fonte: https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=127800
Data 18-02-2025
Dall’analisi della Confederazione emerge che a dicembre 2024 risultano finanziati 10.084 progetti per 19,2 miliardi di euro complessivi. Dei 8871 progetti di cui è possibile monitorare l’iter, solo il 35% risulta concluso, mentre il 40,8% presenta ritardi in almeno una delle fasi di attuazione. Particolarmente preoccupante e incerta la situazione per la realizzazione delle Case della Comunità e degli Ospedali di Comunità, strutture strategiche per l’attuazione della riforma dell’assistenza territoriale.
Per quanto riguarda le Case della Comunità, da ReGis risultano finanziati progetti per 1.416 strutture (circa 1000 con fondi Pnrr), per un valore complessivo di 2,8 miliardi di euro. A dicembre 2024 risultano effettuati pagamenti per soli 261 milioni: è stato speso meno di un decimo dei fondi disponibili. Dei progetti monitorati, ne risultano completati e collaudati solo 25, mentre ben 885 (62,6%) presentano almeno uno step in ritardo. Nel dettaglio, sono in corso i lavori per la realizzazione di 598 strutture (42,4% del totale delle opere previste), ma ci sono ritardi evidenti e diffusi nell’esecuzione dei lavori per più della metà dei progetti. In particolare, ci sono ritardi nell’avvio dei lavori di esecuzione di 631 strutture (44,8%), a cui si aggiungono altre 103 Case della Comunità (7,3%) con ritardi nella fine dei lavori. Completati i lavori dei cantieri solo per 53 Case della Comunità (3,8%).
Allarmante la distanza proibitiva dal traguardo del collaudo per 454 progetti, ancora fermi alla fase della progettazione esecutiva, step che di fatto impedisce l’avvio dei cantieri.
“In questo scenario - commenta Barbaresi - risulta davvero difficile credere che il Governo possa immaginare di riuscire a terminare tutti i lavori per collaudare le strutture entro giugno 2026, data prevista per la scadenza definitiva. Inoltre - sottolinea - resta il nodo del personale: non basta costruire strutture se non si mettono nelle condizioni di essere operative ed efficienti. Senza prendere in considerazione i possibili e auspicabili sviluppi della figura dei medici di medicina generale alle dipendenze del Ssn, solo per Case e Ospedali di Comunità, per cui non si vedono atti di interessamento concreto da parte del Ministero della salute, è necessario assumere 33 mila unità di personale". Per la segretaria confederale della Cgil "sarebbe l’unico concreto intervento che migliorerebbe i tempi di attesa riempendo il vuoto degli spot governativi o l’inconsistenza degli atti ministeriali. Quanti ricoveri impropri si potrebbero evitare garantendo la presa in carico da parte di un’adeguata rete di assistenza territoriale? Quanta pressione negli ospedali, a partire dagli accessi impropri nei Pronto soccorso, si potrebbe evitare?”.
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