24.10.16

Veneto. La riforma sanitaria è legge. Nasce l’Azienda ‘Zero’


Da quotidianosanita.it del 20 ottobre 2016


L’Azienda ‘Zero’ coordinerà l’attività delle nove Ulss regionali


L’Assemblea  regionale ha concluso stanotte la lunga maratona approvando con 27 voti a favori e 17 contrari il Pdl 23 che istituisce l'azienda Zero e organizza la sanità veneta in 9 Asl. Zaia: "Riformare la sanità era una necessità imprescindibile, per rispondere con un’organizzazione ancora più moderna alle sfide poste dalla contrazione dei finanziamenti nazionali, dal crescere dell’aspettativa di vita dei veneti e della loro richiesta di salute".

Leggi l'art. completo. Avvertenza: quello che è pubblicato come "testo della riforma" in realtà è il progetto di legge originario, in più punti modificato durante la discussione in consiglio regionale.
Per il testo definitivo consulta il post Veneto. LEGGE REGIONALE n. 19 del 25 ottobre 2016. Istituzione dell'Azienda "Zero" e nuovi ambiti territoriali della Ulss

20.10.16

Lendinara, il consiglio comunale discute della casa di riposo

Il consiglio comunale di Lendinara è stato convocato per il prossimo 24 ottobre alle ore 18 per discutere del progetto di legge regionale n. 25 sul riordino delle Ipab (case di riposo pubbliche).
Saranno sottoposti all'approvazione dell'assemblea una mozione presentata dal Movimento 5 Stelle e un ordine del giorno presentato da Orizzonti comuni.
Scarica l'avviso di convocazione

La casa di riposo di Lendinara è orientata ad appaltare i servizi di assistenza di parte della struttura a una cooperativa. Un orientamento preso anche da altri enti. Vedi il precedente post Case di riposo, Badia e Lendinara in difficoltà.

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15.10.16

Sanità in crisi? L'Ulss 18 trova la soluzione: timbrare il cartellino per andare a far pipì


Le norme richiamate prevedono il licenziamento, che sia possibile applicarle in questo caso sembra fuori dal mondo. Ma questo è quello che passa il convento, o meglio l'ex seminario, ora cittadella sanitaria. Atteso un forte aumento della produttività?


Se si era sfiorato il ridicolo con l'istituzione di una commissione sull'igiene personale dei dipendenti, ora si va oltre ma non c'è molto da ridere per gli infermieri e gli operatori socio sanitari dell'Ulss 18.

Protesta il sindacato: "Riteniamo che sia una assurdità far passare l’idea che stia ingannando e 'rubando' anche chi dopo 3, 4 anche 5 ore, caso mai di sala operatoria o nel corso delle quali ha assistito i pazienti allettati o lavorato con pazienti feriti in un grave incidente, si ferma alcuni minuti a bere dell’acqua, un caffè e andare in bagno a fare pipì e non 'stimbra' il cartellino nel farlo. E' assurdo pensare che queste persone debbano essere licenziate o perseguite penalmente".

Leggi l'articolo di RovigoOggi.it

8.10.16

Case di riposo, Badia e Lendinara in difficoltà

Gli enti verso appalti a cooperative a scapito del personale dipendente. In agitazione sindacati e personale.
La casa di riposo di Badia

Durante l'estate del 2015 il consiglio di amministrazione della Casa di riposo di Badia ha avviato la procedura, poi abbandonata, di privatizzare l'istituzione. Tutto viene rinviato alla legge regionale in discussione a Venezia.
La casa di riposo di Lendinara

Nell'estate di quest'anno i lavoratori della Casa di riposo di Lendinara hanno contestato l'ente per la decisione di affidare una consistente fetta di servizi a una cooperativa. La tensione fra CdA è ancora alta (vedi La Voce del 03/10/2016).

In questi giorni anche il CdA della Casa di riposo di Badia ha deciso di appaltare a una cooperativa tre reparti.
La protesta dei dipendenti si è espressa anche durante la seduta del consiglio comunale di mercoledì scorso. Vedi rassegna stampa: CdR1, CdR2, CdR3, CdR4, CdR5. Scarica il volantino.

Due le cause delle difficoltà economiche degli enti pubblici del settore: la riduzione dei contributi regionali e una tassazione complessivamente sfavorevole rispetto alle strutture private.
Domanda: perché invece di impoverire i lavoratori non si rivendica in regione trasferimenti adeguati alle prestazioni? E perché le amministrazioni comunali non chiedono ai rispettivi partiti di riferimento una perequazione del trattamento fiscale fra strutture pubbliche e private?

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5.10.16

L’indefinibile futuro del San Luca


Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340
sito internet: http://ospedaletrecenta.blogspot.it/
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Data, 2 ottobre 2016

  • Ai Sindaci dell'Ulss 18
  • Al Direttore Generale Ulss 18
  • Ai Consiglieri regionali polesani
  • All'Assessore regionale alla sanità
  • Al Presidente della Giunta regionale
  • Ai Parlamentari polesani
  • Al Ministro della Salute
  • Al Presidente del Consiglio dei ministri

L’indefinibile futuro del San Luca

E’ difficile attribuire all’ospedale San Luca un aggettivo o una definizione qualificante.
Se fosse una persona sarebbe un trans gender in via di mutazione, una realtà incompleta, un progetto su cui continuano ad infierire interventi incomprensibili. Di responsabili(?), spinti da idee incerte, criticabili e fluttuanti come piume e che danno adito a dubbi e cattivi pensieri.
Si dica, una buona volta, cosa si vuole veramente fare di questo ospedale. Perché se ne capisce veramente poco e quel poco che se ne capisce mette i brividi.
Perché, ad esempio, balla da tempo (troppo) la non scelta tra ostetricia (punto nascita), PMA, ginecologia. Un’incertezza che però potrebbe contare su dati certi: nascono pochi bambini, ci sono tante e lunghissime attese per la Procreazione Medicalmente Assistita (servizio molto apprezzato), c’è un’innegabile necessità di una ginecologia efficiente vista l’età prevalente delle donne altopolesane.
Quindi la buona scelta (per la popolazione) non dovrebbe essere troppo difficile.
Anche perché i cittadini potrebbero rinunciare, con ragionata rassegnazione, a qualche servizio dell’ospedale in cambio di offerte (eccellenti) in grado di soddisfare in modo sicuro e costante la esigenze della popolazione altopolesana.
Sino ad ora si è assistito a repentini cambi di programma, a riduzioni orarie di servizi, a riduzione di personale medico e paramedico, alla normalizzazione di situazioni e aspetti negativi di prestazioni vitali e di riconosciute eccellenze.

Ad esempio:
PMA (procreazione medicalmente assistita) eccellenza con alta percentuale di risultati positivi, è in sofferenza per insufficienza di personale stabilizzato e liste d’attesa lunghissime (coppie da Ferrara-Modena-Bologna e non solo).
Neuroriabilitazione: eccellenza recente limitata dalla necessità di condividere parte del personale con riabilitazione fisiatrica.
Terapia Intensiva: alta professionalità, passione e umanità degli operatori permettono spesso il raggiungimento di risultati considerati ai confini della speranza. Nonostante gravi carenze di personale.
Biologia Molecolare centro di ricerca attrezzato con mezzi tecnici efficienti ma con figure professionali non stabilizzate.
Ambulatori: la qualità professionale degli operatori e le reali necessità della popolazione portano ad una notevole richiesta. Ma l’ospedale risponde con un servizio col contagocce.
Terapia Antalgica un’offerta efficace ed apprezzata in un tempo in cui, finalmente, l’assenza di dolore non è più un obiettivo intermedio facoltativo ma un fine terapeutico primario. Ha gravi carenze di personale.
Gli esempi dovrebbero essere indicativi di un presidio ospedaliero in grado di soddisfare quasi totalmente le esigenze della popolazione altopolesana, ma non ancora pienamente efficiente.
Eppure una corretta ed equa distribuzione e valorizzazione delle risorse economiche e professionali dovrebbe rappresentare un obbligo morale primario per chi amministra (da parecchi anni) la sanità veneta; ma evidentemente i polesani sono (considerati) figli di un dio minore, e paria del Veneto e devono accontentarsi delle briciole che cadono dal banchetto regionale. A cui si abbuffano invece altre province i cui rappresentanti si occupano molto più attivamente dei cittadini che li hanno eletti.
I nostri eletti invece (salvo una) sono come le tre scimmiette: se c’è un nostro problema non lo vedono, non ascoltano la nostra voce e se c’è da parlare non parlano.
Chissà perché.
Però rimangono i sindaci del nostro distretto. Sappiamo bene che il loro potere è limitato, però, volendo, potrebbero associarsi per programmare qualche azione comune come ad esempio mobilitare i propri cittadini per una manifestazione che possa indurre il governo regionale ad apportare qualche modifica alle schede ospedaliere regionali.
Che, visto l’andamento decisamente ondivago delle decisioni, dovrebbero essere passibili di qualche saggia ed utile modifica. Come si è già visto in altre realtà.
Ps: è utile ricordare che “valetudine firma nihil melius” (niente è meglio di una salute salda) però, in mancanza di meglio “primum non nocere” (almeno non si facciano danni).

    Per il Comitato altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
    La portavoce Prof. Jenny Azzolini
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