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Sanità veneta. Flavio Tosi getta la maschera: «largo ai privati»

Corriere del Veneto, 2 agosto 2025

Adesso il gioco è alla luce del sole, esplicito, persino rivendicato: si vuole togliere alla sanità pubblica a vantaggio del business della sanità privata convenzionata.

Flavio Tosi (Fi) aspirante candidato presidente per la destra alle prossime elezioni regionali, vuole completare il lavoro di privatizzazione della sanità che aveva cominciato, in un recente passato, come assessore alla sanità, allora in quota Lega.

Afferma: «Al cittadino interessa essere curato, non gli importa se dal pubblico o dal privato convenzionato, visto che il ticket è identico. Il prossimo governo regionale avrà una visione più liberale, il modello è la Lombardia».

Non spiega per quale motivo le cose dovrebbero funzionare meglio, e fa bene perché ogni euro distolto dalla sanità pubblica a vantaggio di quella privata convenzionata va ad alimentare la fuga di medici e infermieri che ben comprendono dove la politica regionale ci sta portando: nel privato ci saranno più soldi e migliori condizioni di lavoro e di reddito. E se ora mancano, in Veneto, 3.500 medici e 4.000 infermieri la politica di Tosi e alleati peggiorerà velocemente le cose: la sanità pubblica sarà ancora più in affanno, i turni saranno più pesanti, le ferie non assicurate. E la fuga di professionisti dal pubblico al privato continuerà, fino al collasso: questo è l'obiettivo Flavio Tosi.

C'è da sperare che i Veneti non si facciano stordire, ancora una volta, dalla lagna sull'immigrazione e che pensino invece a com'era la sanità regionale prima della "cura" Zaia. Quindici anni fa non si parlava di liste d'attesa, non esisteva nemmeno l'espressione "liste d'attesa", ora non c'è famiglia che non le abbia amaramente sperimentate. Per lo meno quando ottieni un appuntamento! Già perché, in molti casi, la risposta del Cup è "non abbiamo, agende" o "per il momento non c'è posto, torni la prossima settimana". E questa è una violazione della legge nazionale - le agende non possono essere chiuse se non per un massimo di 24 ore e solo per motivi tecnici - e persino di quella regionale. Ma il cittadino/elettore non lo sa e l'amministrazione regionale ne approfitta.

E' ORA DI CAMBIARE!


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