Dal Resto del Carlino di lunedì 21 gennaio 2013
GINECOLOGI E OSTETRICHE SUL PIEDE DI GUERRA
E anche medici polesani aderiscono allo sciopero nazionale del 12 febbraio
«LA REGIONE VENETO NON HA ANCORA RESO NOTE LE SCHEDE OSPEDALIERE E DA ANNI SI LAVORA CON POCO PERSONALE»
«Prima potevamo operare cinque giorni a settimana - continua Stellin - ora siamo stati costretti a ridurli a quattro»
GINECOLOGI e ostetriche fanno sciopero anche in Polesine. La prima giornata di protesta il prossimo 12 febbraio.
Oltre al taglio dei fondi alla sanità previsti dal decreto Balduzzi, in Polesine ci sono altri motivi motivi per incrociare le braccia.
Il dottor Giancarlo Stellin, primario del reparto di ginecologia dell'ospedale di Rovigo e responsabile del centro per la fecondazione assistita di Trecenta spiega: «Innanzitutto la Regione Veneto non ha ancora reso note le schede ospedaliere (necessarie alla programmazione dei servizi ospedalieri, per capire dove e come saranno investiti i soldi, ndr) - inoltre da due anni si parla della chiusura dei punti nascite che non raggiungono i 500 parti l'anno e sembra sempre che quelli di Adria e Trecenta siano sul punto di sparire, senza contare che anni di continui tagli alla spesa sanitaria non permettono di migliorare né la sicurezza degli operatori né quella dei pazienti».
In rapporto alla pianta organica dell'Ulss 18, ad esempio, il reparto di ginecologia attualmente sta lavorando con due medici in meno e mancano anche alcune ostetriche. «Prima potevamo operare cinque giorni a settimana - continua Stellin - ora siamo stati costretti a ridurli a quattro».
Inutile chiedere al dottor Stellin se aderirà allo sciopero: «In quel periodo sarei in ferie, ma rientrerò per partecipare e spero si vada avanti a oltranza, come in Francia".
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21.1.13
"Punti nascita a rischio a Trecenta e Adria"
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