27.5.16

Dopo di noi. Il Senato approva il ddl. Il testo torna ora alla Camera


fonte: quotidianosanità.it

Ecco come saranno tutelati i non autosufficienti rimasti soli

L'obiettivo del testo approvato in seconda lettura da Palazzo Madama è quello di favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l'autonomia delle persone con disabilità prive di sostegno familiare. Si prevede la determinazione di livelli essenziali delle prestazioni assistenziali (Lep) da garantire in tutto il territorio nazionale e viene istituito un Fondo ad hoc presso il Ministero del lavoro con una dotazione di 90 mln per il 2016. IL TESTO

26 MAG - Il disegno di legge sul dopo di noi, in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del sostegno familiare o che potrebbero essere in futuro prive di tale sostegno, è stato oggi approvato in seconda lettura dal Senato con modifiche apportate in sede referente dalla XI Commissione. Il via libera è arrivato con 181 voti favorevoli e 20 contrari.
 
Questo il contenuto del ddl, articolo per articolo... (leggi l'articolo completo)

21.5.16

La Regione sta strangolando le case di riposo pubbliche

ANZIANI ULSS 19 PROVINCIA ROVIGO Il disperato appello di Taglio di Po, Porto Viro e Porto Tolle: "Una follia consentire l'apertura di altre due strutture private"


La storia è sempre quella. La Regione non concede un numero di impegnative sufficienti a dare una risposta ai bisogni assistenziali di tutte le persone non autosufficienti. Da qui una vera e propria guerra per le tariffe a libero mercato in casa di riposo, che si traduce in una emorragia per le strutture pubbliche.
E' il problema del quale soffre, per esempio, l'Iras di Rovigo e che ora diviene di attualità anche in Basso Polesine.
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13.5.16

Terapia intensiva. "Non chiudete quel reparto: hanno ridato la vita a mio marito"


OSPEDALE ULSS 18 SAN LUCA TRECENTA (ROVIGO) La toccante lettera di una rodigina che ha toccato con mano la professionalità dei medici: "Gli hanno insegnato di nuovo a camminare, a parlare, a vivere"

(da RovigoOggi.it)

Spesso si parla della chiusura dell'ospedale San Luca di Trecenta, o comunque del taglio di alcuni suoi reparti, non giudicate strategici o convenienti. La lettera di una donna al cui marito è stata letteralmente donata una seconda vita in quelle corsie capovolge del tutto le prospettive e fa riflettere seriamente.

Trecenta (Ro) - "La terapia intensiva dell'ospedale San Luca di Trecenta è seriamente a rischio chiusura, il personale è poco e i turni a cui è sottoposto sono tosti. Non sono nessuno, ma ho avuto la fortuna di conoscere i professionisti che lavorano qui in un difficile momento della mia vita e nel mio piccolo vorrei far qualcosa per far capire l'importanza di questo reparto e la ricchezza di chi ci lavora".
Comincia così la testimonianza di Laura Marchetti, che arriva in un momento non facile per la sanità polesana in genere e per l'ospedale San Luca in particolare, spesso al centro di ipotesi di chiusura o comunque di ridimensionamento.
"Non sono un politico - prosegue la testimonianza - e so far quadrare a malapena i conti della mia famiglia, non certo quelli di un ospedale o una regione. Ma so per certo che i letti della terapia intensiva non sono mai abbastanza purtroppo. Lo so perché mio marito ci ha passato quasi 2 mesi, dopo 50 minuti di arresto cardiaco. E so anche che la terapia intensiva di un grande ospedale ha ritmi molto diversi da quelli di un piccolo ospedale in mezzo alla campagna, ma non per questo è meno utile o importante, anzi!".
"Senza le strategie e le terapie messe in atto a Rovigo forse mio marito non sarebbe qui ora, ma senza le cure e le attenzioni che ha ricevuto al San Luca non avrebbe avuto un recupero così importante, perché non basta la terapia giusta, servono anche tanti stimoli per tornare alla propria vita! E la nostra vita è ricominciata grazie a quei medici e infermieri che ogni giorno hanno dato il massimo per curarlo, aiutarlo, incoraggiarlo, facendo una diagnosi tempestiva e al tempo stesso stimolando le sue capacità, facendogli ricordare e memorizzare il nome delle sue bimbe, spronandolo a non arrendersi e a non abbattersi, a sforzarsi a parlare, a muoversi, a guardare anche dove la vista lo ingannava".
"In questo modo ha iniziato il suo percorso riabilitativo fin da subito, sfruttando al massimo le sue potenzialità, che gli hanno permesso un pieno recupero contro ogni iniziale prospettiva! La dottoressa Anna Bocchi è una persona straordinaria, che fa il proprio lavoro con competenza, amore e passione, che non dimentica mai il lato umano della terapia, che sa trovare le parole giuste per il paziente e i suoi familiari. E straordinario è tutto il suo staff, nessuno escluso, fatto di medici e infermieri preparati e attenti ad ogni esigenza! Sono i 'cugini di campagna' e si sa che l'aria di campagna fa davvero bene".
"Per cui prima di chiudere questo reparto pensate se davvero si risparmia qualcosa, se davvero vale la pena perdere una risorsa del genere. Perché i letti a Rovigo non saranno mai abbastanza, perché ci sono pazienti che devono passare molto tempo in terapia intensiva, che non possono andare in reparti dove i ritmi sono veloci e le attenzioni ridotte. Perché quando una cosa funziona bisognerebbe trovare tutte le risorse disponibili per supportarla. Perché sarebbe una grande perdita per tutto il territorio. Perché a volte il vero guadagno è investire invece che tagliare".
12 maggio 2016

11.5.16

Malattie reumatiche, artriti, artrosi e dolore cronico. Se ne parla a Occhiobello

Diagnosi, terapie e riabilitazioni

Venerdì 20 maggio 2016, ore 16.00

presso il Centro sociale

“Azzurro”Via Cavallotti 33, Occhiobello

2.5.16

Il Comitato altopolesano dei cittadini per il "San Luca" incontra il Dg dell'Ulss 18


Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340
Data, 29 aprile 2016

Sanità

Forse resistere serve ancora

Il Comitato incontra il Dg dell'Ulss 18

Consegnata una lista dei problemi del “San Luca” e dell'Adi


In materia di salute la cosiddetta razionalizzazione in Italia è ormai molto simile al razionamento, e non è garantito che eventuali risparmi possano essere reinvestiti nella sanità. Tanto che c’è chi avanza l’ipotesi che la sanità sia un pozzo da cui attingere risorse per fare altro.
Negli ospedali dell’Ulss 18, ad esempio, gli amministratori finora, per ridurre il deficit, non hanno acquistato/rinnovato tecnologie. Molti strumenti indispensabili risalgono all’anno di apertura dell'ospedale. Gli apparecchi radiologici portatili sono talmente vecchi da non avere più pezzi di ricambio; i respiratori della terapia intensiva di Trecenta sono datati 1998, anno in cui è stata aperta ...
Inoltre le carenze di organico sono talmente gravi da causare problemi insormontabili in diversi settori: la carenza di anestesisti potrebbe creare il presupposto per la chiusura delle sale operatorie e della terapia intensiva di Trecenta e la riduzione dell’attività chirurgica a Rovigo.
Il 22 aprile abbiamo incontrato il direttore generale dottor Compostella.
Gli abbiamo lasciato un promemoria con queste ed altre criticità del San Luca: 1) lunghe attese all’accettazione del punto prelievi; 2) servizio ambulatoriale ridotto, soprattutto il pomeriggio; 3) servizio di terapia antalgica ridotto a 2 giorni la settimana + 1 per visite; 4) insufficiente servizio Reumatologico; 5) liste lunghissime del servizio Fisiatrico (a volte è addirittura interrotto il percorso terapeutico in atto di pazienti esterni per rinforzare il servizio di neuro riabilitazione; 6) la PMA (procreazione medicalmente assistita) lavora 1 sola settimana al mese (nonostante la lunga lista di attese) per la mancata assunzione delle 2 biologhe necessarie, mentre 7) il reparto di Ginecologia Ostetricia da qualche tempo non ha letti occupati perché le indicazioni date dalla commissione regionale sono molto restrittive sulla tipologia di gravide che possono partorire a Trecenta.
La lista lasciata al Direttore Generale non trascura il problema dello scompenso tra i tempi di controllo indicati dagli specialisti e gli appuntamenti dati al CUP; le dimissioni con necessità di controllo ADI che non collimano con la disponibilità in calendario del servizio domiciliare; la necessità di stabilizzare il personale a Biologia Molecolare per poter evitare sprechi.
TRECENTAMED (gruppo di sei medici di base): è ancora lontano il raggiungimento dell’obiettivo di adattare il più possibile le strutture sul territorio alle esigenze dei pazienti e di sgravare gli ospedali da alcuni compiti nonostante l’avviamento del servizio.
Al dottor Compostella abbiamo consegnato anche una lista delle problematicità relative all’assistenza domiciliare integrata (ADI).
La finalità dell'ADI sarebbe quella di assicurare sul territorio un'assistenza paragonabile a quella ospedaliera, con costi per il sistema sanitario di gran lunga inferiori al ricovero.
Il nuovo Pssr (piano socio-sanitario regionale) prevede di ridurre i posti letto migliorando i servizi territoriali: i posti letto sono stati tagliati, ma sull'assistenza domiciliare non abbiamo visto alcun miglioramento. Pare anzi che si studi come complicare la vita dei pazienti.
Ci sono problemi per i prelievi: con una procedura del tutto illegittima per una pubblica amministrazione (art. 1, comma 2 della legge 241/1990) i tempi per un prelievo a domicilio arrivano normalmente a 12-13 giorni.
Macchinosi i tempi di fornitura dei farmaci, come quelli per ottenere presidi, anche quando la necessità è evidente.
Ora pare che l’urgenza sia soprattutto la fusione tra Ulss 18 e Ulss 19 che si dice pensata e realizzata per ridurre i costi di apparato, burocratici e amministrativi, e liberare risorse da destinare ai servizi per i cittadini; ma, ricordando cosa accadde quando si unirono le due aziende del Medio e dell'Alto Polesine, c’è chi dice che "Non è detto che gli accorpamenti delle Ulss facciano risparmiare". E propone di ridurre i soldi ai privati.
Infine un dubbio: cosa vorrà dire l’espressione sfuggita (?) all’assessore Corazzari “l’ospedale di Adria non sarà un San Luca bis”?
Noi ci sforziamo di credere (per ora) a quanto affermato dal dg, secondo cui “il San Luca avrà il suo ruolo nell’Azienda Unica come punto di riferimento dell’Alto Polesine”.
Durante il colloquio ha ricordato ripetutamente i limiti imposti dal ministero e dalla programmazione regionale.
L’esperienza acquisita in (molti) anni di impegno ci insegna ad avere una fiducia limitata. Perciò attendiamo i fatti.
Ma nell’attesa non siamo sereni.

Per il Comitato
la portavoce – prof. Jenny Azzolini

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Scarica articolo del Gazzettino, domenica 1 maggio 2016
Ne ha parlato anche RovigoOggi.it il 3 maggio 2016, "Negli ospedali apparecchi vecchi di vent'anni"