Lettera pubblicata sul Gazzettino, mercoledì 28 settembre 2016
Per un intervento di ernia inguinale sono stato ricoverato al Day Surgery Multidisciplinare dell'Ospedale di Trecenta. Ho incontrato personale veramente in gamba. Il reparto è molto ben organizzato, nonostante la presenza quella mattina di ben tre specialità chirurgiche, con numerosi pazienti e diverse esigenze e necessità.
Ringrazio di cuore i medici, in particolare la dottoressa Luisella Fogato per la sua professionalità e disponibilità, il personale infermieristico: Dalanda, Graziana, Claudio, Stefania, Marika, Monica, Fabiana e OSS: Enrichetta, Maria Grazia, Nadia e Savina, che hanno assistito me e tutti i pazienti con grande competenza, capacità professionale e attenzione al paziente.
Questa è la sanità che vogliamo, resa possibile dall'impegno costante di persone che credono nel loro lavoro, nonostante le difficoltà che quotidianamente devono affrontare.
Stefano Concreto
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30.9.16
27.9.16
In pensione il primario di ostetricia e ginecologia Stellin
fonte: Il Resto del Carlino, domenica 25 settembre 2016
Ha contribuito a far nascere 40mila bambini
Riporto la parte riguardante il San Luca.
....
Come lascia il suo reparto?
«L'ostetricia e la ginecologia vanno bene, abbiamo rinvigorito l'organico avendo chiuso Trecenta. Siamo un buon numero, cioè nel numero adatto alle esigenze dell'ospedale. I medici giovani sono cresciuti molto e si sono resi autosufficienti. A Trecenta il punto nascite non è stato riaperto (è stato chiuso quest'estate) e speriamo che il populismo della politica non lo voglia riaprire perché per riaprirlo servirebbero talmente tante risorse che verrebbero distolte dall'ospedale di Rovigo senza ragione. Sarebbe dannoso. Trecenta dava risposte a pochi bambini, in sei mesi ne sono nati 49. Tenere aperto un punto nascite per 49 bambini diventa rischioso».
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Ha contribuito a far nascere 40mila bambini
Senza possibilità di appello il suo giudizio sul punto nascite di Trecenta
Riporto la parte riguardante il San Luca.....
Come lascia il suo reparto?
«L'ostetricia e la ginecologia vanno bene, abbiamo rinvigorito l'organico avendo chiuso Trecenta. Siamo un buon numero, cioè nel numero adatto alle esigenze dell'ospedale. I medici giovani sono cresciuti molto e si sono resi autosufficienti. A Trecenta il punto nascite non è stato riaperto (è stato chiuso quest'estate) e speriamo che il populismo della politica non lo voglia riaprire perché per riaprirlo servirebbero talmente tante risorse che verrebbero distolte dall'ospedale di Rovigo senza ragione. Sarebbe dannoso. Trecenta dava risposte a pochi bambini, in sei mesi ne sono nati 49. Tenere aperto un punto nascite per 49 bambini diventa rischioso».
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26.9.16
San Luca cura e amore
lettera pubblicata su La Voce giovedì 22 settembre 2016 pag. 34
Che la malasanità esista è una gran
brutta verità. Ma non sempre e non dovunque. Spesso accadono episodi
che smentiscono questa realtà alimentata in parte da un radicato
pregiudizio.
Al San Luca di Trecenta, ad esempio,
capita che, una notte venga portato al pronto soccorso un uomo per un
preoccupante malore.
Capita anche che venga accolto e curato
con sollecitudine, amorevole cortesia e competenza dal personale
medico-infermieristico.
E bisogna ammettere che lo stile e la
buona qualità dell'accoglienza possono avere un'incidenza positiva
ed immediata sul benessere, soprattutto psicologico, del paziente.
Quindi è per me un obbligo morale
ringraziare pubblicamente il personale del pronto soccorso del San
Luca mettendone in luce i meriti professionali.
E voglio ricordare che se in sanità le
cose vanno male il problema va ben al di 1à di medici ed infermieri
che lavorano negli ospedali con professionalità fatica e spesso
abnegazione.
P.s: il paziente di quella notte sono
io.
Ivano Cavicchioli
Comitato altopolesano Cittadini per il
San Luca
25.9.16
Sanità: Cgil, in arrivo ticket per 60 mln con i nuovi Livelli di assistenza
Il trucco è semplice: classificare alcune prestazioni chirurgiche, finora effettuate in Day Surgery e quindi gratuitamente, come "prestazioni ambulatoriali" e quindi soggette a ticket.
L'intervento di cataratta, ad esempio, non sarà più gratuito.
fonte: ANSA, 24 settembre 2016Nuovi ticket a carico dei cittadini pari ad un totale stimato di 60 mln di euro: verranno introdotti con i nuovi Livelli di assistenza (Lea). Lo segnala la Cgil, sulla base dei dati della relazione tecnica del ministero della Salute al decreto sui Lea. Circa ''20 mln - spiega all'ANSA Stefano Cecconi, responsabile Politiche Salute Cgil - si otterranno dai nuovi ticket derivati dallo spostamento di alcune prestazioni dal regime Day Surgery a quello ambulatoriale e 40 mln dall'introduzione di nuove prestazioni ambulatoriali''.
L'intervento di cataratta, ad esempio, non sarà più gratuito.
''Sono in arrivo nuovi ticket - afferma Stefano Cecconi - e questo anche perchè, con i nuovi Lea, varie prestazioni chirurgiche finora effettuate in Day Surgery, e quindi gratuitamente, saranno trasferite in regime di prestazione ambulatoriale che implica il pagamento del ticket''. Sono prestazioni chirurgiche che vanno dalla cataratta al tunnel carpale, dall'ernia al dito a martello. Secondo ''le stime del ministero - spiega Cecconi - con i nuovi Lea si realizzeranno maggiori entrate per il Servizio sanitario nazionale pari a 60,4 mln di euro: in particolare, circa 20 mln si otterranno dai nuovi ticket derivati dallo spostamento di alcune prestazioni dal regime Day Surgery a quello ambulatoriale e 40 mln dalla introduzione di nuove prestazioni ambulatoriali nell'elenco dei Lea''.
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24.9.16
San Luca "situazione critica". Il punto nascite potrebbe non riaprire
Da RovigoOggi.it, 19 settembre 2016
OSPEDALE TRECENTA (ROVIGO) Doccia fredda sulle speranze di migliaia di famiglie. Manca il personale, la riapertura dopo il periodo estivo non è più garantita come annunciato dall'Ulss 18
L'annuncio della sospensione del servizio era arrivato a metà giugno(LEGGI ARTICOLO), con l'Ulss 18 che aveva garantito che si sarebbe trattato di un provvedimento temporaneo, alla luce della carenza di personale dovuta alle ferie estive. Ora, però, pare che il problema sia strutturale e che non ci sia davvero nessuna sicurezza sulla ripresa dell'attività a Trecenta.
Rovigo - "La situazione è critica, l'azienda Ulss 18 non ha in questo momento personale a sufficienza. E' una fase di transizione, in vista anche dell'entrata in vigore della fusione tra Ulss 18 e Ulss 19". E' estremamente chiaro, prudente e conciso il messaggio che lancia Riccardo Mantovan, referente per il Polesine per Cgil dei lavoratori del settore sanità. Non è garantita la riapertura del punto nascite dell'ospedale di Trecenta.
Questo perché il problema non sono solo le ferie del personale. Le difficoltà sono ben più strutturali e profonde. I lavoratori che dovrebbero garantire non solo l'apertura, ma anche l'assoluta sicurezza per gestanti e nascituri, sono stati dirottati altrove, almeno in parte. Per tappare altri buchi. Insomma: all'orizzonte si presenta una decisione che per l'Ulss 18 non sarà facile prendere.
Perché si deve decidere, in sostanza, tra il "campanilismo" e i servizi al territorio da un lato e la garanzia di un servizio il più sicuro possibile per li utenti dall'altro, dal momento che il parto è sempre un momento delicato, che presenta comunque rischi. Non a caso spesso, in passato, si era pensato a un solo reparto a Rovigo, che offrisse le massime garanzie. Proprio questo è il punto.
Sulla vicenda attacca anche Guglielmo Brusco, trecentano, esponente di Rifondazione Comunista, ex assessore provinciale e vicepresidente della Provincia di Rovigo, esperto in tematiche di sanità e sociale. "A Trecenta - dice - sembrava che le Tre Notti di Festa celebrate a fine agosto, fossero la premessa gioiosa alla ripresa dell’attività del locale Punto Nascite. I sindaci altopolesani, a partire da quello di Trecenta Antonio Laruccia, non davano segnali di preoccupazione, come faceva del resto gran parte della cittadinanza ormai insensibile ai pericoli che certi nostri diritti stanno correndo".
"Anche questo lunedì 19 settembre 2016, però - prosegue Brusco - a me non risulta ripresa l’attività del Punto nascite dell’ospedale altopolesano. Così mi sono chiesto: Quando succederà questa ripresa completa delle attività? Sarà stato assunto il personale che manca?". Il problema insomma esiste. E appare improbabile che sia risolto in tempi brevi.
Questo perché il problema non sono solo le ferie del personale. Le difficoltà sono ben più strutturali e profonde. I lavoratori che dovrebbero garantire non solo l'apertura, ma anche l'assoluta sicurezza per gestanti e nascituri, sono stati dirottati altrove, almeno in parte. Per tappare altri buchi. Insomma: all'orizzonte si presenta una decisione che per l'Ulss 18 non sarà facile prendere.
Perché si deve decidere, in sostanza, tra il "campanilismo" e i servizi al territorio da un lato e la garanzia di un servizio il più sicuro possibile per li utenti dall'altro, dal momento che il parto è sempre un momento delicato, che presenta comunque rischi. Non a caso spesso, in passato, si era pensato a un solo reparto a Rovigo, che offrisse le massime garanzie. Proprio questo è il punto.
Sulla vicenda attacca anche Guglielmo Brusco, trecentano, esponente di Rifondazione Comunista, ex assessore provinciale e vicepresidente della Provincia di Rovigo, esperto in tematiche di sanità e sociale. "A Trecenta - dice - sembrava che le Tre Notti di Festa celebrate a fine agosto, fossero la premessa gioiosa alla ripresa dell’attività del locale Punto Nascite. I sindaci altopolesani, a partire da quello di Trecenta Antonio Laruccia, non davano segnali di preoccupazione, come faceva del resto gran parte della cittadinanza ormai insensibile ai pericoli che certi nostri diritti stanno correndo".
"Anche questo lunedì 19 settembre 2016, però - prosegue Brusco - a me non risulta ripresa l’attività del Punto nascite dell’ospedale altopolesano. Così mi sono chiesto: Quando succederà questa ripresa completa delle attività? Sarà stato assunto il personale che manca?". Il problema insomma esiste. E appare improbabile che sia risolto in tempi brevi.
19 settembre 2016
22.9.16
Zaia: "Costretto a chiudere gli ospedali"
fonte: La Voce di Rovigo, venerdì 16 settembre 2016
Zaia contro il ventilato taglio da 1,5 miliardi alla Sanità: "Siamo allo stremo"
"Se da Roma passa questo ennesimo, ripeto ennesimo taglio, non sarà più sostenibile. Dovrò impugnare la penna e chiudere ospedali. Non ci sarà altro da fare. Chi ci ha portato a questo estremo ne risponderà alla gente". Le colpe "si cerchino fra chi ha deciso, da anni ormai, che la salute degli italiani non è una priorità".
É dura la reazione del governatore veneto, Luca Zaia, all'ipotesi di un nuovo ridimensionamento dei fondi al settore, per i miliardo e mezzo di euro, ieri smentita dal premier Matteo Renzi.
....
E "ancora peggio andrà nel 2017 e 2018 - spiegano dagli uffici della Regione - anni nei quali il Governo ha previsto altri tagli pari a 4 miliardi e 680 milioni nel 2017, e ad altri 6 miliardi e 444 milioni nel 2018. Tutto questo porterà il rapporto tra spesa sanitaria e Pil al 6,38% nel 2018, al di sotto del 6,5% indicato dall'Oms come soglia sotto la quale inizia a calare l'aspettativa di vita delle
persone".
Nel dettaglio, "i tagli per il Veneto ammontano a circa 450 milioni per il 2015-2016 (200 nel 2015 e 250 nel 2016), ad altri 350 milioni circa nel 2017, e a ulteriori 500 milioni circa nel 2018".
Scarica l'articolo completo
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Su questo è intervenuto anche l'assessore regionale alla sanità Luca Coletto: "portandoci sotto la soglia di sopravvivenza viene servito un assist meraviglioso alle assicurazioni private".
Vedi articolo di RovigoOggi.it
Zaia contro il ventilato taglio da 1,5 miliardi alla Sanità: "Siamo allo stremo"
Per il presidente del Veneto la salute dei cittadini da anni non e una priorità per il governo
"Se da Roma passa questo ennesimo, ripeto ennesimo taglio, non sarà più sostenibile. Dovrò impugnare la penna e chiudere ospedali. Non ci sarà altro da fare. Chi ci ha portato a questo estremo ne risponderà alla gente". Le colpe "si cerchino fra chi ha deciso, da anni ormai, che la salute degli italiani non è una priorità".É dura la reazione del governatore veneto, Luca Zaia, all'ipotesi di un nuovo ridimensionamento dei fondi al settore, per i miliardo e mezzo di euro, ieri smentita dal premier Matteo Renzi.
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E "ancora peggio andrà nel 2017 e 2018 - spiegano dagli uffici della Regione - anni nei quali il Governo ha previsto altri tagli pari a 4 miliardi e 680 milioni nel 2017, e ad altri 6 miliardi e 444 milioni nel 2018. Tutto questo porterà il rapporto tra spesa sanitaria e Pil al 6,38% nel 2018, al di sotto del 6,5% indicato dall'Oms come soglia sotto la quale inizia a calare l'aspettativa di vita delle
persone".
Nel dettaglio, "i tagli per il Veneto ammontano a circa 450 milioni per il 2015-2016 (200 nel 2015 e 250 nel 2016), ad altri 350 milioni circa nel 2017, e a ulteriori 500 milioni circa nel 2018".
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Su questo è intervenuto anche l'assessore regionale alla sanità Luca Coletto: "portandoci sotto la soglia di sopravvivenza viene servito un assist meraviglioso alle assicurazioni private".
Vedi articolo di RovigoOggi.it
6.9.16
Medici in appalto
fonte: Il Gazzettino, 31 agosto 2016
Negli ospedali di Rovigo e Trecenta prorogato fino a settembre il ricorso a personale “a gettone”
Il servizio di assistenza medica di supporto al pronto soccorso degli ospedali di Rovigo e di Trecenta, è stato parzialmente appaltato.
Si tamponano le emergenze con medici "a gettone" assunti da un'azienda privata: le esternalizzazioni, ormai, riguardano anche i medici delle strutture pubbliche, segno che il sistema si sta avvitando su se stesso.
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3.9.16
I problemi, e le manifestazioni che li ricordano, danno fastidio a La Voce nuova di Rovigo?
Durante la manifestazione Tre Notti a Trecenta il Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca” ha esposto alcune lenzuola (vedi precedente post) che ricordano al pubblico i problemi dell'ospedale, sempre più impoverito dalle politiche regionali.
Nessun intento di “rovinare la festa” a quanti hanno organizzato l'evento e alle persone che vi avrebbero partecipato ma l'intenzione di richiamare la necessità di tenere ben presenti i problemi della sanità in altopolesine, particolarmente colpita dalle recenti decisioni dell'Ulss.
La cosa sembra aver dato fastidio a La Voce nuova di Rovigo che, in un box a margine della notizia sulle Tre Notti, commenta acidamente: “C'è sempre qualcuno al quale non va bene ciò che si organizza in città” e accusa la portavoce del comitato, Jenny Azzolini, di aver appeso le lenzuola per dar fastidio a pubblico e organizzatori.
La Voce induce il lettore a derubricare il fatto come un'azione di disturbo, una bagatella senza importanza, del tutto trascurabile, non degna di attenzione.
Il commento de La Voce ha suscitato la lettera di protesta che il consigliere comunale di minoranza Gianpietro Panziera ha inviato al direttore del quotidiano.
Scarica la lettera di Gianpietro Panziera
1.9.16
"Infermieri e medici da premiare: non chiudete l'ospedale!"
fonte: RovigoOggi.it, 30 agosto 2016
SANITA' ALTO POLESINE (ROVIGO) L'appello di una donna che ha toccato con mano la professionalità del personale del San Luca: "In una domenica di agosto, pieni di gente, hanno fatto miracoli"
Una storia di buona sanità e un appello a non chiudere l'ospedale San Luca di Trecenta, punto di riferimento per tutto l'Alto Polesine e da anni al centro di tagli e, nell'ultimo periodo, purtroppo anche di voci relativa a una sua possibile chiusura.
Trecenta (Ro) - "In una domenica di agosto, con tantissimi accessi al pronto soccorso, per malori dovuti al caldo ma non solo, hanno fatto miracoli, mantenendo una umanità, una professionalità e una attenzione verso i pazienti davvero encomiabili". E' un apprezzamento sincero per l'operato di medici e infermieri dell'ospedale San Luca di Trecenta, quello che arriva da una donna residente in Alto Polesine. V. C., che domenica 28 agosto è andata al pronto soccorso dell'ospedale, per accompagnare la cugina che non stava bene.
Un giorno festivo, ma non una giornata facile per il personale del San Luca, visti i numerosissimi accessi al pronto soccorso, dovuti in gran parte ai numerosi malori e mancamenti provocati dal caldo. L'attesa è stata di circa sei ore, ampiamente motivate dalla situazione. "Per tutto questo tempo - spiega la polesana - medici, infermieri, volontari e ausiliari sono stati instancabili, sempre pronti all'assistenza, a una parola di conforto e a tenere sotto controllo la situazione".
Tanto che, ora, V. C. ha deciso di lanciare un appello per fare in modo che l'ospedale non venga chiuso: "Privarci di questa eccellenza - conclude - sarebbe davvero un errore".
Un giorno festivo, ma non una giornata facile per il personale del San Luca, visti i numerosissimi accessi al pronto soccorso, dovuti in gran parte ai numerosi malori e mancamenti provocati dal caldo. L'attesa è stata di circa sei ore, ampiamente motivate dalla situazione. "Per tutto questo tempo - spiega la polesana - medici, infermieri, volontari e ausiliari sono stati instancabili, sempre pronti all'assistenza, a una parola di conforto e a tenere sotto controllo la situazione".
Tanto che, ora, V. C. ha deciso di lanciare un appello per fare in modo che l'ospedale non venga chiuso: "Privarci di questa eccellenza - conclude - sarebbe davvero un errore".
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