6.6.11

Sul San Luca bisogna fare catenaccio

A Castelguglielmo, mercoledì sera, si è parlato del "San Luca".

Le diapositive scorrono sullo schermo e mostrano la decimazione di reparti, servizi e personale che è stata attuata sull'ospedale di Trecenta dal 2002 a marzo del 2011.

E' notizia di questi giorni la "chiusura per ferie" dell'ambulatorio oncologico. I pazienti dovranno rivolgersi all'ospedale di Rovigo. Nessun problema per il direttore generale dell'Ulss 18!

E' ora di dire basta! Basta ai taglieggiamenti alle funzionalità dell'ospedale, basta nascondere i problemi, basta con la riduzione di posti letto.

Dopo il consiglio comunale aperto di Trecenta, nello scorso mese di marzo, tutti i responsabili regionali si sono sbracciati a rassicurare che "l'ospedale non chiude". Ma questo non è sufficiente! Non ci devono dire SOLO che non chiude ma si devono IMPEGNARE affinché non perda altri pezzi.

La storia del San Luca è zeppa di rassicurazioni, politiche e manageriali, eppure siamo a questo punto.

Per salvare l'ospedale di Trecenta bisogna fare "catenaccio". Prendo in prestito questa espressione calcistica, che indica una squadra che si chiude in difesa, che blocca ogni iniziativa degli avversari, perché rende bene l'atteggiamento da prendere. Dal San Luca non si porta più via niente, non si sospende più nulla. Si fa catenaccio.

La squadra la immagino formata da sindaci, associazioni, sindacati, pazienti, da tutti i cittadini dell'altopolesine.

A Trecenta, a quel consiglio comunale aperto sul San Luca, cinquecento persone hanno riempito il teatro sede della manifestazione. E allora che i sindaci ci chiamino ancora e ancora, per fare squadra e per meglio difendere l'ospedale.