Parla il presidente dell'Ordine dei Medici della provincia di Vicenza
Quando vado dal mio medico di famiglia resto ogni volta sorpreso dalla sua abilità nell'uso del computer: digita velocissimo sulla tastiera, passa da una funzione all'altra in un battibaleno, contemporaneamente ascolta il mio problema e mi risponde a tono. Un frenetico multitask che mi lascia sbalordito. Eppure non sono proprio un novizio nell'uso del computer, li uso dal 1977 e continuo ad utilizzarli in diversi campi anche dopo il pensionamento. D'accordo non sono più giovanissimo e un po' di smalto l'ho perso, ma il mio medico è un fulmine in confronto.
Racconto questo fatterello personale perché conferma esattamente ciò che dice Michele Valente presidente dell'Ordine dei Medici della provincia di Vicenza: "Oggi (i medici, ndr) sono militarizzati, vessati, esasperati, con il fiato sul collo. C'è una burocrazia dominante. Le carte tolgono spazio alla visita, al rapporto medico-paziente".
E ancora: "I medici si trovano ingabbiati da una burocrazia irrazionale e costosa che toglie tempo alla cura. Il medico di famiglia si trova a dover fare un lavoro diverso rispetto a quello per il quale ha studiato. Per questo se ne scappano". La burocrazia li impegna per il 70% del tempo.
Amara la conclusione. "A rendere eccellente (in passato, ndr) il modello italiano è stato il vecchio medico di famiglia che basava la sua attività sul colloquio, sulla fiducia reciproca. Oggi prevalgono tecnologie, algoritmi, informatica, protocolli di decisione, ma è una medicina senz'anima, disumana".
Vedi anche l'articolo de Il Giornale di Vicenza, Sabato 29 luglio 2023
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