14.2.13

Tutti i polesani hanno gli stessi diritti, anche alla nascita

E' stata pubblicata ieri una nota dell'assessore provinciale alla sanità Guglielmo Brusco sui punti nascita polesani di Rovigo, Adria e Trecenta. Ne riporto integralmente il testo.

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Tutti i polesani hanno gli stessi diritti, anche alla nascita.
pubblicata da Guglielmo Brusco il giorno Mercoledì 13 febbraio 2013 alle ore 22.25.

Continuo a condividere le proteste e le richieste dei ginecologi e delle ostetriche italiani. Se corrispondono al vero, non condivido invece alcune affermazioni, fatte dal Dr. Giancarlo Stellin, circa il futuro dei punti nascite di Adria e Trecenta.
Queste dichiarazioni del Dr. Stellin, sono addirittura peggiorative di quanto previsto nel pessimo accordo Stato-Regioni del dicembre 2010. Tale accordo infatti, parla di “razionalizzazione/riduzione progressiva dei punti nascita con numero di parti inferiore a 1000/anno”.
Insomma, bisogna pensare a razionalizzare “progressivamente” e non dall'oggi al domani. Per assurdo, anche Rovigo non ha 1.000 parti e qualcuno potrebbe pensare: perché non tenere aperti i soli punti di Adria e Trecenta?. Al San Luca oltretutto, visti gli ampi spazi non utilizzati e strutturalmente già pronti, c’è la possibilità senza spendere molto, di mettere su uno stesso piano, servizi di Ostetricia e Ginecologia che all’Ospedale di Rovigo sono stati o sono addirittura su tre piani diversi, (a piano terra del Corpo M, gli Ambulatori Divisionali ed Ecografico, al primo piano le degenze, con la sala operatoria e la sala parto, al secondo piano la Pediatria).
Ma l’obiettivo per territori come il nostro, a bassa densità abitativa e con grandi spazi da percorrere, deve essere quello di tenere aperti tutti i punti nascite. Se il Dr. Stellin se lo ricorda, l’ULSS 18 ha un ospedale unico su due sedi e il numero complessivo di parti è superiore ai 1.200. Perciò l’Ospedale di Rovigo-Trecenta ha i numeri per andare avanti. Quello che manca certamente, sono le risorse per assumere personale in numero e qualità sufficienti e per avere la tecnologia necessaria a svolgere nella massima sicurezza il proprio lavoro.
E al Dr. Stellin chiedo, visto che coloro che fanno “carriera in punti nascite che fanno 3-400 nascite all’anno”, non possono “acquisire una professionalità tale da svolgere correttamente il loro lavoro”, di dirci in quali delle tre strutture polesane, ci sono stati in questi ultimi 2-3 anni, gli incidenti più numerosi, più pericolosi e il perché di queste difficoltà. Il tecnico dica cosa occorre. Poi il politico può agire. Ma se il tecnico, con la scusa di non fare il politico non dice pubblicamente, salvo in rare e polemiche occasioni, quello di cui ha bisogno, non fa un buon servizio alla comunità. Noi non possiamo accettare che si dica si alla chiusura dei punti nascite di Trecenta ed Adria, senza una discussione complessiva sulla sanità polesana. I cittadini alto e basso polesani non hanno meno diritti degli altri. E il Dr. Stellin sa bene che io (assessore) non ho soldi per l’assunzione di personale che manca nei suoi reparti. Però ripeto, salvo sporadiche prese di posizioni, non l’ho sentito fare con continuità e con il peso del suo prestigio, critiche a chi è responsabile di questa situazione economicamente difficile: la Regione del Veneto. Non l’ho mai sentito prendere posizione su come sono stati in sostanza usati male, solo per l’ULSS 18 e per ammissione del Direttore Generale, circa 14 milioni di euro, nel solo 2012. Soldi dati alla sanità privata e che se risparmiati potevano essere utilizzati per assumere magari anche le tre ostetriche che gli mancano. E gli ricordo che, visto che giustamente chiede una Pediatria a Trecenta, non ho sentito la sua contrarietà neanche quando nel 2003, Pediatria fu chiusa al San Luca. In più non ho sentito la sua voce levarsi, neanche quando nel 2005 sul giornalino dell’ULSS 18, riguardo il punto nascite di Trecenta si diceva: “Inizialmente eravamo preoccupati anche noi. Poi abbiamo capito che avere un anestesista sempre presente è forse meglio, l’emergenza è più gestibile. In caso di necessità scatta subito il contatto con il pediatra di Rovigo, pronto ad arrivare qui”. Era ed è d’accordo con questa affermazione, fatta da una sua autorevole collaboratrice? Insomma, alcune affermazioni come quelle attribuite al Dr. Stellin, non sono accettabili. A lui chiedo invece di dire alla politica cosa manca nell'attuale organizzazione dei punti nascite polesani. Dopo, sicuramente io potrò fare con più efficacia, la mia parte.
Rovigo, 13 febbraio 2013 Brusco Guglielmo – Assessore Provinciale alla Salute.

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