16.2.13

Punto nascite di Trecenta. Un colpo basso dal primario di ostetricia e ginecologia


"Il motivo principale dello sciopero è questo?" mi sono chiesto nel leggere l'intervista del dott. Giancarlo Stellin, primario di ostetricia e ginecologia dell'Ulss 18, sul recente sciopero della categoria. Per il dott. Stellin è la mancata 'ristrutturazione dei punti nascita ... da noi c'è una parcellizzazione difficile da mantenere'. Andrebbero chiusi i punti nascita con meno di "500 parti l'anno".
Chiudere Adria e Trecenta? "Bisognerebbe chiuderli" oppure a Trecenta servirebbero molte risorse per personale ed ecografie. Ma neanche questo sarebbe soddisfacente per il dott. Stellin perché i medici che svolgono il loro lavoro in piccoli ospedali dove nascono 3-400 bambini l'anno "non possono acquisire una professionalità tale da svolgere correttamente il loro lavoro".
Per il primario di ostetricia e ginecologia a Trecenta potrebbe rimanere solo il servizio di procreazione medicalmente assistita.

Nemmeno un mese fa (intervista al Resto del Carlino del 21.01.2013) il primario non si esprimeva in questi termini. Mi domando che cosa sia successo per fargli mutare così radicalmente opinione.

Il dott. Stellin è uno stimato professionista. Se arriva a questo limite è perché i tagli alla sanità in questi anni sono stati tali da rendere precaria una quantità di attività di cura (pochi soldi per le ecografie). Cita poi la mancanza di tre ostetriche all'ospedale di Trecenta e quello della carenza di personale è un problema noto da molto tempo a chi segue questo blog (si clicchi sull'etichetta 'prefetto' qui a lato per avere un riepilogo al riguardo).
Tuttavia il dott. Stellin sottovaluta i disagi che deriverebbero dalla chiusura del punto nascite di Trecenta. Preso dai suoi problemi gestionali, che devono essere molti, immagina il territorio polesano molto più compatto di quanto non sia. Concentrare tutti i parti a Rovigo a partire da Melara e fino a Porto Tolle è improponibile.

Leggi l'intervista al Resto del Carlino di mercoledì 13.02.2013
Su questo blog:
"Punti nascita a rischio a Trecenta e Adria"
«Sono fiera e convinta di lottare contro la chiusura del SAN LUCA»
...un piccolo ma splendido ospedale di campagna in provincia di Rovigo

14.2.13

Tutti i polesani hanno gli stessi diritti, anche alla nascita

E' stata pubblicata ieri una nota dell'assessore provinciale alla sanità Guglielmo Brusco sui punti nascita polesani di Rovigo, Adria e Trecenta. Ne riporto integralmente il testo.

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Tutti i polesani hanno gli stessi diritti, anche alla nascita.
pubblicata da Guglielmo Brusco il giorno Mercoledì 13 febbraio 2013 alle ore 22.25.

Continuo a condividere le proteste e le richieste dei ginecologi e delle ostetriche italiani. Se corrispondono al vero, non condivido invece alcune affermazioni, fatte dal Dr. Giancarlo Stellin, circa il futuro dei punti nascite di Adria e Trecenta.
Queste dichiarazioni del Dr. Stellin, sono addirittura peggiorative di quanto previsto nel pessimo accordo Stato-Regioni del dicembre 2010. Tale accordo infatti, parla di “razionalizzazione/riduzione progressiva dei punti nascita con numero di parti inferiore a 1000/anno”.
Insomma, bisogna pensare a razionalizzare “progressivamente” e non dall'oggi al domani. Per assurdo, anche Rovigo non ha 1.000 parti e qualcuno potrebbe pensare: perché non tenere aperti i soli punti di Adria e Trecenta?. Al San Luca oltretutto, visti gli ampi spazi non utilizzati e strutturalmente già pronti, c’è la possibilità senza spendere molto, di mettere su uno stesso piano, servizi di Ostetricia e Ginecologia che all’Ospedale di Rovigo sono stati o sono addirittura su tre piani diversi, (a piano terra del Corpo M, gli Ambulatori Divisionali ed Ecografico, al primo piano le degenze, con la sala operatoria e la sala parto, al secondo piano la Pediatria).
Ma l’obiettivo per territori come il nostro, a bassa densità abitativa e con grandi spazi da percorrere, deve essere quello di tenere aperti tutti i punti nascite. Se il Dr. Stellin se lo ricorda, l’ULSS 18 ha un ospedale unico su due sedi e il numero complessivo di parti è superiore ai 1.200. Perciò l’Ospedale di Rovigo-Trecenta ha i numeri per andare avanti. Quello che manca certamente, sono le risorse per assumere personale in numero e qualità sufficienti e per avere la tecnologia necessaria a svolgere nella massima sicurezza il proprio lavoro.
E al Dr. Stellin chiedo, visto che coloro che fanno “carriera in punti nascite che fanno 3-400 nascite all’anno”, non possono “acquisire una professionalità tale da svolgere correttamente il loro lavoro”, di dirci in quali delle tre strutture polesane, ci sono stati in questi ultimi 2-3 anni, gli incidenti più numerosi, più pericolosi e il perché di queste difficoltà. Il tecnico dica cosa occorre. Poi il politico può agire. Ma se il tecnico, con la scusa di non fare il politico non dice pubblicamente, salvo in rare e polemiche occasioni, quello di cui ha bisogno, non fa un buon servizio alla comunità. Noi non possiamo accettare che si dica si alla chiusura dei punti nascite di Trecenta ed Adria, senza una discussione complessiva sulla sanità polesana. I cittadini alto e basso polesani non hanno meno diritti degli altri. E il Dr. Stellin sa bene che io (assessore) non ho soldi per l’assunzione di personale che manca nei suoi reparti. Però ripeto, salvo sporadiche prese di posizioni, non l’ho sentito fare con continuità e con il peso del suo prestigio, critiche a chi è responsabile di questa situazione economicamente difficile: la Regione del Veneto. Non l’ho mai sentito prendere posizione su come sono stati in sostanza usati male, solo per l’ULSS 18 e per ammissione del Direttore Generale, circa 14 milioni di euro, nel solo 2012. Soldi dati alla sanità privata e che se risparmiati potevano essere utilizzati per assumere magari anche le tre ostetriche che gli mancano. E gli ricordo che, visto che giustamente chiede una Pediatria a Trecenta, non ho sentito la sua contrarietà neanche quando nel 2003, Pediatria fu chiusa al San Luca. In più non ho sentito la sua voce levarsi, neanche quando nel 2005 sul giornalino dell’ULSS 18, riguardo il punto nascite di Trecenta si diceva: “Inizialmente eravamo preoccupati anche noi. Poi abbiamo capito che avere un anestesista sempre presente è forse meglio, l’emergenza è più gestibile. In caso di necessità scatta subito il contatto con il pediatra di Rovigo, pronto ad arrivare qui”. Era ed è d’accordo con questa affermazione, fatta da una sua autorevole collaboratrice? Insomma, alcune affermazioni come quelle attribuite al Dr. Stellin, non sono accettabili. A lui chiedo invece di dire alla politica cosa manca nell'attuale organizzazione dei punti nascite polesani. Dopo, sicuramente io potrò fare con più efficacia, la mia parte.
Rovigo, 13 febbraio 2013 Brusco Guglielmo – Assessore Provinciale alla Salute.

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11.2.13

San Luca: sospeso l'ambulatorio pediatrico


Mi segnalano che:

Da giovedì scorso 7 febbraio, l'ambulatorio pediatrico che controllava i neonati di 10 gg è stato sospeso. Le mamme si devono rivolgere al pediatra del territorio.
La dott. Camisotti, specialista ambulatoriale convenzionato, che curava il servizio è andata in pensione.

Aggiornamento del 13 febbraio 2013
La Dr.ssa Valeria Rossi, pediatra di base, ha inviato questo commento: "Stiamo facendo i salti quadri per poterli gestire tutti, ma siamo solo in due e per ora non c'è alcuna possibilità che mettano un nuovo pediatra di base, che qui sarebbe molto utile... Questa mancanza penalizza anche un punto mascita che è piccolo ma funziona bene.."

10.2.13

Antonio Bombonato: "Polesine discriminato"

Da La Voce di Rovigo, sabato 9 febbraio 2013

FINANZIAMENTI REGIONALI ALL'ULSS 18
ANTONIO BOMBONATO, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA DEI SINDACI
"Non chiediamo favori ma una seria e corretta lettura della situazione"

"Ridurre i trasferimenti di quasi 10 milioni di euro per l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza credo sia comunque un'offesa al principio di sanità e assistenza socio-sanitaria uguale per tutti ... le percentuali di riduzione non sono uguali in tutte le Ulss Venete. Se aggiungiamo a questo il cronico disavanzo strutturale della nostra Ulss certificato dalla Regione del Veneto e il rischio che le schede sanitarie e sociosanitarie del nuovo Pssr impoveriscano ulteriormente le offerte sanitarie pubbliche ai cittadini Polesani e bisognerà che ci spieghino qual è la colpa di questa provincia".

Per concludere Bombonato fa un appello ai rappresentanti polesani in giunta e in consiglio regionale "perché venga fermata un'operazione che vedrebbe il nostro territorio saccheggiato dei propri diritti essenziali. Non chiediamo favori ma chiediamo una seria, corretta e condivisa lettura della situazione e delle specificità di questo territorio che non ha mai disatteso le proprie responsabilità ma che non può tacere operazioni che rischiano di affossare la sanità del Polesine".
Leggi l'articolo completo.
Antonio Bombonato sarà relatore al convegno di sabato prossimo a Trecenta (vedi post precedente).

Convegno S.O.S SALUTE, IL POLESINE NEL VENETO: Ospedale e Territorio


Il Gruppo per la tutela della salute e del San Luca, l'Ulss 18 e i comuni di Ficarolo e Trecenta hanno promosso per
SABATO 16 Febbraio 2013, alle ore 9.00, presso l’Auditorium dell'Ospedale San Luca di Trecenta
il Convegno sul tema:
S.O.S SALUTE
IL POLESINE NEL VENETO:
Ospedale e Territorio
Relazione Antonio Bombonato, Presidente Conferenza dei Sindaci ULSS 18
Saluti:
dott Arturo Orsini Direttore Generale ULSS 18 Rovigo
Antonio Laruccia Sindaco di Trecenta
Fabiano Pigaiani Sindaco di Ficarolo
Intervengono:
Mon. Lucio Soravito De Franceschi Vescovo Adria - Rovigo
Maria Luisa Coppola Assessore Regione Veneto
Cristiano Corazzari Consigliere Regione Veneto
Graziano Azzalin Consigliere Regione Veneto
Tiziana Virgili Presidente Provincia di Rovigo
Interverranno rappresentanti della sanità convenzionata e del mondo sindacale.
Conclude Dino Chieregati cittadini per la tutela della salute e del “San Luca”
Coordina Mario Gallani cittadini per la tutela della salute e del “San Luca”
Sono stati invitati i parlamentari in carica e i candidati alle prossime elezioni politiche
Il Personale Sanitario, i Cittadini e gli Amministratori sono invitati a partecipare.
Scarica la locandina.

9.2.13

La sanità italiana precipita al 21° posto per qualità. Al 26° per "prevenzione ed equità"

http://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=13308

La denuncia arriva della Fondazione Chirurgo e Cittadino sulla base dei dati rilevati da tre Istituti di ricerca indipendenti europei. Il nostro Paese è inoltre ultimo per investimenti nel Ssn tra i Paesi industrializzati: 9,3% del Pil contro il 12% di Olanda, l'11,6% di Francia e Germania, il 9,6% di Gran Bretagna e Spagna.

Sono molti coloro che ancora ci ricordano che la Sanità italiana è 2° al mondo per capacità di risposta assistenziale universale in rapporto alle risorse investite, citando il rapporto dell'Oms dei primi anni 2000. Ma le cose, in questi anni, sembrano essere profondamente cambiate. La Fondazione Chirurgo e Cittadino, ha messo a conoscenza di tutti i dati pubblicati nel 2012 da tre differenti ed indipendenti Istituti di ricerca europei. Quanto investe l'Italia per mantenere il proprio Ssn? Secondo la Organization for Economic Co-operation and Development - (Oecd Health Data 2012)  il 9,3 % del Pil (meno di Olanda 12%, Francia e Germania 11,6%, Gran Bretagna e Spagna 9,6%) il cui 76,6% è "spesa pubblica", per una spesa pro-capite di 2.964 $ (Olanda - 5.056, Germania 4.338, Francia 3.974, Irlanda 3.710, Gran Bretagna 3.433, Spagna - 3.060).

Ancor più interessante il dato sulla "qualità" dell'assistenza che il nostro Ssn eroga. La si può desumere dai dati dell'Euro Health Consumer (Health consumer powerhouse 2012). Sulla base dell'analisi di 42 indicatori di performance differenziati in 5 sottogruppi, sono stati "esplorati" i Sistemi Sanità di 34 Stati Europei (EU + 7). Questi, molto succintamente, i risultati per i differenti sottogruppi: nel ranking europeo la nostra Italia è:

10° (dopo Croazia, Estonia,Lituania ecc.) nel sottogruppo "diritti del malato e informazione",
11° (dopo Islanda, Rep.Ceca, Slovenia ecc.) per la voce "risultati";
21° (dopo Romania, Grecia, Cipro ecc.) per "accessibilità e tempi di attesa";
22° (dopo Slovenia, Irlanda, Rep.Ceca ecc.) per l'area "farmaceutica";
26° (dopo Portogallo, Malta, Slovacchia ecc.) per "prevenzione, equità di Sistema".
Su tutte le voci globalmente esaminate risultiamo occupare il 21° posto.

Come se tutto ciò non fosse sufficiente, il rapporto Ocse-UE "Health at a Glance Europe 2012" inserisce l'Italia agli ultimi posti, se non ultima, per i fondi destinati alla prevenzione sanitaria: contro una media europea del 2,9%, a pari merito con Cipro, l'Italia riserva solo lo 0,5% della spesa sanitaria globale.

07 febbraio 2013
Leggi l'articolo completo

8.2.13

Orsini: "Prometto dialogo con il territorio"


A proposito dell'audizione del direttore generale dell'Ulss 18 Arturo Orsini in consiglio comunale a Trecenta lo scorso mercoledì (vedi precedente post), segnalo le cronache della riunione pubblicate dal Gazzettino a da La Voce di oggi.


Orsini: niente illusioni
Il direttore generale dell'Ulss 18 parla dei tagli per 10 milioni
Se la Regione non dà fondi non si può fare ciò che serve
in evidenza le dichiarazioni del direttore generale
(Il Gazzettino, venerdì 8 febbraio 2013, leggi l'articolo)

Orsini: "Prometto dialogo con il territorio"
Il destino del San Luca al centro dei lavori del Consiglio comunale
in evidenza lo svolgimento del dibattito
(La Voce, venerdì 8 febbraio 2013, leggi l'articolo)

7.2.13

"Dobbiamo gestire le ricadute di scelte compiute da altri"

Il direttore generale dell'Ulss 18 in consiglio comunale a Trecenta
Situazione economica critica per i tagli regionali al bilancio e per i vincoli di spesa a favore delle cliniche private

La situazione economica è pesante. La regione si appresta a tagliare 10 milioni di euro e, nel 2013, i trasferimenti regionali ammonterebbero a soli 34 milioni. Le necessità dell'Ulss comportano invece la disponibilità di 51 milioni.
Un taglio pesantissimo. Ma c'è di più, il 10% del bilancio dell'Ulss 18 è vincolato dalla giunta regionale per le convenzioni con le due case di cura private, quella di Santa Maria Maddalena e la Casa di cura Città di Rovigo. Su queste convenzioni l'Ulss non può nulla, non può risparmiare nulla. Una quota di bilancio molto consistente che spesso va sprecata in una duplicazione di servizi fra pubblico e privato.
La materia è oggetto di trattativa con una delle due case di cura (Orsini non ha precisato quale). "Dobbiamo gestire le ricadute di scelte compiute da altri ... Senza soldi non sarà possibile fare molto".

Questi, in sintesi, i contenuti dell'intervento di Arturo Orsini, nuovo direttore generale dell'Ulss 18, ieri in consiglio comunale a Trecenta.

L'impressione che ho avuto è di una disponibilità reale alla discussione con le amministrazioni comunali e forse non è un caso che si sia fatto accompagnare alla riunione da Antonio Bombonato, presidente della conferenza dei sindaci dell'Ulss.
A proposito della proposta del comune di Trecenta di istituire "un tavolo di lavoro ... sulle reali condizioni socio-sanitarie delle nostre comunità" (si veda la deliberazione n. 6 del 24/01/2013 e il relativo allegato) Orsini ha proposto di individuarlo nell'esecutivo della conferenza dei sindaci, eventualmente integrato con qualche specifica figura.

A proposito delle convenzioni e dei vincoli di bilancio con le strutture sanitarie private suggerisco di tornare sul post dell'8 aprile 2012 "La Regione Veneto “costringe” l'Ulss 18 a sprecare 14 milioni di euro l'anno".

5.2.13

Il nuovo direttore generale dell'Ulss 18 in consiglio comunale a Trecenta

Visto che il sito del comune non lo cita proprio per nulla, ve lo dico io: domani sera

Mercoledì 6 febbraio 2013
alle ore 19.00
il consiglio comunale di Trecenta
discuterà dei problemi della sanità e del "San Luca".

Sarà presente Arturo Orsini, nuovo direttore generale dell'Ulss 18.

La riunione è pubblica.

4.2.13

Tariffe massime del Ssn. In Gazzetta il decreto con i nuovi Drg

da http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=13155


Le nuove tariffe massime di riferimento per la remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti, di assistenza ospedaliera di riabilitazione e di lungodegenza post acuzie e di assistenza specialistica ambulatoriale come disciplinato dal Dl Balduzzi, avranno validità fino al 31 dicembre 2014. Risparmio da 239 mln. IL TESTO IN G.U.

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto del ministero della Salute e di quello dell’Economia con le nuove tariffe massime di riferimento per la remunerazione delle prestazioni di assistenza ospedaliera per acuti, di assistenza ospedaliera di riabilitazione e di lungodegenza post acuzie e di assistenza specialistica ambulatoriale. Il testo, dopo la mancata intesa di fine settembre con le Regioni, ha ottenuto, decorsi trenta giorni, il via libera da parte del Governo e il semaforo verde da parte della Corte dei Conti.
Ma cosa c’è di diverso rispetto alle nove tariffe? Innanzitutto, occorre fare una premessa. Come si legge nella relazione tecnica non è infatti possibile effettuare “una valutazione comparativa rispetto alla tariffe precedentemente vigenti a livello nazionale a causa delle modifiche intervenute nel sistema di riferimento utilizzato per la classificazione dei ricoveri”. Una valutazione, tuttavia può essere fatta a livello regionale. Tenuto conto di ciò, con i nuovi Drg il risparmio può essere valutato nell’ordine dei 239 milioni di euro. Una riduzione soprattutto legata alla diminuzione dei Drg ospedalieri per i ricoveri per acuti (- 200 mln circa).
29 gennaio 2013

Leggi l'articolo completo.

3.2.13

Il nuovo direttore dell'Ulss 18 e la sfida dei 51 milioni di euro

51 milioni di euro il fabbisogno stimato per il 2013
ma dalla regione se ne attendono solo 34
"Anche la politica deve avere ben chiaro il problema"

Da La Voce di Rovigo di giovedì 31 gennaio 2013

In una lunga intervista a La Voce Arturo Orsini, nuovo direttore generale dell'Ulss 18, affronta i problemi dei servizi sanitari dell'alto e medio polesine.
Preferisce parlare di comunità "un termine che preferisco a 'territorio', perché ricorda le persone, mentre il territorio fa pensare alle geografia".
Alla domanda "Dal punto di vista amministrativo, quali problemi ha incontrato in questa Ulss?" ha risposto:
"La problematica della Ulss 18 è basata su un numero: 51 milioni. Di euro. Questa è infatti la stima nel bilancio di previsione inviato a Venezia per il 2013. La Regione ci ha fatto già sapere che al massimo potremo arrivare a 34. Capisce da solo che questa è una criticità d'azienda che, fatte le debite proporzioni, ricorda quello che è successo alla Fiat. E io non sono Marchionne".
La domanda: "Se ne può uscire?" trova una risposta molto chiara, sulla quale riflettere. "Ci vuole una coscienza diffusa della situazione, delle difficoltà. Non ci si può limitare a parlarne nelle stanze dei bottoni, ma  si deve discuterne a tutti i livelli. Anche la politica deve avere ben chiaro il problema". E, ancora sulle risorse economiche "...al totale di 51 milioni di cui parlavamo, si arriva aggiungendo anche i 10 milioni di taglio ai finanziamenti che la Regione appare orientata a stabilire per la nostra azienda".
Orsini chiarisce ancora che "ogni taglio rende assai più difficoltoso il lavoro di risanamento, restringendo i margini di operatività". Insomma, par di capire, potrebbero non esserci nemmeno le risorse per avviare processi di ottimizzazione della spesa.
Il direttore generale dell'Ulss non si sbottona sulle schede ospedaliere e su quanto prevedono per l'ospedale di Trecenta: "Non ho informazioni certe sull'argomento, né sui contenuti né sui tempi di adozione ... Bisogna però chiarire che queste sono decisioni di livello regionale".
Leggi l'articolo completo.

L'Ulss teme per i finanziamenti regionali

I PROGRAMMI DELLA GIUNTA REGIONALE
Tagli per 200 milioni alle Ulss del Veneto.
Meno dieci all'Ulss 18

Da Il Resto del Carlino di giovedì 31 gennaio 2013

Meno dieci milioni di euro, esattamente 9.747.811. Il riparto del fondo annuale per le aziende sanitarie del Veneto è ancora provvisorio ma se le cifre non dovessero cambiare all'Ulss 18 di Rovigo toccherebbe un finanziamento inferiore a quello dell'anno scorso. La spesa pro capite scenderebbe da 1.729 a 1.674 euro. All'Ulss 19 di Adria il taglio ipotizzato è pari a 4.333.328 euro, con una spesa pro capite che passa da 1.829 a 1.771 euro.
Complessivamente alle 22 Ulss del Veneto, alle 2 aziende ospedaliere di Verona e Padova e all'Istituto Oncologico Veneto, il taglio dei finanziamenti regionali arriverebbe a 200 milioni di euro.
Leggi l'articolo completo.