"Una buona struttura ospedaliera un tempo... ora allo sfascio totale... come tutta la sanità pubblica d'altronde..."
Commenti come questo sono ricorrenti sui social a proposito dell'ospedale di Trecenta. Purtroppo una cattiva fama non del tutto ingiustificata.
Chi governa la sanità in Veneto ha cominciato a togliere servizi all'ospedale sin dal giorno successivo all'inaugurazione. Via reparti e primari, ben prima della carenza di medici che attualmente sperimentiamo sulla nostra pelle; piano piano, senza far troppo rumore. E riduzione progressiva degli ambulatori di specialistica.
"Un ospedale su due sedi" era lo slogan lanciato dal direttore generale di quella che era all'epoca l'Ulss 18 (alto e medio Polesine, ospedali di Rovigo e Trecenta) per farci ingoiare il rospo. Bisognava "razionalizzare", "la sanità è piena di sprechi" e via di questo passo per giustificare chiusure di reparti e riduzioni dei servizi.
Poi il covid, la carenza di specialisti, la fuga di medici dal servizio sanitario nazionale, turni e condizioni di lavoro massacranti per chi resta.
Ma tutto questo non è il frutto del destino, nemmeno il covid, tutto deriva dalla pervicace volontà politica, per altro mai dichiarata, di minare il servizio sanitario nazionale, universalistico e gratuito, a favore della sanità privata.
Dobbiamo opporci, con tutte le nostre forze. E' in pericolo un diritto costituzionale essenziale, quella salute "fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività" (art. 32).
Il 15 aprile 2023 partecipiamo alla manifestazione che si terrà a Vicenza perché
SE LA SALUTE È UN DIRITTO,
LA DIFESA DELLA SANITÀ PUBBLICA È UN DOVERE!
(vedi precedente post)
Nessun commento:
Posta un commento