E' stato diffuso in questi giorni nei comuni dell'alto polesine un ciclostilato intitolato Giù le mani dal San Luca, un titolo esplicativo per un progetto che mira a raccogliere tutte le risorse disponibili a salvare l’ospedale di Trecenta, indipendentemente dagli schieramenti e dalle appartenenze politiche.
Pubblichiamo di seguito l'intervento del dott. Massimo Lincetto, consigliere comunale di Trecenta, rappresentante dell'Associazione per la difesa del San Luca.
No ad un unico ospedale su due sedi: Trecenta non sia secondaria a RovigoRingrazio il Consigliere Comunale Michele Franchi, che s’è fatto promotore di questa campagna di sensibilizzazione ed informazione nei confronti della popolazione, sull’attuale situazione del S. Luca di Trecenta, per avermi invitato ad esprimere la mia opinione.
A lui, come a me ed ad altri amministratori, sono giunte e giungono le lamentele dei Cittadini per com’è attualmente strutturato ed organizzato il nostro ospedale. Sono le stesse persone che ci hanno delegato a rappresentarli e che l’attuale Amministrazione dell'ULSS sembra considerare così poco. Cittadini a cui dobbiamo invece dar voce e render conto. E’ evidente come il presente, ma ancor più il futuro, del S. Luca destano fondate preoccupazioni.
La mia opinione su com’è strutturata la sanità nell’Altopolesine, è nota da tempo. Le mie critiche sono iniziate ancora nel 2003, non appena s’è rivelato il piano gestionale dell’attuale Direttore Generale dott. Marcolongo. Piano poi attuato in sostanza, senza colpo ferire, nonostante le proteste di alcune figure istituzionali (poche) e grazie al silenzio di quegli amministratori (molti), che hanno troppo spesso ritenuto la materia sanitaria un tabù al di la delle loro competenze e/o capacità. Quasi un fastidio da delegare al “Tecnico” di turno. Spesso trincerandosi dietro alla realtà che ”tanto il Direttore Generale fa quello che vuole e risponde direttamente a Galan”; dimenticando che la politica è partecipazione, presa di posizione ed anche ricerca di soluzioni non codificate.
Il risultato di tutto ciò che noi oggi ci troviamo di fronte, discende dalla concezione di Marcolongo di avere: “un unico(!) ospedale su due(!) sedi”. Ciò significa, in estrema sintesi, che c’è una suddivisione dei compiti assistenziali: a Trecenta è relegata parte dell’attività programmata, mentre Rovigo copre l’acuzie (oltre a tutto il resto).
Non è un caso se tutte le strutture direttive o sono a Rovigo, o sono in procinto d’esservi trasferite. I due ospedali proclamati paritetici, hanno nella realtà peso specifico ben diverso ed evidente agli occhi di tutti noi. A Trecenta abbiamo un ospedale dove per troppe patologie si trova assistenza solo secondo l’ora od il giorno in cui si arriva. Dopo, tutti a Rovigo o dove meglio si preferisce.
Ma per Marcolongo questo non è certo un problema, tanto secondo lui (sono sempre parole del Direttore Generale) i cittadini altopolesani “sono abituati tropo bene” ed “è ora che imparino a spostarsi”.
E’ ora invece che la gente conosca queste cose, prenda posizione e si schieri anche contro quei politici locali che giustificano e sostengono l’operato di questo Direttore che tiene in poco o nullo conto la precaria viabilità esistente, l’età media avanzata della nostra gente, le sfavorevoli condizioni climatiche e la conformazione del territorio.
Non dobbiamo dimenticare mai che il S. Luca è nato lì, perché lì serviva. Ed è il risultato della riunificazione dei quattro ospedali prima esistenti in Altopolesine. Ora fattivamente vogliono toglierci anche questo? E in nome di cosa poi, forse della razionalizzazione? Una razionalizzazione che in molte province del Veneto è ancora solo sulla carta! O forse sulla base di chissà quale economia di gestione, che dall’analisi dei conti dell’ULSS 18 fatta dall’Assessore Provinciale alla Sanità (non ho letto smentite in proposito) tanto economica non pare.
O forse più semplicemente c’è dell’altro che al momento… ci sfugge.
Io e gli altri componenti il Tavolo di Lavoro, che a Trecenta opera in collaborazione con le Associazioni dei cittadini per la salvaguardia del S. Luca, abbiamo già portato nelle varie sedi istituzionali (Regione Veneto, V Commissione, Assessore alla Sanità Tosi, Comuni) questa problematica che riteniamo fondamentale ed irrinunciabile per il nostro territorio. Abbiamo raccolto le firme di protesta di oltre 5000 cittadini e ci battiamo, in modo trasversale alle varie componenti politiche, perché il S. Luca ritorni ad essere un vero ed autonomo ospedale per acuti e non una dependance di Rovigo. Se poi, all’interno della struttura, c’è spazio per delle “eccellenze” che ben vengano! Ma devono essere in aggiunta e non in sostituzione dell’operatività di base.
Attenzione! non lasciamoci abbagliare dal solito specchietto per le allodole.
L’integrità della salute è troppo importante per trascurarla. Non dimentichiamo che riguarda tutti, indistintamente dal credo e dalla fede politica, ragion per cui tutti siamo indistintamente chiamati ad impegnarci.
Solo se faremo sentire forte la nostra voce, possiamo ancora sperare di cambiare questa situazione che si consolida sempre più ogni giorno che passa.
Massimo Lincetto
consigliere comunale di Trecenta
rappresentante dell'Associazione per la difesa del San Luca.
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