4 novembre 2008
(dal sito dell'amministrazione provinciale di Rovigo)
“Vale la pena continuare a pagare oltre 820 mila euro all’anno a cliniche private venete o extraregionali per non attivare una riabilitazione cardiologia in Polesine? Perché poi è stato chiuso il servizio sperimentale di Trecenta?”.
E’ quanto si chiede l’assessore provinciale alla Sanità Guglielmo Brusco facendo i conti sul numero delle persone “costrette ad andare lontano da casa centinaia di chilometri per le cure riabilitative e pagarsi spesso anche le spese di albergo per l’accompagnatore”. Nel 2007 – comunica l’Asl 19 di Adria - solo in cliniche private di altre regioni ci sono stati 57 ricoveri di pazienti per un totale di 974 giornate pari ad un importo complessivo di oltre 265 mila euro.
Per l’Asl 18 “i cui dati – secondo una nota del direttore Adriano Marcolongo – sono in corso di elaborazione per la relazione socio – sanitaria che verrà diffusa entro la fine dell’anno” – l’assessore Brusco è andato per similitudine ipotizzando circa 120 ricoveri per complessive 2040 giornate con 559 mila euro di costi.
“In totale – prosegue Brusco oltre 820 mila euro che vanno ai privati ed a sostegno di attività alberghiere di altre province ed al Polesine restano solo i sacrifici”.
Sulla non comunicazione dei dati da parte dell’Asl 18 Rovigo “…se li vuoi te li vai a leggere a fine anno sulla relazione…Insomma uno così anche per il poco rispetto avuto ancora una volta nei confronti della più importante istituzione polesana – conclude Brusco - prima se ne va e meglio è".
4.11.08
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