1.8.23

Medici di famiglia: "militarizzati, vessati, esasperati, con il fiato sul collo"

Parla il  presidente dell'Ordine dei Medici della provincia di Vicenza

Quando vado dal mio medico di famiglia resto ogni volta sorpreso dalla sua abilità nell'uso del computer: digita velocissimo sulla tastiera, passa da una funzione all'altra in un battibaleno, contemporaneamente ascolta il mio problema e mi risponde a tono. Un frenetico multitask che mi lascia sbalordito. Eppure non sono proprio un novizio nell'uso del computer, li uso dal 1977 e continuo ad utilizzarli in diversi campi anche dopo il pensionamento. D'accordo non sono più giovanissimo e un po' di smalto l'ho perso, ma il mio medico è un fulmine in confronto.

Racconto questo fatterello personale perché conferma esattamente ciò che dice Michele Valente presidente dell'Ordine dei Medici della provincia di Vicenza: "Oggi (i medici, ndr) sono militarizzati, vessati, esasperati, con il fiato sul collo. C'è una burocrazia dominante. Le carte tolgono spazio alla visita, al rapporto medico-paziente".

E ancora: "I medici si trovano ingabbiati da una burocrazia irrazionale e costosa che toglie tempo alla cura. Il medico di famiglia si trova a dover fare un lavoro diverso rispetto a quello per il quale ha studiato. Per questo se ne scappano". La burocrazia li impegna per il 70% del tempo.

Amara la conclusione. "A rendere eccellente (in passato, ndr) il modello italiano è stato il vecchio medico di famiglia che basava la sua attività sul colloquio, sulla fiducia reciproca. Oggi prevalgono tecnologie, algoritmi, informatica, protocolli di decisione, ma è una medicina senz'anima, disumana".


Vedi anche l'articolo de Il Giornale di Vicenza, Sabato 29 luglio 2023

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