Sono
un cittadino, e un famigliare di un'ospite della "Casa del
Sorriso" di Badia Polesine.
Ho
seguito in questi ultimi mesi la "vicenda" della
trasformazione della Casa di Riposo di Badia, da IPAB a Fondazione,
proposta dal CdA (Consiglio di Amministrazione) dell'ente.
Questa
trasformazione ha come intento principale la "depubblicizzazione",
ovvero la privatizzazione della "Casa del Sorriso" che
attualmente è un Ente pubblico regolamentato da una Statuto al quale
le amministrazioni che si susseguono devono attenersi.
È sta
fatta una scelta ben precisa dall'attuale CdA, quella di trasformare
questa struttura pubblica in Fondazione e non in APSP (Azienda
pubblica di Servizi per la persona).
Perché
ci si chiede?
Le
motivazioni sono diverse, ma forse le più significative sono
essenzialmente tre:
- la
prima, si afferma che la fondazione gode di una minore tassazione,
vedi IRAP;
- la
seconda, si ha una maggiore flessibilità nella gestione delle
risorse destinate al miglioramento della struttura, vedi appalti
etc.;
- la
terza è che con la Fondazione la Regione Veneto non ha la
possibilità di inserire un proprio consigliere nel CdA, come prevede
la nuova normativa, in via di approvazione nel Consiglio Regionale.
Sono
stati fatti vari incontri, con gli operatori prima, con i famigliari
poi e con gli operatori e i famigliari dopo che il Consiglio Comunale
ha approvato, per fortuna non all'unanimità ma con una relativa
maggioranza la delibera (tra l'altro modificata dalla sua prima
stesura) del CdA della Casa del Sorriso.
Tutti
questi incontri hanno avuto come scopo principale di sostenere la
"bontà" della trasformazione dell'Ente in Fondazione,
mentre non si è valutata la possibilità di trasformazione in APSP,
anzi è stata considerata come una soluzione impraticabile"visto,
sembra,
le esperienze negative della Regione Emilia Romagna", come
affermato dall'attuale Presidente della nostra Casa di Riposo.
A
questo punto sorgono alcune domande:
-
Perché il CdA ha voluto velocizzare la pratica della trasformazione
in Fondazione e non in APSP, prima che la Regione approvi una legge
(proposta dal Presidente Zaia) che disciplina questi passaggi?
-
Perché il CdA della “Casa del Sorriso” non si è mostrato
disponibile a un confronto con i sindacati dopo la prima delibera ?;
- Le
APSP sono veramente strutture che non funzionano o si esclude questa
possibilità a priori?;
-
Perché l'Amministrazione Comunale ha interesse a trasformare la
"nostra Casa del Sorriso" in Fondazione, fondamentalmente
privata e non in APSP?
-
Perché l'Amministrazione Comunale non ha promosso, come si è
auspicato in più occasioni, un convegno dove si analizzasse con
specialisti del settore quale sarebbe stata la soluzione migliore per
il futuro della Casa del Sorriso?
Bene a
mio e nostro avviso hanno fatto gli operatori, e i sindacati, a
mobilitarsi e i cittadini a sottoscrivere l'appello contro la
privatizzazione.
Un
grazie di cuore va al Comitato
Altopolesano dei cittadini per il San Luca
che ha organizzato, il 25 settembre 2015, un incontro aperto a tutta
la cittadinanza dove si è fatta conoscenza storica sulla Casa di
Riposo di Badia, e chiarezza, perché si sono spiegate le differenze,
vantaggi e svantaggi tra le Fondazioni e le APSP.
La
partecipazione è stata buona sia per la presenza di cittadini che di
operatori, non erano presenti invece membri del CdA della Casa del
Sorriso; per l'Amministrazione Comunale erano presenti due Assessori
che non sono intervenuti nel dibattito.
Su un
argomento così importante come il destino di una delle strutture più
importanti del nostro Comune e importante nella nostra Provincia, non
si può decidere senza avere valutato attentamente la materia e
coinvolto democraticamente la popolazione.
Noi
cittadini di Badia, vogliamo che la "Casa del Sorriso"
rimanga pubblica, come ora, anche negli anni a venire, ospitale e
aperta.
Badia
Polesine, 28 settembre 2015
Graziano
Berto