2.5.16

Il Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca" incontra il Dg dell'Ulss 18


Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340
Data, 29 aprile 2016

Sanità

Forse resistere serve ancora

Il Comitato incontra il Dg dell'Ulss 18

Consegnata una lista dei problemi del “San Luca” e dell'Adi


In materia di salute la cosiddetta razionalizzazione in Italia è ormai molto simile al razionamento, e non è garantito che eventuali risparmi possano essere reinvestiti nella sanità. Tanto che c’è chi avanza l’ipotesi che la sanità sia un pozzo da cui attingere risorse per fare altro.
Negli ospedali dell’Ulss 18, ad esempio, gli amministratori finora, per ridurre il deficit, non hanno acquistato/rinnovato tecnologie. Molti strumenti indispensabili risalgono all’anno di apertura dell'ospedale. Gli apparecchi radiologici portatili sono talmente vecchi da non avere più pezzi di ricambio; i respiratori della terapia intensiva di Trecenta sono datati 1998, anno in cui è stata aperta ...
Inoltre le carenze di organico sono talmente gravi da causare problemi insormontabili in diversi settori: la carenza di anestesisti potrebbe creare il presupposto per la chiusura delle sale operatorie e della terapia intensiva di Trecenta e la riduzione dell’attività chirurgica a Rovigo.
Il 22 aprile abbiamo incontrato il direttore generale dottor Compostella.
Gli abbiamo lasciato un promemoria con queste ed altre criticità del San Luca: 1) lunghe attese all’accettazione del punto prelievi; 2) servizio ambulatoriale ridotto, soprattutto il pomeriggio; 3) servizio di terapia antalgica ridotto a 2 giorni la settimana + 1 per visite; 4) insufficiente servizio Reumatologico; 5) liste lunghissime del servizio Fisiatrico (a volte è addirittura interrotto il percorso terapeutico in atto di pazienti esterni per rinforzare il servizio di neuro riabilitazione; 6) la PMA (procreazione medicalmente assistita) lavora 1 sola settimana al mese (nonostante la lunga lista di attese) per la mancata assunzione delle 2 biologhe necessarie, mentre 7) il reparto di Ginecologia Ostetricia da qualche tempo non ha letti occupati perché le indicazioni date dalla commissione regionale sono molto restrittive sulla tipologia di gravide che possono partorire a Trecenta.
La lista lasciata al Direttore Generale non trascura il problema dello scompenso tra i tempi di controllo indicati dagli specialisti e gli appuntamenti dati al CUP; le dimissioni con necessità di controllo ADI che non collimano con la disponibilità in calendario del servizio domiciliare; la necessità di stabilizzare il personale a Biologia Molecolare per poter evitare sprechi.
TRECENTAMED (gruppo di sei medici di base): è ancora lontano il raggiungimento dell’obiettivo di adattare il più possibile le strutture sul territorio alle esigenze dei pazienti e di sgravare gli ospedali da alcuni compiti nonostante l’avviamento del servizio.
Al dottor Compostella abbiamo consegnato anche una lista delle problematicità relative all’assistenza domiciliare integrata (ADI).
La finalità dell'ADI sarebbe quella di assicurare sul territorio un'assistenza paragonabile a quella ospedaliera, con costi per il sistema sanitario di gran lunga inferiori al ricovero.
Il nuovo Pssr (piano socio-sanitario regionale) prevede di ridurre i posti letto migliorando i servizi territoriali: i posti letto sono stati tagliati, ma sull'assistenza domiciliare non abbiamo visto alcun miglioramento. Pare anzi che si studi come complicare la vita dei pazienti.
Ci sono problemi per i prelievi: con una procedura del tutto illegittima per una pubblica amministrazione (art. 1, comma 2 della legge 241/1990) i tempi per un prelievo a domicilio arrivano normalmente a 12-13 giorni.
Macchinosi i tempi di fornitura dei farmaci, come quelli per ottenere presidi, anche quando la necessità è evidente.
Ora pare che l’urgenza sia soprattutto la fusione tra Ulss 18 e Ulss 19 che si dice pensata e realizzata per ridurre i costi di apparato, burocratici e amministrativi, e liberare risorse da destinare ai servizi per i cittadini; ma, ricordando cosa accadde quando si unirono le due aziende del Medio e dell'Alto Polesine, c’è chi dice che "Non è detto che gli accorpamenti delle Ulss facciano risparmiare". E propone di ridurre i soldi ai privati.
Infine un dubbio: cosa vorrà dire l’espressione sfuggita (?) all’assessore Corazzari “l’ospedale di Adria non sarà un San Luca bis”?
Noi ci sforziamo di credere (per ora) a quanto affermato dal dg, secondo cui “il San Luca avrà il suo ruolo nell’Azienda Unica come punto di riferimento dell’Alto Polesine”.
Durante il colloquio ha ricordato ripetutamente i limiti imposti dal ministero e dalla programmazione regionale.
L’esperienza acquisita in (molti) anni di impegno ci insegna ad avere una fiducia limitata. Perciò attendiamo i fatti.
Ma nell’attesa non siamo sereni.

Per il Comitato
la portavoce – prof. Jenny Azzolini

-------
Scarica articolo del Gazzettino, domenica 1 maggio 2016
Ne ha parlato anche RovigoOggi.it il 3 maggio 2016, "Negli ospedali apparecchi vecchi di vent'anni"

Nessun commento: