23.12.08

Assistenza domiciliare, non facciamoci prendere per il naso

Ogni riduzione del materiale sanitario è illegittima. Non esiste alcun elenco approvato dall’unità di valutazione multidisplinare. I medici di famiglia sono stati esclusi da ogni decisione.
Una procedura illegittima anche dal punto di vista amministrativo: nessuno ha ricevuto una comunicazione di avvio del procedimento (legge 241/1990).
Resistere, resistere, resistere.


Gli schizzettoni (siringhe da 50 o 100 cc per l’alimentazione via Peg) scarseggiano, così come altro materiale per la cura di mia moglie, in regime di Adi-Med (assistenza domiciliare integrata medicalizzata). Queste siringhe, del costo di poche decine di centesimi, sono tra il materiale che scarseggia e che, da novembre 2008, viene erogata in misura insufficiente alle famiglie che assistono i propri congiunti a casa.
Telefono all’assistenza infermieristica per anticipare la mia richiesta. Subito mi viene opposto un fantomatico elenco approvato da un indefinito ‘medico responsabile’. E’ una favoletta che non sta in piedi, per un semplice motivo: il medico di famiglia, cioè colui che ha la responsabilità più diretta della gestione del paziente in Adi, non è stato assolutamente sentito. Men che meno è stata convocata l’unità di valutazione multidisciplinare che ha, tra i propri scopi, la definizione delle cure e delle necessità domiciliari.
Pertanto, non facciamoci impressionare: l’elenco di cui ci parlano per tentare di farci digerire questa vessazione, NON HA ALCUNA VALIDITA’.

Le procedure che l’Ulss sta attuando sono irregolari anche dal punto di vista amministrativo (legge n. 241/1990). Una pubblica amministrazione, quale è l’Ulss, deve informare per iscritto, mediante una comunicazione di avvio del procedimento, ogni provvedimento che intenda attuare a carico di una persona direttamente coinvolta. E questo non è avvenuto.

La situazione è difficile. Anziché aiutarci ad assistere i nostri familiari, da un po’ di tempo a questa parte, si cerca di ostacolare, coscientemente o meno, l’attività di assistenza a domicilio.
Dobbiamo resistere! Non dobbiamo accettare questo ultimi provvedimenti. Dobbiamo continuare a informare l’opinione pubblica delle ingiustizie che si stanno compiendo.

Resistere, resistere, resistere.

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