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Il Gazzettino, Domenica 29 giugno 2025 |
2.7.25
Ospedale San Luca. Le smentite hanno le gambe corte
27.6.25
Corte dei conti: “Liste d’attesa fenomeno vergognoso. Medici di base non più in grado di fare filtro”
Il Procuratore Silvestri durante la sua requisitoria nel Giudizio di Parificazione 2024: “Il capitale umano oggi è sacrificato sull’altare dei deficit di budget”. E sulle risorse: “La spesa pubblica sanitaria in Italia, fatta eccezione per l'impennata nel corso della pandemia, è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi dieci anni, mantenendosi ben al di sotto sia della media OCSE e UE”. I DOCUMENTI
Altro tema critico, quello delle liste d’attesa. Silvestri ha parlato senza mezzi termini di un “fenomeno vergognoso, per un Paese civile”, che mina l’universalità e l’equità del sistema sanitario.
Silvestri ha denunciato la marginalizzazione dei professionisti della salute all’interno del sistema pubblico. “Il capitale umano oggi è sacrificato sull’altare dei deficit di budget”, ha affermato. Per questo ha indicato come “fondamentale e prioritario” ridare attrattività alla professione medica, sottolineando la necessità di rimettere «al centro del “villaggio salute” il professionista sanitario (il medico e l’infermiere)”, garantendogli adeguato riconoscimento economico e potere decisionale.
Un altro punto cruciale della requisitoria è stato il tema della sanità di prossimità, che secondo Silvestri rappresenta «una realtà istituzionale più vicina al cittadino» e deve essere “riorganizzata e rafforzata”. Ha quindi sostenuto il ruolo delle Farmacie dei servizi, delle Case della comunità e degli Ospedali di comunità, da realizzare con i fondi del PNRR, e ha invitato a promuovere modelli assistenziali “capillarmente diffusi sul territorio” in grado di offrire “pronta assistenza diagnostica, infermieristica e preventiva con misurato impiego di risorse”.
“La spesa pubblica sanitaria in Italia – ha detto il Procuratore -, fatta eccezione per l'impennata nel corso della pandemia, è rimasta sostanzialmente stabile negli ultimi dieci anni, mantenendosi ben al di sotto sia della media OCSE, del 6,9 per cento, sia della media EU del 6,8 per cento. Tale dato non può essere considerato con favore, partendo dal presupposto che la spesa deve essere intesa come un investimento, volto a migliorare le condizioni sociali e, di riflesso, economiche del Paese, riducendo i costi del sistema e sviluppando ampi settori dell'economia nazionale, come quello farmaceutico. Con riguardo alla dotazione finanziaria, si pongono due questioni. Da un lato, quella della disponibilità delle risorse: nel 2024 se ne registra una seppur lieve diminuzione rispetto all'anno precedente, in linea con una tendenza che prosegue anche nelle proiezioni per il 2025. Dall'altro, quella del corretto impiego delle risorse stanziate, in chiave di efficienza, tra i vari livelli di governo”.
25.6.25
Ospedale "San Luca", Interrogazione della consigliera regionale Erika Baldin (M5S)
«Ospedale di Trecenta in continuo depauperamento di servizi, specie di emergenza urgenza: la Regione ripristini tutti i reparti»
fonte: sito web di Erika Baldin
Venezia, 23 giugno 2025 – Reparti chiusi, provvisorietà dell’assetto ospedaliero in epoca Covid diventata “all’italiana” definitiva, taglio dei posti letto ed emergenze sempre meno evase in via diretta. È la condizione dell’ospedale San Luca di Trecenta, inaugurato nel 1997 per unificare la sanità altopolesana e oggi a rischio di ridimensionamento: sollecitata dalla referente polesana del MoVimento 5 Stelle, Elena Suman, la capogruppo in Consiglio regionale Erika Baldin ha depositato un’interrogazione rivolta alla giunta Zaia, per chiedere come intenda comportarsi al fine di invertire la tendenza al peggioramento della qualità dei servizi.
«È proprio il settore dell’emergenza e urgenza a destare le maggiori preoccupazioni -spiega la consigliera- dal momento che vi opera un solo medico dopo le ore 16, e peraltro è incaricato di seguire anche gli accessi esterni, fungendo di fatto da mero smistamento verso il Pronto Soccorso di Rovigo, a sua volta sovraffollato». Nel corso degli anni, inoltre, la struttura ha subito un progressivo e costante depotenziamento, attraverso la chiusura di reparti e servizi essenziali che ne avevano contraddistinto l’eccellenza, come il centro nascite, le unità di Ostetricia e Ginecologia, Chirurgia, Lungodegenza e Psichiatria.
Secondo Baldin e Suman, ciò è stato voluto dall’amministrazione regionale di centrodestra: «Il taglio dei posti letto è infatti stato registrato dalle schede ospedaliere del 2013 e del 2019, approvate con delibera di Giunta, che prevedevano rispettivamente 143 e 132 posti letto. E nel mezzo è intercorso anche il Covid, che ha “requisito” l’intero quarto piano del nosocomio al fine di accogliere chi avesse subìto questo specifico contagio. Ma, al venir meno dell’emergenza, tre reparti non sono stati più ripristinati, come spesso succede in Italia e nel Veneto».
Le esponenti del M5S ricordano che l’ospedale comprende un territorio vasto, dove vivono circa 73mila abitanti in 24 Comuni, e, in partenza, aveva offerto ricovero a oltre 240 degenti con la presenza di tutti i principali reparti: «La stessa cittadinanza, riunita in comitati e organizzando iniziative pubbliche, ha più volte chiesto il mantenimento dei servizi esistenti e il pieno ripristino di quelli perduti, in particolare il Pronto Soccorso».
Di qui la richiesta alla Regione di intervenire: «Aggiungo anche -conclude Erika Baldin- che la popolazione altopolesana, in larghissima parte, ha mostrato di non condividere la decisione dei sindaci dei Comuni di Melara, Castelnovo Bariano, Bergantino e Castelmassa di spostare le pazienti e i pazienti della medicina di emergenza in direzione Legnago, ovvero una realtà afferente all’ULSS 9 Scaligera e non già all’ULSS 5 Polesana. Attendo quindi la risposta dell’assessora Lanzarin».
Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale
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L'interrogazione della capogruppo del M5S in consiglio regionale è stata ripresa anche dalla stampa locale.
Corriere del Veneto 24 Giugno 2025 |
La Voce Di Rovigo 24-06-2025 |
22.6.25
Liste d'attesa, il M5S di Rovigo critica l'Ulss 5
Il Gazzettino, 13 giugno 2025 |
Il Movimento 5 Stelle di Rovigo critica la gestione della sanità pubblica in Veneto e, in particolare, le liste d'attesa, la carenza di personale e la crescente privatizzazione.
Scarica il testo integrale del comunicato stampa.
L'Ulss risponde ma evita, ancora una volta, di informarci che:
- Le prestazioni sanitarie monitorate sono solo 70 tra le oltre cinquemila previste dai Livelli Essenziali di Assistenza (Lea);
- Il monitoraggio si limita a quelle 70 e considera esclusivamente le Prime visite o Primi accessi;
- I "Controlli" (visite ed esami) non vengono considerati e sfuggono a qualsiasi statistica.
Rovigo, uno Sportello per il Diritto alle Cure aprirà a settembre
Liste d'attesa. I risultati degli Sportelli per il Diritto alle Cure dopo un anno di lavoro
Sanità: pagando, visita in 15 giorni. In esenzione, un anno di attesa
15.6.25
Rovigo, uno Sportello per il Diritto alle Cure aprirà a settembre
Una bella notizia!
Il 'Comitato dei cittadini di Rovigo per il diritto alla salute nella sanità pubblica' aprirà a settembre un nuovo Sportello per il Diritto alle Cure.
Il Comitato, aderente al Coordinamento Veneto Sanità Pubblica, adotterà la modulistica del CoVeSaP per assistere gratuitamente i cittadini del medio polesine contro le liste d'attesa che, a dispetto di quanto affermato dal presidente della giunta regionale e dall'assessore regionale alla sanità, continuano a preoccupare i cittadini costretti a tempi d'attesa lunghissimi o ad affrontare spese a volte insostenibili nella sanità privata.
Le trionfalistiche statistiche dell'amministrazione regionale e dell'Ulss 5 non spiegano che:
- Le prestazioni sanitarie monitorate sono solo 70 tra le oltre cinquemila previste dai Livelli Essenziali di Assistenza (Lea);
- Il monitoraggio si limita a quelle 70 e solo per le Prime visite o Primi accessi;
- I "Controlli" (visite ed esami) non vengono considerati e sfuggono a qualsiasi statistica.
Infatti, le persone che hanno avuto bisogno di servizi sanitari non hanno per nulla la sensazione che tutto vada bene. Un conto è la propaganda e un altro la realtà.
Allo Sportello per il Diritto alle Cure che il Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca sta gestendo a Trecenta in Piazza San Giorgio 477, ogni giovedì dalle 16:30 alle 18:30, continuano a presentarsi cittadini per avere assistenza gratuita, in particolare proprio per i controlli.
14.6.25
Quattro Comuni: "Rivogliamo il Pronto soccorso a Trecenta ma ci accontentiamo di quello di Legnago"
Melara: rivogliamo il pronto soccorso a Trecenta. Incontro con gli assessori regionali e l’Ulss 5 Polesana, insieme ai rappresentanti dei Comuni coinvolti per esaminare la possibilità del ripristino del servizio.
Ma ci dovrebbe essere un limite invalicabile quando si parla di diritto alla salute. Questo limite è stato superato!
31.5.25
Incredibile ma vero: Ulss 5 a pieni voti
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Il Gazzettino, 31 maggio 2025 |
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La Voce, 31 maggio 2025 |
Ancora una volta il Direttore generale dell'Ulss riceve il massimo del punteggio dai sindaci polesani. Nonostante tutto.
Pietro Tosarello - Presidente/Portavoce
30.5.25
Pronto Soccorso, il "pubblico" e il "privato"
Raddoppia il Ps di Porto Viro (privato convenzionato), promesse su Rovigo, fuori dai radar quello del "San Luca"
Un Pronto Soccorso «tutto nuovo» nell'ospedale privato convenzionato di Porto Viro che, in effetti, raddoppia, da 450 passa a 800 metri quadrati (1).
Intanto il Pronto Soccorso di Rovigo non gode di buona salute: è intasato e i sindacati aprono una vertenza. Tra i motivi, giustamente, i sindacalisti individuano «la trasformazione del Pronto Soccorso di Trecenta in semplice Punto di Primo Intervento» con i cittadini dell'altopolesine che si riversano inevitabilmente su Rovigo (2) (3).
Martedì scorso, davanti al Prefetto, sindacati e direzione generale dell'Ulss 5 sono giunti a un accordo: l'Ospedale di Rovigo avrà un nuovo pronto soccorso (4). E questa diventa la notizia importante, passa in tono minore il problema della carenza del personale e scompare il Ps di Trecenta. L'ospedale "San Luca" scivola tra le dita, come l'acqua, anche se la presenza di un semplice Punto di Primo Intervento è stata riconosciuta come una delle cause dei problemi su Rovigo.
L'amaro succo che ne ricavo è che l'altopolesine viene ancora una volta ignorato.
Perse 5.000 prestazioni l'anno (dati Ulss 5) |
Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca
Pietro Tosarello - Presidente/Portavoce
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(2) Rovigo.News, 26 maggio 2025.
(3) Rovigo.News, 27 maggio 2025.
29.5.25
Liste d'attesa. I risultati degli Sportelli per il Diritto alle Cure dopo un anno di lavoro
La conferenza stampa del Coordinamento Veneto Sanità Pubblica (CoVeSaP) sui risultati degli Sportelli per il Diritto alle Cure è stata trasmessa il 27 maggio 2025, alle ore 13, in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale Youtube del Consiglio regionale del Veneto.
Dopo un anno di attività i 51 Sportelli per il Diritto alle Cure hanno assistito più di duemila cittadini nel loro diritto a visite ed esami entro i tempi previsti dalle necessità di cura. Impegnati 208 volontari.
La conferenza stampa è stata ospitata presso la sede del Consiglio regionale per la disponibilità dei consiglieri di opposizione. E' possibile rivederla a questo link su Youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=nV98kQQKj4o&ab_channel=ConsiglioregionaledelVeneto
Rassegna stampa
Anche il Veneto ha un problema con i medici di base. I dati che smontano il “modello”
Fonte: Altreconomia, 27 maggio 2025
di Alessandro Ferrari
Salute / Inchiesta
Una approfondita inchiesta sulla carenza di medici di medicina generale e pediatri di base.
Negli ultimi cinque anni nella Regione si è registrato un calo di 351 medici di medicina generale, ovvero l’11%, che si devono far carico di un elevato numero di pazienti, più di 1.500 cittadini assistibili per professionista. Una situazione “emergenziale” per una categoria già anziana. Tra una scarsa programmazione della formazione e i ritardi nell’apertura delle case di comunità, l’assistenza territoriale diventa sempre meno capillare. La nostra inchiesta
19.5.25
A ricordo di Nicola Badaloni nell'ottantesimo anniversario della morte
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Di Threecharlie - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15173949 |
21 maggio 1945 - 21 maggio 2025
Iniziativa del Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca
Mercoledì prossimo, 21 maggio, ricorrerà l'ottantesimo anniversario della morte di Nicola Badaloni, morto a Trecenta dopo una vita dedicata alla professione di medico condotto. A lui si rivolgevano, in particolare, le persone più povere in un'epoca in cui non esisteva il servizio sanitario nazionale.
Il Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca depositerà un mazzo di fiori sul suo monumento, di fronte alle scuole elementari di Trecenta, mercoledì prossimo 21 maggio, alle ore 10:00.
Rendendo omaggio alla memoria di un medico che ha fatto della propria professione una missione, come Comitato intendiamo richiamare l'attenzione del pubblico sui problemi della sanità di oggi e sul nostro ospedale in particolare. Senza polemiche, senza farne motivo di attrito con alcuna istituzione, senza far gridare nessuno alla strumentalizzazione.
Siamo un Comitato che si propone di
salvare la sanità pubblica dai continui tentativi di privatizzarla,
depotenziarla, svuotarla a vantaggio di interessi privati.
Da gennaio
siamo attivi con uno "Sportello per il Diritto alle Cure"
che ha assistito decine di persone contro le liste d'attesa, per il
loro diritto a ricevere visite ed esami nei tempi
di cura stabiliti dal medico di medicina generale.
Lo Sportello è attivo tutti i giovedì, dalle 16:30 alle 18:30, in Piazza San Giorgio 125 a Trecenta, a disposizione di tutti i cittadini polesani.
12.5.25
Per la Cgil “Sanità polesana alla canna del gas”
Allarmanti le affermazioni della Cgil-Funzione pubblica polesana sullo stato del personale dell'Ulss 5. Ne riporto una sintesi. In fondo il link per leggere l'articolo completo su Rovigo.News.
«Gravissima è la carenza di personale che sta mettendo in ginocchio il sistema sanitario polesano».
«I numeri fantasiosi della Direzione Generale sulle assunzioni “virtuali”».
«Lavoratori che a loro volta sono costretti a rivolgersi allo psicologo perché non riescono più a sostenere carichi di lavoro estenuanti e senza possibilità di pianificare una vita al di fuori del lavoro».
«Assenza totale di pianificazione... si preferisce il terrorismo psicologico per costringere i lavoratori a rinunciare a ferie e riposi per rientrare in servizio per coprire quei buchi che oramai sono diventati voragini».
«Le ferie arretrate... Turni sfiancanti, orario di lavoro che cambia di giorno in giorno, riposi che saltano, continui richiami in servizio, permessi che non vengono concessi, ferie le inizi ma non sai se le finisci».
«In questa azienda persino le gravidanze sono diventate un problema».
«La sede di servizio sta diventando utopia ed i trasferimenti d’ufficio non sono più emergenziali ma sono diventati di uso comune.
Assunzioni subito, la proposta di Cgil-Fp Rovigo. Servono almeno 40 Oss e 30 infermieri «per dare continuità ad un servizio che deve essere il più possibile di qualità ed in sicurezza».
Leggi l'articolo completo su ROVIGO.NEWS
8.5.25
“Non possiamo restare in silenzio. La società civile in difesa della sanità pubblica”. L’appello in 10 punti di 130 associazioni
fonte: Quotidiano Sanità
Nel testo i punti fondamentali per il rilancio del Servizio sanitario nazionale e la riaffermazione di principi e valori alla base del Servizio sanitario nazionale, strumento fondamentale per la tutela del diritto costituzionale alla salute.
29 aprile 2025
1.5.25
Veneto. DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 1673 del 12 novembre 2018
DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 1673 del 12 novembre 2018
Programmazione del sistema di offerta residenziale extra-ospedaliera per la salute mentale. Deliberazione n. 59/CR del 28 maggio 2018.
Note per la trasparenza
Con il presente provvedimento, nel recepire il parere espresso dalla Quinta Commissione Consiliare nella seduta n. 101 del 5 giugno 2018, si definisce la programmazione del sistema di offerta residenziale extra-ospedaliera per la salute mentale.
Vai alla pagina dedicata sul BurVeT
(Allegati)
1673_AllegatoA_382139.pdf DOTAZIONE MASSIMA POSTI LETTO STRUTTURE RESIDENZIALI PER AZIENDE ULSS
1673_AllegatoB_382139.pdf Strumenti di valutazione e monitoraggio dello stato psicopatologico e dei progetti riabilitativi nella fase iniziale, intermedia e finale per le strutture terapeutico e socio-riabilitative
1673_AllegatoC_382139.pdf UDO per l’area salute mentale per pazienti con elevato bisogno assistenziale. Residenza Socio-Sanitaria Psichiatrica (RSSP)
1673_AllegatoD_382139.pdf Percorsi di residenzialità leggera: “abitare supportato“
1673_AllegatoE_382139.pdf Metodologia elaborazione costi medi e sistema di controllo dei tempi massimi di permanenza
28.4.25
25.4.25
Liste d'attesa. Su 42,3 milioni di euro la giunta regionale ne destina 20 all'acquisto di prestazioni dal privato convenzionato
Rimane l'incognita del "riparto del Fondo Sanitario Nazionale relativo all’anno 2025"
Governo e Conferenza Stato-Regioni in ritardo
Il 1° aprile 2025 la giunta regionale ha adottato la deliberazione n. 333 ad oggetto "Prestazioni sanitarie erogate a favore dei cittadini residenti nella Regione del Veneto. Contenimento dei tempi di attesa per l'erogazione delle prestazioni Sanitarie - Finanziamento aggiuntivo per l'anno 2025".
I 42.300.000 euro individuati verranno così ripartiti:
- 22.300.000,00 per il finanziamento di attività aggiuntiva del personale della dirigenza area sanità e del comparto;
- 20.000.000,00 per integrare l’acquisto di prestazioni erogate dalle strutture private accreditate per la riduzione delle liste di attesa e per le finalità di cui all’art. 1, commi 277 e seguenti della Legge n. 207/2024.
14.4.25
Gli Sportelli per il Diritto alle Cure su Canale Italia
Domenica 13 aprile 2025 sono stato intervistato da Massimo Martire durante la trasmissione Notizie Oggi su Canale Italia.
Ho potuto raccontare dell'esperienza dello Sportello per il Diritto alle Cure, contro le liste di attesa, aperto a Trecenta dallo scorso 9 gennaio dal Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca, e degli altri 45 esistenti in Veneto.
Lo sportello è frutto di un lungo lavoro condotto dai comitati spontanei sorti in tutta la regione a difesa della Sanità Pubblica e raccolti nel Coordinamento Veneto Sanità Pubblica (CoVeSaP).
La durata del video è di circa 58 minuti e il file è piuttosto corposo (2,73 Gb). Lo si può scaricare fino al 13 maggio prossimo a questo link:
https://www.swisstransfer.com/d/5277a22a-6b74-4b6a-a4d3-d9720f810da2
E' possibile vedere la trasmissione in steaming sul sito di Canale Italia (https://canaleitalia.it/), sezione Programmi, cliccando su Notizie Oggi e, infine, sulla puntata del 13 aprile 2025. La mia intervista inizia dal minuto 55 circa.
Ringrazio quanti si ritaglieranno il tempo di vederlo.
Pietro Tosarello - Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca
9.4.25
Il Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca" a Venezia per la manifestazione regionale del 5 aprile 2025
Per la Giornata mondiale della salute 2025 si è svolta a Venezia, lo scorso 5 aprile, una manifestazione regionale per la sanità pubblica. Promotori il Coordinamento veneto sanità pubblica (CoVeSaP), Aitsam e Cgil Veneto. Il Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca" era presente anche in questa occasione, particolarmente sentita perché dedicata in particolare alla salute mentale, un tema che riguarda tutte le persone ma che è assai sottovalutato dalle politiche sanitarie nazionali e regionali.
Di seguito i link per visualizzare il video curato da CoVeSaP (durata circa un'ora) e i servizi della TRG Veneto e altre emittenti:
https://youtu.be/oQu-PfSLmMo VIDEO COMPLETO di un'ora di Paolo Fumagalli
Per chi usa Facebook, altre foto della manifestazione a questo link:
https://www.facebook.com/media/set?vanity=pietro.tosarello&set=a.9529363517139239
2.4.25
La drammatica situazione delle Rsa venete tra rette alle stelle e diritti negati (TGR Veneto)
Fonte: TGR Veneto, 1 aprile 2025
Lo hanno affermato il Codacons e le associazioni dei familiari in un incontro ospitato nella sede del Consiglio Regionale.
La riforma IPAB è ferma da cinque anni.
(Dal sito della TGR)
Salvatore Lihard, portavoce del Movimento per la difesa della sanità pubblica veneziana, denuncia la cecità progettuale da parte della Regione, che tiene in cassetto da cinque anni la legge di riforma IPAB, ovvero delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza. L’appello, firmato da Codacons e dai comitati dei familiari dei pazienti di ben 18 RSA venete, chiede una risposta al Consiglio Regionale Veneto.
Le rette delle RSA intanto continuano a crescere e gli aumenti pesano fino a 100 euro al mese per paziente. Soltanto il 3,8% degli anziani è in grado di pagarle con proprie risorse, ma i familiari non sono al corrente dei propri diritti, e neppure delle regole che definiscono i costi.
Abbiamo intervistato Salvatore Lihard, Movimento per la difesa della sanità pubblica veneziana; Erika Baldin, Movimento Cinque Stelle; Maria Luisa Tezza, avvocata del Foro di Verona
Medici di base, se ne cercano 121 (da La Voce del 5 marzo 2025)
fonte: La Voce di Rovigo, 5 marzo 2025
Le zone carenti sono triplicate rispetto a gennaio dello scorso anno
L’Ulss Polesana va a caccia di medici. E, in particolare di medici di medicina generale, i “medici di famiglia”. Perché per colmare tutte le lacune e rendere anche possibile la “libera scelta” oltre che carichi meno opprimenti per i medici stessi, ne servirebbero 121.
Per quanto riguarda il Distretto 1 (ex Ulss 18), ne mancano:
6 per i Comuni di Bergantino, Castelmassa, Castelnovo Bariano e Melara;
4 per i Comuni di Calto Ceneselli, Ficarolo, Gaiba, Salara e Stienta;
3 per i Comuni di Bagnolo, Canda Castelguglielmo, Giacciano con Baruchella e Trecenta;
4 per il Comune di Badia;
5 per il Comune di Lendinara;
8 nell’ambito 6 di Fratta, Lusia, Pincara, San Bellino e Villanova del Ghebbo;
11 per i Comuni di Canaro, Fiesso e Occhiobello;
4 per i Comuni di Arquà, Bosaro, Costa Frassinelle e Villamarzana;
30 per i Comuni di Rovigo, Boara Pisani e San Martino;
6 per i Comuni di Crespino, Guarda, Polesella, Pontecchio e Villanova Marchesana;
5 per i Comuni di Ceregnano, Gavello e Villadose.
Per quanto riguarda il Distretto 2 (ex Ulss 19), ne mancano:
9 per i Comuni di Adria, Papozze e Pettorazza;
8 per i Comuni di Ariano, Corbola e Taglio di Po;
7 per il Comune di Porto Tolle;
11 per i Comuni di Loreo, Porto Viro e Rosolina.
Secondo uno studio della Fondazione Gimbe in Veneto il 68,7% dei medici di base ha oltre 1.500 pazienti.
Fra pensionamenti e scarsità di nuovi medici, quest’anno e il prossimo potrebbero segnare il punto più basso della disponibilità di camici bianchi nel nostro Paese.
Leggi l'articolo completo.“Non si può stare senza medico”
fonte: La Voce di Rovigo, 7 marzo 2025
Alcuni sindaci sottolineano i disagi. A Bosaro ambulatorio vuoto, a Porto Tolle manca il pediatra
La ricognizione provvisoria delle zone carenti del nuovo “ruolo unico dell’assistenza primaria” indica in 121 i medici che servirebbero per arrivare al rapporto ottimale di un medico ogni 1.200 pazienti.
Ma in realtà la stragrande maggioranza dei medici in Polesine è oltre questo massimale, non solo oltre la soglia dei 1.500 ma addirittura oltre quella di 1.800 assistiti. Il che rende tutto più problematico, sia per gli assistiti che per i medici di base.
...24.3.25
Liste d'attesa e medici di base - Tutto bene in Polesine? - Perché la Sanità Pubblica va difesa
Lo scorso 20 marzo 2025 per iniziativa del Circolo Arci "2 Giugno 1946" e del Forum dei Cittadini di Rovigo si è tenuto un dibattito sul tema "Liste d'attesa e medici di base - Tutto bene in Polesine? - Perché la Sanità Pubblica va difesa".
Invitato per parlare delle liste d'attesa ho illustrato l'attività del Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca" nello Sportello per il Diritto alle Cure aperto a Trecenta dallo scorso 9 gennaio. Sono decine gli Sportelli attivati dai comitati spontanei per la difesa della sanità pubblica in tutto il Veneto allo scopo di assistere i cittadini contro la violazione dei livelli essenziali di assistenza.
Mirella Zambello ha trattato il tema dei medici di medicina generale nel contesto dei servizi socio-sanitari.
Carlo Cunegato ha commentato le recenti
dichiarazioni di Zaia sulla riduzione delle liste di attesa: il
"trucco" dei monitoraggi che si limitano alle prime visite;
i controlli che sfuggono alla verifica dell'efficienza del sistema
regionale.
Monitoraggio sui Lea (Livelli
Essenziali di Assistenza): su 6.000 Lea ne vengono misurati solo 27.
La Regione concentra le risorse per soddisfare quei 27 parametri per
"guadagnare" illusoriamente il primato. Come spacciare una
misurazione parziale e per un monitoraggio generale.
Gimbe ha recentemente pubblicato uno
studio che dimostra che sui medici di base (medici di medicina
generale) il Veneto è la peggiore regione d'Italia dopo la
Lombardia.
Uno studio Agenas pubblicato dalla Cgil
rileva che il Veneto è di gran lunga la regione dove sono più alti
i codici bianchi e verdi nei pronto soccorso.
Viene mantenuto il tetto di spesa sul
personale della sanità, ma le Ulss possono spendere moltissimo per
contratti privatistici con i medici esterni. Spendiamo solo il 6,2%
del Pil ma dobbiamo concentrare le risorse nel pubblico e non nel
privato.
Il limite fra civiltà e barbarie è
sulla sanità.
Radio BlueTu, che ringrazio, ha reso disponibile la registrazione dell'iniziativa.
Pietro Tosarello
20.3.25
«Il Reparto di Riabilitazione del "San Luca" mi ha fatto rinascere»
L'esperienza di riabilitazione vissuta da Franco Rossi nell'ospedale di Trecenta
Il mio nome è Franco Rossi, professore in pensione, ottantatré anni, che ha avuto dalla Sanità veneta il privilegio e l'omaggio di un soggiorno prolungato, ma non desiderato, presso istituti ospedalieri polesani.
Premetto che non farò rimostranze, né accuse di disservizi. Anche se... Voglio invece offrire qualche motivo di riflessione che generi scoperte piacevoli.
Dopo il (troppo) lungo periodo trascorso all'ospedale di Rovigo per un tardivo intervento chirurgico (ben riuscito) e l'assistenza umile e preziosa di infermieri e Oss sono passato alla Medicina fisica e riabilitativa (M.F.R.) di Trecenta. Dove sono nato a nuova vita. Dove mi hanno letteralmente "rimesso in piedi". Onestamente, visto com'ero ridotto (-15 Kg, quasi anoressico) la speranza di un ritorno alla cosiddetta normalità poteva sembrare un sogno esageratamente ottimistico. Invece...
Invece gli operatori del reparto M.F.R.: medici, infermieri. Oss, fisioterapisti hanno realizzato nei miei confronti obiettivi eccellenti, che io sognavo soltanto nei momenti di grande ottimismo. Grazie a loro, alla loro competenza, alla disponibilità, alla paziente capacità di ascolto, sto ritornando alla normalità di una vecchiaia socialmente attiva.
E, visto che a Trecenta i miei coetanei sono numerosi e soggetti a infortuni, li invito amichevolmente a considerare la presenza di una realtà come l'MFR di Trecenta, un'eccellenza sanitaria rassicurante.
P.S.
Naturalmente la giusta esaltazione del lavoro in M.F.R. non significa rinunciare alla denuncia dello svuotamento del San Luca, ridotto ormai al fantasma dell'onesto ospedale altopolesano.
Marzo 2025
Franco Rossi Candian
Comitato
altopolesano dei cittadini per il "San Luca"
17.3.25
Fdi e Lega insieme per il taglio delle prestazioni socio-assistenziali ai malati gravissimi
fonte: il Fatto Quotidiano, 16 marzo 2025
La Lega va avanti per la strada del taglio retroattivo delle prestazioni socio-assistenziali ai malati gravissimi. Con il pieno sostegno di Fratelli d’Italia. Salvo interventi della commissione Bilancio, il testo del ddl 1241 intitolato – ironia dei nomi – Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie, uscirà dalla commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato e arriverà in aula in settimana così com’è. Incluso un emendamento della senatrice del Carroccio Maria Cristina Cantù, già assessore lombardo alla famiglia nella giunta Maroni con delega, tra il resto, ai servizi sociosanitari. Il testo della senatrice è dedicato a un tema molto caro all’ente guidato dal leghista Attilio Fontana: il costo dei servizi di cura alla persona che nei malati gravissimi possono avere valenza sanitaria, come per esempio la nutrizione del paziente che si alimenta con il sondino, ma anche la mobilizzazione di malati neurologicamente compromessi o l’igiene di persone allettate con piaghe. Il fatto che per alcuni malati servizi socioassistenziali di questo tipo, a causa della loro gravissima patologia e/o disabilità, siano indissolubilmente connessi con le prestazioni sanitarie, è una previsione di legge spesso dibattuta nelle aule dei tribunali dove si verifica se è stata rispettata o meno e se il loro costo è stato o meno indebitamente caricato su malati e famiglie, invece che sulla Regione e, a cascata, sulle strutture per anziani e disabili che erogano i servizi per conto delle regioni. Non a caso l’emendamento Cantù si propone di fare piazza pulita dei procedimenti giudiziari in corso.
COME CAMBIEREBBE LA LEGGE – Il testo così come approvato nella sua ultima formulazione, prevede che all’articolo 30 della legge 730 del 1983, le parole: “Sono a carico del fondo sanitario nazionale gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio-assistenziali”, siano sostituite da: “Sono a carico del fondo sanitario nazionale esclusivamente gli oneri delle attività di rilievo sanitario anche se connesse con quelle socio-assistenziali”. E poi aggiunge: “Conseguentemente, nell’ambito della quota a carico del servizio sanitario nazionale per l’erogazione delle prestazioni di assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale, di cui all’articolo 30 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, recante definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, salva la ripartizione ivi contemplata elevabile al 70 per cento nei casi di alta complessità assistenziale, sono a carico del fondo sanitario nazionale esclusivamente gli oneri delle prestazioni di rilievo sanitario, secondo quanto rilevato nell’ambito della valutazione multidimensionale per la presa in carico dell’assistito, anche se connesse con quelle socio-assistenziali in termini di specifica efficacia terapeutica. Le disposizioni di cui al primo comma si applicano anche agli eventuali procedimenti giurisdizionali in essere alla data di entrata in vigore della presente legge”.
In pratica l’intervento della senatrice leghista si propone come una specie di interpretazione autentica di una legge che così com’è ha già campato oltre 40 anni e, nel farlo, non prende in considerazione i pazienti cosiddetti 100%, quelli cioè che soffrono di una patologia talmente grave che il sanitario e il socio sanitario non si possono distinguere e, quindi, richiedono una copertura totale da parte del sistema. Ma se il testo rimarrà immutato, saranno spesati solo per il 50 per cento del prezzo reale delle cure. E il riferimento ai casi di “alta complessità assistenziale” spesabili al 70%, per le leggi vigenti vale solo per i disabili gravi, non per gli anziani pur con patologie gravi. Non solo. Secondo alcuni osservatori l’emendamento crea il presupposto per cui un lontano domani si potrà andare a scorporare tutto ciò che non è strettamente sanitario dal sanitario e si finirà con il pagare il conto dei pasti consumati in ospedale. Ma nell’immediato non si prende la briga di dettagliare cosa è esclusivamente sanitario e cosa non lo è.
SEMPLIFICARE O COMPLICARE? – Questo, al lato pratico, invece di semplificarle, potrebbe finire con il complicare molto le cose per chi deve fare i conti e il saldo positivo non è scontato. Anzi: bisogna ricordare che la quota del 50% a carico del Servizio Sanitario per i ricoveri dei pazienti non autosufficienti, è una convenzione prevista proprio dalla legge del 2017 citata dalla Cantù, in base alla quale non si procede a dettagliare ogni singola voce di spesa che sia essa sanitaria o socioassistenziale, semplicemente si divide in due il costo del ricovero. Se però la norma prevede, come fa l’emendamento, una netta separazione tra servizi sanitari e socioassistenziali, allora bisognerà distinguerli ed elencarli in dettaglio. E adeguarli alla situazione di ciascun paziente. Per poi ri-adeguare la tipologia di prestazione di cui usufruisce il paziente allo specifico momento e stato di salute in cui il paziente si trova. Un po’ come un conto di un albergo che si aggiorna costantemente. Con tutte le difficoltà organizzative e progettuali che comporta. Sia per chi eroga le prestazioni, sia per chi le paga e deve pianificare la spesa, che si tratti della Regione o del paziente e della sua famiglia. Senza contare il numero di valutazioni multidimensionali (che pure cambiano di regione in regione) da aggiornare in continuazione.
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Politica
Fdi e Lega insieme per il taglio delle prestazioni socio-assistenziali ai malati gravissimi. Le opposizioni: “Prestazioni a rischio, favore ai fondi privati”

Zaffini (Fdi): "Evitiamo di diffondere nell'opinione pubblica messaggi che determinano incertezza, particolarmente grave per persone fragili"
La Lega va avanti per la strada del taglio retroattivo delle prestazioni socio-assistenziali ai malati gravissimi. Con il pieno sostegno di Fratelli d’Italia. Salvo interventi della commissione Bilancio, il testo del ddl 1241 intitolato – ironia dei nomi – Misure di garanzia per l’erogazione delle prestazioni sanitarie, uscirà dalla commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato e arriverà in aula in settimana così com’è. Incluso un emendamento della senatrice del Carroccio Maria Cristina Cantù, già assessore lombardo alla famiglia nella giunta Maroni con delega, tra il resto, ai servizi sociosanitari. Il testo della senatrice è dedicato a un tema molto caro all’ente guidato dal leghista Attilio Fontana: il costo dei servizi di cura alla persona che nei malati gravissimi possono avere valenza sanitaria, come per esempio la nutrizione del paziente che si alimenta con il sondino, ma anche la mobilizzazione di malati neurologicamente compromessi o l’igiene di persone allettate con piaghe. Il fatto che per alcuni malati servizi socioassistenziali di questo tipo, a causa della loro gravissima patologia e/o disabilità, siano indissolubilmente connessi con le prestazioni sanitarie, è una previsione di legge spesso dibattuta nelle aule dei tribunali dove si verifica se è stata rispettata o meno e se il loro costo è stato o meno indebitamente caricato su malati e famiglie, invece che sulla Regione e, a cascata, sulle strutture per anziani e disabili che erogano i servizi per conto delle regioni. Non a caso l’emendamento Cantù si propone di fare piazza pulita dei procedimenti giudiziari in corso.
COME CAMBIEREBBE LA LEGGE – Il testo così come approvato nella sua ultima formulazione, prevede che all’articolo 30 della legge 730 del 1983, le parole: “Sono a carico del fondo sanitario nazionale gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio-assistenziali”, siano sostituite da: “Sono a carico del fondo sanitario nazionale esclusivamente gli oneri delle attività di rilievo sanitario anche se connesse con quelle socio-assistenziali”. E poi aggiunge: “Conseguentemente, nell’ambito della quota a carico del servizio sanitario nazionale per l’erogazione delle prestazioni di assistenza sociosanitaria residenziale e semiresidenziale, di cui all’articolo 30 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017, recante definizione e aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, salva la ripartizione ivi contemplata elevabile al 70 per cento nei casi di alta complessità assistenziale, sono a carico del fondo sanitario nazionale esclusivamente gli oneri delle prestazioni di rilievo sanitario, secondo quanto rilevato nell’ambito della valutazione multidimensionale per la presa in carico dell’assistito, anche se connesse con quelle socio-assistenziali in termini di specifica efficacia terapeutica. Le disposizioni di cui al primo comma si applicano anche agli eventuali procedimenti giurisdizionali in essere alla data di entrata in vigore della presente legge”.
In pratica l’intervento della senatrice leghista si propone come una specie di interpretazione autentica di una legge che così com’è ha già campato oltre 40 anni e, nel farlo, non prende in considerazione i pazienti cosiddetti 100%, quelli cioè che soffrono di una patologia talmente grave che il sanitario e il socio sanitario non si possono distinguere e, quindi, richiedono una copertura totale da parte del sistema. Ma se il testo rimarrà immutato, saranno spesati solo per il 50 per cento del prezzo reale delle cure. E il riferimento ai casi di “alta complessità assistenziale” spesabili al 70%, per le leggi vigenti vale solo per i disabili gravi, non per gli anziani pur con patologie gravi. Non solo. Secondo alcuni osservatori l’emendamento crea il presupposto per cui un lontano domani si potrà andare a scorporare tutto ciò che non è strettamente sanitario dal sanitario e si finirà con il pagare il conto dei pasti consumati in ospedale. Ma nell’immediato non si prende la briga di dettagliare cosa è esclusivamente sanitario e cosa non lo è.
SEMPLIFICARE O COMPLICARE? – Questo, al lato pratico, invece di semplificarle, potrebbe finire con il complicare molto le cose per chi deve fare i conti e il saldo positivo non è scontato. Anzi: bisogna ricordare che la quota del 50% a carico del Servizio Sanitario per i ricoveri dei pazienti non autosufficienti, è una convenzione prevista proprio dalla legge del 2017 citata dalla Cantù, in base alla quale non si procede a dettagliare ogni singola voce di spesa che sia essa sanitaria o socioassistenziale, semplicemente si divide in due il costo del ricovero. Se però la norma prevede, come fa l’emendamento, una netta separazione tra servizi sanitari e socioassistenziali, allora bisognerà distinguerli ed elencarli in dettaglio. E adeguarli alla situazione di ciascun paziente. Per poi ri-adeguare la tipologia di prestazione di cui usufruisce il paziente allo specifico momento e stato di salute in cui il paziente si trova. Un po’ come un conto di un albergo che si aggiorna costantemente. Con tutte le difficoltà organizzative e progettuali che comporta. Sia per chi eroga le prestazioni, sia per chi le paga e deve pianificare la spesa, che si tratti della Regione o del paziente e della sua famiglia. Senza contare il numero di valutazioni multidimensionali (che pure cambiano di regione in regione) da aggiornare in continuazione.
“NON TURBATE L’OPINIONE PUBBLICA” – Eppure il senatore Ignazio Zullo (Fdi) durante le votazioni in commissione ha dichiarato, approvandolo, che l’emendamento “è teso a una maggiore chiarezza della disciplina vigente e non comporta alcuno stravolgimento dell’attuale assetto dei servizi. In particolare, resta garantito il complesso delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza”. Anche il presidente della commissione, Francesco Zaffini (FdI), ha dato parere positivo alla proposta della collega Cantù a suo dire “volta a porre ordine nella materia in seguito ad alcuni interventi giurisprudenziali in materia di servizi socio-sanitari”. E così, si legge nel resoconto sommario della votazione, ha invitato “a evitare di diffondere nell’opinione pubblica messaggi suscettibili di determinare incertezza, particolarmente grave qualora riguardante persone fragili”.
Non così la senatrice Sandra Zampa (PD-IDP) che ha rilevato “la difficoltà nella distinzione delle prestazioni di carattere meramente sanitario nell’ambito dell’assistenza socio-sanitaria”. E secondo la quale le disposizioni dell’emendamento rischiano “di comportare un ridimensionamento dei servizi, a svantaggio dell’utenza”. Zampa ha inoltre richiamato Zaffini “a una maggiore terzietà rispetto alle questioni di merito” e ha sottolineato “le difficoltà cui andrebbero incontro gli enti locali sul piano dell’erogazione dei servizi socio-assistenziali”. Con lei tra gli altri Barbara Guidolin (M5S) che ha invitato “a un ripensamento in merito alla proposta emendativa in votazione, la quale rischia di privare numerosi cittadini della necessaria assistenza, mentre ancora si è in attesa della riforma del sistema delle RSA“. Mentre Orfeo Mazzella (M5S) ha puntato il dito sul principio di retroattività che cancellerebbe con un colpo di spugna i procedimenti in corso e Tino Magni (Misto-Avs) ha evidenziato le “notevoli difficoltà relativamente alla capacità dei comuni di erogare servizi, con conseguenti ricadute negative sulle famiglie interessate”.
“INGRASSIAMO I PRIVATI?” – Giunti alla votazione, però, l’emendamento è stato approvato. E secondo Francesco Boccia, capogruppo del Partito democratico, “permetterà ai fondi sanitari integrativi di erogare prestazioni anche tra quelle parzialmente comprese nei livelli essenziali di assistenza. Praticamente significa la privatizzazione di quei servizi che non vengono più garantiti dallo Stato e questo per noi è inaccettabile”, come ha detto nei giorni scorsi sottolineando di avere “la sensazione che sia un tentativo di risolvere i problemi di una Regione in particolar modo. Ne dico una a caso? La Regione Lombardia. Speriamo che non sia così”. Invita a un ripensamento la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap secondo la quale “la salute e la tutela sociosanitaria delle persone con disabilità non possono essere messe in discussione con interventi normativi parziali e poco chiari. Chiediamo al legislatore di valutare attentamente gli impatti di questo emendamento e di aprire un confronto costruttivo, affinché si giunga a una riforma complessiva e coerente del sistema sociosanitario, che non intacchi i diritti delle persone più vulnerabili”, come dice il presidente, Vincenzo Falabella. I pensionati di Cgil, Cisl e Uil, poi, chiedono all’unisono che l’emendamento venga ritirato e si apra il confronto con il governo per l’attuazione della Riforma sulla non autosufficienza, sottolineando come “anziché intervenire anche alla luce di recenti ordinanze in materia della Corte di Cassazione, per alleviare il peso che già grava sulle persone più fragili e sulle loro famiglie, su penalizzano con costi aggiuntivi”.
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