13.12.19

Casa di riposo di Badia. Il CdA non si fida dell'assessore Lanzarin e aumenta le rette


A ottobre una delegazione di familiari degli ospiti della casa di riposo di Badia Polesine strappano alcune promesse all'assessore regionale alla sanità e ai servizi sociali. L'amministrazione regionale si è impegnata ad aumentare il fondo per la non autosufficianza e a incrementare il numero delle impegnative di residenzialità, scandalosamente esigue rispetto alle esigenze. In sostanza, a venire incontro alle difficoltà economiche delle strutture pubbliche.
Ma evidentemente il consiglio di amministrazione della casa di riposo non si fida delle promesse dell'amministrazione regionale e ha mantenuto in vigore l'aumento delle rette appena deciso. Rette altissime che, oltre a mettere in difficoltà le famiglie, potrebbero aggravare la situazione finanziaria della struttura.
Con un lungo e dettagliato comunicato i familiari degli ospiti informano la cittadinanza sui motivi che causano una grave difficoltà alle famiglie e minacciano il futuro della struttura.
La decisione di aumentare le rette viene definita "iniqua, ingiusta e improponibile" e ne chiedono con determinatezza il ritiro. E concludono: "Entro il mese di Marzo del 2020 sapremo se la Regione avrà mantenuto le sue promesse. Prima di quella data auspichiamo che la delibera N° 51 del 17 Ottobre 2019 venga ritirata".
Riporto il resto integrale del comunicato e il link per scaricarlo in formato pdf.

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Comunicato del Comitato famigliare e dei famigliari

Ai famigliari della Casa del Sorriso, alle cittadine e cittadini della nostra città.


Come vi abbiamo comunicato, il 21 ottobre 2019, una delegazione dei famigliari della Casa del Sorriso è stata ricevuta dalla Dott.ssa Lanzarin; le motivazioni le conosciamo, difficoltà dell’Ente, aumento del fondo per la non autosufficienza, aumento delle impegnative di residenzialità.
Come abbiamo detto, ci sono state fatte delle proposte “speranzose” dall’Assessore ai Servizi Socio Sanitari della Regione.
Queste proposte ci sono sembrate concrete nel merito e nella sostanza. L’aumento del Fondo per la non autosufficienza, l’aumento della copertura delle impegnative di residenzialità al 90% per le strutture accreditate, una particolare attenzione per le strutture in difficoltà.
A più di un mese da quell’incontro, nella nostra casa di riposo, abbiamo osservato un graduale aumento delle impegnative residenziali, a vari livelli, che pur non avendo raggiunto la percentuale programmata, ci fa ben sperare.
Da fonti, attendibili sappiamo che questa percentuale (90%) dovrà essere raggiunta entro il prossimo marzo 2020.
Purtroppo
Con la delibera N° 51 del 17 ottobre 2019, l’attuale CDA della Casa del Sorriso, guidato dal Presidente Avv. Tommaso Zerbinati, il Vice Presidente Daniele Rossi e i consiglieri Adino Rossi, Anna Scanavacca, Carlina Valle, si è deciso di approvare, con decorrenza immediata le nuove rette di ospitalità per i nuovi ingressi di ospiti a libero mercato di € 98 al giorno per un ospite in stanza doppia e € 103 per una stanza singola.
Questa decisione scelta unilateralmente dal CDA, senza nessuna previa consultazione né con il Comitato Famigliari né con le forze sindacali, non è stata condivisa, anzi in alcune sedi è stato fatto presente quanto questa scelta sia controproducente ma soprattutto iniqua e quindi improponibile.
Controproducente, perché facciamo fatica a pensare che ci possano essere famiglie che si possano permettere una retta alberghiera pari a più di 3000 € al mese.
Che sia una struttura a 5 stelle ci sembra un po’ esagerato anche se sicuramente la professionalità degli operatori e la qualità dei servizi sono indiscutibili.
Probabilmente molte famiglie sceglieranno altre strutture meno care a parità di servizi.
Il Presidente Tommaso Zerbinati, eletto dalla giunta municipale guidata dal Sindaco Giovanni Rossi, in varie sedi ha affermato che questo aumento delle rette a 98 € in realtà si tratta di uno sconto che viene applicato all’ospite che entra in struttura senza l’impegnativa residenziale.
Questa “scontistica”, come viene chiamata, in realtà è un vero salasso per le famiglie che devono affrontare un costo così elevato.
Se invece si vuole impedire l’entrata di persone non sufficientemente abbienti rispetto a quelle con disponibilità economiche maggiore, allora lo si dica chiaramente, che si vuole creare una casa di riposo per un’elite di persone.
Con questo aumento si vuole scongiurare l’entrata di persone che non hanno già un’impegnativa residenziale. Ciò significa ridurre l’attuale numero di ospiti fino a raggiungere quelli per cui la struttura è accreditata.
Questa “soluzione” provocherebbe dei problemi a livello occupazionale ma anche per le famiglie che si troverebbero in difficoltà ad inserire il proprio caro.
Grave sarebbe se questo aumento fosse giustificato per ragioni di “cassa”, vorrebbe dire che ancora una volta, si và a chiedere ai famigliari di coprire i deficit di cassa creati in questi anni, per una o più cattive gestioni dell’Ente in questi anni.
Un'altra considerazione da fare è legata agli ospiti presenti nel nucleo SAPA (Alzheimer); al termine dei 60 giorni previsti al costo di 36 euro al giorno, si trovano ad affrontare una retta di 98 euro superiore di ben22 euro rispetto a quella precedente.
E’una proposta iniqua, perché a parità dei servizi prestati ci sarebbero degli ospiti che pagherebbero due cifre ben diverse che oscillano tra i 2350 € e i 3000 €.
Per tutte queste ragioni, pensiamo che questa delibera sia:
Iniqua, ingiusta e improponibile, chiediamo con determinatezza il suo ritiro.
Chiediamo, inoltre, che anche le attuali rette a libero mercato a 76€ al giorno, per chi è in struttura dalla data precedente alla delibera, vengano sensibilmente ridotte. Per le altre chiediamo che non vengano ulteriormente aumentate.
Crediamo fermamente che non spetti solamente ai famigliari il compito di risollevare le sorti di questo Ente, ma che spetti, alla politica, alle scelte oculate e lungimiranti, delle quali per il momento non ne vediamo né l’efficacia nè i risultati positivi.
Entro il mese di Marzo del 2020 sapremo se la Regione avrà mantenuto le sue promesse.
Prima di quella data auspichiamo che la delibera N° 51 del 17 Ottobre 2019 venga ritirata.

Badia Polesine 04/12/2019
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