Fonte: Il Mattino di Padova, 30 luglio 2023
Agenas ha analizzato i dati dal 2018 al 2022: mancano all’appello 39 milioni. Barutta (Anaao Assomed): «C’è chi deve rinunciare perché non ha soldi»
ENRICO FERRO
Salvare l'ospedale di Trecenta è lo scopo delle pagine che stai leggendo. Nell'ottobre del 2006 il reparto di riabilitazione pneumologica è stato chiuso. L'ospedale San Luca, prima e dopo quell'evento, ha subito altri colpi.
Fonte: Il Mattino di Padova, 30 luglio 2023
Agenas ha analizzato i dati dal 2018 al 2022: mancano all’appello 39 milioni. Barutta (Anaao Assomed): «C’è chi deve rinunciare perché non ha soldi»
ENRICO FERRO
fonte: quotidianosanita.it
01 AGO -
Vogliamo mantenere in piedi l'attuale Sistema sanitario nazionale o siamo pronti a modifiche drastiche? E, prima di addentrarci in questa seconda ipotesi, abbiamo chiari in mente i costi che dovremmo sostenere per curarci privatamente se non esistesse un servizio sanitario pubblico universalistico? A porsi queste domande e 'presentare i conti' di ricoveri, interventi chirurgici e check up è l'Anaao Assomed.
"Siamo in una fase rischiosa per la tutela del diritto alla salute e le cause hanno radici antiche moltiplicatesi nel tempo: il cronico insufficiente finanziamento pubblico del servizio sanitario nazionale che ci qualifica come “il primo dei paesi poveri “paragonabile a Grecia e Romania; l’autonomia differenziata, l’eccessiva frammentazione regionale e territoriale che subordina il diritto alla salute alla residenza, causando drammatiche differenze di aspettativa di vita e degradanti viaggi della speranza; la mancanza di riforme organiche nazionali del servizio sanitario che innovando e aggiornando tengano il passo con le straordinarie novità scientifiche e tecnologiche di cui disponiamo, affrontando i cambiamenti demografici e sociali in cui siamo immersi. Per non parlare di Covid e post Covid con tutte le conseguenze sanitarie, sociali economiche. A questo si aggiungono la carenza di personale, l’incremento vertiginoso dei costi di tutte le attività sanitarie", spiega Anaao.
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Quando vado dal mio medico di famiglia resto ogni volta sorpreso dalla sua abilità nell'uso del computer: digita velocissimo sulla tastiera, passa da una funzione all'altra in un battibaleno, contemporaneamente ascolta il mio problema e mi risponde a tono. Un frenetico multitask che mi lascia sbalordito. Eppure non sono proprio un novizio nell'uso del computer, li uso dal 1977 e continuo ad utilizzarli in diversi campi anche dopo il pensionamento. D'accordo non sono più giovanissimo e un po' di smalto l'ho perso, ma il mio medico è un fulmine in confronto.
Racconto questo fatterello personale perché conferma esattamente ciò che dice Michele Valente presidente dell'Ordine dei Medici della provincia di Vicenza: "Oggi (i medici, ndr) sono militarizzati, vessati, esasperati, con il fiato sul collo. C'è una burocrazia dominante. Le carte tolgono spazio alla visita, al rapporto medico-paziente".
E ancora: "I medici si trovano ingabbiati da una burocrazia irrazionale e costosa che toglie tempo alla cura. Il medico di famiglia si trova a dover fare un lavoro diverso rispetto a quello per il quale ha studiato. Per questo se ne scappano". La burocrazia li impegna per il 70% del tempo.
Amara la conclusione. "A rendere eccellente (in passato, ndr) il modello italiano è stato il vecchio medico di famiglia che basava la sua attività sul colloquio, sulla fiducia reciproca. Oggi prevalgono tecnologie, algoritmi, informatica, protocolli di decisione, ma è una medicina senz'anima, disumana".
Vedi anche l'articolo de Il Giornale di Vicenza, Sabato 29 luglio 2023
di Mariapina Rizzo
01 AGO - Gentile Direttore,
dopo aver letto la comunicazione della Dottoressa Maria Bianco Direttore UOC Psichiatria Distretti Venezia- Chioggia su “L’importanza del Linguaggio nella comunicazione sui temi della salute mentale” apparsa su Quotidiano Sanità, ci sentiamo in qualche modo chiamati a dare un contributo alla discussione e dare anche una risposta alle sue esortazioni.
Sicuramente in ogni ambito è importante usare un linguaggio appropriato, parlare di Salute Mentale è poi difficile perché è un tema su cui da secoli gravano pregiudizi ed ostracismi dettati dalla paura da una parte ma anche dalla “coercizione alla norma”, strumento usato da sempre da chi detiene il potere per “normalizzare” e contenere le voci di chi è critico verso un certo assetto sociale. Crediamo non sia superfluo ricordare gli scritti di Foucault su questi argomenti e tutta la letteratura sulle Istituzioni totali.
Sorge quindi la necessità per chi è critico verso una determinata organizzazione sociale e politica, e noi sicuramente lo siamo verso l’attuale organizzazione del Servizio Sanitario Pubblico in Veneto e in Italia, di denunciare quanto accade cercando di essere il più circostanziato e preciso possibile.
Nella triste vicenda del ragazzo tredicenne ricoverato presso il SPDC di Chioggia crediamo sia inevitabile constare almeno due grossi fallimenti:
- l’aver dovuto ricoverare il ragazzo ovvero non essere riusciti a trattare la sua patologia, sicuramente grave, in un ambiente più adeguato e vicino al suo ambito familiare come dovrebbe essere;
- aver dovuto ricorrere per il ricovero al SPDC per adulti, un Servizio certamente non pensato ed organizzato per accogliere ragazzi con questi problemi bensì adulti con patologie ben diverse.
Pur essendo sicuri che tutti gli operatori abbiano dato il massimo e si siano adoperati il più possibile per assicurare comunque un trattamento adeguato, riteniamo che questa soluzione sia non solo sbagliata terapeuticamente, non saremo certo noi comuni cittadini a ricordare l’importanza del “setting” ovvero del luogo e dell’ambiente in cui avviene la terapia e come questo sia già terapia in sé, ma anche scandalosa.
Lo scandalo è evidente poiché da molti anni le Schede Ospedaliere della Regione Veneto prevedono posti letto per il ricovero dei minori con problemi psichici, da moltissimi anni è stata segnalata la necessità di strutture e servizi specifici per le patologie dell’età evolutiva ma a tutt’oggi questi sono del tutto carenti nelle AULSS della nostra Regione. Bisogna ricordare ancora una volta che la nostra Regione è penultima in Italia nella la spesa per la Salute Mentale?
Per questo motivo è partita la protesta, dando voce anche alla sofferenza dei familiari del ragazzo, che vivono quotidianamente insieme a lui il dolore di questa gravissima situazione.
Ma la protesta di noi cittadini intende dar voce anche alle grandissime difficoltà in cui versano gli operatori sanitari, costretti, come in questo caso, a sopperire con il loro sacrificio e abnegazione alle gravissime carenze della Organizzazione Sanitaria, alle mancanze ormai pluridecennali della Regione Veneto nella tutela della Salute Mentale dei suoi abitanti, siano essi adulti o ancora peggio ragazzi nel pieno dell’età evolutiva.
Per questi motivi abbiamo denunciato quanto sta accadendo presso il SPDC di Chioggia, se i termini usati sono sembrati esagerati ci dispiace , ma ci pare che abbiano avuto l’indubbio merito di sollevare il problema che è gravissimo e di averlo portato all’attenzione dei media stimolando così l’avvio se non di soluzioni almeno di interventi urgenti ed essenziali.
Mariapina Rizzo
Coordinamento Veneto Sanità Pubblica
01 agosto 2023
Scarica il modulo con cui richiedere la consegna del referto cartaceo e del relativo cd senza costi, da distribuire a chi non è in grado di ...