23.11.12

Il problema dei posti letto


Potrebbe non essere tale se...
Il parere di un medico dell'ospedale di Trecenta

La Dr.ssa Anna Bocchi, medico anestesista-rianimatore dell'ospedale "San Luca" di Trecenta, interviene a commento del post "Sanità: “siamo abbandonati”. Il potere delle forbici" che rimanda a un articolo di Ivan Cavicchi sul sito de Il Fatto Quotidiano.
Ecco il suo commento:
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La questione dei tagli alla sanità e la razionalizzazione della spesa sanitaria è un argomento controverso, soprattutto perché viene talvolta letta a mio parere in modo non corretto. Il problema del taglio dei posti letto per esempio è disastrosamente amplificato e distorto. Non è vero che il taglio dei posti letto per acuti  lascerà gli ammalati senza assistenza, perché molti posti letto per acuti sono purtroppo occupati da pazienti cronici o da casi sociali. In realtà verranno ridotti i posti letto per acuti soprattutto in area chirurgica, decisamente sovradimensionati (l'indice di occupazione dei letti chirurgici generali e specialistici è di circa il 30%, cioè molto bassa), e verranno sostituiti da posti di lungodegenza e riabilitazione.
Molti dei pazienti che accedono ai reparti ospedalieri, arrivano dalle case di riposo e potrebbero essere trattati all'interno della residenza che li accoglie. In parole povere, se le case di riposo avessero un medico all'interno che garantisse una continuità assistenziale e se ci fosse maggior continuità assistenziale a livello territoriale, i reparti ospedalieri non sarebbero così sovraffollati e certe scene da girone dantesco dei nostri ps non ci sarebbero più.
Gli ospedali dovrebbero essere luoghi deputati alla diagnosi e cura di patologie acute ed impegnative, le patologie croniche possono e devono essere gestite nel territorio. Perciò se si comincerà a gestire i pazienti per intensità di cura, i posti letto non mancheranno. E a differenza di quello che si dice nel Fatto Quotidiano, non è vero che le regioni non hanno idee sul come fare. Nel nuovo PSSR del Veneto sono previste strutture intermedie che dovranno gestire le patologie a bassa intensità di cura e croniche (forse non è del tutto chiaro il come il dove e il chi le gestirà).

Dr.ssa Anna Bocchi
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