Sono state ripristinate, quasi del tutto, le forniture di materiale sanitario ai pazienti in assistenza domiciliare. Il problema si trascinava dalla metà di novembre. Ora quasi tutto è stato reintegrato; fanno eccezione alcuni integratori alimentari che non verranno più distribuiti come, ad esempio, il Fortimel in confezione da 200 ml. (costo € 3,70).
A quanto pare si è tratto quindi di una carenza di disponibilità economica di fine anno. Ma perché non dirlo? Per non fare brutta figura? Certo che anche così non mi pare che l'immagine dell'azienda Ulss 18 sia stata splendida. Meglio sarebbe stato ammettere le proprie difficoltà.
La vicenda si è dunque conclusa bene ma merita tuttavia qualche considerazione.
Sul problema, di stretta competenza della conferenza dei sindaci, il presidente della stessa non ha mosso un dito (non vedo, non sento, non parlo). Ma non si è saputo di nessun intervento da parte dei comuni dell'Ulss. Nessun sindaco e nessun assessore comunale hanno ritenuto di prendere in mano il problema. Le sole voci che abbiamo sentito sono state quelle dell'assessore provinciale alla sanità Guglielmo Brusco, Rifondazione Comunista, e quelle di Giuliana Gulmanelli e di Diego Crivellari, del Partito Democratico.
Se in occasione della chiusura del reparto di riabilitazione pneumologica dell'ospedale San Luca di Trecenta 14 consigli comunali hanno approvato documenti contrari alla decisione dell'Ulss, questa volta nessuno è intervenuto. Allora numerosi amministratori comunali hanno fatto sentire la loro voce, ora nessuna dichiarazione. Eppure la riduzione delle forniture ai pazienti in Adi è stata attuata dall'Ulss in evidente contrasto col piano locale per la domiciliarità che tutti i Comuni hanno approvato, nei rispettivi consigli, all'inizio del 2007.
Insomma, la situazione si è risolta senza che gran parte della politica locale se ne sia occupata.
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28.2.09
Assistenza domiciliare integrata: ripristinate le forniture ai pazienti
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