Per la prima volta negli ultimi novant'anni cala la popolazione.
Uno studio del Censis ci fornisce una chiave di lettura.
L'Istat tira le somme e pubblica il bilancio demografico del 2015. I decessi sono stati oltre 647 mila, quasi 50 mila in più rispetto al 2014. Contemporaneamente calano i nati, per un saldo naturale (differenza fra nati e morti) negativo per 161.791 unità. Bisogna risalire al biennio 1917-18, durante la prima guerra mondiale, per riscontrare valori ancora più elevati.
Le cause dell'aumento dei decessi vengono attribuite dall'Istat a due fattori: il calo della mortalità nel 2014 e il forte calo della copertura vaccinale contro l’influenza registrata nella stagione invernale 2014-2015 (vedi a pag. 5 del bilancio). Un aspetto quest'ultimo che ha a che fare con la qualità del servizio sanitario nazionale. La fascia di età più colpita dal fenomeno è quella che va dai 75 ai 95 anni che costituisce l'85% dell'eccesso dei decessi avvenuti nel 2015.
Tuttavia il tipo di documento, per sua natura, non è in grado di dare maggiori dettagli.
Una ricerca del Censis ha rilevato che nell’ultimo anno 11 milioni di italiani hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie (vedi precedente post). E' aumentata la spesa sanitaria privata da un lato e, dall'altro, l'allungamento delle liste di attesa ha costretto i pazienti a visite "private" all'interno delle strutture pubbliche. Per chi se lo può permettere ovviamente. Per 11 milioni di persone non sempre è stato possibile. (scarica il documento)
Se mettiamo assieme le due cose, il forte aumento dei decessi registrato dall'Istat e l'impossibilità, per una persona su sei, di sostenere le spese per le prestazioni sanitarie, non possiamo non vedere una relazione di causa ed effetto.
Le cause dell'aumento dei decessi individuate dall'Istat, quanti morti possono "spiegare"? Diecimila? Ventimila? Pensiamo a dieci o quindicimila morti in più per il calo vaccinale antinfluenzale: ma quanti telegiornali ci avrebbero fatto sopra? quanti giornali avrebbero riempito? E' una stima quindi molto grossolana ma immaginiamo pure che sia vera.
La domanda allora è: e gli altri trentamila morti in più a cosa sono dovuti? Alla povertà, alla mancanza di mezzi sufficienti per sostenere la sanità a pagamento? A me sembra che non ci sia altra spiegazione. Una strage. Mi auguro di essere smentito.
La percezione di una sanità pubblica sempre più appassita, razionata, al di sotto della soglia di sicurezza, è sempre più pesante. La carenza di medici, infermieri, tecnici, operatori sociosanitari, ma anche di mezzi, a tutto vantaggio della sanità privata e di quella pubblica a pagamento, è cronaca di questi giorni.
Si dia un'occhiata ai precedenti post:
Quando tremano i “pilastri” della sanità. Appello ai sindaci
Sanità veneta, peggiorano i conti. La Regione ordina la cura dimagrante
Brutto clima per gli anestesisti del “San Luca”
Terapia intensiva. "Non chiudete quel reparto: hanno ridato la vita a mio marito"
Segnalo, infine, un'interessante valutazione dei dati demografici diffusi dall'Istat da parte di neodemos: La popolazione italiana è ufficialmente in calo. Dobbiamo preoccuparcene?
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