto i concorsi indetti da Azienda Zero per coprire posti disponibili nelle diverse aziende sanitarie e ospedaliere della regione.

La decisione di bloccare le assunzioni è stata presa dalla Commissione regionale per l'investimento, tecnologia ed edilizia (Crite), che ha dichiarato che le aziende sanitarie rischiavano di superare il tetto di spesa per il personale fissato da ciascun bilancio. Nel 2022, il limite di spesa ammontava a 3 miliardi e 128 milioni di euro, distribuiti tra le varie aziende del Veneto.

Sebbene nel 2022 nessuna azienda abbia superato il tetto di spesa, la fine dell'emergenza sanitaria potrebbe comportare un aumento delle assunzioni, rendendo più probabile il superamento di tale limite. La Regione ha assicurato che si sta lavorando per risolvere la situazione nel giro di qualche settimana e che il turnover tra medici in pensione e nuovi assunti sarà sempre garantito.

Tuttavia, queste rassicurazioni non hanno convinto Sonia Todesco, segretaria regionale di Cgil Fp, che ha sollevato dubbi sulla possibilità che alcuni reparti ospedalieri abbiano già un numero adeguato di operatori sanitari. Secondo i dati forniti dai sindacati, per far funzionare gli ospedali a pieno regime, garantendo turni e riposi conformi al contratto senza appoggiarsi pesantemente ai privati, sarebbero necessari circa 1.300 medici in più.

Il prossimo concorso scadrà domani e vede ancora un numero insufficiente di candidati: si cercano 60 psichiatri, 28 neuropsichiatri infantili, 21 tecnici di radiologia, 11 oncologi e un neurochirurgo.

Anche il concorso successivo, che chiuderà il 3 agosto, sembra andare sulla stessa strada con un numero di candidati limitato rispetto al fabbisogno: si cercano 101 anestesisti, 49 radiologi, 7 ortottisti, 3 chirurghi maxillo-facciali e un podologo. Al di là dei concorsi, ci sono anche avvisi pubblici di manifestazione di interesse aperti quasi a tempo indeterminato, alla ricerca di medici specializzandi, professionisti in quiescenza, infermieri e Oss con titolo conseguito all'estero.

Il paradosso diventa ancora più evidente considerando che persino i pochi professionisti che si sono presentati ai concorsi e li hanno vinti sono stati bloccati nell'assunzione. Questa situazione crea un clima di incertezza e insoddisfazione tra i candidati e la classe medica.

Nel frattempo, sembra essersi interrotta la luna di miele tra i sindacati e il nuovo direttore generale della sanità veneta, Massimo Annicchiarico. Le promesse di tavoli di confronto costanti non sono state mantenute - evidenziano i sindacati - e la mancata possibilità di un dialogo continuo e saldo sta contribuendo ad aumentare le tensioni e le richieste di risposte da parte dei sindacati.

24.7.23

Indagine CoVeSaP, tre cittadini su quattro costretti a rivolgersi al privato e ancora tre su quattro finiscono in lista di attesa.

Un momento della manifestazione dello scorso 15 aprile a Vicenza in difesa della sanità pubblica.


Il Coordinamento Veneto Sanità Pubblica (CoVeSaP) a partire dalla manifestazione di Vicenza dello scorso 15 aprile ha proposto ai cittadini del Veneto un questionario sull'accesso ai servizi sanitari.

Il primo scoglio da superare è, in molti casi, l'accesso al Medico di Medicina Generale (MMG), il medico di famiglia: una parte consistente dei rispondenti deve attendere anche più di una settimana, una buona parte oltre il mese. Inaccettabile.

Poi c'è da prenotare la prestazione, e qui sono dolori. Ma il peggio viene dopo, quando tre quarti delle persone affermano di essere stati messe in lista di attesa. E quanto hanno aspettato? Le risposte sono sorprendenti: solo il 25% di loro ha avuto una risposta nei tempi indicati dal MMG, la maggioranza ha aspettato da 4 settimane a oltre 3 mesi in più, e una percentuale molto consistente ha rinunciato perché stava passando troppo tempo. Questi ritardi nella diagnosi si traducono spesso, purtroppo, in un aggravamento della prognosi, con prolungamento delle cure, maggiori disagi per la persona e maggiori costi per la spesa pubblica.

Superati questi scogli soltanto il 35% ottiene la prestazione presso le strutture pubbliche, il resto o in sistema misto o esclusivamente in strutture convenzionate. È il frutto della scelta della Regione di abbattere le liste d’attesa puntando sull’acquisto di ingenti quantità di prestazioni dal privato.


Per maggiori dettagli scarica:

Rassegna stampa:

CoVeSaP, questionario su ULSS venete: lunghe attese e insoddisfazione

Sanità veneta, sondaggio dei Comitati: 3 utenti su 4 costretti a rivolgersi al privato per le prestazioni


Come funziona in Veneto l’accesso ai servizi sanitari?


18.7.23

CoVeSaP: Indagine sull’accesso ai servizi sanitari in Veneto

Giovedì 20 Luglio 2023, alle ore 11
Conferenza Stampa on line su Piattaforma Zoom


In occasione della seconda manifestazione regionale in difesa della sanità pubblica (Vicenza, 15 aprile 2023), il CoVeSaP, Coordinamento Veneto Sanità Pubblica, ha proposto la compilazione di un questionario per meglio comprendere come i cittadini usufruiscano delle prestazioni sanitarie di cui abbisognano. Sono state raccolte informazioni sulle modalità di prenotazione, sulle attese, sulle opzioni tra pubblico e privato, sulla soddisfazione.

Confidando nel Vostro interesse sul tema della sanità, CoVeSaP Vi invita a partecipare.

Per l’accesso a Zoom: ID riunione: 272 151 4575 - Passcode: salute

oppure direttamente con il seguente link:

https://zoom.us/j/2721514575?pwd=dVdXd2F2enhuOElEMGZ0RzViV2lNdz09

Ringraziando per l’attenzione, si porgono cordiali saluti

Per il CoVeSaP
Pietro Tosarello - Portavoce del Comitato altopolesano dei Cittadini per il San Luca
tosarello@gmail.com


(Invito inoltrato agli organi di informazione del polesine)

10.7.23

Servizi di salute mentale in Veneto, il problema non sono le risorse, ma come vengono spese


di Andrea Angelozzi

10 LUG - 

Gentile Direttore,
mentre i servizi di salute mentale si destreggiano nella carenza di risorse, gli psichiatri discutono di Legge 180/78, e gli psicologi sottolineano il bisogno psicologico, amministrazioni e politica continuano indifferenti per la propria strada.

Un esempio è quanto accade nell’ambito della grave sofferenza dei servizi di salute mentale nel Veneto, dove alcune recenti delibere sollevano non pochi interrogativi. Partiamo da una Ulss del Veneto che, a fine giugno 2023 recepisce la DGR 371/2022 e la deliberazione 89 del 16/09/2022, che indicavano la possibilità di assunzioni temporanee di personale per i DSM, utilizzando quanto stanziato con l'Intesa Stato Regioni del 28 aprile 2022 per il “rafforzamento dei Dipartimenti di Salute Mentale regionali”, di cui ci aveva puntualmente informato Quotidiano Sanità.

Un primo problema è che questi contratti scadono al 31/12/2023, in attesa di standard nazionali, che peraltro il ministero ha già indicato (vedi Quotidiano Sanità). Di fatto se il personale potrà essere assunto per due/tre mesi, per essere poi lasciato a casa, sarà un successo. I possibili motivi che spiegano questo ritardo, non cancellano la sensazione che ora questo provvedimento sia ancora meno efficace e che si sia persa la possibilità di offrire un minimo di respiro a operatori e pazienti.

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