13.3.20

Covid-19. A proposito dell'ospedale San Luca, della terapia intensiva e degli ospedali privati convenzionati



Paolo Rizzati



Mi riallaccio alla notizia diffusa ieri (11 marzo 2020 ndr) secondo la quale il San Luca di Trecenta ospiterà le urgenze relative al Covid19 con l'attivazione di altri posti letto di terapia intensiva che potrebbero diventare, in relazione alle necessità che si dovessero prospettare, 10, o anche 15 con l'utilizzo di spazi delle sale operatorie (4 sono quelli previsti dalle schede ospedaliere approvate con la delibera della Giunta Regionale n. 614/2019).
Prima considerazione: BENE, il San Luca esce dal pesante cono d'ombra nel quale era finito dopo l'approvazione dell'ultimo Piano Socio Sanitario Regionale, è di nuovo tracciato dai radar aziendali;
Seconda considerazione: ciò premesso, il San Luca non può e non deve diventare il "lazzareto" di zaiana memoria, ma deve poter recuperare tanti dei posti letto e servizi eliminati con gli ultimi due piani socio sanitari: la sua importanza, non solo nel contesto altopolesano ma provinciale, non può essere messa in discussione!
Terza considerazione: sempre le schede di cui alla delibera di G.R. 614/2019 prevedono per le tre strutture private di Porto Viro, S.M. Maddalena e Rovigo, rispettivamente, 150 posti letto - il San Luca ne conteggia 132! - + 15 extra, 54 p.l. + 31 extra e 100 p.l. + 6 extra; il presidio bassopolesano si è visto assegnare, anche, 4 posti letto di terapia intensiva: queste strutture, che ingoiano un sacco di soldi pubblici, sono state coinvolte nella lotta al Covid19? Se si, come? Se no, perché?
Non ho sentito (mi è sfuggita?) alcuna dichiarazione dei responsabili delle cliniche private di cui sopra, sempre pronti a comparire sui media per tessere le lodi del loro insostituibile ruolo di primari attori della sanità polesana e veneta, che dicesse: signori, ci siamo anche noi! Diamo la nostra piena disponibilità in questo terribile momento per far fronte alle tante e gravi necessità!
Armiamoci e partite! A noi la polpa e a voi l'osso!
Quarta considerazione: in questi giorni è stato diffuso un documento di un'associazione di categoria - SIAARTI - dei medici che lavorano in Terapia Intensiva nel quale, in estrema sintesi, si affermava che, se i posti letto non dovessero essere sufficienti, si "raccomanda" di utilizzarli solo per coloro che hanno una maggiore aspettativa di vita (i più giovani) lasciando al loro destino i più vecchi. Una prospettiva semplicemente allucinante dal punto di vista etico ed anche giuridico - artt. 3 e 32 della Costituzione - (con quali criteri, poi? Tra un 30enne con patologie e un 70enne ancora in forma chi si sceglierà?). Ma la domanda collegata è: perché siamo arrivati a questo punto?
Non è che, al di là della indiscutibile gravità della situazione, molto di più si sarebbe potuto fare e si potrebbe fare se la sanità pubblica non fosse stata massacrata come lo è stata negli ultimi 20/25 anni? E in questo, purtroppo, Veneto docet...
Trecenta 12/03/2020

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