19.3.19

Nel Polesine, periferia degradata del Veneto


Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini,Via Matteotti 82 45027 Trecenta (Ro) Tel. 0425701126 –Cell.3473490340
sito internet: http://ospedaletrecenta.blogspot.it/

Data, 19 marzo 2019

Nel Polesine, periferia degradata del Veneto

1. Il fatto che nell’ospedale pubblico trecentano, si sia raggiunto il record di 14 posti letto bis (e non solo per il picco influenzale!!!) conferma che tra Pronto Soccorso – Medicina – Lungodegenza,  non sempre si riesce a dare accoglienza e cura ai tanti pazienti di una popolazione anziana come quella altopolesana.
Perché al San Luca, la direzione generale ha tagliato tanti posti letto soprattutto nell’Area Medica.
Senza che i sindaci abbiano (molto) protestato.
Piccola considerazione: il punto nascite è stato chiuso in altopolesine perché la popolazione è anziana, dice la regione Veneto.
Ma se la popolazione è anziana, perché a medicina - lungodegenza sono stati tolti posti letto?

2. Nell’ospedale di comunità non si è mai concretizzata la possibilità (come dice il precedente piano socio-sanitario) di offrire al paziente la degenza superiore a 1 mese, con partecipazione economica. Perché?

3. Pronto Soccorso, promessa ufficiale del dg.(lo scorso anno in consiglio comunale aperto, a Trecenta): una nuova sala d’attesa e due camere di astanteria. Fatta SOLTANTO la nuova sala d’attesa (quindi letti bis in astanteria).

4. Lunghe liste d’attesa: si scarica la responsabilità sui medici di famiglia,quando si sa che i veri motivi sono altri.
Ora la legge del 1998 è riproposta (come novità) e un limite massimo viene fissato anche per le prestazioni programmate.
Come facciamo a crederci?

5. PREVENZIONE (la chiamano così...):per screening mammario tempi lunghi per refertare. Mesi! anche in casi problematici.
Perché certi medici in servizio (ottimi per i pazienti) non possono refertare e i medici pensionati  sì?
E chi deve sottoporsi ad ulteriori controlli deve attendere sperando di non avere un male da intervento rapido.

6. ZAIA è costretto a denunciare una fuga numericamente consistente di personale medico qualificato. Dal pubblico al privato.
Il governatore vuol sembrare preoccupato ma evita di assumersi la sua (grossa) fetta di responsabilità. Insieme ai suoi devoti ed obbedienti direttori generali.
Perché sa bene che il personale è pagato poco e soprattutto ha spesso un orario di servizio pesante; anche la reperibilità notturna, magari con turno regolare il giorno dopo.
Quindi perché fingere di stupirsi di conseguenze sgradevoli ma ampiamente prevedibili?

7. Le difficoltà quotidiane, gli spostamenti abbastanza ripetuti di appuntamenti, la mancanza di informazione precisa, la dislocazione variabile di ambulatori ci portano a una conclusione: forse sarebbe il caso di definire un calendario che preveda anche la frequenza e la collocazione degli ambulatori.
Chiaro - preciso - facilmente comprensibile.
Per tutti e 3 gli ospedali pubblici: Rovigo - Adria - Trecenta.

Ora, le nuove schede ospedaliere che dicono l’ospedale di Rovigo Hub provinciale,  definiscono l’ospedale di Trecenta "ospedale in zona disagiata". (Alibi per giustificare l’impoverimento / scadimento?)
Per l’ospedale di Adria è prevista la richiesta di deroga per il punto nascita. (repetita NON iuvant).

Non son chiusi ospedali, per ora sopravvivono, ma si continua a svuotarli senza investire in tecnologia e in personale qualificato.

I comuni cittadini altopolesani sentono di essere considerati una categoria inferiore. Sensazione giustifica dai piccoli-grandi eventi sanitari di ogni giorno.

Ma il problema, evidentemente, non tocca da vicino i sindaci dell’Altopolesine.

Per il Comitato Altopolesano - Jenny Azzolini Rossi.

1 commento:

la contessa bionda ha detto...

confermo i lunghi tempi di attesa x il referto della mammografia (quasi 3 mesi) e poi visto il referto dubbio, mi è toccato andare a Rovigo per l'ecografia..nonostante a Trecenta ci siano ottimi medici...