8.4.07

I medici di medicina generale criticano l'ASL 18

DOCUMENTO

Riportiamo il testo della lettera con cui la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale, sezione di Rovigo, pone in evidenza una nutrita serie di problemi rilevati nella nostra Asl. Primo destinatario è ovviamente il massimo dirigente dirigente dell’Asl stessa, il direttore generale.
Si tratta di un documento molto specialistico che richiederebbe un approfondimento a scopo divulgativo. Data la rilevanza delle critiche avanzate rispetto alla gestione della sanità nel medio e nell’alto polesine abbiamo ritenuto opportuno pubblicarlo subito integralmente, con l’impegno a riportare eventuali approfondimenti in successive occasioni.

FIMMG
Federazione Italiana Medici di Medicina Generale
Sezione Provinciale di Rovigo – Via Silvestri 6, 45100 Rovigo
Tel. 0425 28426 Fax 0425 28620
Rovigo lì, 02 Aprile 2007

-AL DIRETTORE GENERALE ASL18 ROVIGO DOTTOR ADRIANO MARCOLONGO
-AL PRESIDENTE DELL’ORDINE DEI MEDICI DELLA PROVINCIA DI ROVIGO DOTTOR FRANCESCO NOCE
-AL PRESIDENTE CONFERENZA DEI SINDACI DELLA PROVINCIAA DI ROVIGO OSCAR TOSINI
-ALL’ASSESSORE ALLA SANITA’ DELLA PROVINCIA DI ROVIGO GUGLIEMO BRUSCO
-AL PRESIDENTE DEL COMITATO REGIONALE VENETO PER LA MEDICINA GENERALE
-AL SEGRETARIO REGIONALE FIMMG VENETO DOTTOR GIUSEPPE GRECO

Oggetto: criticità nella assistenza territoriale delle ASL 18 Rovigo della Regione Veneto

Il Direttivo Provinciale FIMMG, dopo valutazione approfondita e condivisa con gli iscritti
(Verbale assemblea del 28-03-2007) sull’andamento dei percorsi di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione oltre che dei progetti ed interventi assistenziali finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di salute enunciati nei Patti Aziendali per il territorio in oggetto,
RITIENE DOVEROSO EVIDENZIARE LE SEGUENTI CRITICITA’ EMERSE:
A)
La mancanza di effettiva traduzione operativa dei progetti, elaborati, discussi e condivisi, relativi a patologie rilevanti e diffuse tra la popolazione che ha determinato:
· inadeguatezza delle risposte ai bisogni emergenti di tali patologie,
· sottoutilizzo delle potenzialità clinico - gestionali dei medici di famiglia e delle forme associative esistenti,
· scarsa integrazione fra i vari servizi distrettuali ed operatori delle cure primarie,
· dubbia razionalizzazione nell’utilizzo delle risorse.
B) La mancata elaborazione o attivazione di strumenti facilitatori nella gestione dei percorsi burocratici, correlati ai processi assistenziali, che ha comportato:
· rallentamenti nell’erogazione delle prestazioni,
· ulteriori disagi ed aggravi economici ai pazienti “fragili” ed ai loro famigliari,
· utilizzo improprio e spesso afinalistico dell’organizzazione del medico di famiglia,
· una burocrazia aggressiva sulle formalità e demotivante sulla sostanza ( richiamo scritto per una confezione di lancette pungidito in più, per contro assenza di un elenco aggiornato di pazienti diabetici)
· continue carenze nella gestione dei Piani Terapeutici, nella notifica delle esenzioni per patologia, nella applicazione delle note AIFA nonostante il contributo dato dai mmg per risolvere le lacune passate ed indicare soluzioni strategiche per il futuro che non fossero di danno per il cittadino e per il sistema,
· conflittualità e sfiducia dei cittadini nei confronti del SSN e degli operatori sanitari.
C) La diffusa sensazione che manchi, in chi deve programmare e gestire la risposta alle reali necessità dell’assistenza sul territorio, la sensibilità, la consapevolezza e l’autorevolezza per:
· lo sviluppo di processi di integrazione ospedale-territorio condivisi, visibili e valutabili oltre che sostenuti da risorse adeguate per la continuità delle cure nel paziente fragile (ADI, dimissioni protette, pazienti oncologici, progetto femore ?, progetto ictus ? percorsi assistenziali preferenziali o agevolati alternativi al ricovero)
· la costruzione ed organizzazione di interventi di prevenzione efficaci, duraturi e partecipati nelle finalità e nell’attuazione da tutti gli operatori interessati.
D) La mancanza di un progetto di partnership fra l’Azienda e la Medicina Generale che si basi:
· sulla condivisione nella formulazione e programmazione delle attività assistenziali sul territorio,
· sulla valutazione ed sul monitoraggio congiunti delle attività distrettuali ai fini di rendere gli interventi assistenziali sempre più consoni ai bisogni rilevati,
· sul riconoscimento puntuale dei sott’obiettivi raggiunti nei Patti attraverso una reportistica appropriata e verificabile,
· sul rispetto e sulla valorizzazione delle funzioni degli istituti previsti e delle commissioni istituite come strumenti di crescita per la professione e per l’organizzazione delle cure primarie.

Il Direttivo rileva come tali criticità costituiscano fattori di ostacolo al perseguimento di qualità ed appropriatezza nelle assistenza socio sanitaria sul territorio e siano altresì d’impedimento per una condivisione di obiettivi di salute per i futuri Patti Aziendali.

Con osservanza.

IL DIRETTIVO PROVINCIALE
FIMMG ROVIGO

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