Comitato
altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso
Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel.
0425701126 – Cell. 3473490340
sito
internet: http://ospedaletrecenta.blogspot.it/
Data,
10 dicembre 2016
Il
muro di gomma
Il 13 dicembre nuova riunione della conferenza dei sindaci dell'Ulss. Senza riscontro l'offerta di collaborazione del Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca.
L'Ulss è intenzionata a sostituire posti letto di lungodegenza, già ora insufficienti, con posti di Ospedale di comunità, a bassa assistenza medica e soggetti al pagamento di ticket.
Si continua a deprimere la sanità pubblica mentre viene ampiamente finanziata quella privata.
Dopo il fallimento delle visite notturne un altro spot pubblicitario: la prenotazione di visite presso le farmacie. Fumo negli occhi per nascondere i problemi veri: ovunque manca personale, a Trecenta come a Rovigo.
Martedì
22 novembre il Comitato Altopolesano dei cittadini per il San Luca
era presente alla Conferenza dei Sindaci in cui venne proposta dalla
Direzione Generale dell’Ulss 18 un'ipotesi di rilancio dal San
Luca.
Solo
un’ipotesi, per fortuna, perché prospetta ancora tagli.
Abbiamo
chiesto ai Sindaci un’assunzione di responsabilità e di impegno
per fronteggiare, insieme a noi, e a tutti coloro che sono animati da
vera passione civile, l’ormai endemica emergenza ospedaliera
altopolesana.
Soprattutto
dopo la disponibilità (verbale) dell’assessore Coletto ad
accettare proposte avanzate dalla Conferenza dei Sindaci.
Il
Comitato Altopolesano si è dichiarato disponibile nei confronti di
ciascun Comune della nostra Ulss ad illustrare la situazione
effettiva dell'ospedale, le notizie raccolte, i motivi per cui
occorre salvare tutti i posti letto esistenti per una sufficiente
funzionalità del “San Luca”.
Fra
pochi giorni ci sarà una nuova Conferenza dei Sindaci per parlare
dell’ospedale.
Le
nostre riflessioni, le preoccupazioni, le proposte che abbiamo
inviato ai Sindaci ed ai mezzi di informazione hanno trovato soltanto
uno stringato avviso di ricevimento. Solo perché avevamo richiesto
almeno questo riscontro.
Non
diciamo niente di nuovo ricordando che il San Luca, nonostante il
nome propiziatorio, continua ad essere in sofferenza e niente fa
pensare ad un suo rilancio come ospedale per acuti. Anzi nuovi
pesanti tagli potrebbero presto arrivare per far posto ai letti di
Comunità.
Come
si può accettare che tali letti siano usati per sostituire posti
dell’area medica (Lungodegenza), finora utilizzati addirittura
anche oltre il 113%?
Invece
di avere più posti letto in Area medica acuta e post acuta, il San
Luca rischia un nuovo impoverimento, nonostante la sua capacità di
ospitare senza grandi spese strutturali molti più servizi sanitari
di quelli attuali.
Non
si possono risolvere i problemi con furbesche acrobazie o giochi di
prestigio, mentre la Regione aggiunge posti letto al privato e li
toglie agli ospedali pubblici, e paga i privati per prestazioni che
il servizio pubblico potrebbe offrire (meglio) in proprio.
Per
capire come si procede nelle decisioni regionali, ricordiamo che la
sanità pubblica nella Bassa Padovana non ha visto tagli e
impoverimento dei servizi come l’Alto Polesine. Anzi con le schede
ospedaliere Monselice si è trovato più posti letto di prima. Tanto
che il sindaco commentava così: ”… la scheda approvata dalla
Giunta regionale coincide al 100 per cento con le richieste della
conferenza dei sindaci”.
C’è
anche nell’Alto Polesine una Conferenza dei Sindaci, ma c’è pure
una buona parte della popolazione i cui atteggiamenti oscillano fra
l’indifferenza ed una permissiva apatia.
Abbiamo
letto più volte in questi giorni, con interesse, dell’opportunità
concessa a chi ha problemi di salute: può fissare visite (perfino!)
nelle farmacie. Continua la scelta di iniziative che sono solo spot,
come la trovata delle visite di notte che, senza centrare
l’obiettivo, è costata ai Veneti, in un anno, 7 milioni di euro e
molte ULSS per aprire gli ambulatori di notte li hanno chiusi di
giorno.
Cosa
si vuole ancora?
A
questo punto l’esperienza delle persone comuni dotate di discreto
ingegno e di apprezzabile buona volontà suggerisce di ricercare
soluzioni razionali del problema, soluzioni che siano rapidamente
applicabili con le risorse economiche disponibili, ma soprattutto
tenendo presente l’obiettivo più importante che è la rapidità e
l’efficacia della cura per il malato.
Quindi
una sanità di buona qualità PER TUTTI, non discriminante (buona e
rapida per chi può pagarsi il servizio privato, lunghissima quindi
non più buona per gli altri) e non frutto di una selezione
classista.
Un
documento ufficiale dell'azienda sanitaria di Rovigo e dell'Alto
Polesine dice che mancano 299 dipendenti, la pianta organica è
quindi assolutamente inadeguata.
Il
problema appuntamenti non è quindi legato al servizio CUP degli
ospedali, ma alla lunghezza poco tollerabile delle liste d’attesa
la cui causa principale è appunto la mancanza di personale (medici,
infermieri, tecnici)
La
situazione è stata denunciata più volte da noi e da altre parti con
motivazioni serie e dettagliate. Non sono mai state smentite le prese
di posizione piuttosto pesanti al riguardo, nessuno ha avanzato
correzioni, né da Rovigo, né da Venezia, e il Veneto resta la
Regione con meno medici, i primari non vengono sostituiti e mancano
infermieri.
Temiamo
di trovarci di fronte ad un muro di gomma: la Regione, consumate
tutte le proprie scuse, si arrocca nel palazzotto blindato del suo
potere.
E
la situazione la dice lunga sul rapporto reale esistente tra la gente
comune e chi si riempie soltanto la bocca della parola “popolo”.
Per
il Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca
La
portavoce - Jenny Azzolini
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