9.2.23

Stiamo rendendo l’accesso alle cure un privilegio di pochi

fonte: quotidianosanità.it

di Ornella Mancin

31 GEN - 

Gentile Direttore,
ha ragione il prof. Cavicchi: la sanità pubblica sta morendo sotto i nostri occhi e nessuno sta muovendo un dito perché questo non avvenga. I benzinai, i tassisti, tanto per citare alcune categorie, sono in grado di farsi ascoltare dai governi di turno; noi non ci riusciamo eppure abbiamo in mano le sorti di uno dei servizi pubblici più importanti per la popolazione.

Essenzialmente perché siamo divisi in mille rigoli difficili da ricomporre e poi perché ci hanno sempre fatto ritenere “poco etico” scioperare: non si possono bloccare i servizi sanitari perché i cittadini ne hanno bisogno e noi lavoriamo per la salute degli altri.

Ma se tutto questo rischia di finire miseramente, se la sanità pubblica finirà di essere tale se noi non ci muoviamo , non può diventare “etico” scioperare e bloccare tutti i servizi sanitari perché la politica si renda conto dell’estrema gravità della situazione?

Parigi val bene una messa!

Ci sono un sacco di motivi per incrociare le braccia:

  • un carico burocratico che sta distruggendo la professione,
  • la carenza di personale sanitario che ci costringe sia che si lavori in ospedale che si lavori nel territorio a carichi di lavoro ormai intollerabili,
  • una continua e progressiva esternalizzazione dei servizi che rende il lavoro in sanità sempre meno competente e più rischioso per la salute dei cittadini,
  • stipendi poco dignitosi a fronte di cifre esagerate elargite alle cooperative esterne che forniscono personale spesso poco qualificato,
  • l’aumento di aggressività dei pazienti che spesso frustrati nelle loro richieste esprimono il loro carico di rabbia verso chi li cura perché rappresentano l’unico “front-office” verso cui ci si può scagliare,
  • la percezione chiara che tutto ciò non interessa i decisori politici che stanno lasciando che lo sfascio si avveri.

Su tutto questo si sta abbattendo l’autonomia differenziata, come una spada di Damocle destinata a dare il colpo di grazia al nostro SSN decretando per sempre la fine.

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