29.11.13

Ocse. Il Rapporto sanità 2013

fonte: http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=18238

Spesa sanitaria italiana in calo: - 2,4% nel 2011-2012. Ma restiamo i più longevi dopo la Svizzera

Il dato nell’edizione 2013 di Health at a Glance 2013. Contrazioni in altri 10 Pesi europei a seguito della crisi e della conseguente necessità di consolidamento fiscale. Tra i rilievi dell’Ocse al nostro Paese: tanti medici e pochi infermieri, pochi generici, troppi cesarei, obesità infantile. Ma per l'influenza i nostri anziani si vaccinano più di molti altri. IL RAPPORTO INTEGRALE.

La spesa sanitaria pro-capite italiana si é ridotta del 2% in termini reali nel 2011. Si stima poi che un’ulteriore riduzione pari allo 0,4% si sia verificata nel 2012.
Argomenti trattati nell'articolo:
In Italia si vive più a lungo
Tanti medici e pochi infermieri
L'Italia, il Paese dei parti cesarei
Ancora contenuta la quota dei farmaci generici nel mercato farmaceutico italiano
Influenza. Gli anziani si vaccinano più in Italia che in altri Paesi
Alti tassi di obesità tra i bambini italiani
21 novembre 2013
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28.11.13

Ospedale di Padova, 350 milioni dalla Bei

Da Il Mattino di Padova, 26 e 27 novembre 2013

Il prestito venticinquennale della Banca europea d'investimenti è all'esame della Regione: coprirebbe metà della spesa

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Il retroscena

Idea nata a pranzo da un suggerimento di Malvestio a Zaia

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«Bene i fondi della Bei ma il project non sfuma»

Rossi accoglie con cauto ottimismo la notizia del prestito di 350 milioni «Speriamo di poter accordare gli interventi con la seconda linea del tram»

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Schede ospedaliere. Per i direttori generali delle Ulss 18 e 19 va tutto bene

Conferenza stampa dei direttori generali delle Ulss di Rovigo e Adria sulle schede ospedaliere

Dai resoconti del Resto del Carlino e de La Voce di Rovigo risulta chiara la soddisfazione di Arturo Orsini, direttore generale dell'Ulss di Rovigo, e di Pietro Girardi, dg dell'Ulss di Adria.
Il Resto del Carlino titola:
Massimi dirigenti soddisfatti: «Così il Polesine è garantito».
I posti letti non saranno cancellati ma riconvertiti.
Così La Voce di Rovigo:
I direttori generali si dicono soddisfatti del provvedimento approvato dalla Regione
Le schede piacciono alle due Ulss
Orsini: "Specialità confermate". Girardi: "Per Adria non cambia nulla"

Pareri confortanti quindi. Entro novanta giorni i direttori generali delle Ulss del Veneto dovranno presentare un piano aziendale che dia attuazione alle previsioni del piano socio sanitario regionale (Pssr). Si vedrà insomma concretamente come verranno applicate le schede ospedaliere e i servizi territoriali previsti dal piano.
Tuttavia qualcosa non mi convince. Sarà che tutto sembra troppo liscio, pacifico, tranquillo. Sarà che  ricevo segnalazioni di pazienti che, già ora, prima dell'applicazione dei tagli ai posti letto, passano giorni in astanteria per mancanza di posti letto nei reparti. Sarà che i direttori generali sono tenuti, in forza del Pssr stesso, a darne applicazione, pena la rimozione dall'incarico da parte del presidente della giunta regionale. Sarà per gli ulteriori tagli previsti al fondo sanitario nazionale (1,150 miliardi di euro tra il 2015 e 2016). Sarà per il timore di non poter recuperare gli eventuali errori. Sarà che mentre la regione taglia i posti letto negli ospedali esistenti ne programma uno, a Padova, dai costi insostenibili. Sarà che il polesine, alla fine dei conti, avrà i tagli più pesanti. Sarà un po' per tutto questo, io non mi sento tranquillo. Vedremo come andranno effettivamente le cose.

Alle persone che hanno a cuore la sorte di servizi essenziali, come la sanità, spetta il compito di mantenere vigile l'attenzione su quanto accade. Che almeno la realtà non venga edulcorata.

Vedi anche:
Schede ospedaliere e territoriali. La delibera e tutti gli allegati

21.11.13

Approvate definitivamente dalla giunta regionale le schede ospedaliere

Lo scorso 19 novembre la giunta regionale del Veneto ha approvato definitivamente le schede ospedaliere.
Confermate le indicazioni della V commissione consiliare.
Gravemente penalizzato il polesine che, tra Ulss 18 e Ulss 19, perde 209 posti letto per acuti. L'ospedale di Trecenta ne perderà 65.

Per il  momento dispongo delle sole schede ospedaliere e non delle schede territoriali, lo strumento che dovrebbe in qualche modo compensare il taglio ai posti letto per acuti.
Scarica le schede ospedaliere definitive. Ulss 18 - Rovigo, da pag. 94 a pag. 99; Ulss 19 - Adria, da pag. 100 a pag. 103

I numeri del 118 Provinciale

(dal sito ndell'Ulss 18)

La Centrale Operativa SUEM 118 è la struttura che fornisce una risposta alle richieste di urgenza ed emergenza medica provenienti dalla popolazione attraverso il numero unico 118. Il SUEM garantisce gli interventi sanitari sul territorio di competenza che si estende dall'Ulss 18 di Rovigo all'Ulss 19 di Adria e ad una parte dell'Ulss 14 di Chioggia (VE) per quanto riguarda il territorio di Cavarzere (VE).

La sola Provincia di Rovigo conta 244.671 abitanti ed i mezzi di emergenza sono dislocati sull’intero territorio con basi operative nelle località di Adria, Porto Viro, Porto Tolle, Rovigo, Trecenta, Castelmassa e Cavarzere (VE). Nel periodo estivo vengono inoltre attivate le postazioni stagionali di Rosolina Mare, Bonelli, Boccasette ed Albarella.
Osservando i dati relativi al primo semestre del 2013 contiamo circa 50.000 chiamate pervenute da tutto il territorio provinciale di competenza. I conseguenti interventi effettuati sono 5.580 e 4.150 pazienti soccorsi nella sola ULSS 18 . Il tempo che l’ambulanza impiega, in media, dalla sua partenza all’arrivo sul luogo dell’intervento, rientra nei parametri del T20: meno di 20 minuti per raggiungere anche il territorio extraurbano. Il tempo globale, parametro che indica quanto il mezzo rimane impegnato per lo svolgimento della missione, si attesta nella maggior parte dei casi sui 30’-60’minuti.
La fascia di età che ricorre maggiormente agli interventi del 118 è sicuramente quella degli ultra settantenni.
Leggi la notizia completa.

20.11.13

Veneto, i costi della finanza di progetto

I costi dei project, Il Mattino di Padova 4 novembre 2013
PADOVA, Il nuovo ospedale
Troppi lavori per l'ospedale. Ecco l'elenco: cento milioni per le opere idrauliche
Il rischio idraulico minaccia i cantieri
La Commissione tecnica della Regione elenca gli interventi
Cento milioni per bonificare l'area dei privati a Padova Ovest
Veneto, i costi astronomici della finanza di progetto

A leggere il lungo e documentato articolo pubblicato dal Mattino di Padova lo scorso 4 novembre si rimane esterrefatti. Come è possibile che la giunta Zaia insista sulla costruzione di un nuovo ospedale a Padova? Costi esorbitanti, almeno 652 milioni, nessuna possibilità di finanziamenti nazionali, mancanza di risorse proprie, la follia del ricorso alla finanza di progetto.
Oltre a questo emerge che l'area scelta è particolarmente infelice. Serviranno 100 milioni di euro solo per metterla in sicurezza idraulica: un'altra follia.

Il lungo articolo del Mattino (il pdf da scaricare conta quattro pagine) riporta una tabella che riassume il costo della finanza di progetto nei quattro casi in cui è stata applicata alla sanità.

Ho elaborato i dati del Mattino - vedi tabella estesa - e ho riscontrato che:

  • a fronte del concorso privato alla spesa la pubblica amministrazione riconosce un canone da 8,12 a 11,46 volte il contributo privato.
  • in pratica dopo sole tre annualità il canone ripaga il contributo del privato. Tutto il resto delle annualità è grasso che cola. Si consideri che l'amministrazione dovrà corrispondere il canone, nei quattro casi citati in tabella, per 28, 24(+8), 30 e 30 anni.
Nostra elaborazione sui dati del Mattino di Padova
Da scaricare:
Articolo del Mattino di Padova.
Nostra elaborazione dei dati pubblicati dal Mattino sui costi della finanza di progetto.

12.11.13

Il San Luca non può essere declassato

DOCUMENTO
Il Comitato Altopolesano dei cittadini per il “San Luca” scrive al presidente della giunta reegionale Luca Zaia, all'assessore alla sanità Luca Coletto, all'assessore Maria Luisa Coppola, ai consiglieri regionali Mauro Mainardi, Cristiano Corazzari, Graziano Azzalin, a Domenico Mantoan, dirigente alla sanità, e Leonardo Padrin, presidente della V commissione consiliare.
Lo spunto è il recente incidente stradale di Castelmassa. Dieci le persone coinvolte, sette sono state assistite al "San Luca" di Trecenta e tre, le più gravi, a Rovigo.

Comitato Altopolesano dei cittadini per il “San Luca”
presso Jenny Azzolini, Via Matteotti 82 – 45027 Trecenta (Ro) - Tel. 0425701126 – Cell. 3473490340

IL SAN LUCA NON PUO’ ESSERE DECLASSATO
La posizione geografica dell’incidente stradale successo a Castelmassa (9 novembre) e il numero di persone coinvolte, portano a considerazioni ulteriori circa l’opportunità di vedere mantenuto e rinforzato al San Luca di Trecenta il ruolo di OSPEDALE per ACUTI con PRONTO SOCCORSO.
Perché almeno 7 delle 10 persone ferite sono andate al Pronto Soccorso del San Luca e 3 (quelle più gravi) a quello di Rovigo. Insomma, confermata la validità dell’ospedale provinciale di Rovigo, mi sento di ricordare a chi deve decidere del nostro futuro sanitario, semmai ce ne fosse ancora bisogno, la necessità di potenziamento del San Luca.
Con un bacino di 85.000 abitanti, numero di abitanti più alto di quello di altre aree molto meno depotenziate, l’Alto Polesine deve veder riconosciuti pari diritti alla salute per i suoi cittadini: non può vedersi tagliare posti letto per acuti, la Chirurgia d’Urgenza e la Ginecologia nel suo monoblocco.
Se a Trecenta l’utilizzo dei posti letto è sotto gli standard e pertanto certi tagli possono “apparire” comprensibili è opportuno piuttosto chiedersi perché gli altopolesani emigrano verso altri ospedali (esempio: perché gli altopolesani con fratture al femore non possono essere curati e ricoverati a Trecenta? E’ un intervento di altissima qualità che a Trecenta non si può fare o è una decisione che di fatto fa emigrare possibile utenza del San Luca?)
Trasmetto questa nota perché l’incidente stradale di Castelmassa possa suggerire riflessioni a chi deve prossimamente decidere sulle schede ospedaliere.
Trecenta 11-11-2013
La portavoce del Comitato - Jenny Azzolini
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Cure palliative. Sono o dovrebbero essere un diritto

La copertina dell'opuscolo informativo

Le cure palliative tutelano la qualità della vita del malato inguaribile e della sua famiglia. Si possono ricevere a casa, in hospice e in ospedale. Sono gratuite e sono un diritto sancito dalla Legge 38/2010.
Per informare i pazienti e i loro familiari la Federazione Cure Paalliative Onlus ha predisposto un opuscolo informativo liberamente scaricabile.
QUALI MALATI NE HANNO DIRITTO? Malati di ogni età, colpiti da una qualunque malattia inguaribile in fase avanzata (non solo il cancro).
La Federazione invita a diffondere l'opuscolo.

11.11.13

Bissoni (Agenas): “Non è vero che spendiamo troppo in sanità”

fonte: http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?approfondimento_id=4381&fr=n

08 NOV - La manovra del 2011 di Tremonti, la spending review, il Patto per la salute in discussione in queste settimane, senza dimenticare la legge di stabilità e il percorso fatto dal paese per arrivare alla riforma del Titolo V. Quello di Giovanni Bissoni, presidente Agenas, è stato un intervento in cui punto per punto ha analizzato, dal suo osservatorio, lo stato dell’arte sull’universo sanità.

“Il periodo 2011-2013 a partire dai provvedimenti Tremonti fino alla spending review – ha spiegato Bissoni – hanno toccato pesantemente la sanità. Sono stati anni difficili in cui la sanità ha dato uno dei contributi principali alle manovre finanziarie del bilancio dello stato. Siamo attorno ai 30mld”.

I tagli alla sanità, secondo Bissoni, sono stati fatti sulla scorta di affermazioni: “si spende molto, la spesa è fuori controllo, ci sono vaste aree di inefficienza”. Ma questo modo di agire e tagliare per il presidente dell’Agenas “fa parte fortunatamente di un passato. Almeno spero”.

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Su questo tema segnalo i post:
Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo
Spesa sanitaria pubblica, un mito da sfatare. Tanto più per il Veneto

10.11.13

Riesplode il caso dei 2 miliardi per la copertura dei ticket. Dirindin (Pd): “Ma dove sono quei soldi? Nel ddl stabilità non ce n’è traccia”

fonte: http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=17965&fr=n

La vicenda è nota. La Corte Costituzionale ha cancellato i ticket che sarebbero dovuti scattare a gennaio 2014. E il governo si è impegnato a dare 2 miliardi in più alle regioni per compensare i mancati introiti. Dovevano stare dentro la legge di stabilità. Ma non ci sono. Intervista alla senatrice Pd che sta preparando un odg che impegna il Governo a fare chiarezza. A rischio il Patto per la salute.

08 NOV - “Senatrice Dirindin?” “Sì, chi parla?” “Sono Cesare Fassari di Quotidiano Sanità, volevo chiederle se lei sa qualcosa di preciso su dove siano stati inseriti i 2 miliardi di euro necessari per la copertura dei mancati incassi dei ticket bocciati dalla Corte Costituzionale e che sarebbero dovuti scattare nel 2014. Dalle nostre verifiche, nel testo e nelle tabelle della legge di stabilità, non ne abbiamo trovato traccia. Eppure i ministri Saccomanni e Lorenzin hanno assicurato che ci sono”.

Prima di svelare cosa ci ha risposto la senatrice capogruppo del Pd in Commissione Igiene e Sanità, economista di lungo corso all’Università di Torino, con una lunga esperienza in sanità (è stata a capo della programmazione sanitaria del ministero della Salute negli anni ’90 e Assessore alla Sanità della Sardegna nella giunta Soru) è bene chiarire il perché di questa telefonata. 

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Sui tagli alla sanità segnalo, su questo blog, i post:
Farmaci, medici, ospedali: ecco i tagli del «Patto-salute»
Legge stabilità. I tagli alla sanità ci sono

7.11.13

Schede ospedaliere. La critica e le proposte del consiglio provinciale

Piano socio sanitario regionale. L'ordine del giorno approvato dall'amministrazione provinciale.

Il Polesine avrà in assoluto i tagli più pesanti ai posti letto per acuti: meno 209.

«Le schede ospedaliere licenziate dalla Giunta Regionale del Veneto, sono un pesante attacco ai livelli qualitativi e quantitativi della sanità polesana». 
Così si esprime l'ordine del giorno approvato dal consiglio provinciale di Rovigo. Il fulcro del documento è questo: il polesine è stato oggetto di un trattamento discriminatorio da parte della regione. Molti gli argomenti e i dati a supporto.
Gli ospedali pubblici di Rovigo, Trecenta e Adria, col nuovo Pssr, perderanno 184 posti letto: 1 su 5 a Rovigo, 1 ogni 3 a Trecenta e 1 ogni 6 a Adria.
Considerando i tagli alle strutture private convenzionate «Il Polesine, ha in assoluto i tagli più alti di posti letto per acuti, di tutte le province venete!!! Meno 209 posti letto, contro i meno 204 del padovano, i meno 184 del veneziano, ecc.»
Per quanto riguarda i posti letto per acuti l'Ulss 18 subirà il taglio più pesante di tutte le Ulss del Veneto: «meno 166, contro i 159 dell’ULSS veneziana, i 93 di quella di Legnago, ecc.».
Insomma, un trattamento di riguardo quello che ci ha riservato l'amministrazione regionale.
Il documento approvato dal consiglio provinciale prosegue poi confrontando le schede ospedaliere della provincia di Rovigo con quelle della provincia di Belluno e il confronto porta alla conclusione che «In Provincia di Rovigo, tagliamo quasi un posto letto ogni 5 degli attuali. In provincia di Belluno 1 ogni 25».

Per maggiori dettagli invito i lettori a scaricare il documento completo.

3.11.13

Nuovo ospedale di Padova. Da Roma neanche un euro

Potrebbe essere una buona notizia, se ci fosse un po' di buon senso. Invece la giunta Zaia insiste:«è una priorità». A costo di massacrare la sanità pubblica.

Luca Coletto, assessore regionale alla sanità, ha dichiarato «I fondi ex articolo 20 destinati all'edilizia sanitaria sono esauriti. Le Regioni devono lavorare in autonomia, per questo motivo è fondamentale valutare una forma di finanziamento mista tra pubblico e privato». Si veda Il Mattino di Padova del 27/10/2013.
Dichiarazione importante per due motivi. Ammette che dal bilancio nazionale non arriverà alcun finanziamento per la costruzione del nuovo mega-ultra-ospedale-galattico del mega-ultra-presidente-Luca Zaia, come era del tutto ovvio immaginare in un periodo di recessione senza precedenti dal dopoguerra. E poi perché l'ospedale si farà ugualmente. Lo farà la regione attraverso lo strumento della finanza di progetto.
La finanza di progetto è un marchingegno perverso nel quale sia il pubblico (la regione) sia il privato (una finanziaria in questo caso) concorrono alla spesa. Il privato costruisce e in cambio riceve concessioni pluridecennali su alcuni servizi erogati nella struttura e riscuote un canone annuale, particolarmente oneroso, dall'amministrazione pubblica.
Le esperienze fatte fino a questo momento sono state disastrose. Su questo mi ripropongo di ritornare riportando i casi concreti elencati nel volume “I padroni delVeneto” di Renzo Mazzaro, Laterza. Per il momento va registrato che i canoni annuali si sono rivelati estremamente onerosi.

Per il momento chiediamoci: con quali risorse la regione finanzierà la propria quota? Il sospetto che lo faccia tagliando posti letto è concreto. Il piano socio sanitario regionale è lì a testimoniarlo, con il suo interminabile elenco di tagli ai posti letto, ai reparti, ai servizi. Un massacro col quale finanziare un'opera faraonica, almeno 652 milioni euro.

Su questo argomento segnalo i post:

1.11.13

Farmaci, medici, ospedali: ecco i tagli del «Patto-salute»

fonte: Il Sole 24 Ore, 31 Ott 2013
di Roberto Turno

sito: http://www.associazionelucacoscioni.it

Costi standard da riscrivere daccapo, ma fuori dal «Patto», dando 5 anni di tempo per farcela alle regioni sotto piano di rientro ma intanto premiando chi ha i conti in regola. Almeno 14mila posti letto da rottamare e decine di ospedaletti ai quali dare un apparentemente morbido («riconversione») addio. Una nuova stangata su farmaci e dispositivi medici. Il pugno di ferro per Policlinici e medici universitari. Camici bianchi del Ssn dirigenti solo dopo concorso. Basta ai medici di famiglia solisti: dovranno lavorare in team. Salvata dalla legge di stabilità, la spesa sanitaria deve ora passare le forche caudine del «Patto per la salute». E i governatori, ieri riuniti in via «straordinaria», stanno preparando la loro ricetta. Per un'intesa col Governo che - situazione politica permettendo - potrebbe arrivare entro fine anno. Perché il «Patto», nelle intenzioni, sarà la vera manovra per la sanità pubblica nei prossimi anni.

Leggi tutto l'articolo.
Costi standard da riscrivere daccapo, ma fuori dal «Patto», dando 5 anni di tempo per farcela alle regioni sotto piano di rientro ma intanto premiando chi ha i conti in regola. Almeno i 4mila posti letto da rottamare e decine di ospedaletti ai quali dare un apparentemente morbido («riconversione») addio. Una nuova stangata su farmaci e dispositivi medici. Il pugno di ferro per Policlinici e medici universitari. Camici bianchi del Ssn dirigenti solo dopo concorso. Basta ai medici di famiglia solisti: dovranno lavorare in team. Salvata dalla legge di stabilità, la spesa sanitaria deve ora passare le forche caudine del «Patto per la salute». E i governatori, ieri riuniti in via «straordinaria», stanno preparando la loro ricetta. Per un'intesa col Governo che - situazione politica permettendo - potrebbe arrivare entro fine anno. Perché il «Patto», nelle intenzioni, sarà la vera manovra per la sanità pubblica nei prossimi anni. - See more at: http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/farmaci-medici-ospedali-ecco-i-tagli-del-patto-salute#sthash.o7kv66SP.dpuf
Costi standard da riscrivere daccapo, ma fuori dal «Patto», dando 5 anni di tempo per farcela alle regioni sotto piano di rientro ma intanto premiando chi ha i conti in regola. Almeno i 4mila posti letto da rottamare e decine di ospedaletti ai quali dare un apparentemente morbido («riconversione») addio. Una nuova stangata su farmaci e dispositivi medici. Il pugno di ferro per Policlinici e medici universitari. Camici bianchi del Ssn dirigenti solo dopo concorso. Basta ai medici di famiglia solisti: dovranno lavorare in team. Salvata dalla legge di stabilità, la spesa sanitaria deve ora passare le forche caudine del «Patto per la salute». E i governatori, ieri riuniti in via «straordinaria», stanno preparando la loro ricetta. Per un'intesa col Governo che - situazione politica permettendo - potrebbe arrivare entro fine anno. Perché il «Patto», nelle intenzioni, sarà la vera manovra per la sanità pubblica nei prossimi anni. - See more at: http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/farmaci-medici-ospedali-ecco-i-tagli-del-patto-salute#sthash.o7kv66SP.dpuf

Le armi povere della disabilità

di Franco Bomprezzi
1 novembre 2013

E’ tutt’altro che chiaro, al momento, in che modo la legge di Stabilità recepirà le precise richieste provenienti dal mondo delle persone con disabilità. Non solo quelle formulate da parte degli esponenti del Comitato 16 novembre, ma anche delle altre associazioni nazionali, dei coordinamenti, delle reti di riferimento. Ladrammatica vicenda della morte di Raffaele Pennacchio, avvenuta il 23 ottobre, al termine di un presidio terribilmente faticoso dal punto di vista fisico e della tensione emotiva, ha emozionato per qualche giorno l’opinione pubblica, ha messo in difficoltà il Governo, accusato in qualche modo di avere sulla coscienza un morto, non avendo dato risposte tempestive alle richieste sacrosante del movimento. Ma bastano pochi giorni per annacquare i sentimenti, anche perché la confusione sotto il cielo di Roma regna sovrana, e non riguarda certo solo la disabilità. Anzi.
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