30.1.12

Il direttore dell’Ulss 18: "Io opero con risorse certe. Il resto sono chiacchiere". Intervista al Resto del Carlino

Sul Resto del Carlino di ieri è apparsa un'intervista al direttore generale dell'Ulss 18 nella quale Adriano Marcolongo risponde alle accuse che gli sono state addossate nella riunione di venerdì 27 gennaio.
L'intervista è molto importante perché, dopo aver fatto scena muta davanti al prefetto e ai sindaci, ora il direttore generale dell'Ulss dice il suo punto di vista ed è un'opinione in aperto contrasto con quanto dichiarato dai rappresentanti della regione Veneto.
Poiché ho constatato che il link all'intervista spesso non funziona, ne riporto di seguito il testo.
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Il direttore dell’Ulss 18: "Io opero con risorse certe. Il resto sono chiacchiere"

Nel mirino Adriano Marcolongo e la sua gestione della sanità polesana


Rovigo 29 gennaio 2012 - Un intero pomeriggio di passione, stretto nella morsa delle critiche dei cittadini imbufaliti da una parte, e della Regione con in primis il segretario alla Sanità Domenico Mantoan dall’altra. Nel mirino, venerdì prima, dopo e durante l’incontro in prefettura sul futuro dell’ospedale San Luca di Trecenta, è finito Adriano Marcolongo, direttore generale dell’Ulss 18, e la sua gestione della sanità polesana.

Dottor Marcolongo, partiamo dalla fine. Si aspettava le contestazioni della gente, di fronte alla prefettura?
«Sapevo che ci sarebbe stata una protesta. La gente giustamente difende un presidio ospedaliero. Io penso però una cosa: bisogna spiegare alle persone, anche le cose antipatiche. Non bisogna illudere o fare false promesse. Succede come nel rapporto genitori e figli: io di figli ne ho quattro bambini, mi hanno fatto diverse richieste ma io gli ho detto anche qualche no. Certo, è più difficile dire qualche no piuttosto che dire sì».
Si riferisce a quello che hanno detto il dirigente Mantoan e l’assessore Coletto a proposito del San Luca che deve restare un ospedale per acuti?
«Coletto ha confermato che il San Luca è e deve restare un ospedale per acuti. Ha ragione, neppure io ho mai detto che non lo fosse. Non c’è nessun documento che smentisce questo».
Esiste però il documento da lei presentato a Mantoan il 17 gennaio scorso con la riorganizzazione degli ospedali di Trecenta e Rovigo da cui emergono una serie di tagli al San Luca.
«Si tratta di un documento di rivisione dell’offerta chirurgica sulla base delle risorse».
E quindi?
«Quindi io opero con atti e risorse certe, non con le fantasie. Tutto il resto sono chiacchiere».
Quello che le ha imposto Mantoan di dotare il San Luca dei medici e di ciò che serve per far funzionare a regime la chirurgia, che «a pagare ci pensa la Regione» secondo lei, dunque, non è realistico?
«Se il segretario dice che ci sono più risorse, che tutto è possibile...».
Lei cosa dice?
«Io avevo fatto un piano con le risorse a disposizione, circa 417 milioni di euro. Se ci sono più risorse siamo tutti più felici. Mi pare ci sia una visione piuttosto distorta dei comuni mortali: sembra che con le risorse a disposizione non assuma».
Ora cosa intende fare?
«Chiederò le risorse necessarie per assumere i chirurghi e poi vedremo».
E fino ad oggi non ha chiesto?
«Certo che ho chiesto. Avevo già chiesto risorse lo scorso anno ma non me le hanno date. E io che dovrei fare? Me lo dica lei».
Lei ha presentato nel 2008, e riproposto anche poi, un altro documento sulla ridefinizione dei tetti e del budget economico delle strutture private preaccreditate grazie alla quale si riusciva a ottenere un risparmio annuo di 14 milioni di euro. Che ne è stato?
«Quel documento viene ripresentato ogni anno. Noi non è che cambiamo idea perché i problemi sono rimasti quelli di quattro anni fa. Ognuno però deve assumere la propria parte, io penso di avere fatto la mia».


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