19.12.18

Crisi della sanità. Parte prima, l'informazione


Tutto sommato, anche se con qualche crepa, ancora regge la leggenda del buon servizio sanitario italiano. E come un mantra ci viene ripetuto che in Veneto c'è la miglior sanità d'Italia.

Leggende e miti che si sostengono anche grazie alla pigrizia con cui l'informazione tratta l'argomento: pronta a gridare allo scandalo per qualche macroscopico caso di malasanità, trascura ciò che accade tutti i giorni, lo stillicidio che erode piano piano la qualità e la quantità dei servizi; ignora la progressiva, strisciante, privatizzazione; registra le rassicurazioni dei direttori generali delle Ulss senza verificarle poi nei fatti.

Chi segue questo blog e ciò che accade in Veneto e, in particolare, in polesine, sa che la nostra sanità è in gravissima crisi.
Il personale scarseggia, mancano infermieri, tecnici e operatori sociosanitari. I medici ospedalieri vanno in pensione e non vengono sostituiti, quelli che restano sono costretti a turni massacranti e, chi può o non ce la fa più, scappa verso le cliniche private.
Ora cominciano a scarseggiare anche i medici di famiglia o medici di base o medici di medicina generale come dir si voglia (vedi il post Incognite sull'ambulatorio di medicina di base di Castelguglielmo). Entro due o tre anni una grossa fetta di questi andrà in pensione e non si vede chi li possa sostituire perché mancano laureati specializzati.

Una sanità con l'acqua alla gola, insomma. A conferma arriva uno studio di Eurostat rilanciato da quotidianosanità.it che titola:
Spesa sanitaria. Eurostat certifica gap negativo tra Italia e i maggiori partner UE: spendiamo il 68% in meno della Germania, il 47% in meno della Francia e il 19% in meno del Regno Unito.
Per la sanità investiamo troppo poco e, per il momento, nessuno fa miracoli.

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