Comitato
altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso
Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel.
0425701126 – Cell. 3473490340
sito
internet: http://ospedaletrecenta.blogspot.it/
Data,
29 aprile 2016
Sanità
Forse
resistere serve ancora
Il
Comitato incontra il Dg dell'Ulss 18
Consegnata una lista dei problemi del “San Luca” e dell'Adi
In
materia di salute la cosiddetta razionalizzazione in Italia è ormai
molto simile al razionamento, e non è garantito che eventuali
risparmi possano essere reinvestiti nella sanità. Tanto che c’è
chi avanza l’ipotesi che la sanità sia un pozzo da cui attingere
risorse per fare altro.
Negli
ospedali dell’Ulss 18, ad esempio, gli amministratori finora, per
ridurre il deficit, non hanno acquistato/rinnovato tecnologie. Molti
strumenti indispensabili risalgono all’anno di apertura
dell'ospedale. Gli apparecchi radiologici portatili sono talmente
vecchi da non avere più pezzi di ricambio; i respiratori della
terapia intensiva di Trecenta sono datati 1998, anno in cui è stata
aperta ...
Inoltre
le carenze di organico sono talmente gravi da causare problemi
insormontabili in diversi settori: la
carenza di anestesisti potrebbe creare il presupposto per la chiusura
delle sale operatorie e della terapia intensiva di Trecenta e la
riduzione dell’attività chirurgica a Rovigo.
Il
22 aprile abbiamo incontrato il direttore generale dottor
Compostella.
Gli
abbiamo lasciato un promemoria con queste ed altre criticità del San
Luca: 1) lunghe attese all’accettazione del punto prelievi; 2)
servizio ambulatoriale ridotto, soprattutto il pomeriggio; 3)
servizio di terapia antalgica
ridotto a 2 giorni la settimana + 1 per visite; 4) insufficiente
servizio Reumatologico; 5) liste lunghissime del servizio Fisiatrico
(a volte è addirittura interrotto il percorso terapeutico in atto di
pazienti esterni per rinforzare il servizio di neuro riabilitazione;
6) la PMA (procreazione
medicalmente assistita) lavora 1 sola settimana al mese (nonostante
la lunga lista di attese) per la mancata assunzione delle 2 biologhe
necessarie, mentre 7) il reparto di Ginecologia Ostetricia da qualche
tempo non ha letti occupati perché le indicazioni date dalla
commissione regionale sono molto restrittive sulla tipologia di
gravide che possono partorire a Trecenta.
La
lista lasciata al Direttore Generale non trascura il problema dello
scompenso tra i tempi di controllo indicati dagli specialisti e gli
appuntamenti dati al CUP; le dimissioni con necessità di controllo
ADI che non collimano con la disponibilità in calendario del
servizio domiciliare; la necessità di stabilizzare il personale a
Biologia Molecolare per poter evitare sprechi.
TRECENTAMED
(gruppo di sei medici di base): è ancora lontano il raggiungimento
dell’obiettivo di adattare il più possibile le strutture sul
territorio alle esigenze dei pazienti e di sgravare gli ospedali da
alcuni compiti nonostante l’avviamento del servizio.
Al
dottor Compostella abbiamo consegnato anche una lista delle
problematicità relative all’assistenza domiciliare integrata
(ADI).
La
finalità dell'ADI sarebbe quella di assicurare sul territorio
un'assistenza paragonabile a quella ospedaliera, con costi per il
sistema sanitario di gran lunga inferiori al ricovero.
Il
nuovo Pssr (piano socio-sanitario regionale) prevede di ridurre i
posti letto migliorando i servizi territoriali: i posti letto sono
stati tagliati, ma sull'assistenza domiciliare non abbiamo visto
alcun miglioramento. Pare anzi che si studi come complicare la vita
dei pazienti.
Ci
sono problemi per i prelievi: con una procedura del tutto illegittima
per una pubblica amministrazione (art. 1, comma 2 della legge
241/1990) i tempi per un prelievo a domicilio arrivano normalmente a
12-13 giorni.
Macchinosi
i tempi di fornitura dei farmaci, come quelli per ottenere presidi,
anche quando la necessità è evidente.
Ora
pare che l’urgenza sia soprattutto la
fusione tra Ulss 18 e Ulss 19 che
si dice pensata e realizzata per ridurre i costi di apparato,
burocratici e amministrativi, e liberare risorse da destinare ai
servizi per i cittadini;
ma, ricordando cosa accadde quando si unirono le due aziende del
Medio e dell'Alto Polesine, c’è chi dice che "Non
è detto che gli accorpamenti delle Ulss facciano risparmiare".
E propone di ridurre
i soldi ai privati.
Infine
un dubbio: cosa vorrà dire l’espressione sfuggita (?)
all’assessore Corazzari “l’ospedale
di Adria non sarà un San Luca bis”?
Noi
ci sforziamo di credere (per ora) a quanto affermato dal dg, secondo
cui “il San Luca avrà il suo ruolo nell’Azienda Unica come punto
di riferimento dell’Alto Polesine”.
Durante
il colloquio ha ricordato ripetutamente i limiti imposti dal
ministero e dalla programmazione regionale.
L’esperienza
acquisita in (molti) anni di impegno ci insegna ad avere una fiducia
limitata. Perciò attendiamo i fatti.
Ma
nell’attesa non siamo sereni.
Per
il Comitato
la
portavoce – prof. Jenny Azzolini
-------
Scarica articolo del Gazzettino, domenica 1 maggio 2016
Ne ha parlato anche RovigoOggi.it il 3 maggio 2016, "Negli ospedali apparecchi vecchi di vent'anni"
Ne ha parlato anche RovigoOggi.it il 3 maggio 2016, "Negli ospedali apparecchi vecchi di vent'anni"
Nessun commento:
Posta un commento