31.8.14

Ulss 18, i referti delle mammografie in ritardo di due mesi

Vanificato lo screening. Ancora una volta carenza di personale

L'Ulss di Rovigo sta da tempo invitando la popolazione femminile allo screening mammografico. Scopo dello screening è individuare il tumore alla mammella in fase precoce, aumentando sensibilmente la possibilità di guarigione.
Ebbene, le mammografie vengono fatte ma i referti no! O meglio, vengono consegnati con due mesi di ritardo. Vi immaginate l'ansia delle donne? E se poi l'esame fosse positivo per neoplasia?
Lo screening viene attuato per prevenzione e diagnosi precoce, che senso ha eseguire le mammografie e poi ritardare di due mesi il referto con l'esito dell'esame? Un fallimento!
Dopo gli incredibili ritardi per le visite osteorticolari e le liste d'attesa per l'esame del campo visivo, ancora una volta la causa va ricercata nella carenza di personale. Per l'intera Ulss, ospedali di Rovigo e Trecenta, ci sono due soli radiologi impegnati per questa attività, un numero chiaramente insufficiente.

25.8.14

Appalto per mense, due rodigini nei guai

Da Il Resto del Carlino, sabato 23 agosto 2014

Nell'inchiesta sulla Serenissima finiscono Pietro Girardi e Alberto Sichirollo
Serenissima Ristorazione rifornisce anche gli ospedali Rovigo e Trecenta. Era direttore generale Adriano Marcolongo nel 2007: affidato il servizio alla Serenissima fino al 31 dicembre 2017. Dieci anni!
Leggi l'articolo del Gazzettino.
I pasti possono essere confezionati anche cinque giorni prima del consumo. E infatti molti degenti si lamentano della qualità del cibo ricevuto.
Da mesi i dipendenti della Serenissima subiscono cassa integrazione e riduzione dell'orario di lavoro.

21.8.14

Osteoporosi, visita fissata nell'agosto dell'anno prossimo

Da Il Gazzettino, giovedì 21 agosto 2014

«Primo posto libero il 7 agosto 2015». Probabilmente se lo sarà fatta ripetere due volte la signora altopolesana che si è sentita fissare la propria visita osteoarticolare  a più di un anno di distanza al San Luca di Trecenta. Nessuno si aspetta un rinvio tanto lontano per un problema sanitario che dovrebbe trovare risposte, se non definitive per lo meno rapide e tranquillizzanti.
Invece, ci risiamo e spunta un ennesimo caso di sanità "lumaca" che si ripercuote sulla pelle dell'utenza. La signora a metà giugno aveva fatto richiesta di un esame per l'osteoporosi con regolare impegnativa del proprio medico di fiducia ma la struttura pubblica non ha potuto fare di meglio che darle l'arrivederci all'agosto dell'anno che verrà.
A parte essere stata costretta a rivolgersi a una struttura privata che affronterà il suo caso il 2 settembre, previo pagamento della prestazione sanitaria, la paziente altopolesana non ha fatto mistero delle proprie perplessità sulle carenze di un sistema sanitario  pubblico che rallenta e penalizza l'utenza.  Lamentele che hanno fatto scattare la protesta anche dell'assessore provinciale alla Salute Guglielmo Brusco, specchio, a suo dire, del piano inclinato sul quale sta scivolando la sanità polesana fin troppo indulgente verso la concorrenza economica e d'immagine rappresentata dalle strutture private. «Che senso ha - sottolinea Brusco - allontanare la propria utenza perché strutture e personale sono sottoutilizzati o non funzionanti? Al San Luca l'esame dell'osteoporosi si fa per qualche ora solo un giorno la settimana, salvo doversi rivolgere alla libera professione».

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Centro cottura Serenissima, danni per 12 milioni: 40 manager sotto accusa

Fonte: Il Mattino di Padova 21 agosto 2014
La Corte dei Conti: irregolarità nell’appalto alla Serenissima Ristorazione. Coinvolti nell’inchiesta 40 dirigenti di Azienda ospedaliera, Iov, Usl 16. Tra loro anche l'ex dg Adriano Cestrone che si difende: "Tutto regolare. In Italia prima ti sputtanano e poi si fa l'inchiesta"
di Cristina Genesin


PADOVA. È la fine del gennaio 2010 quando il vicentino Mario Putìn (attenzione all’accento sulla “i”) inaugura a Boara Pisani il grande centro di cottura del suo impero, Serenissima Ristorazione, in grado di sfornare 30 mila pasti al giorno con il sistema cook&chill, ben 4.500 metri quadrati di struttura coperta per un investimento di 20 milioni di euro. Sfoderando un divertito sorriso, lo affianca l’amico di sempre, l’ex doge veneziano Giancarlo Galan, per tre lustri capo indiscusso del sistema di potere nordestino destinato a legare imprenditori e politica: «Anche noi abbiamo il nostro zar Pùtin», ironizza l’ex governatore, calcando stavolta l’accento sulla “u” raccontano ancora oggi i presenti. Vecchi tempi. Adesso quel centro di cottura è al centro di un’inchiesta della procura della Corte dei Conti del Veneto che ha contestato un danno erariale di 12 milioni e 674 mila euro complessivi a una quarantina fra ex manager della sanità pubblica padovana, in testa il trevigiano Adriano Cestrone, fedelissimo di Galan, già direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova e poi anche dell’Usl 16, con il professor Pier Carlo Muzzio, l’ex dg dell’Istituto oncologico del Veneto con sede a Padova (Iov) che aveva patteggiato per corruzione nell’ambito della Tangentopoli dei farmaci con l’allora ministro De Lorenzo e l’ex direttore Duilio Poggiolini, e un lungo elenco tra dirigenti, funzionari, persino legali e commercialisti in qualità di componenti dei colleghi sindacali dell’Azienda ospedaliera, dello Iov e dell’Usl 16 sempre della città del Santo.
Tra loro il commercialista di fiducia di Galan, il padovano Paolo Venuti, finito in cella per le tangenti legate allo scandalo Mose. Il quarantunesimo indagato risultava l’ex dg dell’Usl 16 Fortunato Rao, morto il 28 settembre 2011 (e rimpiazzato per un anno da Cestrone alla guida dell’ente). Tutti sono finiti sotto accusa per aver benedetto, con un atto o un parere tecnico, l’affidamento interaziendale della fornitura pasti (a favore di Azienda ospedaliera, Usl 16 e Iov) alla vicentina Serenissima Ristorazione per nove anni, al di fuori di qualsiasi gara d’appalto. Ovvero con il singolare metodo della trattativa privata. Un metodo a suo tempo già contestato dall’Avcp, l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture oggi denominata Autorità anticorruzione. Niente da fare: l’avvertimento dell’organismo è caduto nel vuoto. Gli enti sanitari (capofila l’Azienda ospedaliera capitanata da Cestrone) sono andati avanti, pronti ad accollare al “pubblico” il costo di quel centro di cottura di proprietà di un imprenditore privato (lo “zar” delle mense Mario Putìn). Con il meccanismo del pagamento della quota di ammortamento del centro stesso. In pratica è come se un privato (in questo caso, gli enti sanitari padovani) decidesse di pagare per un tot di anni un mutuo mensile con l’obiettivo di acquistare una macchina. Solo che, alla fine, quella macchina resterà di proprietà del concessionario e non di chi ha pagato.
Pasti giornalieri a minor costo? Niente affatto. Gli enti sanitari si sono ritrovati a pagare di più il pasto giornaliero (14,54 euro il pasto per degenti adulti) e (14,25 euro il pasto per degenti bambini) contro gli 11,93 previsti, per un danno erariale pari a 4,8 milioni di euro calcolato tra il 2010 e il 2014 .
L’inchiesta. In seguito a ben tre esposti firmati dall’allora segretario della Cgil di Padova Ilario Simonaggio, sono scattati gli accertamenti della procura della Corte dei Conti supportata dal lavoro delle Fiamme Gialle. Nei giorni scorsi la relazione di conclusione dell’indagine di 24 pagine sottoscritta dal viceprocuratore generale, Alberto Mingarelli, che ha individuato otto profili di danno erariale destinati, insieme, a formare la cifra milionaria contestata con peso diverso agli inquisiti. Di quei 12 milioni e 674 mila euro, ben 8 milioni e 379 mila sono a carico di vertici amministrativi, membri del collegio sindacale, funzionari e collaboratori dell’Azienda ospedaliera intervenuti nella trattativa con Serenissima fra il 2007 e il 2010; 379 mila risultano a carico dei vertici dello Iov; altri 3,93 milioni di euro in capo ad amministratori e sindaci dell’Usl 16. All’attuale dg dell’Usl 16, Umberto Brazzale (ente capofila all’epoca dei fatti), è arrivata la richiesta di spedire l’avviso di messa in mora per bloccare i termini di prescrizione del procedimento che ora va avanti.
Le accuse. Pesante la relazione della procura della Corte dei Conti: «Serenissima ha avuto l’attribuzione del servizio a trattativa privata con utilizzo del tutto ingiustificato della proroga contrattuale, oltre all’accollo da parte delle aziende pubbliche della costruzione di un centro di cottura destinato a rimanere di proprietà della società stessa. Tale decisione, che comporta l’assunzione da parte degli istituti padovani di una quota mensile di ammortamenti da pagare a Serenissima, è da ritenersi per molti aspetti illecita, viziando di nullità l’appalto per contrarietà a norme imperative, come ha evidenziato anche l’Avcp». C’è ben altro: «Oltre alla violazione dei principi di par condicio e di concorrenza, non è stata prevista nessuna forma di controllo delle fasi di realizzazione del centro di cottura, qualificata nel contratto come onere dell’appaltatore al fine di disporre dei mezzi per l’esecuzione del servizio. Non è stato nominato neanche un responsabile del procedimento... Le aziende si sono precluse ogni controllo». Tra i profili contestati, oltre ai 5 milioni di euro per il costo del centro, la mancata applicazione di una penale a carico di Serenissima per aver ritardato di un anno l’avvio del servizio, l’omessa vigilanza sulla sostituzione obbligatoria di attrezzature non adeguate, l’omessa riscossione di fatture a carico di Serenissima.
La difesa. «Non sono a conoscenza di nulla di concreto per il momento, sono in ferie e ritengo che sia il solito sistema di questo Paese dove prima si sputtana la gente sui giornali e poi si fa luce». Spiega così l'ex direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Padova Adriano Cestrone coinvolto in un'indagine della Corte dei Conti di Venezia durata cinque anni. Lui e altri 40 manager della sanità sarebbero accusati di aver concesso appalti irregolari per la fornitura dei pasti in ospedale a favore della Serenissima. Accanto a Cestrone compaiono anche i nomi di Pier Carlo Muzio, ex dg dello Iov, e Paolo Venuti, commercialista di Giancarlo Galan, l' ex governatore del Veneto già arrestato nell'inchiesta Mose. Il danno creato da questi appalti irregolari supererebbe i 12 milioni di euro. «Per me le cose sono state fatte regolarmente - continua Cestrone - non è vero che è stato dato l'appalto in maniera diretta, abbiamo fatta la gara, tutto secondo procedura. Io non posso contestare cose che non so, contesto di sapere dai giornali queste cose. Di certo ho la coscienza assolutamente pulita, ho tutto fatto in maniera trasparente nell'interesse collettivo e so che quel fascicolo è stato preso varie volte in mano e non è successo niente. Purtroppo è il classico modo di fare sudamericano». «Quando ero dg avevo già consegnato tutta la documentazione alla Guardia di finanza - conclude - poi non so cosa sia successo. Di certo darò tutto al mio avvocato e vedremo quanto costerà questa cosa allo Stato e vedremo anche alla fine chi avrà ragione».
Zaia: "Fare chiarezza". «Nell'interesse dei veneti e delle persone coinvolte, mi auguro che, considerata anche la delicatezza del caso, nel più breve tempo possibile sia fatta massima chiarezza sulla vicenda». Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
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8.8.14

Ulss 18. Ormai all'osso i fondi per gli ausili agli invalidi civili

Decine di domande per la fornitura di carrozzine attendono di essere accolte.

Praticamente esaurito il fondo per la fornitura di ausili ai disabili.

Quando ci diranno la verità? Quando ci diranno che quello che conta sono solo i maledetti conti di bilancio? E quando che l'Ulss 18 non ha altra priorità che ripianare il disavanzo accumulato negli anni scorsi?
Quando la finiranno di definire la sanità veneta un'eccellenza in Italia?
L'importante è apparire in televisione e far propaganda. Da settant'anni sappiamo che una menzogna ripetuta cento volte diventa verità.
È insopportabile che manchino i soldi per queste persone e che, nello stesso tempo, il presidente della giunta regionale Zaia e il suo assessore alla sanità Coletto si vantino di aver realizzato un avanzo di amministrazione. Ma come: si tengono soldi in cassa e si lasciano i disabili senza carrozzina? Questo sarebbe il buon governo?
Hanno una sola fortuna. Che le persone in difficoltà fanno cento volte più fatica ad organizzarsi, ad avere le informazioni che servono, a trovare un appoggio nelle istituzioni, a veder riconosciuti i propri diritti, a trovare attenzione nei mezzi di informazione.
Approfittano di questo Zaia e Coletto.

2.8.14

Campo visivo. L'Ulss ci mette una pezza ma piccina piccina


Il caos conseguente alla riduzione del personale impegnato dall'Ulss 18 per l'esecuzione dell'esame del campo visivo ha trovato una parziale soluzione, molto parziale.
Nel post Bloccate le prenotazioni del campo visivo all'ospedale di Trecenta abbiamo dato conto della situazione di crisi creata all'ospedale di Trecenta dal blocco delle prenotazioni del campo visivo. Successivamente il problema si è esteso all'ospedale di Rovigo, vedi il post Campo visivo, bloccate le prenotazioni anche a Rovigo, dove si sono riversate tutte le nuove richieste e le liste d'attesa. A conclusione del post chiedevo: "Ma chi ha preso queste decisioni? Chi ne è responsabile? E che cosa sta facendo la direzione dell'Ulss per risolvere il problema?"
Alle prime due domande non è stata data risposta, alla terza, a quanto pare si. Per due lunedì al mese ci sarà la presenza dell'ortottista al "San Luca", in aggiunta alla presenza settimanale che era rimasta dopo la "riorganizzazione" di giugno. Ma la perdita, in termini di servizio, è netta. Questa non è una soluzione, è un espediente per dare l'illusione che qualcosa si fa. Una pezza piccina piccina.
Questo problema e altri di cui parlerò nei prossimi giorni, danno il senso di una sanità allo stremo. Incapace di trovare le risorse anche minime per far fronte a servizi essenziali. Una sanità pubblica alla canna del gas.
Eppure, a leggere i giornali, la sanità veneta è l'eccellenza d'Italia. Il Veneto sarebbe la regione numero uno, con un bilancio sanitario addirittura in attivo. Il presidente Zaia e l'assessore Coletto gonfiano il petto e, rivolti ai sani, a quelli cioè che dei servizi sanitari non hanno bisogno, affermano di aver raggiunto questo risultato, per il quarto anno consecutivo, «senza tagliare servizi indispensabili alla gente».