Da il Gazzettino di Rovigo, giovedì 20 settembre 2012
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Schede ancora ignote
Gravano le incertezze sul modo di applicazione del piano sanitari
Ilaria Bassi
Il gruppo di "Ficarolo per il San Luca" ha offerto alla cittadinanza, alle forze sociali e politiche, l'ennesimo esempio di impegno ed attivismo a salvaguardia della sanità polesana.
Martedì sera, nella sala consiliare del Comune, si è svolto l'incontro dal tema: «Piano Socio Sanitario Regionale. Quale prospettiva per il Polesine». Alla presenza di un numeroso pubblico, sono intervenuti i segretari provinciali della Cgil Davide Benazzo e della Cisl Antonio Barbiani (assente giustificato Romano Aio, segretario Uil), i sindaci di Fiesso Umbertiano Luigia Modonesi, di Gaiba Roberto Berveglieri e di Trecenta Antonio Laruccia.
Il dibattito pubblico, particolarmente apprezzato da tutte le parti in causa, è stato condotto da Dino Chieregati in veste di moderatore e si è svolto con la partecipazione dei consiglieri comunali di maggioranza e minoranza, e del primo cittadino Fabiano Pigaiani, che ha sottolineato la «coesione dell'intera amministrazione e la disponibilità a portare avanti qualsiasi altra iniziativa promossa dal comitato».
Benazzo ha ricordato l'importanza delle schede ospedaliere territoriali, di cui tuttavia, non si ha ancora alcuna notizia. Ha poi puntato l'attenzione sui punti più critici del piano socio sanitario, come la modifica del governante dell'Ulss (il cambio del Direttore generale dopo tre anni), il problema del finanziamento che si ripercuoterà sui lavoratori già deboli o la scelta riorganizzativa ospedaliera (previsto un ospedale centrale e in rete altri presidi ospedalieri con specialità di base) che non tiene conto delle peculiarità del territorio. Secondo Barbiani, addentratosi nel tema della sanità in Polesine, «l'ospedale di Trecenta per sopravvivere deve dare risposte ad esigenze complementari».
Il sindaco Modonesi ha sollevato la questione della composizione del tavolo tecnico, formato per la gran parte dai rappresentanti Ulss e quindi poco propenso a dar peso alle istanze dei primi cittadini.
«Se non ci fosse l'ospedale di Trecenta bisognerebbe costruirlo - ha infine detto Mario Gallani, una delle anime del gruppo per il San Luca - perché un bacino d'utenza di ben 84mila abitanti rimarrebbe scoperto e privo di servizi sanitari».
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20.9.12
Ficarolo, il dibattito con sindaci e sindacati sul futuro dei San Luca
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