Faccio fatica a trovare una logica nel comportamento del sindaco di Trecenta.
Il 16 febbraio approva, assieme all'intero consiglio comunale, un documento nettissimo contro i tagli ai posti letto. Ricorda la «drammatica storia dell'ospedale di Trecenta» il quale «ha subito una sistematica e continua spoliazione di risorse e servizi». Afferma che con i tagli ai posti letto previsti dalle schede ospedaliere, gli altopolesani sono «i più danneggiati del Veneto e questa è discriminazione, non riorganizzazione». E il documento, intitolato "Stato di crisi al San Luca", chiede di «bloccare immediatamente l'applicazione delle nuove schede ospedaliere» per l'ospedale di Trecenta.
Tutto logico e condivisibile, ma dura poco. Il 4 marzo, in un'intervista al Resto del Carlino, il sindaco di Trecenta cambia completamente registro e dichiara che «Le notizie che abbiamo
non sono così devastanti», esalta la funzione dell'ospedale di comunità, e che, in definitiva, c'è stato solo «molto rumore per nulla».
Io non riesco più a seguire: il "rumore" è quello che ha fatto lui stesso in consiglio comunale?
Vedi anche su questo blog: Comune di Trecenta: «bloccare immediatamente l'applicazione delle schede ospedaliere»
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