Il caos conseguente alla riduzione del personale impegnato dall'Ulss 18 per l'esecuzione dell'esame del campo visivo ha trovato una parziale soluzione, molto parziale.
Nel post Bloccate le prenotazioni del campo visivo all'ospedale di Trecenta abbiamo dato conto della situazione di crisi creata all'ospedale di Trecenta dal blocco delle prenotazioni del campo visivo. Successivamente il problema si è esteso all'ospedale di Rovigo, vedi il post Campo visivo, bloccate le prenotazioni anche a Rovigo, dove si sono riversate tutte le nuove richieste e le liste d'attesa. A conclusione del post chiedevo: "Ma chi ha preso queste decisioni? Chi ne è responsabile? E che cosa sta facendo la direzione dell'Ulss per risolvere il problema?"
Alle prime due domande non è stata data risposta, alla terza, a quanto pare si. Per due lunedì al mese ci sarà la presenza dell'ortottista al "San Luca", in aggiunta alla presenza settimanale che era rimasta dopo la "riorganizzazione" di giugno. Ma la perdita, in termini di servizio, è netta. Questa non è una soluzione, è un espediente per dare l'illusione che qualcosa si fa. Una pezza piccina piccina.
Questo problema e altri di cui parlerò nei prossimi giorni, danno il senso di una sanità allo stremo. Incapace di trovare le risorse anche minime per far fronte a servizi essenziali. Una sanità pubblica alla canna del gas.
Eppure, a leggere i giornali, la sanità veneta è l'eccellenza d'Italia. Il Veneto sarebbe la regione numero uno, con un bilancio sanitario addirittura in attivo. Il presidente Zaia e l'assessore Coletto gonfiano il petto e, rivolti ai sani, a quelli cioè che dei servizi sanitari non hanno bisogno, affermano di aver raggiunto questo risultato, per il quarto anno consecutivo, «senza tagliare servizi indispensabili alla gente».
Nessun commento:
Posta un commento