7.3.14

I primari contro la Regione Veneto: No alle schede ospedaliere

fonte: Il Mattino di Padova, 6 marzo 2014

Ricorso al Tar di Anpo e Ascoti-Fials Medici per annullare la delibera 2122 che prevede il taglio di 1200 posti letto e le apicalità ridotte da 864 a 767.
Se accolto, sarà un terremoto per la sanità veneta disegnata dalla giunta Zaia


VENEZIA. I primari ospedalieri trascinano la giunta regionale al cospetto dei giudici amministrativi: al Tar, infatti, Anpo e associazione sindacale Ascoti-Fials Medici chiedono di annullare la delibera 2122 del 19 novembre, sull’adeguamento delle schede ospedaliere. Quella - per intendersi - che prevede il taglio di 1200 posti letto per acuti, a fronte di una riorganizzazione dell’assistenza ospedaliera e di un aumento di quella territoriale, con la conseguente riduzione dalle attuali 864 a 767 delle “apicalità” del Veneto oggi dirette da primari, sostituite con Unità semplici, guidate da dirigenti che saranno scelti dai direttori generali e non per concorso. Così il ricorso - firmato dagli avvocati Andrea Berto e Federica Coghetto - chiede di annullare anche la delibera 2271/2013 sulla riorganizzazione delle Asl, perché «in contrasto con le norme specifiche della legislazione regionale». Se accolto, sarà un terremoto per la sanità veneta disegnata dalla giunta Zaia.
... Nel ricorso si legge così che «la Regione ha approvato schede ospedaliere che prevedono un taglio considerevole dei posti letto e delle strutture complesse», «senza attendere che la conferenza Stato-Regioni approvasse il regolamento previsto dalla legge 135/2012, per fissare standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza opedaliera». Troppa fretta, per i primari, secondo i quali «la giunta regionale si è spinta ben oltre le previsioni del piano socio sanitario, prevedendo (in maniera illogica e irrazionale) reti assolutamente non previste dal piano». Servizi a scavalco tra aziende per radiologia, laboratori, anatomia patologica, senza però stabilire regole fondamentali come «a quale azienda attribuire le risorse umane, quale sosterrebbe i costi materiali, a quale contabilizzare prestazioni e introiti», ma anche «nel caso di procedimenti civili o pernali quale struttura sarebbe responsabile». Parola al Tar: il 19 marzo Camera di Consiglio per sospendere o meno il provvedimento, in attesa della sentenza definitiva.
Leggi l'articolo di Roberta De Rossi.
Vedi anche il comunicato stampa n. 558 del 06/03/2014 dell'assessore regionale alla sanità Luca Coletto.

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